Come solo un uomo sa fare
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“ Che schifo di esistenza…”
L’unico pensiero che
riusciva ad avere in quel momento era quello, Revy, mentre si rigirava nelle
lenzuola del letto di quel motel, con accanto un uomo di cui non sapeva nemmeno
il nome; sul comodino troneggiavano una bottiglia di wisky mezza vuota e un
bicchiere con del ghiaccio mezzo sciolto… Revy se ne versò l’ennesimo goccio e
ne tracannò un bel sorso, poi si appoggiò il bicchiere alla fronte e guardò
quell’uomo accanto a lei, che dormiva profondamente: era biondo, con la barba
incolta, bei muscoli disegnati, e benché non ricordasse nemmeno dove lo avesse
incontrato capiva perché si trovasse lì con lui; sicuramente era stata attratta
da quella mascolinità esteriore, sperando di placare il suo desiderio di
trovarsi tra le braccia di un vero uomo… ma poi si rese conto di aver fatto il
solito buco nell’acqua: si era addormentato, supplicandola di finirla lì, perché
non ce la faceva più, proprio come una donna… Revy scosse la testa…
Revy: non
posso continuare così… non ne troverò mai uno come me…
Si alzò dal letto, si
infilò i suoi vestiti ed imboccò la porta, senza lasciare tracce di sé.
Nel bar del motel, intanto, Dutch, Rock e Benny
parlavano del loro prossimo carico da trasportare per conto di Balalaica; mentre
discutevano Revy comparve dalle scale, mentre si sistemava i capelli
spettinati.
Dutch: finalmente ti sei svegliata, Revy…
Revy: e chi cavolo
ha dormito? Spero che tu ce l’abbia fatta, perché io non ho chiuso
occhio…
Benny: wow, allora quel tipo era forte, eh?!
Revy: ma che… dopo
un’ora mi ha supplicato di smetterla, ha detto che non ce la faceva a starmi
dietro… tze… mi ha lasciato a bere wisky tutta la notte…
Dutch: be non è che
avessimo dubbi, vero Benny Boy?
Benny: ah, maledetto hai vinto tu anche sta
volta! E io che pensavo fosse quello giusto!
Benny tirò fuori venti dollari
e li schiaffò in mano a Dutch
Revy: aspetta un attimo… voi scommettete sulle
mie scopate??
Dutch: già, e devo dire che sei un gran fonte di denaro per me,
Revy!
Revy: ma come cavolo ti permetti, energumeno!!
Dutch: ei Revy, non
ti scaldare… è solo un gioco, lo sai anche tu!
Revy: può darsi, ma non è
divertente!
E sbatté un pugno sul bancone, facendo traballare i bicchieri e
le bottiglie; Benny saltò dalla sedia, Dutch si limitò a darle le spalle e a
versarsi un altro goccio, mentre lei inferocita usciva dal motel, calciando le
sedie o tutto ciò che aveva a tiro… Rock rimase perplesso… non aveva mai visto
Revy così arrabbiata…
Rock: Dutch, forse hai esagerato, non credi…
Dutch:
Revy fa sempre così… si scalda per un nulla… deve imparare a controllarsi…
Rock: si ma a me è parso che ci sia rimasta male…
Dutch: facciamo sempre
questo tipo di scommesse, su tutto… perché dovrebbe incazzarsi se scommettiamo
su chi si porta a letto?
Rock: se si comporta così ci sarà un motivo,
no?
Non disse altro… Si alzò anche lui, voltò le spalle al bancone ed
uscì…
Benny: Rock si è affezionato parecchio a Revy, non ti pare?
Dutch:
mpf… da quando lei gli ha salvato la pelle…
Quando Rock uscì dal bar vide
Revy seduta su una panchina: guardava le macchine e si girava la pistola sul
dito; era ancora tutta spettinata, chiaramente stanca per non aver chiuso occhio
tutta la notte…
Rock: ei Revy… va tutto bene?
Revy: che diavolo vuoi Rock…
lasciami in pace…
Rock: volevo solo sapere se era tutto ok… posso
sedermi?
Revy: fa come ti pare…
Cadde il silenzio, rotto solo dal
tintinnio della pistola di Revy, che continuava a girarsi sul dito; passavano
poche macchine, l’aria era tiepida e sarebbe stata per tutti una bellissima
giornata, tanto che Rock cercò di rompere il silenzio dicendo
Rock: è davvero
una bella giornata oggi, eh?
Revy: Rock… ti pregherei di non dire cazzate, ho
un mal di testa micidiale!!
Rock: va bene, scusami… volevo solo farti
passare i nervi… cmq come mai ti sei scaldata tanto… Dutch mi ha detto che fate
sempre questo tipo di scommesse e…
Ma non fece in tempo a finire di parlare
che già era steso per terra con Revy sopra che gli puntava la pistola alla
tempia; Rock ormai era abituato a quel tipo di scappate da parte sua, ma sapeva
che era sempre meglio stare attenti a Two Hands con una pistola in
mano…
Revy: Dutch sa bene perché lo faccio e non ostante ciò continua a
riderci sopra! Pensa forse che per me sia divertente svegliarmi la mattina con
un uomo sconosciuto accanto?
