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Autore: mattstarlight    11/07/2014    4 recensioni
Io ero in macchina con mio padre e il mio miglior amico. Il suono della radio riempiva l’atmosfera già imbarazzante. Non so perché parlare mi rimaneva difficile come se ci fosse un blocco dentro di me. Il cuore, al contrario, si faceva sentire e i miei battiti erano abbastanza forti da riecheggiare nella mia testa. Cosa mi stava succedendo?
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Hyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena mi vide si alzò, noncurante della pioggia, e mi venne in contro. Non corse, non si era ancora reso conto della mia presenza e i suoi occhi erano spalancati e cominciavano ad arrossarsi.
Quando mi raggiunse cercò di abbracciarmi ma io indietreggiai in rifiuto.
“Che sai facendo qui?” chiesi con un tono tra lo stupito e lo stizzito “guardati, sei zuppo. Vieni che ti porto a casa!”.
Feci per voltarmi che lui mi prese una mano e mi girò verso di lui.
“No! Adesso tu mi ascolti!” disse quasi urlando “So di aver sbagliato baciandoti ma hai frainteso tutto!...”.
“No invece, ho capito benissimo! Tu vuoi la tua vita e io ho la mia! Certo che le parole serebbero bastate!” lo interruppi.
“Io voglio una vita con te! Come hai fatto a fraintendere così i miei gesti, non si vedeva come mi comportavo quella sera al luna park? Tu pensavi che volessi allontanarti?”
 
Quelle parole furono come un fulmine in quella tempesta. Cosa? Con me?
Nonstante ciò continuai a controbattere: “E la vita che abbiamo sognato? Anche tu vuoi una moglie, dei figli! Non ti tocca minimamente? Sai che queste cose io non te le posso dare! Come tu non puoi darle a me! Io ho solo cercato di proteggere entrambi!”.
“Ma io non voglio più quelle cose, dopo diciotto anni di amicizia sento come se dovesse nascere qualcosa in più! Non posso vivere senza di te! Ho aspettato che venissi qui tutti i giorni ho persino ingannato i miei genitori con la scusa che tu stesso hai inventato!”
 
Li vidi parte dei miei problemi risolta, finalmente avevo capito le intenzioni di Hongbin che lo avevo ridotto ad aspettarmi sotto la pioggia senza la sicurezza che sarei venuto. Allora il problema fu un altro.
Io? Cosa dovevo fare?
 
Davanti a me divergevano due strade: da una parte avrei vissuto una vita serena come l’avevo sempre sognata, con la donna che amo, con i figli che desideravo da tempo e dall’altre si apriva una nuova avventura con quello che era stato il mio miglior amico dalla nascita e che ora avrebbe fatto di tutto per stare al mio fianco.
 
In quel momento non mi tenni dentro nulla. “E io? Pensa a me? Non so più che fare!”.
Hongbin si avvicinò a me e mi disse quasi sospirando: “Spero che ti chiarisca le idee”. Poi mi prese con le mani la vita mi spinse verso di lui e mi baciò, si ancora, ma sta volta fu diverso.
Aveva ragione, adesso vedevo chiramente. Mi lascia andare in quel bacio. La pioggia continuava a scendere ma non importava nulla.
Misi anch’io le mie mani attorno a lui e strinsi forte.
Faceva freddo con quella pioggia che picchiava dura e gelide sulle nostre spalle, eppure nn poteva spezzarmi, né piegarmi perché le braccia di Hongbin mi tenevano saldo, attaccato al suo corpo, che mi parve in quel momento fin troppo caldo.
Era bollente.
 
Sentivo il suo petto alzarsi ed abbassarsi affannosamente ogni volta che le nostre labbra cambiavano posa, bramose e insaziabili le une delle altre.
Le mie dita si infilarono fra i suoi capelli, mi sentii come un albero che affonda le radici nella terra bruna e fertile.
 
I miei occhi si fecero umidi, no! Nn potevo piangere! Ero o no un uomo?!
Sì lo ero, e lo sono tutt'ora. Però avevo trovato la felicità, semplice com'era mi colse alla sprovvista che dovevo buttar via con quelle lacrime diciotto anni di cecità.
 
Avevo ritrovato la mia luce, com'era bella. Ero lì, con il mio Hongbin.
La testa era svuotata, perché tutta la mia intelligenza si era insinuata in ogni centimetro della mia carne a contatto con l'amore fatto persona.
 
Mi stupii perché ero innamorato, follemente. Mi avvinghiai ancor più intensamente a Hongbin. E lui, di contro si bloccò .
Mi sentii morire quando staccò la sua bocca dalla mia: il crudele fato mi strappò dolcemente una parte di me è la mia anima sanguinava copiosamente.
Ma Hongbin non si allontanò.
Rimase col naso adagiato sulla mia guancia e mi sussurrò “ti amo”.
Nn potevo resistere.
La mia pelle sotto la maglia vibrava al battito del cuore di Hongbin e  questo fremeva seguendo il mio.
Io inspiravo e mi riempivo di lui.
Lui inspirava e si riempiva di me.
 
 
Ero suo.
 
Arrivò il momento in cui ci dovemmo separarci, anche se temporaneamente.
Smise di piovere e le nuvole andavano a circondare il sole che le inondava di luce rossastra. Proprio come quella sera al Luna Park.
Sulla strada del ritorno provai come un’esperienza nuova che non avevo mai avuto prima. Tutto avevo trovato un senso: la mia mente mente era finalmente in pace e il mio cuore batteva all’impazzata, mi sentiro sicuro, libero. Sapevo che nulla ci avrebbe più separati  e che un nuovo sole era sorto sulle nostre vite.
L’ultima cosa che vidi quella notte fu un messaggio di Hongbin: “Buonanotte <3”. Allora sospirai tra le coperte del letto “buonanotte anche a te”. 
   
 
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