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Autore: Nowhere Girls    11/07/2014    14 recensioni
Era un ragazzino come tanti ma c'era qualcosa in lui che mi aveva fatto battere il cuore così tanto. Qualcosa nel modo in cui si muoveva, qualcosa nel suo sguardo o addirittura qualcosa nel modo in cui parlava o ancora, qualcosa nel suo sorriso timido e leggermente a disagio che aveva quella sera.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Stuart Sutcliffe
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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17.00

Erano solamente passati due mesi.
Due mesi da quando avevo incontrato George Harrison a quell'esibizione dei Quarrymen.
Paul me lo aveva presentato.
Mi sembrava un ragazzo piuttosto strano ed esageratamente timido ma, non so per quale motivo, quando i miei occhi e quelli di George si incrociarono per la prima volta il mio cuore iniziò a battere più velocemente. Non potevo provare realmente dei sentimenti verso Harrison.
Insomma, io sono John Lennon, non sono gay e anche se lo fossi non mi potrei mai e poi mai innamorare dei ragazzini più piccoli! I ragazzini erano le mie prede preferite a scuola quando decidevo di mettermi a fare il bullo, riuscivo a manipolarli meglio. Mi obbedivano perfettamente ed erano anche piuttosto rapidi.
Avevo bisogno di confrontarmi con un amico.
Ma chi?
Pensai immediatamente a Stuart ma poi pensai che era meglio non parlare con lui di ciò. Era il mio migliore amico, questo era più che certo, ma poteva pensare che ero matto e non rivolgermi più la parola.
Successivamente pensai a Paul. Mi sembrava una persona apposto e che non mi avrebbe preso in giro ma non lo conoscevo bene e quindi non potevo fidarmi ancora a pieno di lui. Se per esempio lo dicesse a George, lui sicuramente non mi rivolgerebbe più la parola.
A distrarmi dai miei pensieri fu mia zia Mimi, la sorella di mia madre che aprì malamente la porta facendomi spaventare.
“Mimi, potevi benissimo bussare!” Dissi io.
“Poche parole ragazzo. Davanti alla porta c'è il tuo amichetto, Paul, vuole scambiare due parole con te” Rispose lei lasciando la porta aperta e andandosene via.
Corsi nell'ingresso e trovai Paul con la chitarra in spalla e così lo invitai a salire in camera mia.
“A cosa devo la tua visita?” gli chiesi.
“Vado piuttosto di fretta. Devo andare a sbrigare alcuni servizi con mio fratello e un suo amico. Volevo solo chiederti se stasera ti andava di uscire con me e George. Non so se ti ricordi George, George Harrison, quel ragazzo che ti pre...”
Lo bloccai immediatamente.
“Si, mi ricordo perfettamente di Harrison”
Quando sentii il nome George fui attraversato da un brivido caldo per tutta la spina dorsale e il mio cuore iniziò a battere forte. Provai le stesse emozioni di quando lo incontrai per la prima volta.
Come potevo dimenticarlo? L'unico ragazzo che mi aveva fatto battere forte il cuore.
“Se vuoi John, puoi portare Stuart, ovviamente se lui vuole venire” Dicendomi ciò, Paul mi riportò con la mente sulle spalle.
“Si, certo, gli telefonerò più tardi”.
Subito dopo Paul andò via e mi disse che alle otto precise di sera dovevamo trovarci tutti davanti al Cavern Club, un club notturno.
 