Rock: e allora perché lo fai, Revy?
Revy: non
sono affari che ti riguardano!
Rock: e allora perché te la prendi con me??
Va a fare a botte con Dutch, visto che sei tanto arrabbiata con lui!
Revy
stava per colpire Rock con un pugno, ma poi si fermò, sospirò e scese da sopra
di lui, sedendosi per terra; poi guardò la pistola che scintillava alla luce del
sole mattutino e sorrise leggermente
Revy: se ci provo, Dutch mi spezza le
ossa senza problemi…
Quando anche Dutch e Benny uscirono dal bar c’era solo
Rock ad aspettarli, seduto ancora su quella panchina…
Benny: ei, e Revy
dov’è?
Rock: è tornata sulla barca… ha detto che ci aspettava lì…
Dutch:
si è calmata?
Rock: un po’…
Dutch non disse altro, e si incamminò verso
la Black Lagoon precedendo gli altri due. Rock avanzò per stargli dietro, ma
Benny lo fermò con un braccio, scuotendo la testa
Benny: io non
lo farei… è probabile che voleranno pallottole là dentro, ed io non vorrei
essere lì quando accadrà… prendiamocela comoda…
Rock: Dutch vuole chiedere
scusa a Revy?
Benny: si, ma a modo suo… ecco perché ti dico che è meglio
stare lontani dalla barca per un po’!
Rock: oh…
Mentre Rock cercava di
immaginarsi che cosa avrebbero potuto combinare quei due alla barca, Dutch era
arrivato alla Lagoon ed era entrato per cercare Revy; la vide seduta sul ponte,
mentre guardava il mare… i capelli sciolti volavano liberi sospinti dalla
brezza…
Dutch: ti sono passati i bollori?
Revy: basta che non vedo la tua
faccia e sto bene…
Dutch: mpf… avanti Revy, non fare la stronza
dai….
Revy: se c’è qualche stronzo qui quello sei tu!
Dutch si sedette
accanto a lei, sogghignando leggermente, senza parlare…
Revy: … lo sai che mi
da fastidio quando lo fai…
Dutch: lo so…
Revy: e allora perché continui a
scommetterci sopra come se fosse una corsa di cavalli?
Dutch: mi sono
lasciato prendere la mano… avanti chiudi un occhio…
Revy: dovrei averne cento
di occhi per tutte le volte che mi hai detto di chiuderne uno!!
Dutch: dai
che te ne frega! Lo sai, come succede tra uomini, si fanno queste
cazzate…
Revy: già… ma il fatto è… - e si alzò in piedi- che io sono una
donna, Dutch…
Revy si allontanò, ritirandosi in coperta; per la prima volta
Dutch l’aveva sentita dire quelle parole, per la prima volta Revy si era
paragonata ad una donna, per la prima volta aveva fatto sentire lui la necessità
di essere trattata come una donna…
In quel momento salirono a bordo Rock e
Benny, e quest’ultimo tirò un sospiro di sollievo nel vedere la nave ancora a
galla.
Benny: anzi, pensavo fosse diventato un colabrodo….
Rock: ei Dutch,
dove siamo diretti?
Dutch: ci hanno appena caricato la nave con la roba da
portare a Balalaica… dobbiamo partire… Benny Boy vai al tuo posto!
Benny:
agli ordini!
Rock: e Revy?
Dutch: e io che ne so… se ne è andata di sotto…
Mentre si dirigevano nella sala comandi, Rock sentiva crescere in lui il
desiderio di chiedere a Dutch cosa fosse successo con Revy, ma aveva paura che
la sua reazione non sarebbe stata delle migliori; ma infondo si ricordò che
Dutch era stato il primo a dargli credito tra quelli della Lagoon Company, così
pensò di tentare…
Rock: non è andato bene il vostro chiarimento?
Dutch:
chiarimento? Ah, con quella non si discute, dovresti saperlo meglio di me…
Rock: io credo che il problema non sia solo lei…
Dutch: che vorresti
dire?
Rock: avanti lo sai che hai esagerato!
Dutch: ma sentitelo, adesso
che fai il suo cavaliere? Io c’ho provato a dirglielo, ma non mi da retta!
Calò il silenzio per pochi minuti, minuti che a Rock parvero ore intere… Poi
ad un tratto Dutch parlò di nuovo…
Dutch: perché non ci parli tu?
Rock:
io? E perché io scusa?
Datch: perché a te da retta!
Rock: ma che diavolo
dici, Dutch? Revy da retta solo a te! Se provo ad intromettermi di nuovo quella
mi fa fuori! E sai che non ci metterebbe tanto!
Dutch: no, non ti fa fuori,
sta tranquillo… Ormai sei parte del suo gruppo!
Rock: per Revy non esiste
gruppo… e poi nemmeno so che diavolo sia successo realmente… insomma perché si
scalda tanto se poi è lei a decidere di andare con quegli uomini?
Dutch: ah
ah ah… certo che non conosci per niente Revy, eh?
Rock: te l’ho detto, con me
non ci parla…
Dutch: Revy cerca un uomo… un uomo vero però… cerca qualcuno
che sappia stargli dietro, un uomo che riesca a sottometterla!
