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Autore: dreamrauhl    11/07/2014    1 recensioni
"Non dobbiamo tornare lì, dove ci siamo conosciuti. Quello è stato il nostro inizio e sarà anche la nostra fine se non si decide a tornare indietro."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sta guidando da un'ora, alla radio passano i Green Day e sembra andare tutto bene – quasi.
L'unico problema è che mi trovo in macchina con Luke, il mio ex. Avrei voluto che andasse diversamente tra di noi, ma era inevitabile che accadesse qualcosa di simile. Non siamo fatti l'uno per l'altra, non lo siamo mai stati. O, forse, il problema è stato il nostro esser fin troppo uguali, fin troppo simbiotici. Ho sempre odiato scontrarmi con qualcuno simile a me. Mi destabilizza avere accanto qualcuno che è la copia esatta di me stessa, ho bisogno di qualcuno che mi sappia tenere testa, di qualcuno che non mi dia sempre ragione, di qualcuno che per farmi stare bene non abbia prima bisogno di farmi stare male.

Più ripeto a Luke di fermarsi, più lui fa finta di niente. Non c'è santo che tenga: vuole tornare in quel parco, esattamente dove ci siamo conosciuti, in quel parco dove passavamo ogni pomeriggio libero insieme. Sta tornando nel nostro posto segreto, ricordo che ogni pomeriggio guidava per ore solo per portarmi lì dopo la scuola. Non so cos'ha in testa, ma se ha in mente di farmi cambiare idea si sta sbagliando di grosso. Non tornerò sui miei passi, non stavolta. Ci sono porte che è meglio se rimangono chiuse, bisogna buttare via la chiave per non avere la tentazione di riaprirle nei momenti di debolezza.

Luke, però, non è un capitolo chiuso. Anche se mi sforzo di non pensarci, combatto ogni giorno contro il suo ricordo, contro il suo profumo, contro le sue battute idiote e i suoi abbracci caldi. Vivere nella stessa casa non ci aiuta, ma d'altronde nessuno dei due ha soldi a sufficienza per permettersi il lusso di trasferirsi altrove.
Credo che lui non lo voglia nemmeno, non si è mai posto il problema. Mentre io ho fatto in modo di risparmiare il più possibile, lui sperperava soldi a destra e a manca, pagando più e più volte da bere a tutti i suoi amici. Ashton, Calum e Michael spesso rifiutavano, ma Luke era talmente insistente da farli cedere ogni volta, più che altro per evitare litigi inutili all'interno del gruppo.

Gli chiedo di fermarsi, ma mi fa segno di tacere mentre alza il volume della radio. American Idiot rimbomba all'interno dell'auto, i finestrini sono aperti ma il volume è talmente alto che sembra di stare con le orecchie attaccate alle casse.
Abbasso il volume ed esasperata gli chiedo cosa sta cercando di ottenere. Fa spallucce, ma non risponde.
Lo imploro di parlarmi, forse una soluzione a tutto questo c'è, forse se ci comportiamo da persone normali possiamo uscirne vincitori entrambi.

Luke, ti prego, parlami”
Che c'è da dire?”
Parti dall'inizio, dimmi tutto quello che ti passa per la testa”
Ti ricordi la volta in cui ci siamo conosciuti? Eri seduta su quella panchina al parco – sulla nostra panchina -”, dice calcando la voce su quel 'nostra', e invece di darmi il voltastomaco sento il cuore accelerare i battiti, “e stavi leggendo un libro. Mi ricordo persino quale fosse, era Harry Potter e il calice di fuoco. Eri così piccola e indifesa a quel tempo. Ti conobbi a quindici anni, eravamo entrambi troppo immaturi per mantenere un rapporto sano e stabile. Non sto dicendo che adesso potrebbe andare meglio, dico che con te ho condiviso la parte più importante della mia adolescenza. Ti ho dato il mio primo bacio, la mia prima volta è stata con te. Non puoi chiedermi di dimenticare Nina, non puoi farlo. È una causa persa, io ho il tuo nome stampato a caratteri cubitali ovunque.”
Non rispondo, ma mi si forma in gola un groppo che non riesco a cacciare giù.
Ci siamo messi insieme un mese dopo esserci conosciuti. I capelli biondi ti ricadevano sulle spalle, non ti eri nemmeno truccata tanto quel giorno, dicevi che volevi piacere per com'eri e non per come sembravi. Questa cosa mi ha sempre fatto impazzire. Le ragazze prima di te uscivano con me solo perché speravano di portarmi a letto, volevano aggiungermi alla loro lista di conquiste. Tu non hai mai voluto questo. Mi ci è voluto così tanto per conquistarti, per far sì che tu ti fidassi di me. Ti sei sempre tenuta in disparte anche quando avrei voluto che tu mi parlassi, anche quando avrei voluto che mi dicessi cosa ti passava per la testa. Il giorno in cui hai accettato la mia proposta non ho fatto altro che ascoltare i Green Day e le loro canzoni sono diventate, in qualche modo, le nostre. Ero felice e allo stesso tempo avevo paura di rovinare tutto. Mi conosco, sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma ti giuro che non volevo che succedesse, non volevo farti del male”

