11/07/2014
3 recensioni
Disclaimer: Shameless non mi appartiene. Nè situazioni, nè personaggi -purtroppo per me e per fortuna per loro eheheh.Allora! Piacere a tutti, io sono Alice e sono nuova in questo Fandom: ho cominciato Shameless meno di un mese fa e ho
guardato tutte e quattro le stagioni, e ora sono in depressione da Hiatus. Una cosa orribile.
Comunque! La mia otp sono i Gallavich, quindi diciamo che questo è un piccolo assaggio della quantità spropositata di
cose che scriverò su di loro -così come faccio con tutte le mie otp, ovviamente. Quindi, premetto da subito che è la prima
volta che scrivo su di loro e molto probabilmente sono scaduta nell' OOC. Proprio per questo, vi chiedo di lasciarmi una
piccola piccola recensione, tanto per capire se vi è piaciuta o no :) Baci a tutti e buona lettura :*
~ together
Ian questa mattina sorride.
Mickey non è abituato. Non dopo due settimane di silenzio e occhi sbarrati, che guardano nel vuoto, due settimane in cui Ian è rimasto sdraiato sullo stesso cazzo di letto, due settimane in cui Mickey si è preso cura di lui quasi fino a dimenticarsi di se stesso.
E ora, Ian sorride.
Mickey richiude gli occhi, con tutta l'intenzione di godersi finalmente qualche ora di sonno sereno, finalmente sereno, ma, appena trova una posizione piuttosto comoda, sente i denti di Ian sul proprio collo che mordono la pelle in un modo piacevole, affatto doloroso -anche se fastidioso, visto il suo desiderio di dormire.
« Cenerentola, non rompere il cazzo » mormora, nei suoi soliti modi da gentiluomo.
Ian sorride ancora però, Mickey sente le sue labbra distendersi sopra la propria pelle; le parole non saranno state fra le più gentili, ma il tono di voce è esattamente quello che Ian ha aspettato per una vita.
Quando Mickey sente nuovamente le labbra di Ian -che stavolta lasciano una serie di baci che vanno dalla gola alla clavicola, allora decide che è giunto il momento di un cambio di rotta: con un colpo di reni riesce a ribaltare le posizioni, ed ora Ian è immobilizzato sotto di lui.
Nel tentativo di sfuggire alla sua presa -anche se poi Ian non si impegna neppure, il ragazzo sfrega il proprio bacino contro quello di Mickey, mossa che dire premeditata è dire poco.
Ian ribalta nuovamente le posizioni e Mickey è quasi sicuro di cosa stia per succedere... quando invece il primo decide che quel gioco gli è venuto a noia -almeno per ora.
Si alza in piedi, afferrando un paio di boxer da per terra e infilandoseli.
« Vado a preparare la colazione » mormora, quel sorriso furbo che lo caratterizza.
Esce dalla camera velocemente e, solo quando Mickey resta solo, riesce a schiarire la propria mente.
Fiona gli ha parlato di due fasi: maniacale e depressiva.
Questa dev'essere la fase maniacale, pensa. Oppure una fase di passaggio in cui il suo umore è simile a quello di una persona... normale.
Mickey si passa una mano sul viso.
Cazzo.
Due settimane d'Inferno e chissà quanti giorni di iper-attività.
Cazzo -di nuovo.
Prende un respiro profondo, una, due, tre volte, finché non è pronto: poi si alza in piedi, afferrando dei vestiti e mettendoseli sbrigatamente addosso.
Quando arriva in cucina, l'odore di pancakes riempe l'aria, di solito impregnata dell'acro odore del tabacco o dell'alcool.
Ian è già seduto e sembra lo stia aspettando, i pancakes nel piatto e le tazze di caffè di fronte. Vederlo così vivo fa male, ma non nel modo che ci si aspetterebbe; è un modo che Mickey non riesce a comprendere appieno, come se ci fosse un grande dolore dentro, ma fosse nascosto momentaneamente dalla felicità di vederlo così.
Prima di sedersi gli mostra il dito medio, perché mica se lo scorda che lo stronzo lo ha appena mandato in bianco, anche se in compenso ha preparato la colazione.