Rock: non mi
pare roba per cui scaldarsi tanto… insomma, detta così sembra essere una
ninfomane…
Ma Dutch non rispondeva più… Rock capì che era finito il momento
della chiacchierata, così uscì dalla sala comandi e se andò da Benny, l’unico
con cui, a parer suo, poteva avere un discorso normale. Entrò nella stanzetta
mezza scura e si sedette su una cassa; Benny non si voltò verso di lui, ma si
accorse della sua presenza.
Benny: allora… cosa hai saputo da Dutch? Se le
sono date?
Rock: eh? Cosa ti fa credere che io abbia parlato con
Dutch?
Benny: perché so che qualsiasi individuo sano di mente non si
avvicinerebbe mai a Revy quando è di quell’umore… e io ti reputo sano di
mente…
Rock: se ero un tipo sano di mente non mi sarei mai lasciato
convincere ad entrare in questa compagnia… cmq Dutch mi ha detto più o meno
quello che è successo con Revy…
Benny: e allora? Che hai capito?
Rock: che
è una ninfomane! Almeno da quello che dice Dutch!
Benny: lui è sempre troppo
coinciso… ti avrà detto che Revy cerca qualcuno che la sottometta,
giusto?
Rock annuì
Benny: be, diciamo che è così, però… ecco, se Revy lo
fa c’è una ragione… vedi, fin da bambina è stata costretta a divenire l’uomo
della sua stessa vita, ha vissuto sempre in un inferno, ha sempre visto la vita
come uno schifo… ecco perché è quello che è… ed ora cerca qualcuno che la faccia
sentire di nuovo donna…
Rock: ma certo… ora capisco… Io l’ho sempre vista
come una fuori dal normale, praticamente un uomo con delle curve mozzafiato… è
naturale che anche lei ogni tanto abbia il bisogno di sentirsi una donna… e
spera di farlo andando a letto con il primo che capita?
Benny: non con il
primo che capita… con quello che gli sembra più maschio… vedi, Revy non è una
furia solo con le pistole… dice sempre che le armi e il sesso sono i suoi unici
punti di sfogo… ecco perché vuole un uomo che sappia “sottometterla”, perché in
tutti i suoi rapporti si è sempre sentita l’uomo della situazione…
Rock:
adesso capisco… lo credo bene che si sia sentita offesa dal comportamento di
Dutch… povera Revy… arriva a tanto solo per sentirsi donna…
Benny: le donne
chi le capisce è bravo! Io ci ho rinunciato, soprattutto con Revy!
Rock: mi
chiedo che aria tirerà ora con Dutch e Revy che non si parlano… o che si parlano
ma si fulminano ad ogni sguardo… eh… Dutch ha rinunciato a parlarci, Revy non ne
vuole sapere di ascoltarlo…
Benny: parlaci tu!
Rock: oh ma che avete
tutti quanti oggi?? Perché dovrei parlarci io!!?? Lo sapete bene che Revy non mi
sopporta! Mi considera una nullità e come provo ad avere un discorso con lei mi
punta la pistola alla tempia!
Benny: no… Revy si è affezionata a te! Sei il
suo cuccioletto ora!
Rock: bene… adesso sono anche un cane…
Benny: sono
sicuro che se le parli te si calmerà!
Rock: si certo, come no.. forse perché
mi sparerà addosso e si sfogherà…
Benny: è possibile…
Rock: e io dovrei
essere il suo anti stress così voi starete tranquilli?
Benny: sei pagato per
questo, no?
Rock: no io sono pagato per tenere pulita la nave!
Benny: e
non fai nemmeno quello quindi datti da fare!
Rock: lo fai a posta vero
Benny?! Ma io non ci vado a parlare con lei!! Nemmeno se…
Non riuscì a finire
di parlare che la loro attenzione fu rapita dalla voce di Revy, che era appena
comparsa sulla porta.
Revy: Rock… puoi venire un attimo?
Rock: em… si… si
certo arrivo subito…
Mentre Benny faceva uno stupidissimo sorrisino alzando
il pollice, Rock si limitò a seguire Revy, che lo precedeva; aveva ancora i
capelli sciolti che le cadevano sulla schiena, non portava la fondina né le
pistole, e questo tranquillizzò Rock. Non ostante tutto continuava a guardarla
con un po’ di timore… non sapeva che parole usare, come poteva lui farle fare
pace con Dutch, quando non riusciva a fare pace nemmeno col suo cervello? Aveva
detto che mai e poi mai sarebbe andato a parlare con Revy in quello stato ed ora
la seguiva come… un cagnolino!! In quel secondo Rock si immaginò con le orecchie
e la coda da cane, ed un collare in mano a Revy… be, meglio quello che le
pallottole delle sue pistole… Uscirono sul ponte; per tutto il tempo Revy non
aveva detto una parola e non si era mai voltata a guardare Rock, nemmeno per
vedere se lui la stesse ancora seguendo… Rock seguiva l’ondeggiare dei suoi
capelli, pensando ancora a cosa potesse dirle, quando si scoprì a fissarle il
sedere…
Rock: ah!! Ma che sto facendo!!
