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Autore: robin goodfellow    12/07/2014    7 recensioni
Se la vostra reazione, alla fine di questa One shot, rientrerà nella scala del"MACHECAZZ-?!?!?!?", avrò adempito al mio dovere.
Beh, non è divertente?!?!?!?!?!
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È  buio. Completamente buio.
Ovunque.
Di quel buio che ti entra nelle ossa,che ti scivola nei polmoni portando sentore di dolore,paura e angoscia.
Di quel buio che induce il tuo cuore a battere all’impazzata,nelle orecchie,come un tamburo,instancabile.
Di quel buio che rende ogni tuo passo un avvicinarsi alla morte
Il ticchettio delle mie suole sul pavimento, scricchiolante ed umido, il fruscio delle mie dita sul muro, freddo come il ghiaccio, l’unica certezza in tutta quell’ombra.
Un nuovo cigolio, sinistro, di altri tempi.
Ingoio un fiotto di saliva, inalando l’aria carica di polvere e satura di paura.
Non so perché mi trovi qui. Mi sono svegliato in questo luogo, in questa casa degli orrori. Sempre che di dimora si tratti. Ho percorso questi stretti corridoi senza vedere nulla, lasciando la fantasia libera di creare nuove ipotesi. Sono in un castello? Una cantina? Una vecchia scuola? Non si può dire. Posso solo affermare che più vado avanti, in questo luogo, più l’aria si fa tagliente come un rasoio, e il sudore freddo, sulla mia schiena.
Un tonfo e un sottile suono, come di un corpo trascinato a forza, sul pavimento. Viene da tutte le parti, fa vibrare le pareti e il pavimento.
Mi sento svuotato dagli organi interni, e riempito solo i terrore puro. Il cuore mi batte dolorosamente nel petto. Sono paralizzato.
Vorrei correre, correre via, veloce, uscire da quel luogo infernale, cercare una finestra, una via d’uscita, respirare di nuovo l’aria pura, fresca, rassicurante, magari tornare dalla famiglia, in caso io ne abbia una.
 Ne ho una?
Non ne ho?
 Non ricordo, non riesco a ragionare, sento lampi elettrici passare di neurone in neurone, uno strano pizzicorio alla punta dei piedi e sui polpastrelli.
Cammino?
Sto davvero camminando?
Non ero paralizzato?
Non lo so, non lo so!
Sento dei passi, sono i miei? È tutto così confuso, così ovattato, vorrei mettermi le mani sulle orecchie, non sentire più nulla. Vorrei non avere più paura, vorrei … vorrei …
Mi accorgo di trattenere il respiro, prendo un’enorme boccata d’aria. Scopro di essere fermo, al centro di una stanza circolare. Una minuscola finestrella illumina fiocamente i muri intorno a me. Noto con orrore che le pareti sono imbrattate da liquido nerastro. Potrebbe essere sangue, non lo so, non distinguo i colori, nonostante io sforzi ripetutamente  gli occhi, aggrottando le sopracciglia più e più volte.
Mi fermo. Mi muovo. Mi ri fermo.
Aguzzo l’udito.
Silenzio.
I corridoi bui direzionati verso la sala circolare dove mi trovo sono muti. Completamente.
Sento che il cuore mi sta scoppiando e mi scopro grondante di sudore. Guardo verso l’alto, verso l’apertura sul soffitto. Potrei raggiungerla, forse, potrei prendere qualcosa  ed uscir fuori, potrei …
Il mio cervello ricomincia a ingranare, facendomi sentire, mano a mano, sempre più  al sicuro.
Mi mordo le labbra, cercando di calcolare l’altezza del tetto, lo sguardo fisso sulla luna, piena e luminosa, che mi dona speranza.
Non mi accorgo dello zampettìo dietro di me, né del lento frusciare di un corpo trascinato sul pavimento. Sembra venga da tutte le parti, ma io non lo sento, troppo preso dalla vista delle stelle, scintillanti nel cielo bruno.
Riesco a distaccare lo sguardo dalla visuale e a voltarmi solo quando delle fauci enormi, grondanti di sangue mi alitano in faccia,  facendomi sentire pienamente quale sia l’odore della morte.
Alzo gli occhi a fatica, cercando di vedere il volto del mostro, ma mi è impossibile, l’oscurità m mostra solamente  due diabolici occhi rossi, luminosi, perforanti come lame di pugnali.
Provo a deglutire. Impossibile.
 Paralizzato.
Sono.
Paralizzato.
Il leggero ventaglio di luce donatomi da quella notte di orrore, mi mostra una sfilza di zampe di millepiedi, innumerevoli, perse nell’oblio del buio, disgustosamente cosparse di  un liquido colloso, e un corpo pesante, viscido e rigettante di pus da tutti pori.
Sento il vomito salirmi su per la trachea, pronto ad uscire violentemente dal mio stomaco. L’acido mi brucia in gola, aumentando il senso di nausea grazie anche al fetido odore del sangue rappreso e di carne in putrefazione proveniente dalle fauci del mostro.
Stringo i pugni ripetutamente, deglutendo sempre più velocemente, cercando di ricacciare indietro quel gusto malsano dalla mia bocca. Non so a cosa pensare, non so cosa fare.
Cosa ho fatto per vivere in una situazione simile? Chi ero, esattamente?
Dove … ?
Come … ?
Perché … ?




Perché???




Una risata isterica esplode fra quelle antiche mura. Si dirama lungo le assi di legno sconnesse, le tane dei topi e degli scarafaggi, le crepe dei muri, riecheggia per gli stretti ed impervi corridoi colmi di odori nauseabondi.
Mi tengo la pancia, tanto forti sono le risa. È un suono insano che mi squassa il petto, facendomi piegare sulle ginocchia. L’addome implora pietà, gli occhi lacrimano senza posa, i polmoni bruciano, nella disperata ricerca di ossigeno.
-Non è divertente?!?!- rantolo, quasi soffocando, rubizzo in volto e con le ginocchia ormai crollate pesantemente a terra, incapaci di mantenermi-NON è DIVERTENTE, DICO?!?!?!?!?!-
 
  
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