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Autore: solomonty    12/07/2014    7 recensioni
Attori si nasce. O, per necessità, si diventa.
Cosa aveva in mente di fare quella testolina matta?
Forse non sarebbe stata una cattiva idea sbirciare dietro il sipario.
Della serie: quando l’Actors Studio ti fa un baffo.
Biglietto, prego!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A mikyintheclouds.
Tu sei profondamente e dolcemente Densi; io assolutamente e crudelmente, no.
Ci siamo incontrate sul viale Olicity in quel di Starling City. Ciò mi sorprende, mi diverte e mi fa piacere.
Questa storia è per te e sappi che ho faticato non poco nel cercare di essere romantica!
Cosa vuoi? Io sono sempre io… non puoi cavare sangue da una rapa!
 





L’arte della recitazione


 
“Buonanotte, Felicity” disse frugando con le mani nelle tasche della giacca, alla ricerca delle chiavi.
La sedia scricchiolò un poco quando lei, spenti tutti i monitor, si girò per alzarsi. Svelta si infilò il cappotto e, presa la borsa, lo seguì fin sotto alla scala.
“Oliver?”
Un sorriso gli ammorbidì il viso senza che avesse il tempo di opporvisi. Onor del vero ci aveva sperato che Felicity lo fermasse.
Era salito al secondo gradino e si voltò a guardarla, dopo esser tornato serio.
“Siamo dei bravi attori, giusto?” gli chiese alludendo alla reciproca bugia che, per quieto vivere, si erano detti sull’isola.
“Direi di sì” rispose sporgendosi un po’ verso di lei.
“Vorrei che lo fossimo ora… per pochi minuti” disse decisa ma dolce.
Tirò via il nastro dalla coda di cavallo e i capelli le si appoggiarono sulle spalle.
“Facciamo una scenetta romantica” propose senza abbassare lo sguardo.
“Cosa hai in mente?” chiese incuriosito lasciandosi contagiare dai giochi della sua assistente.
 
In quei giorni la vita di Oliver era caotica come mai lo era stata. La morte di Moira, Thea, Starling City allo sbaraglio, la scelta di Sarah, la perdita della Queen Consolidated. Passi l’improvvisa povertà e quel sorriso languido e indecifrabile sulle labbra di Diggle, nulla era al posto giusto e lui era frastornato dal dolore e dallo sgomento.
Fortunatamente c’era Felicity. Lei era il motivo per non lasciarsi andare; gli aveva fatto venire la voglia di crederci, che tutto, un giorno, si sarebbe sistemato. Voleva sperare che la quiete, finalmente, sarebbe entrata nella sua vita e magari lei gli sarebbe stata accanto… magari.
Dopo quello che gli era uscito dalla bocca, nell’ingresso di casa sua, Ollie poteva dirselo e esserne consapevole, anche se il loro scambio di parole era servito per imbeccare Slade.
In quel momento, lì con lei, pensò solamente che la giornata l’avevano portata a casa e quando sentì un moto egoista, lo seguì spudoratamente. Come si dice? Perché non prendersi cinque minuti?
“Potremmo fare cose che non facciamo nella realtà.” Felicity ammiccò complice attirando nuovamente la sua attenzione.
Gli piaceva da matti, quella ragazza. Gli piaceva e si era innamorato di lei.
Anche se lo desiderava moltissimo, forse, non avrebbero vissuto la loro storia d’amore e a quel pensiero gli venne una voglia pazzesca di stare con lei. Anche se era lungo una scala, anche se era solamente per pochi minuti.
“Fammi un esempio” chiese Oliver sorridendo, curioso di sapere dove volesse andare a parare.
“Vorrei che quello che mi hai detto si concretizzasse” sbuffò lei.
“In che senso?”
“Le parole vanno bene… ma i fatti?” chiese appoggiando la mano, con le dita smaltate di rosso, sul fianco, riferendosi alla dichiarazione che le aveva fatto.
“Mi stai chiedendo del sesso?” le domandò cercando di rimanere serio. Era molto divertito e intrigato dal suo gioco.
“Io? no, no… io non voglio fare sesso con te. No, sì, eccome se voglio… santo cielo! no, no… non ho detto quello che ho detto… perché mi fai queste domande ovvie… oh, no! ma che sto dicendo? ti prego, se un po’ ti faccio pena, fermami” si impappinò allegra agitando le mani.
“Allora, cosa?” le andò in aiuto parlandole sopra.
“Una cosa soft” gli spiegò riprendendo padronanza di sé.
“Soft va bene… cosa vuoi che faccia?” si mise a sua disposizione.
D’accordo, pensò Ollie, giochiamo.
“Avvicinati e lo capirai” gli rispose sorridendo mostrandogli i denti.
Oliver si chinò ancora e la guardò da vicino.
Trovava le sue labbra belle ma anche molto divertenti; Felicity aveva un’infinità di rossetti colorati che sfoggiava ogni giorno, in base al suo umore. Così, poteva capitare quello rosso fuoco, se si era alzata piena di determinazione, appassionata e intraprendente; oppure quello fucsia, se era nervosa o agitata per qualcosa. Quello rosa pallido, invece, significava che era abbacchiata o giù di corda e Oliver, ogni volta che vedeva quel colore, desiderava rassicurarla su tutto. Oggi era rosso e Ollie, era pronto a giurare che il rosso, dopo il verde, fosse il suo colore preferito!
In quel momento rifletté sul fatto che non avevano mai dei momenti privati.
Quotidianamente, senza darlo troppo a vedere, cercava di tenersi a distanza da Felicity il più possibile. Si era accorto che gli piaceva girarle intorno e questo lo distraeva dai suoi doveri.
Ma ora era lì, appoggiato al corrimano di metallo, che indugiava per stare ancora un po’ vicino a lei.
“Sei un po’ tardo di tuo… o lo fai apposta?” Felicity lo riportò alla realtà muovendo le dita davanti al suo viso.
“Non sono tardo… sto perdendo tempo” ammise e, inaspettatamente, le prese la mano.
 