19.00
 
“Pronto??!”
“Stuart, sono John”
“John, dimmi tutto”
“Fra un ora davanti al Caver Club ci stai?”
“Si, certo che ci sto” Disse lui con un tono di voce un po'... furbo, chiamiamolo così.
“Viene anche McCartney con il suo amichetto Harrison”
“Chi è Harrison”
“George Harrison. Quel tizio strano timidissimo che quando McCartney ce lo ha presentato sembrava un poveretto a cui il gatto aveva mangiato la lingua!!”
Stuart scoppiò a ridere divertito e la sua risata allegra contagiò anche me.
“Si certo. Il timidone. Vabbene dai, ci vediamo fra un po'”.
Attaccai. Aprii l'armadio e scelsi il primo paio di jeans e la prima giacca di pelle che mi capitarono fra le mani e poi per ingannare il tempo mi misi a strimpellare un po'.
Mentre suonavo mi venivamo in mente le immagini del giorno in cui ho incontrato George.
Lui, aveva il viso di un bambino di 10 anni, i capelli un po' spettinati, una giacca bianca e un paio di pantaloni neri. Non aveva comportamenti particolari, quel giorno era stato però molto timido con me. Certo, ero un bullo ma io e George non ci conoscevamo e non credo di averlo mai incontrato in giro.
George Harrison era un ragazzino come tanti ma c'era qualcosa in lui che mi aveva fatto battere il cuore così tanto. Qualcosa nel modo in cui si muoveva, qualcosa nel suo sguardo o addirittura qualcosa nel modo in cui parlava o ancora, qualcosa nel suo sorriso timido e leggermente a disagio che aveva quella sera.
Mi sentivo impazzire, lo stavo pensando troppo in quel momento. Come pote...
“Eh che cazzo Mimi! Mi hai fatto spaventare per la seconda volta!”
Mimi spalancò di nuovo la porta facendomi spaventare.
“C'è il tuo amichetto qui fuori!”
Andò via e lasciò entrare...
“Stuart! Cosa ci fai qui?”
“Ma hai visto l'ora sono otto e un quarto. Stiamo aspettando tutti a te. A cosa stavi pensando? Per caso a qualche bella gallinella?”
“No, io mi ero addormentato”. Era una bugia bella e buona; cosa avrei dovuto dirli altrimenti?
Durante la passeggiata il mio amico ed io non ci scambiammo nemmeno una parola.
“Si può sapere cosa hai stasera? Stai zitto zitto, non sembri nemmeno tu!”
“Ma io sto bene Stuart. Sto tranquillo, non ho nulla e sono sempre io”. Spiegai.
“A me non le dici le bugie. Ti conosco troppo bene. Sputa il rospo”
Ci pensai su per un po' e poi pensai di dover dire la verità al mio amico.
“Se ti dico cosa ho, promettimi di non giudicarmi?”
“Non lo farei mai. Cosa ti prende?” Rispose in tono preoccupato.
“Ho una strana voglia di fare l'amore con Harrison”
Stuart mi guardò male dalla testa ai piedi e poi mi disse
“Io non capisco. Harrison? Quel bamboccio? John non prendermi in giro”
“Mi avevi detto che non mi giudicavi” Gli dissi innervosito.
Stuart sbuffò e per il resto del tragitto non ci rivolgemmo il minimo sguardo, ci osservavamo solo con la coda dell'occhio.
Secondo me il mio amico stava esagerando un po' troppo, non era il caso di fare così. Aspettavo che non avrebbe reagito in maniera positiva a quella notizia ma non che non mi avrebbe parlato più o peggio, non mi avrebbe rivolto più il minimo sguardo. Quando lo guardai in faccia per chiederli perché si stava comportando in quel modo, lui addirittura si allontanò da me. Stavo veramente per arrabbiarmi con lui ma per sua fortuna riuscii a mantenere la calma e a non dirli nulla per evitare di mandare all'aria la serata.
Quando arrivammo davanti al Cavern Club, Paul e George mi accolsero sorridenti e George aveva sempre quel sorriso da persona che si sentiva nel posto sbagliato al momento sbagliato.
“Dovete scusarlo ma il ragazzo si era addormentato”
Fece Stuart ed io lo guardai severamente.
“Che ne dite di andare in un bar a bere qualcosa?”
Propose Paul iniziando a girarsi per camminare. Stavo camminando accanto a George, lo guardo insistentemente ma cercavo di non farmi scoprire dal ragazzo.
George non mi stava guardando per niente, camminava semplicemente con le mani nelle tasche e ogni tanto sorrideva quando Paul si girava e gli diceva qualcosa.
George sicuramente si stava sentendo parecchio a disagio anche se non sapevo il perché. Ad un tratto, mentre stavo osservando George, lui si girò verso di me e i nostri occhi si incontrarono.