Se lo disse sotto voce, ma
contrariamente alle sue parole, continuava a guardare il fondo schiena di Revy,
quei pantaloncini recisi, quelle curve armoniose; tra sé e sé pensò che Revy
avesse davvero delle belle curve e si immaginò come sarebbe stata vestita più da
donna… Prima che potesse rendersi conto di essere diventato rosso come una mela
matura, Revy si era voltata verso di lui e lo fissava confusa.
Revy: hai la
febbre??
Rock: eh?!! Ah!! No no!! Sto benissimo!!
Revy si sedette al suo
solito posto sul ponte, con le gambe incrociate e tornò a fissare il mare, senza
dire una parola; Rock si sedette accanto a lei, attendendo che lei gli dicesse
qualcosa, ma Revy continuava a stare in silenzio… la guardava sperando che lei
dicesse almeno una parola per poter iniziare un discorso che nemmeno lui sapeva,
per farle fare pace con Dutch, e intanto che attendeva nella sua mente tutto
quell’intreccio di pensieri fu sostituito da tutt’altri: continuava a fissare
Revy, il suo collo, il suo seno, le sue gambe, le sue labbra… Revy si accese una
sigaretta, e in quel momento Rock divenne fucsia, pensando a quanto fosse
provocante mentre fumava, pensieri che non aveva mai avuto prima…
Revy: mi
stai fissando…
Rock: oh si scusa… è solo che… come mai mi hai fatto venire
qui? Devi parlarmi?
Revy: non volevo stare sola… e tu sei l’unico che sa
stare zitto senza farmi sentire a disagio…
Rock: oh…
Quelle parole
riportarono Rock con i piedi per terra, che per distrarsi si mise a guardare il
mare; la brezza calma che gli accarezzava la pelle era piacevole, tanto che
chiuse gli occhi e si stese sul ponte, respirando a pieni polmoni quell’aria
tiepida… Ad un tratto si sentì fissato, così riaprì gli occhi e si ritrovò Revy
sopra che lo fissava
Revy: ma che diavolo fai? Dormi?
Rock, diventando
rosso come un peperone: no no!! Stavo solo riposando gli occhi…
Revy: si può
sapere che hai?? Ti senti male? Sei tutto rosso!
Rock: ma che ne so, che mi
prende…
Rock si tirò su e rimase seduto accanto a Revy, che lo fissava… Capì
che se voleva parlarle di quello che era successo doveva iniziare lui,
altrimenti non sarebbero andati da nessuna parte…
Rock: senti Revy… con Dutch
vi siete chiariti?
Revy: chiariti? Mpf… forse…
Rock: come forse?
Revy: Dutch è convinto di parlare con un uomo quando parla con me… non
capisce che io sono una donna…
Rock: è anche vero che tu non fai molto per
sembrare una donna…
Non finì di parlare che si ritrovò il seno di Revy in
faccia
Revy: le vedi queste Rock?? Ecco queste gli uomini non ce le hanno!!
Allora sono una donna secondo te??
Tutto ciò che uscì dalla bocca di Rock fu
un idiotissimo “siii”, che lasciò perplessa la ragazza…
Revy: ei ma ti senti
bene?
Revy si scansò da sopra a lui, sedendoglisi davanti e tenendo le gambe
sopra di lui; Rock si riprese e scosse la testa, capendo di aver fatto la figura
dell’idiota…
Rock: scusa Revy.. quello che volevo dire è che… i tuoi modi,
il tuo comportamento… sono molto lontani da quelli di una donna normale…
capisci? E’ facile considerarti un uomo…
Revy: mpf… hai ragione…
Sorrise
leggermente, e Rock si stupì di averla sentita dire “hai ragione”! Per un
momento Revy tornò in silenzio, fissando un punto indeterminato… Poi guardò
Rock…
Revy: tu che ne sai di donne, Rock?
Rock: io? Em… ecco… be… che gli
piace vestirsi carine, truccarsi, e…
Revy: pua… quella robaccia puoi
tenertela!!
Rock: e allora che vuoi sapere? Questo so io sulle donne… Le
ragazze che lavoravano alla mia azienda vestivano sempre in modo impeccabile!
Delle gonne stupende e scarpe con il tacco! Ed erano sempre dolci e simpatiche!
Revy: Rock, guardami… Ti sembra che io sia quel tipo di ragazza??
Rock:
io penso che potresti esserlo benissimo!
Revy: ma fammi il piacere! E poi
con la vita che faccio me ne sbatto il cazzo di essere tutta in tiro!
Rock:
potresti iniziare col dire meno parolacce…
Revy: ma che sei mia madre? Ti ho
detto che io non ci divento come quelle!!
Rock: perché non ci provi! Solo per
un giorno!!
Revy: e perché dovrei??
Rock: perché ti porto fuori per cena!
Una serata come una donna, ci stai?
Revy: a cena? Ma sei fuori? Io non ho
vestiti carini e roba simile!
Rock: fatti aiutare da Balalaica! Avanti Revy,
raccogli anche questa di sfida! E se poi non ti piace potrai gonfiarmi come
vuoi!
Revy: mm… mpf… e tu mi porteresti fuori eh? Voglio proprio vedere che
sarai capace di combinare!