Quando Felicity e Diggle lo erano andato a cercare sull’isola, lui l’aveva salvata da una mina imitando Tarzan. Le era caduto addosso e l’aveva sentita sotto di sé.
Quanto gli sarebbe piaciuto fuggire con quella ragazza da tutto il marasma che avevano intorno e andarsene in un posto nascosto dove sdraiarsi ancora su di lei.
“Mi auguro che la ricompensa sia adeguata all’attesa, Oliver” lo incalzò con tono provocatorio, senza allontanarsi un millimetro da lui.
Rimasero in silenzio, a guardarsi, per un lampo che sembrò lunghissimo.
“Perché i capelli?” chiese Ollie all’improvviso.
“Come?” rispose Felicity confusa dalla domanda.
“Perché ti sei sciolta i capelli?” chiese ancora indicandola.
“Così puoi passarci le dita… a me farebbe piacere… se facciamo una scenetta romantica soft, facciamola come si deve” gli rispose sfacciata.
Bell’idea! Ma… avrebbe dovuto toccarla. Gli girava la testa quando la toccava, quando la loro pelle veniva a contatto.
Oh, insomma! Combatti il crimine con arco, cappuccio e tutina aderente e davanti a questa ragazzina, il tuo sangue freddo e il tuo stomaco si vanno a far benedire? Dai, ancora pochi minuti, ancora pochi minuti… e fatti coraggio, Oliver Queen, accidenti! Da quando sei così inibito con una ragazza?
Con la testa piena di pensieri e sulla spinta emozionale del momento le passò la mano sul collo e infilò le dita tra i capelli.
Felicity trattenne il respiro sorpresa e emozionata e lui gliene fu grato: non era il solo a camminare su una corda tesa!
“Sono soffici davvero… molto, soft!” affermò cercando di trattenere il sorriso.
Felicity non la prese bene, ma quella situazione era così divertente.
“Sì, certo. Non intendevo questo, per soft… magari ti può venire in mente qualcosa di più romantico, se ti sforzi”  lo sgridò senza smettere di sorridere.
“Una cosa in mente, ce l’ho” disse mentre l’indagava con lo sguardo continuando a stringere le dita attorno ai capelli.
La ragazza si mosse allegra e nervosa.
“Non voglio neanche sapere cos’è, falla e basta” parlò veloce, elettrizzata.
“Falla e basta?” le chiese allungando volutamente quel momento, istigato dall’agitazione di Felicity.
“Ah, falla e basta… scommetto che è quella che intendo io” tagliò corto lei con impazienza.
Le dita di Oliver le strinsero il collo con delicata decisione e Felicity sentì una scarica di brividi passarle dalla testa ai piedi, fulminea.
“Tu dici?” le domandò.
“Fidati” gli rispose telegrafica.
“Mi fido di te… sempre” mormorò serio abbassando il tono della voce.
Felicity salì un gradino della scala e, con il cuore a mille, s’aggrappò alla giacca del suo capo riducendo a zero la distanza tra loro. Con la mano sulla nuca, Ollie l’avvicinò sé e la sentì andargli incontro.
Quando le loro labbra si sfiorarono vennero coinvolti in un piacevolissimo big bang.
 