Comunque, appena si siede e comincia a mangiare, con Ian che ride, Mickey si rende conto che non importa quante volte si dovrà tornare dall'Inferno al Paradiso, da una fase maniacale a quella depressiva, da giorni di buio a giorni di luce, quanti sforzi si dovranno fare e a quante cose si dovrà rinunciare.
Sono insieme. Finalmente insieme.
Ed è proprio questo ciò che conta.
Mickey non è abituato. Non dopo due settimane di silenzio e occhi sbarrati, che guardano nel vuoto, due settimane in cui Ian è rimasto sdraiato sullo stesso cazzo di letto, due settimane in cui Mickey si è preso cura di lui quasi fino a dimenticarsi di se stesso.
E ora, Ian sorride.
Mickey richiude gli occhi, con tutta l'intenzione di godersi finalmente qualche ora di sonno sereno, finalmente sereno, ma, appena trova una posizione piuttosto comoda, sente i denti di Ian sul proprio collo che mordono la pelle in un modo piacevole, affatto doloroso -anche se fastidioso, visto il suo desiderio di dormire.
« Cenerentola, non rompere il cazzo » mormora, nei suoi soliti modi da gentiluomo.
Ian sorride ancora però, Mickey sente le sue labbra distendersi sopra la propria pelle; le parole non saranno state fra le più gentili, ma il tono di voce è esattamente quello che Ian ha aspettato per una vita.
Quando Mickey sente nuovamente le labbra di Ian -che stavolta lasciano una serie di baci che vanno dalla gola alla clavicola, allora decide che è giunto il momento di un cambio di rotta: con un colpo di reni riesce a ribaltare le posizioni, ed ora Ian è immobilizzato sotto di lui.
Nel tentativo di sfuggire alla sua presa -anche se poi Ian non si impegna neppure, il ragazzo sfrega il proprio bacino contro quello di Mickey, mossa che dire premeditata è dire poco.
Ian ribalta nuovamente le posizioni e Mickey è quasi sicuro di cosa stia per succedere... quando invece il primo decide che quel gioco gli è venuto a noia -almeno per ora.
Si alza in piedi, afferrando un paio di boxer da per terra e infilandoseli.
« Vado a preparare la colazione » mormora, quel sorriso furbo che lo caratterizza.
Esce dalla camera velocemente e, solo quando Mickey resta solo, riesce a schiarire la propria mente.
Fiona gli ha parlato di due fasi: maniacale e depressiva.
Questa dev'essere la fase maniacale, pensa. Oppure una fase di passaggio in cui il suo umore è simile a quello di una persona... normale.
Mickey si passa una mano sul viso.
Cazzo.
Due settimane d'Inferno e chissà quanti giorni di iper-attività.
Cazzo -di nuovo.
Prende un respiro profondo, una, due, tre volte, finché non è pronto: poi si alza in piedi, afferrando dei vestiti e mettendoseli sbrigatamente addosso.
Quando arriva in cucina, l'odore di pancakes riempe l'aria, di solito impregnata dell'acro odore del tabacco o dell'alcool.
Ian è già seduto e sembra lo stia aspettando, i pancakes nel piatto e le tazze di caffè di fronte. Vederlo così vivo fa male, ma non nel modo che ci si aspetterebbe; è un modo che Mickey non riesce a comprendere appieno, come se ci fosse un grande dolore dentro, ma fosse nascosto momentaneamente dalla felicità di vederlo così.
Prima di sedersi gli mostra il dito medio, perché mica se lo scorda che lo stronzo lo ha appena mandato in bianco, anche se in compenso ha preparato la colazione.
Comunque, appena si siede e comincia a mangiare, con Ian che ride, Mickey si rende conto che non importa quante volte si dovrà tornare dall'Inferno al Paradiso, da una fase maniacale a quella depressiva, da giorni di buio a giorni di luce, quanti sforzi si dovranno fare e a quante cose si dovrà rinunciare.
Sono insieme. Finalmente insieme.
Ed è proprio questo ciò che conta.