Revy si alzò e si diresse dentro la nave,
ridendosela tra sé e sé; Rock rimase sul ponte.
Rock: ma che cavolo ho
fatto? Ho appena dato un appuntamento a Revy!
Una folata di vento passò sul
ponte, mentre il ragazzo fissava le nuvole, ancora incredulo per quello che
aveva fatto! Aveva dato un appuntamento a Revy! Ma che gli era passato per la
testa? L’aveva fatto senza pensare, gli era uscito così… Prima non gli sarebbe
mai passato nemmeno per la testa di invitarla a cena, ed ora si era perfino
ritrovato a fissarle il sedere! Ma che gli stava succedendo? Aveva sempre visto
Revy come… come un uomo! Ed ora sapere che lei ci tenesse ad essere vista come
una donna gli aveva aperto la mente, e aveva iniziato a considerarcela… Ed ora
che ci pensava… che donna che era! L’aveva detto lui stesso, con delle curve
mozzafiato! Si stese ancora sul ponte e chiuse gli occhi…
Rock: e ora la
porto a cena fuori…
Sospirò solo quello e poi si immerse in tutt’altri
pensieri…
La nave attraccò e si riempì subito di uomini che
iniziarono a scaricare il carico per Balalaica; mentre loro scaricavano Dutch
seguiva le operazioni insieme a Benny… Revy uscì dalla nave con passo deciso,
diede una pacca sulla spalla a Benny e si allontanò, tenendo le braccia dietro
la testa… Dopo di lei scese Rock, che si fermò vicino a Dutch e Benny e si fissò
a guardare Revy che si allontanava…
Benny: che hai Rock? Avete avuto una
discussione?
Rock: chi?
Dutch: tu e Revy! E’ da quando che siamo partiti
che la fissi…
Rock: oh no no! Anzi, è andato tutto bene… io ci ho provato a
parlargli di te, Dutch, ma sinceramente non saprei dirti come l’abbia
presa…
Benny: e allora che avete concluso??
Revy: ROCK!! MUOVITI VIENI
QUI! NON FARMI ASPETTARE!!
Revy strillò stile scaricatore di porto e Rock
corse verso di lei; si voltò solo una volta verso Benny e Dutch, e sorridendo in
modo stupido disse
Rock: la porto fuori a cena!
Mentre si allontanava con
Revy, Benny e Dutch si guardarono con occhi stralunati, sperando di aver capito
male…
Benny: ho capito male o Rock esce con Revy?
Dutch: è vero che lei
si è affezionata a lui, ma da qui a uscirci…
Si voltarono ancora verso di
loro, vedendo Revy che dava ripetute sventole a Rock, imprecando rozzamente; nel
guardarli, Dutch ebbe una sorta di nostalgia, ai tempi in cui quei due erano lui
e Revy, quando lei passava tutto il suo tempo con lui e Benny, di quando la
sentiva ancora vicina… E forse era colpa sua se tutto quello era finito, ma se
l’aveva fatto aveva un motivo… in realtà, più che un motivo era stato un senso
di gelosia nei confronti di Rock… e pensare che era stato lui ad accettarlo per
primo nella squadra, e poi… poi quando aveva visto che lentamente gli stava
portando via Revy aveva iniziato a comportarsi in modo scortese, soprattutto con
la ragazza, come fosse stata colpa sua, come se l’avesse fatto a posta di
allontanarsi… Emise quello che a Benny sembrò un sospirò e si voltò bruscamente
verso il carico, senza più girarsi verso i due che si allontanavano…
Fuori dallo studio di Balalaica, Revy aspettava seduta
su una sedia, battendo il piede a terra nervosamente, mentre Rock era dentro a
spiegare la situazione alla donna…
Balalaica: allora, dimmi japonsky, qual è
il problema?
Rock: be… diciamo che… dovresti aiutare Revy…
Balalaica: e
allora che ci stai a fare qui tu? Perché non è entrata Revy?
Rock:
perché…ecco… diciamo che si vergogna…
Balalaica: vergogna? La grande Two
Hands? E di che diavolo si tratta?
Rock: ecco…
Rock spiegò in breve la
situazione a Balalaica, indecisa se ridere o piangere per il da
farsi…
Balalaica: allora anche Revy ha il cuoricino tenero! Pure lei vuole
sentirsi una donna!
Rock annuì
Balalaica: bene, mi divertirò con lei! In
che tipo di locale vuoi portarla?
Rock: sinceramente non ci ho pensato, però…
voglio che sia diverso da quelli cui è abituata… si insomma, voglio portarla in
un ristorante rispettabile!
Balalaica: cristo santo, mi chiedi fare un
miracolo! Come faccio a prepararti Revy per un locale rispettabile per questa
sera!?
Revy: ei mica sono una bestia brutta stronza!!!
Revy aveva sfondato
la porta con un calcio e si era fiondata sulla scrivania, sbattendo un piede sul
tavolo e tenendo le braccia incrociate; Rock era di pietra e Balalaica la
guardava incerta se ridere o no
Balalaica: vedi cosa intendevo?
Rock: si…
Revy: ei, l’hai detto tu che posso farlo, no?? Adesso che fai, ti rimangi la
parola brutto bastardo??
