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Autore: Ciuffettina    12/07/2014    2 recensioni
Gabriel era geniale, peccato che questa sua dote non fosse sempre apprezzata...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Metatron, Uriel
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Gabriel comparve nell’accampamento assiro con la sua spada in pugno, era notte e tutti i soldati dormivano. Di tutte le missioni che gli avevano affidato, quella era in assoluto la peggiore: sterminare 185.000 soldati mentre dormivano!
Metatron era forse impazzito o voleva mettere alla prova la sua obbedienza? Accidenti, lui era il messaggero di Dio, quello che annunciava nascite miracolose e recava messaggi ostici, lo specialista in “disinfestazioni” era Uriel!
Certo, se gli Assiri fossero stati svegli e si fossero scagliati contro i suoi protetti, Gabriel non avrebbe esitato ed è quello che sarebbe successo il mattino dopo: avrebbero assaltato Gerusalemme e a quel punto ci sarebbero stati molti morti anche tra le file del Popolo Eletto, tuttavia l’idea di uccidere quei soldati a sangue freddo non gli piaceva neanche un po’.
Possibile che non ci sia un’altra soluzione? Inutile star qui a rimuginare, ho una missione da portare a termine.
Stava per vibrare il primo colpo, quando, con la coda dell’occhio, vide un topolino che lo stava osservando. L’angelo rinfoderò la spada e si accovacciò per guardarlo meglio: «Ehi piccolo, stai cercando qualcosa da mangiare, eh? Aspetta un attimo…» Si frugò nella tunica, tirò fuori il suo sacchetto di stoffa contenente i suoi amati fichi e gliene allungò uno: «Buon appetito!» Nel vedere l’entusiasmo del topino nel divorare il frutto, si mise a ridacchiare: «Eh, voi topi, a lasciarvi fare, rosicchiereste l’intero Creato…»
Si rialzò e stava per sfoderare di nuovo la spada, quando si bloccò: «Piccolo, mi hai appena dato un’idea geniale. Non c’è bisogno di massacrarli, basterà solo impedire loro di combattere.» Si mise gli indici e i medi sulle tempie, concentrandosi.
Dopo un po’ arrivarono migliaia di roditori.
«Ragazzi, vedete tutti quegli archi, frecce e scudi da rosicchiare? Scatenatevi!» e con le mani indicò loro l’accampamento.
Subito si sparpagliarono per le tende, danneggiando qualsiasi arma capitasse sotto i loro dentini.
Gabriel ridacchiò: «Voglio proprio vedere come faranno ora gli Assiri a combattere.»

Tornato in Paradiso, incontrò Uriel che gli disse, con un sorriso da un orecchio all’altro: «Metatron ti vuole vedere nel suo ufficio, subito
Due cose preoccupanti: una era il sorriso soddisfatto di suo fratello, il che significava grossi guai per l’umanità; l’ultima volta che gli aveva visto quell’espressione era stato quando era stato incaricato di “purificare” Gerusalemme con la peste(1); l’altra era l’improvvisa chiamata di Metatron, forse voleva congratularsi per il suo lampo di genio ma, sinceramente, ne dubitava, era più probabile o un nuovo incarico o una ramanzina.
Quando entrò, “la Voce di Dio” stava scribacchiando qualcosa e continuò per un bel po’, nonostante dovesse essersi accorto che “il Messaggero di Dio” era in piedi di fronte a lui. Gabriel non lo sopportava quando faceva così!
Finalmente Metatron smise di scrivere, unì le dita a pigna e fissò l’altro angelo freddamente: «Gabriel, che cosa ti era stato ordinato?»
«Di fermare l’esercito assiro ed è ciò che ho fatto.»
«Ah, sì? E come, di grazia?» chiese lo scriba, con tono pericolosamente mellifluo.
«Ho fatto in modo che non possano usare le loro armi.» Possibile che Metatron non capisse?
«Un’orda di topi non impressiona nessuno, centinaia di morti inspiegabili sì.»
«Ho solo pensato…» cominciò Gabriel.
«Tu non devi pensare!» scattò Metatron. «Tu devi solo eseguire gli ordini! Ho già mandato Uriel a portare a termine quello che tu avresti dovuto fare.»
E questo spiega quel ghigno soddisfatto.
«Che non si ripeta più, Gabriel, le conseguenze non ti piacerebbero…» disse Metatron minaccioso. «Puoi ritirarti ora ma sappi che ti terrò d’occhio» concluse congedandolo con un gesto della mano.
«Va bene» rispose Gabriel. “Tienimi pure d’occhio, Metatron, tanto le mie ali rimangono sempre più belle delle tue” pensò mentre usciva dalla stanza.

*****

Racconto ispirato al capitolo 19 del “2° Libro dei Re”
Secondo il testo sacro un angelo del Signore (secondo il Talmud Gabriel, secondo altri Uriel) sterminò l’esercito assiro in una notte, secondo Erodoto migliaia di topi assaltarono l’accampamento rosicchiando le armi e facendo morire i soldati di peste
1) Riferimento a un episodio narrato nel capitolo 24 del “2° Libro di Samuel”: il re di Gerusalemme Davide fa un censimento e la città viene colpita da 3 giorni di peste
   
 
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