Si scambiarono un bacio dolce ma pieno di desiderio.
Il loro primo bacio era arrivato all’improvviso e grazie all’intraprendenza di Felicity. Oliver non avrebbe potuto dire da quanto volesse baciarla e emozionato, aveva scoperto il suo sapore. E lei se ne stava lì, tremante, a ricambiare quel bacio così tanto desiderato, con la testa che le girava vorticosamente.
Sembrava che il mondo avesse capito l’importanza del momento e si fosse fermato, come a dare tutto il tempo possibile a quei due ragazzi sfortunati, che non potevano godersi i loro sentimenti, di baciarsi quel tanto da rendersi indimenticabili, quel tanto per diventare definitivi l’uno per l’altra.
Si lasciarono le labbra controvoglia, invidiosi, gelosi di quei secondi appena passati. La mano di Oliver rimase sul collo di lei e Felicity alzò la sua per appoggiarla sulla guancia di lui in una carezza calda e affettuosa.
“Era quello che intendevi?” chiese Oliver e stirò le labbra morbide sorridendo.
“Oh sì, tu mi leggi nel pensiero!” rispose lei sgranando gli occhi e ricambiandogli il sorriso.
Si abbracciarono coinvolti, probabilmente sperando che il mondo finisse in quel momento.
“Avvertimi quando questa scenetta romantica sarà finita, voglio godermela il più possibile” gli soffiò sulle labbra con tono sognante.
“Facciamola finire in cima alla scala” disse lui indicando la porta in alto.
Si attardarono in quell’abbraccio con il buio e il silenzio che li circondavano, portandoli mille miglia lontano da lì.
In silenzio, lentamente, a prolungare il più possibile quel momento, salirono i gradini mano nella mano. Ad avere la possibilità di vederle, si sarebbero notate le loro nocche bianche, dalla pelle tesa, tanto si stringevano le mani.
 
La serratura scattò e Oliver si infilò le chiavi in tasca. Si abbottonò il giaccone e guardò Felicity, stretta al proprio cappotto.
Tirava un vento davvero freddo e sovrappensiero, istintivamente, le passò un braccio intorno alle spalle come per tenerla al caldo.
“Ti accompagno all’auto” disse e si soffiò un po’ di calore nel palmo dell’altra mano chiusa a pugno.
“Grazie” mormorò lei contenta di quell’attenzione e senza essere troppo invadente si appoggiò un poco addosso a lui.
Ufficialmente la scenetta romantica era finita ma in realtà era ancora lì con loro, sul marciapiede che sembrava un tapis roulant che li teneva lontani dall’auto a prolungare quel momento così tenero e speciale.
Camminavano vicini, un passo dietro l’altro, senza fretta.
Non trovarono parole da dire neanche per salutarsi.
Oliver chiuse lo sportello, in un gesto cavalleresco d’altri tempi e alzò una mano come a dirle ciao e l’appoggiò al vetro del finestrino. Felicity fece altrettanto, dall’interno, e a tutti e due sembrò di tenersi ancora per mano.
Lui rimase sul marciapiede a guardarla allontanarsi. Incassò un po’ le spalle e tirò su il bavero, a proteggersi il collo dalle folate gelide; poi si girò e avviò il passo. Aveva ancora il sorriso sulle labbra.
Sì, gli piaceva proprio quella ragazza!
 






 

Questa è la mia prima incursione in Arrow e ho raccontato Ollie proprio come vorrei che fosse…  Mi piacciono moltissimo l’AU e l’OOC e tutte le lettere che vi vengono in mente!
Siate buoni. Ciao.
Monty


Disclaimer: Oliver Ollie Queen, Felicity Smoak, John Diggle, Moira Queen, Thea Queen, Starling City, Queen Consolideted, Sarah Lance, Slade Wilson e Tarzan non li ho inventati io. 
 

 
 
 
 
  
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