They found that love and yes, it was wonderful
Per la Seblaine Week
6th day – Soul-Mates
6th day – Soul-Mates
We were waiting for each other
Si dice che, in uno dei tanti mondi paralleli, si nasce con la conoscenza del nome della propria anima gemella, quella che è destinata a completare la propria metà incompleta. Blaine aveva diciassette anni e fin da quando era piccolo, si chiedeva: “Ma che razza di nome è Sebastian?”. E ancora oggi non sapeva darsi una risposta ma attraverso molte ricerche riuscì a scoprire molte cose, per esempio l’etimologia di quel nome, sapeva che derivava dal greco e aveva a che fare con la venerazione, veniva dall’aggettivo “sabastòs” che significava, appunto, “degno di venerazione”. Sapeva che in francese era Sebastien e in italiano Sebastiano ma quel nome che gli frullava in testa da quando era nato era un nome tedesco, anche inglese o spagnolo. Ma a lui i tedeschi non gli piacevano, così come gli spagnoli. Diciamo che in una relazione non puntava a un dialogo basato solo sui gesti, ma si sarebbero arrangiati in qualche modo. Dopotutto i Sebastian erano dei grandi comunicatori. Gli piaceva il carattere, anche se secondo lui questi tipi qui avevano troppa stima di sé e non sapeva se era una cosa buona o giusta. E sempre nella sua ricerca Blaine scoprì anche quale fosse il numero fortunato delle persone che portavano questo nome, il quattro. E lui andava a destra e manca con un quattro sempre con sé. Era il suo numero nella squadra di football. Lo aveva su una delle sue t-shirt e sfoggiava un 4 disegnato sullo zaino, perché tanto chi è che non ci scrive qualcosa sul proprio zaino? E quale posto se non a scuola lo poteva incontrare? Almeno così ha sempre creduto, pensava che lo potesse trovare così un Sebastian, dietro l’angolo e poi via alla volta del sentiero dell’amore insieme. Quando fantasticava su di lui in quel modo, si diceva sempre che lui con i film sentimentali era meglio se ci dava un taglio ed era ora che si interessasse a quelli d’azioni, alla fine non lo faceva mai. E allora lui continuava a usare tanto blu, dal blu dodger al blu cadetto, dopotutto era il loro colore preferito.
Blaine si diede a questa pazza ricerca e l’unica cosa che azzeccò fu il carattere, anche se quello del suo Sebastian era cento volte peggiore, ma si ama una persona anche per i suoi difetti. E no, non lo trovò dietro l’angolo, ma mentre si esibiva e prima ancora di saperne il nome lui sapeva che era lui quello che ha sempre cercato. E anche Sebastian lo comprese nel momento stesso in cui incrociò i suoi occhi e gli sorrise.
Quando finì Blaine andò dai suoi amici per informarli del suo imminente spettacolo della sua scuola e loro erano più che i benvenuti, il ragazzo sconosciuto disse che ovviamente ci sarebbero stati, fanno così i Warblers: staranno sempre al fianco dei loro amici, anche quelli che non fanno più parte del gruppo. E sempre lo stesso ragazzo dal sorriso che toglieva il fiato lo invitò a prendere un caffè, tra una bevuta e un'altra ebbero modo di iniziare a conoscersi.
“Blaine, ma che razza di nome è?”
Disse Sebastian e il ragazzo in questione se la rise.
“Sai che lo pensai anch’io? Ma sul tuo nome.”
“Almeno il mio è molto più frequente del tuo, così ti ci chiamerai tu e tuo nonno.”
“Ma tu guarda però io non ho mai incontrato un Sebastian," ribatté il moro leggermente offeso, "E io sono stato sia in Germania che in Spagna!”
“Germania? Spagna?" chiese stupito lo Smythe, "Sono francese,” Blaine arrossì violentemente e preferì coprirsi il viso col bicchierone del caffè.
“Hai fatto ricerche sul mio nome?”
“Chi? Io?” gli chiese con una voce fin troppo acuta, lontana dai suoi toni caldi.
“Hai fatto ricerche sul mio nome, non ci voglio credere," disse passandosi una mano fra i capelli nocciola, "E per la cronaca, questo tuo essere così imbarazzato, tipo da scolaretto, è tremendamente sexy. E non parlo solo di adesso, ma anche quando ti guardo e le gote ti si arrossano."
E se possibile questo lo fece arrossire anche di più, “Non ne voglio parlare,” bonficchiò Blaine, "Parliamo di altre cose, ti prego."
Sebastian gli sorrise e si portò il bicchiere alla bocca, “Tranquillo, caro" gli disse prima di bere la bevanda calda, "Abbiamo tutta la vita per ritornare su questo discorso.”
Blaine si diede a questa pazza ricerca e l’unica cosa che azzeccò fu il carattere, anche se quello del suo Sebastian era cento volte peggiore, ma si ama una persona anche per i suoi difetti. E no, non lo trovò dietro l’angolo, ma mentre si esibiva e prima ancora di saperne il nome lui sapeva che era lui quello che ha sempre cercato. E anche Sebastian lo comprese nel momento stesso in cui incrociò i suoi occhi e gli sorrise.
Quando finì Blaine andò dai suoi amici per informarli del suo imminente spettacolo della sua scuola e loro erano più che i benvenuti, il ragazzo sconosciuto disse che ovviamente ci sarebbero stati, fanno così i Warblers: staranno sempre al fianco dei loro amici, anche quelli che non fanno più parte del gruppo. E sempre lo stesso ragazzo dal sorriso che toglieva il fiato lo invitò a prendere un caffè, tra una bevuta e un'altra ebbero modo di iniziare a conoscersi.
“Blaine, ma che razza di nome è?”
Disse Sebastian e il ragazzo in questione se la rise.
“Sai che lo pensai anch’io? Ma sul tuo nome.”
“Almeno il mio è molto più frequente del tuo, così ti ci chiamerai tu e tuo nonno.”
“Ma tu guarda però io non ho mai incontrato un Sebastian," ribatté il moro leggermente offeso, "E io sono stato sia in Germania che in Spagna!”
“Germania? Spagna?" chiese stupito lo Smythe, "Sono francese,” Blaine arrossì violentemente e preferì coprirsi il viso col bicchierone del caffè.
“Hai fatto ricerche sul mio nome?”
“Chi? Io?” gli chiese con una voce fin troppo acuta, lontana dai suoi toni caldi.
“Hai fatto ricerche sul mio nome, non ci voglio credere," disse passandosi una mano fra i capelli nocciola, "E per la cronaca, questo tuo essere così imbarazzato, tipo da scolaretto, è tremendamente sexy. E non parlo solo di adesso, ma anche quando ti guardo e le gote ti si arrossano."
E se possibile questo lo fece arrossire anche di più, “Non ne voglio parlare,” bonficchiò Blaine, "Parliamo di altre cose, ti prego."
Sebastian gli sorrise e si portò il bicchiere alla bocca, “Tranquillo, caro" gli disse prima di bere la bevanda calda, "Abbiamo tutta la vita per ritornare su questo discorso.”