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Autore: BeatriceChoiSeungHyun    11/07/2014    5 recensioni
"riconoscerei le sue mani lontano un miglio"
"sì, ne sono certo, è proprio lui"
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Himchan, Yongguk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovo sull’orlo di un burrone in una foresta, sto camminando e pensando, non so bene a cosa, so solo che sto pensando. Tremo. Il vento è tagliente ed è notte fonda, tutto intorno a me sento rumori, probabilmente di animali, ma non ci faccio troppo caso. Vengo attirato in particolare da un rumore di passi, mi giro verso gli alberi e trattengo il respiro per qualche istante.  
Improvvisamente DOLORE! È tutto ciò che sento, un dolore fortissimo proprio lì, vicino alla parte più debole del mio corpo: il cuore. I palpiti rallentano, il fiato si fa pesante, le gambe cominciano a cedere, e in quel momento realizzo che il mio corpo si sta sbilanciando sempre più in avanti, pronto a cadere nel burrone. “CADRO’. MORIRO’”. Sono queste le parole che si ripetono automaticamente nella mia testa. Intorno a me gli alberi sembrano farsi sempre più vicini e rivedo volti di persone a me care, compreso LUI. È proprio allora, quando il mio corpo è a metà tra la vita e la morte, che sento delle braccia avvolgersi attorno alla mia vita e stringermi a se, salvandomi. Le sue mani poggiano delicatamente sulla mia schiena, accarezzandola. Il cuore ricomincia a battere, ma stavolta all’impazzata, veloce come la corsa di un cavallo. Il tremolio che avevo qualche istante fa è scomparso e al suo posto sento un dolce calore percorrermi il corpo. Sto bene. Sono salvo. Alzo la testa per vedere chi è ma non riesco a capire, c’è troppo buio.
Mi sveglio improvvisamente tutto sudato e ansimante, come ogni notte.
Ormai ci sono abituato. È il sogno che ripeto da un mese in avanti. Cerco di ricordare tutte le volte il volto di quella persona, ma anche se non lo vedo so che è lui. Riconoscerei le sue mani lontano un miglio, sono quelle che tutte le mattine mi accarezzano il viso, mi preparano il caffè, mi rimboccano le coperte perché non prenda freddo.
Sì, ne sono certo, è proprio lui, la mia ancora, la mia salvezza.
Mi raggomitolo su un fianco ancora in preda al panico e sento delle braccia avvolgermi, alzo gli occhi e lo vedo. È proprio lì, vicino a me e sul suo viso si apre un’enorme rassicurante sorriso in contrasto con quei suoi occhi scuri profondi come due pozzi, che ho imparato a decifrare solo dopo un anno dal nostro primo incontro. Sono passati quattro anni da allora e quando lo guardo negli occhi, è come se fosse sempre la prima volta.  
Mi stringe a se e mi dice: “È di nuovo lo stesso sogno, vero? Tranquillo, ci sono io qua. Lo sai che non ti lascerò mai cadere.”
Ci guardiamo per un’istante e improvvisamente tutte le mie preoccupazioni, tutte le mie paure scivolano via come acqua, come succede ogni volta che sono accanto a lui.
Mi accoccolo ancora di più nel suo caldo abbraccio, il mio cuore comincia a palpitare proprio come quello di una persona normale, è una bella sensazione sentirsi uguali agli altri di tanto in tanto.
Cado allora in un sonno profondo, inspirando il suo profumo di the alla menta.
È proprio lui, Kim Himchan.
  
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