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Autore: lisalwayssmile    12/07/2014    2 recensioni
“Ma ha un’ aroma all’arancia?”
“Precisamente”
“ Per Barbra Streisan! Tu non puoi fare le cose normali?”
“No, la normalità è noiosa”
Un piccolo omaggio alla vita del nostro Cory, non dico alla morte, perchè di una persona andrebbe ricordato ciò che è stato, non ciò che non sarà mai.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finn Hudson, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ehi people! L’idea di questa os mi è venuta in un momento di follia, mi ha fatto anche tristezza, dato l’argomento  i personaggi e la data di oggi/domani. Spero vi piacciaJ
 
Il solito fastidioso rumore, il solito fastidioso orario e la solita fastidiosa sensazione di svegliarmi da sola, e al freddo. E’ un anno che va avanti così, e io non credo di riuscire a farcela. Ho pensato tante volte di raggiungerti, ma penso che tu mi odieresti se lo facessi. Sono sola nel mio appartamento a Brooklyn, Kurt è tornato a casa per la cerimonia annuale e Santana con lui. Io non ho potuto, non ci sono riuscita, o forse sto solo provando a credere che non sia mai successo e che ora alzandomi ti troverò in cucina a preparare pancakes e caffè. Vorrei tanto che fosse così, e continuo a sperarlo ogni mattina mentre varco la soglia della stanza. Mi alzo e mi convinco che magari è stato solo un brutto sogno e tu sarai lì, ma come da 365 giorni a questa parte la cosa non succede. Metto a bollire dell’acqua per un tè, e preparo la tazza con la bustina all’arancia*, la tua preferita, mi ricordo quando me l’hai fatto provare la prima volta.

“Vieni, entriamo tanto mamma e Burt sono a fare compere e Kurt è con Blaine”

“Mi domando se quei due si stancheranno mai di stare incollati”

“Ne dubito, come noi dopo tutto”
Oh, e se in quel momento avessi saputo che non avremmo avuto poi così tanto tempo, ti avrei dato il bacio più lungo di sempre e ti avrei stretto, più forte che mai.

“Già, non vedo l’ora di andare a New York insieme a te e Kurt, trasferirci in un piccolo appartamento in periferia e fare successo a Brodway”

Dio ricordo quelle parole come se le avessi dette oggi; e devo ammettere che si sono avverate, sono a New York, in un piccolo appartamento, sto facendo successo a Brodway, e Kurt vive con me. Ma non tu, non la persona più speciale per me. E anche se certe volte ho pensato di farcela senza di te, poi ho pensato al tuo sorriso, alla tua voce, ai tuoi abbracci che mi riscaldavano tutta, e allora sono caduta. Di nuovo.

“Già, c’è tempo”
Quanto ti sbagliavi quel giorno.

“Allora mia dolce principessa, cosa le posso offrire?”

“Un tè bollente sarebbe più che gradito, mio principe”

“Te ne farò assaggiare uno squisito, vedrai”

“Mi fido”

Qualche minuto e molte parole, da parte mia, dopo, il tè fu presentato davanti al mio naso, caldo e fumante.

“Ma ha un’ aroma all’arancia?”

“Precisamente”

“ Per Barbra Streisand! Tu non puoi fare le cose normali?”

“No, la normalità è noiosa”

Ti feci un a smorfia e portai la tazza alle labbra e dopo averci soffiato dentro nel tentativo, più dettato dall’abitudine che altro, di freddarlo un poco, lo assaggiai, e dovetti ammettere che non era per niente male. Sulla tua faccia c’era un enorme sorriso innocente, da bambino che ti ha mostrato una scoperta appena fatta.

“Il verdetto?” 

“E’ buono”

“Lo sapevo”

La serata finì con un bacio davanti alla mia porta e tanta felicità. Felicità ormai sparita.

Forse è proprio perché era il tuo preferito che continuo a prepararlo, magari nella stupida illusione che tu possa venire di fianco a me a berlo, e sono consapevole che questo è impossibile ma la speranza è l’ultima a morire. Lo assaporo lentamente dopo averlo versato in una tazza rosa pastello di Kurt.
Mi ritornano in mente le parole del professor Shue al tuo funerale.

“Ho conosciuto Finn circa cinque anni fa, e mai avrei pensato che la sua vita sarebbe stata così breve. Quel ragazzo era un raggio di sole vivente, sempre pronto a illuminare con il suo sorriso chiunque ne avesse bisogno. Non faceva distinzioni nell’aiutare la gente … dai giocatori di football che ci lanciavano granite, a quelli che ci chiamavano sfigati a Sue, eterna rivale e eterna amica. Perché quel ragazzo non era in grado di avere nemici, né di odiare, aveva un animo troppo puro. Sono sicuro che lui ora ci stia ascoltando e che di vederci tristi e sconsolati se ne stia facendo una colpa, e questo è un enorme peso per adolescente. Sono certo di poter affermare che lui è stato uno dei migliori amici, confidenti, testimoni di nozze, persone, eroi che io abbia mai conosciuto. Una cosa gli va promessa,lui non avrebbe mai voluto che noi ci abbattessimo, lui vorrebbe che noi andassimo avanti ricordandolo e portandolo sempre nei nostri cuori. Vorrebbe che raggiungessimo i nostri obbiettivi e  che inseguissimo i nostri sogni perché nonostante tutto la vita va avanti”

Lacrime. Sono lacrime quelle che cadono dalle mie guance a quel ricordo, lunghe cascate di lacrime. Io non avrei saputo descriverti meglio. Sono arrivata a una teoria in questo anno: tu eri una persona perfetta e le persone perfette non possono vivere tra i comuni mortali*.
Vorrei tanto che tu fossi qui. Che mi guardassi esibirmi a teatro, che tu fossi fiero di me. Ma magari lo sei anche se non posso saperlo. In quel momento uno sbuffo d’aria della New York di luglio mi fa sobbalzare, e poggiare la tazza del tè ormai freddo sul tavolo. Mi alzo e vado alla finestra dalla quale e passata l’aria. E’ aperta, ma nessuno l’ha aperta.  Porto la mano alla catenina che ho al collo e la stringo, con il desiderio di un tuo segnale. Un'altra ventata che questa volta mi fa voltare dato il rumore. La tazza è caduta, e il tè si è versato sul pavimento. Probabilmente l’avrò posata male sul tavolo. Mi rivolto velocemente verso la finestra e il panorama newyorkese, e poi mi muovo verso il tavolo per pulire il disastro. Un'altra ventata ancora, ma questa volta fa cadere una foto, la foto. Mi precipitò a raggiungerla e chinandomi la prendo tra le mani. C’è il tuo viso sopra, accompagnato da una frase: The show must go.. all over the place..or something.



Oh Finn…
 




*1 Non c’è nessuna prova che sia il suo gusto preferito ma a me piace e ho voluto scriverlo, anche perché il limone è troppo scontato e Finn/Cory era tutt’altro che scontato.


*2 La frase è una citazione della ragazza di Marco Simoncelli, perciò non è mia ma era talmente bella e perfetta per questa situazione che non ho potuto non metterla.
 




Lo so mi odierete e tutto, anche io mi odio! Ma domani è un anno. E io non credo di riuscire a postarla domani, non potrei. Sicuramente è una cavolata dal punto di vista sintattico ma vi prego di apprezzare l’idea e l’intenzione. Quel gigante sarà sempre nel mio cuore e non potevo non fargli un piccolo omaggio. Arrivederci Finn e ricordatevi che lo spettacolo deve andare avanti!
-Silvia.
  
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