Il mio cuore iniziò a battere forte, iniziai a sudare e ci potrei scommettere la pelle che arrossii violentemente sulle guance come una ragazzina di quattordici anni.
Quello sguardo però. Era pieno di dolcezza e amore. Non né avevo mai visto uno così e posso ammettere che avrebbe fatto invidia a tutte le ragazze di Liverpool. Dovevo ammetterlo a me stesso, quello sguardo mi eccitò, tanto, tantissimo, troppo e mi fece venire ancora di più la voglia di
trovare in George tutti i dubbi che avevo su di lui. Mi feci coraggio tranquillamente e ad un certo punto mi fermai di scatto, gli presi il polso e dissi con un po' di arroganza nella voce:
“Harrison ed io andiamo a scambiare due parole in privato”.
Quando dissi ciò George mi guardo perplesso e intimorito e cercava di liberasi dalla mia presa forte.
Lo strattonai un po' e poi lo portai fino a casa mia, lo portai in camera e chiusi la porta a chiave così Mimi non veniva a disturbarci aprendo la porta all'improvviso come una maleducata.
“Cosa vuoi farmi John?” Disse lui terrorizzato.
“Posso scoparti Harrison o mamma si arrabbia e ti caccia di casa?” Risposi in modo arrogante mentre il mio cuore sembrava battere forte quasi come se doveva scoppiare.
Quando gli dissi ciò negli occhi di George non ci fu più il terrore ma iniziarono a brillare più di una stella del firmamento in una notte serena come quella.
George mi venne incontro, passò un suo braccio dietro il mio collo e mi baciò.
Le nostre lingue si accarezzavano e si scoprirono per parecchio tempo. Provai una sensazione di benessere mentale e ciò mi piaceva, mi faceva impazzire e stava piacendo anche a George, lo sentivo. In poco tempo iniziai a sbottonargli la camicia e dopo pochi secondi ci ritrovammo nudi sul mio letto. Io ero sopra di lui e giocai con il collo, il petto, la pancia e anche il linguine. Sentivo George godere, gli piaceva ancora più di prima.
Poi George si mise sopra di me, ci sapeva fare davvero tanto!
Mi stava facendo impazzire molto più di quanto poteva fare qualsiasi altra ragazza di Liverpool proprio come il suo sguardo.
Alla fine George ed io passammo la notte insieme e la mattina dopo, mi guardò negli occhi e mi disse con tutta la sua dolcezza e con tanto amore nel tono di voce:
“John, grazie all'esperienza di ieri ho scoperto che tu non sei così terribile come dicono le persone in giro e non sei arrogante come dimostri”.
“Ah no!” Feci un ghigno “E perché mi dici questo?” Chiesi.
“Perché sta notte con me sei stato dolce e mi hai saputo custodire come qualcosa di tenero e indifeso. Io, infatti, mi sono sentito al sicuro dal mondo fra le tue braccia stanotte.
Mi farebbe davvero piacere se poi evitassi di fare il duro con me nell'avvenire, il tuo lato dolce e segreto è veramente invidiabile!”.
George mi guardò dolcemente, aveva tanta fiducia in me, lo sentivo. Dopo si avvicinò a me e mi baciò di nuovo lasciando che la sua lingua accarezzasse e cercasse ancora una volta la mia.
Quando ci staccammo George mi abbracciò forte e poi aprì la porta e andò via.
Non potevo crederci ma avevo passato una bellissima nottata con lui che non potrò mai dimenticare per tutta la mia vita e finalmente avevo realizzato uno dei miei desideri.

 

 

1757 parole

 

Angolo autrice:

Salve a tutti,

questa è la mia prima Lennison e la prima one-short scritta da me su questo sito.

Spero che vi piaccia! Lasciatemi tante recensioni così potrò rendermi conto dei miglioramenti che dovrei fare in futuro.

Intanto ringrazio la mia amica con cui condivido questo account (Valentina) che mi ha fatto qualche piccola correzione alla storia e ringrazio anche mia cugina (che purtroppo non ha un account su questo sito) che mi ha dato qualche ispirazione. Ringrazio anche Chiara_Lennongirl06 che mi ha lasciato una recensione molto importante per me, piena di consigli per il futuro e per migliorare questa storia. Ringrazio tutte le persone che recensiranno o semplicemente leggeranno questa fan fiction.

A sentirvi presto,

Peace&Love,

Jo (Giorgia)

  
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