Tiene lo sguardo fisso sulla strada, ma continua a parlare, come se si stesse liberando da un peso, da tutte le parole che si è tenuto dentro per mesi e che mai ha avuto il coraggio di dirmi prima di adesso.
Io non riesco a formulare alcuna frase di senso compiuto, mi limito a stare zitta. Sono consapevole che questa è una delle volte in cui preferirebbe sentire la mia voce piuttosto del mio silenzio, ma mi ha spiazzata totalmente con questo discorso. Non riesco a ragionare lucidamente. Se fosse per me, ora, gli direi di accostare e gli stamperei un bacio sulle labbra. Un bacio a stampo, un bacio casto, un bacio per dirgli che lo amo ancora. Nonostante tutto.
Incasinerei soltanto le cose se decidessi di farlo, però. È finita e me ne devo fare una ragione. Entrambi vorremmo tornare indietro nel tempo e ricominciare da capo, ma questo tipo di rapporti corrodono dentro, non hanno nessun punto saldo, non si sa a cosa si va incontro. L'unica certezza sono le lacrime e le risate isteriche, le litigate interminabili, i piatti lanciati contro le pareti.
Non so se è questa la vita che voglio, il tipo di relazione che desidero.
È l'unica persona che riesce a farmi sentire bene e allo stesso tempo è l'unica che mi fa sentire inutile e non indispensabile.
Una lacrima solitaria scende e mi riga il viso, Luke è troppo impegnato a guidare per potersene accorgere. Mi volto verso il finestrino, non voglio che mi veda stare così per lui.
Non voglio che questa sia l'ennesima volta in cui mi vede piangere per le sue parole, per quanto belle siano stavolta.

Cerco impacciata un fazzoletto nella borsa, ma li ho scordati a casa prima di partire.
Mi asciugo la lacrima con la manica della felpa e continuo a ripetermi che come questa strada finirà finiremo anche noi. Una volta raggiunto il parco non esisterà più alcun “noi”, non esisteremo più. Saremo due persone distinte, due corpi separati, due cuori divisi. Non so perché, ma ho idea che una volta raggiunto l'inizio di “noi” raggiungeremo contemporaneamente anche la nostra fine. Il solo pensiero mi dà il voltastomaco: da un lato vorrei che succedesse, dall'altro so che non sarei capace di rinunciare a lui.

Luke, io...”, non riesco a trovare le parole adatte, “è finita...”
No Nina, non lo è. Non lo sarà mai. Io voglio stare con te, a qualsiasi costo”

Lo guardo e non riesco a trovare scuse abbastanza plausibili per giustificare la mia opinione al riguardo, d'altronde nemmeno io voglio che finisca una volta per tutte.

Non mi interessa Nina, non importa a cosa andremo incontro. Io ci sarò, sarò una persona migliore, lo sarò per te. È quello che ho sempre voluto, essere migliore intendo. Stavolta ho un obiettivo, ho una ragione per esserlo e quella sei tu. Non ti permetterò di lasciarmi andare, io non ti lascio andare, a costo di continuare a guidare per ore intere”
Luke, non sai quello che stai dicendo. Fermati.”

Non dobbiamo raggiungere il parco, altrimenti sarà tutto finito. Non dobbiamo tornare lì, dove ci siamo conosciuti. Quello è stato il nostro inizio e sarà anche la nostra fine se non si decide a tornare indietro. Inconsapevolmente prego che senta ciò che sto pensando, come se fosse possibile una cosa simile.

Mi fermerò una volta arrivati al parco”, dice serio.
No, fermati adesso. Voglio che mi guardi negli occhi, Luke”, invento una scusa a caso pur sapendo quanto il contatto visivo mi farà male.
Pochi metri più avanti accosta, ma non spegne il motore.