Rock: eh… passo a prenderti sta sera…
Balalaica:
tenterò l’impossibile…
E mentre Rock usciva si organizzò mentalmente per ciò
che doveva fare; nel frattempo Revy si era seduta, tenendo i piedi sulla
scrivania, stravaccata come un ubriaco appena uscito da un’enoteca.
Balalaica
si voltò verso di lei per iniziare un discorso, ma rimase di sasso
vedendola in quel modo e si fermò
Balalaica: no, no, no… non ci siamo… inizia
col tirare giù i piedi dalla scrivania! Nei locali rispettabili si sta seduti
composti!
Revy: m? Composti?
Balalaica: si, così!
Balalaica prese una
sedia e si sedette, poi la porse a Revy e fece provare lei
Revy: aaaah!! Ma
fa male!! Come cavolo fai a stare seduta così?? Dio che strazio!!
Balalaica:
eh… povero japonsky, ma come gli è venuto in mente di invitare a cena una
cavernicola come te?
Revy: che cosa hai detto???
Revy le puntò le pistole
in faccia, ma la donna, del tutto indifferente continuò il suo
discorso
Balalaica: quelle mica te le puoi portare… almeno non con la
fondina…
Revy: cosa?? E dove me la metto??
Balalaica: nella giarrettiera,
o sull’elastico delle mutandine
Revy: e mica sono Margò!
Balalaica: Revy,
ci tieni a questa serata?
Revy: sinceramente…
Stava per dire “non me ne
frega un cazzo”, ma si fermò… In realtà non le importava davvero di dover uscire
con Rock, ma il fatto di essere trattata come una donna le piaceva…
Revy:
non lo so…
Balalaica: be, al japonsky sembra importare quindi fa uno sforzo,
ok?
Revy: che?? Ma a Rock che gliene frega?? Ah, si certo, abbiamo scommesso
e se perde lo gonfio di botte, quindi è naturale che gliene freghi
qualcosa!
Balalaica: vieni, andiamo…
Revy: dove?
Balalaica: devo farti
un trattamento completo, hai bisogno di vestiti, scarpe, trucco e
tutto…
Revy: e tu dove le prendi queste cose?
Balalaica: roba di
contrabbando… sono arrivati giusto l’altro giorno! Mi divertirò con te,
bambolina!
Revy: perché non sono andata direttamente all’inferno??
Così
Balalaica si divertì tutto il giorno a “restaurare” Revy, cercando di fare tutto
quello che era in suo potere…
Piano piano si fecero le otto della sera… Revy
era nello studio di Balalaica, che la guardava per constatare se avesse fatto un
buon lavoro…
Balalaica: mm… bene! Finalmente sembri una donna, Revy!!
(descrizione!! Descrizione!!! Nd Smiry ’90) Revy indossava una minigonna
nera stretta poco sopra il ginocchio, una maglia nera con delle filature d’oro
con la manica a tre quarti, un decolté nero con un bel tacco e i capelli legati
in uno chignon, con due ciocche sciolte. Era fantastica, anche se non si sentiva
a suo agio con quella roba addosso…
Balalaica: ricordati che con quella non
ti puoi sedere a gambe larghe!
Revy: lo so! Lo so! Uffa queste scarpe mi
fanno male… non sono io così! Cazzo che supplizio!
Balalaica: no!! Ricordati
di moderare le parole! Avanti, mia creazione, ora vai!!
Revy uscì
dall’ufficio della donna e si avviò per il corridoio; quando incrociò Dutch, che
non la notò e le andò a sbattere contro…
Dutch: ei stia attenta a dove mette
i piedi!
Revy: ma che cavolo fai brutto gorilla!
Dutch: Revy???!! Sei
davvero tu? Oh questa è bella! Ma dove cacchio vai così?
Revy: perché, non ti
piaccio?
Dutch: be, non sei la Revy che conosco…
Revy: già… sta sera no…
oh ma chi me l’ha fatto fare…
Dutch: fai sempre in tempo a
cambiarti…
Revy: no, mi aspetta Rock…
Dutch: allora è vero che esci con
lui?
Revy: ei ei, calma con le parole! Non ci esco, ci vado a cena! E per
scommessa, poi!
Dutch: pensi che lui sia l’uomo che ti soddisferà!?
Revy:
ma chi, Rock? Ma fammi il piacere, Dutch… lui non mi sta dietro già così… no…
Dutch: mpf… ti sei accorta che stiamo parlando di nuovo?
Revy: è vero…
tze, mi ci hai fregato un’altra volta…
Dutch: dai muoviti, non farlo
aspettare…
E senza pensare che Revy portava dei tacchi vertiginosi le diede
una pacca sulla spalla, che le fece perdere l’equilibrio, facendola cadere…
Inutile dire che le si vide anche la croce di Pale…
Revy: brutto imbecille!!
Sta attento!!!
