scrivo per mio puro divertimento , per sfogare e liberare la testa dai mille pensieri ch ela affollano.
spero vi piaccia, è una storia semplice.
lei è una versione di me più dura, e lui, beh lui è il mio uomo ideale.
p.s. il mio "LUI" è l'atore Matthew Macfadyen, il Darcy del film "Orgoglio e pregiudizio".
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Un’altra giornata iniziava, eccomi, di nuovo nel mio regno.
Quella cucina era tutto per me, quell’albergo, in quel piccolo paese era la mia casa.
Ed era tutto qui, vivevo in quella locanda notte e giorno, ero la cuoca, la proprietaria e avevo la mia migliore amica che si occupava di tutte le faccende burocratiche e personali con i clienti.
Avevo giusto un po’ di contatto con i clienti, erano domande semplici che dovevo chiedere ai miei clienti, “do you need something?”, “coffe or tea?”, domande che mi esponevano quel tanto che mi bastava.
Volevo stare nel mio piccolo mondo, che mi ero creata attorno, di cui l’unica protagonista ero io, e ogni tanto Maria, la mia amica d’infanzia.
Le mie origini erano greche, mia madre, Calliope era greca, e si era innamorata di mio padre, a prima vista, un italiano doc, e mi avevano fatta crescere da italiana, nonostante mi avessero insegnato anche il greco.
E lì era la mia patria, sentivo di appartenere a quella terra.
A quel piccolo paesino costeggiato dal mare, quelle case bianche, il suono silenzioso del mare che si infrangeva sulle onde, l’emozione di vedere il sole sorgere su quel velo d’acqua che era Thirasia, una piccola isoletta vicino Santorini.
Lontano da tutti quei turisti, lontano dalle persone che volevano divertirsi.
Tutto quello che volevo era stare nella mia pacata tranquillità.
Ed era lì che tutte le mie giornate iniziavano, era lì che crescevo, era lì che avevo creato me stessa.
Tutte le mattine erano uguali, i clienti andavano e venivano, e le giornate passavano, da un piatto all’altro, tra i miei piatti, italiani per lo più, e la sera, ogni sera, attendevo che la locanda fosse vuota, che tutti i clienti fossero nelle loro stanze, per chiudere la porta della cucina, affacciarmi al balcone e godermi lo spettacolo delle stelle riflesse sull’acqua, della luna che pareva risplendere di luce propria.