Mi guarda e rivedo quegli occhi azzurro mare di nuovo fissi nei miei. Non lo guardavo negli occhi da così tanto tempo, ormai.
Nina, se la nostra sarà una perdita di tempo non importa, voglio che sia con te. Continuerei a guidare per sempre se tu lo volessi, farei qualsiasi cosa pur di averti di nuovo con me, per poter dire anche solo una volta ancora che sei mia”
Ma io sono tua, lo sono sempre stata”, dico senza pensarci.
Non cambierei questo momento con nessun altro, guidare per sempre con te e parlare di tutto e di niente allo stesso tempo. Non importa, non importa, Nina. A me basta stare con te, non chiedo altro. Sei l'unica che io abbia amato e l'unica che amerò sempre”

Riparte e fa inversione.

Ti ricordi quella volta in cui mi parlasti di te, la prima volta in assoluto? Non sapevi che dire e quindi mi raccontasti del tuo posto segreto. Era un sentiero che portava ad un piccolo laghetto artificiale e tu ci passavi le giornate a leggere o ad ascoltare musica, soprattutto quando eri triste e cercavi le risposte alle tue innumerevoli domande. Dopo che me lo raccontasti, ci andai spesso. Quando ti ho tradito con Amy, ho passato intere giornate seduto sulla pietra in riva al lago. Pensavo a te e a come avrei potuto recuperare il nostro rapporto. Non sapevo in che modo scusarmi, non sapevo cosa dirti perché tu mi perdonassi. Mi sono sentito un cretino, un tale idiota. Avevo perso l'unica cosa che realmente contava per me e credevo che stando lì, nel tuo rifugio, una soluzione l'avrei trovata sicuramente. Sentivo che quello era il posto giusto in cui andare a cercare le risposte alle domande che mi attanagliavano la mente da mesi. Sapevo che il posto giusto era con te, sapevo che il posto giusto sarebbero sempre state le tue braccia, le tue labbra.”
Mi sto torturando le mani da quando Luke ha iniziato a parlare e adesso sento che sto per scoppiare. Gli occhi si fanno via via più lucidi e le lacrime sono sul punto di scendere, stavolta copiose e a singhiozzi.
Ferma la macchina allo stop anche se non c'è anima viva alle tre di mattina.

Luke”
Dimmi”

Mi giro e senza pensarci un attimo lo bacio, le mie labbra avevano ancora il suo sapore addosso. Gli appartenevano, io gli appartenevo. Gli appartengo tutt'ora.

Mi ricordo quando per il mio compleanno, anche se ci eravamo già lasciati, mi scrivesti una canzone. Parlava di noi. La suonasti con la chitarra in camera mia, mi avevi fatta sedere sul letto implorandomi di ascoltarti senza ridere e, soprattutto, senza mandarti via a calci. Quella volta ho trattenuto le lacrime a stento. Quella canzone parlava di noi. Anche se la nostra storia era finita, io ti amavo ancora. Non ho mai voluto svegliarmi con un'amnesia, non volevo cancellare nulla di ciò che eravamo stati. Mi andava bene così, con tutte le nostre litigate e i nostri screzi. Tutte le stronzate che ci siamo detti io me le porto dietro, siamo pur sempre noi. E ricordo ancora tutti i posti in cui siamo usciti assieme, come dimenticarseli. Rileggevo le tue parole quando Chris mi faceva stare male, tu sei sempre stato meglio di qualsiasi altra canzone. Eri la mia canzone, la mia vittoria, la mia salvezza. Nonostante tutto, io non ho mai dimenticato nulla. Il tuo nome faceva male a sentirlo pronunciato da altri, mi apparteneva come mi appartenevi tu. Ne ero gelosa da morire. E ti amo, ti amo ancora Luke. Fanculo all'amnesia, io voglio ricordarmi anche della volta in cui ci siamo lasciati perché altrimenti non saremo qui adesso, non sarei qui a baciarti ad ogni stop, non sarei qui a fare la finta forte e a trattenere il pianto per poi crollare e stamparti baci sulle labbra ogni volta che la macchina si ferma. Adesso ci sono i Green Day alla radio, ci siamo noi. Noi, di nuovo insieme”
Adesso ti porto a casa Nina e, giuro, non ti lascerò più andare”

  
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