Revy si rialzò e se ne andò verso l’uscita, mentre Dutch la
guardava allontanarsi… Certo che con quella gonna stava proprio bene, le
evidenziava estremamente il sedere e le gambe, e quei tacchi la rendevano
estremamente sexy… Dutch si fermò ancora a guardare dove prima era caduta la
ragazza, e trovò ancora impossibile che stesse uscendo con Rock, anche se lei lo
negava audacemente… ma alla fine si convinse che forse Revy aveva ragione… non
ci usciva, andava solo a soddisfare un proprio capriccio; fece spallucce ( se di
spallucce si può parlare… nd Smiry)(che hai contro le mie spalle? Nd
Dutch)(niente, sono solo tre metri cadauna!! Nd Smiry) e se ne andò.
Rock
stava andando verso l’entrata dell’edificio per andare a prendere Revy, quando
notò una ragazza fuori della porta, seduta su di un vaso da fiori piuttosto
grande, mentre fumava; il ragazzo non la riconobbe subito e pensò fosse qualcuna
dell’organizzazione, o una ragazza di passaggio… Ma più la guardava, mentre
fissava il cielo in cui erano comparse già alcune stelle, più sentiva di esserne
attratto: era bellissima! Poi quando si avvicinò ed iniziò a vederla bene
riconobbe alcuni tratti: i capelli, gli occhi, quelle labbra che così
sensualmente tiravano quella sigaretta quasi finita, quelle gambe contro le
quali era andato a sbattere sotto quel bancone e che si era ritrovato sopra
anche quel pomeriggio! Era lei, doveva esserlo! Si avvicinò più velocemente e
quando le fu abbastanza vicino la chiamò
Rock: Rebecca? Sei tu?
Revy:
quante volte ti ho detto che non voglio sentire il mio nome?? Vuoi che ti
ammazzi ancora prima che questa serata inizi?
Rock: allora sei davvero tu?!
Be, mi è venuto spontaneo… sta sera non sei la solita Revy…
Revy: muoviti,
non dire cavolate! Andiamo che sto morendo di fame!
Rock: mpf… infondo sei
sempre tu… eh…
I due si avviarono fuori città con una macchina, tenendo
accesa la radio; la musica trasmessa era l’unico suono nell’abitacolo: Revy
guardava fuori dal finestrino, scrivendo ogni tanto parole incomprensibili sul
vetro; Rock, ogni tanto, osservava furtivamente quella meraviglia che aveva
accanto, perché quella non era Revy, era una donna fantastica! Ogni tanto
arrossiva, e fu lì che capì quello che non avrebbe mai pensato: era attratto da
Revy! E non solo fisicamente! Gli piaceva tutto di lei: il suo carattere, la sua
fermezza, perfino quando gli puntava le pistole alle tempie! Ora come ora
riusciva solo a pensare a lei, a quanto fosse bella, e che voleva farla sentire
la donna che voleva essere, senza bisogno di essere violentata da qualcuno!
Fermò la macchina davanti ad un bel locale, illuminato, accogliente, bello! Rock
tirò un sospiro di sollievo nel vederlo; Revy strabuzzò gli occhi, meditando
seriamente di mettersi al volante e scappare…
Rock: allora, ti
piace?
Revy: ma che diavolo è?
Rock: un ristorante! Vedrai che ti
piacerà! Niente fumo, niente risse, luce…
Revy: mi sto per sentire male… non
posso nemmeno fumare?
Rock: em.. no…
Revy: cambiamo posto! Io non ci vengo
lì dentro!
Rock: non hai detto di voler essere una donna? Be, negli
appuntamenti è l’uomo che decide il posto e l’itinerario della serata!
Revy:
e chi ti ha detto che questo sia un appuntamento?
Rock: no, non volevo dire
questo ma… em… be… dai, pensa che se non ti piace potrai riempirmi di
botte!
Revy: mm… si… prepara i cerotti, cucciolo, perché ne avrai
bisogno!
Rock: ve la finite di chiamarmi cucciolo??
Rock scese dalla
macchina e corse ad aprire il portabagagli; poi si diresse davanti alla portiera
di Revy, la aprì e le porse un mazzo di rose rosse… Revy spalancò gli
occhi.
Revy: ma che cacchio di roba sarebbe??
Rock: in Giappone si
fa così… si portano i fiori alle donne e gli si apre la portiera…
Revy: ah
si? Eh… mi toccherà stare al gioco allora…
La ragazza uscì dalla macchina e
prese le rose in mano; Rock le sorrise, ma lei non ricambiò e lo precedette
verso l’entrata del locale… Il ragazzo sospirò, sapendo benissimo che lei non
avrebbe mai risposto a quel sorriso, e si limitò ad andarle accanto, aprendole
la porta e facendola sedere; Revy, da parte sua si sentiva in pieno disagio, con
quegli abiti, in quell’ambiente, con quel Rock che non conosceva affatto, perché
quello non era più il Rock cui puntava le pistole, quello era Rockuro Hokajima,
l’uomo d’affari, il galantuomo, ed era perfino audace… lei si guardava attorno,
come un bambino smarrito, e lui invece era lì, perfettamente a suo agio, che la
guardava insistentemente.
Revy: perché mi stai fissando?
Rock: perché
siamo uno davanti all’altra, dove vuoi che guardi?
Revy: non lo so, ma qui io
mi sento strana… sto meglio sul bancone di un bar… dove tutti sono sullo stesso
piano, dove nessuno è costretto a fissare nessuno…
Rock: mpf… si, forse hai
ragione tu… ma così possiamo rapportarci… e possiamo avere un dialogo…
Revy:
si… forse è vero, Rockuro…
Rock: cosa?
Revy: ho detto che forse è
vero!
Rock: no, no! Come mi hai chiamato?
Revy: Rockuro… anche se Rockuro
è morto, giusto? Ma tu mi hai chiamato col mio nome prima…
Rock: mi fa
piacere se tu mi chiami così, Rebecca…
Revy: questo non vuol dire che tu
possa farlo!!
Rock: e perché no? Infondo sta sera non siamo diversi dal
solito? Ebbene, io sta sera riesumerò Rockuro e tu Rebecca, ci stai?
Revy:
cuciti la bocca…
Rock: avanti… hai paura se ti chiamo per nome?
Revy:
paura? Lo sai che stai rischiando vero?
Rock: l’ho già fatto quando ti ho
invitato… ormai non ho timore di rischiare oltre…
Rock abbassò lo sguardo,
con lo stesso sorriso che aveva Revy quando lo aveva invitato ad entrare nella
Lagoon… Ormai ne era sicura, quello non era Rock… non riusciva nemmeno a
considerarcelo… e infondo che male c’era a fare uno strappo alla regola? Quella
sera, solo quella sera, e poi sarebbe tornato tutto come prima… ma per quella
sera lei poteva essere quello che aveva sempre voluto… una donna… Rebecca…
Revy: forse hai ragione, Rockuro…
Rock: sono felice che lo pensi,
Rebecca…
La serata nel locale si concluse bene, i due parlarono, per la
prima volta, come due persone, come due amici… si raccontarono delle loro vite,
parlarono un po’ di sé, e per la prima volta, Revy vide Rock sotto una luce
diversa: quando si comportava da uomo d’affari era diverso, quasi piacevole;o
forse era lei ad essere diversa, ma si era lei a non essere più lei, quella sera
non era la grande Two Hands, era una ragazza, come tante… ed ora come ora non
sapeva se si piacesse oppure no…
Rock: be, ti va se usciamo di qui,
Rebecca?
Revy: Cristo, grazie! Non ne potevo più!
Rock: veramente non ti
piaceva? Ce ne saremmo andati se volevi…
Revy: Rockuro… non dire cazz… em…
cavolate! Se non mi piaceva me ne sarei andata da un pezzo…
Rock sorrise, e,
con sua sorpresa, lei rispose a quel sorriso; forse sul suo viso c’era ancora
quell’espressione da Revy, ma era comunque bellissimo quando sorrideva!!
Si
alzarono e uscirono dal ristorante; passeggiarono parecchio per la cittadina,
fino ad un’ora tarda; fino a che Revy non fu costretta a fermarsi…
Revy:
aspetta, aspetta! Mi devo togliere queste che schiatto!
E si tolse le
scarpe
Revy: ah!! Adesso si che campo! Dio sono in paradiso!
Rock: perché
non ci sediamo?
Revy: io non vedo panchine…
Rock: e che importa,
Rebecca?! Ci mettiamo lì!
E corse verso un piccolo parchetto, sedendosi
sull’erba; poi fece cenno a Revy di sedersi accanto a lui. Lei si avvicinò e
tentò di sedersi, ma le tornarono in mente le parole di Balalaica “con questa
non ti puoi sedere a gambe larghe!”, così dovette sperimentare un nuovo modo di
sedersi…
Revy: questo non me lo aveva imparato!
Rock: insegnato…
Revy:
eh?!
Rock: si dice insegnato!
Revy: oh scusi professore! Adesso che fai mi
metti in punizione? Ti va bene che non porto le pistole!
Rock:
altrimenti?
Dopo quella parola in Rock si scatenarono emozioni su emozioni:
non sapeva cosa fare… il suo cervello gli diceva di accontentarsi di quella
serata, ma il suo corpo, tutto il resto di lui gli diceva di fare qualcosa che
non avrebbe mai osato pensato di fare… Più la guardava più la desiderava, ma più
la guardava e più capiva che lei non si sarebbe accontentata di lui, non si
sarebbe mai concessa ad uno come lui… Poi, d’improvviso capì che quelle sue
incertezze erano proprio ciò che Revy odiava, lei cercava un uomo, non un
bambino… La guardò ancora, lei era ancora lì che lo fissava, aspettava forse il
seguito di quell’altrimenti, era disposta a metterlo alla prova, solo quella
sera forse, e lui non poteva sprecare quell’occasione… Infilò le braccia tra le
sue, che teneva poggiate a terra, e prima che lei se ne rendesse conto era stesa
a terra, tra le braccia dell’uomo che aveva sempre reputato un idiota, e che ora
la stringeva e la baciava; Rock sentì il suo corpo sciogliersi ed irrigidirsi ad
intervalli, le sue mani divenivano bollenti e poi fredde ogni volta che
passavano sulle natiche di Revy, dalle sue gote si spandevano brividi per tutto
il corpo, ogni volta che la sua lingua accarezzava quella di Revy… Lei non si
sottrasse a quel bacio, infondo per lei era uno dei tanti ancora da testare… poi
però iniziò a sentire qualcosa che non aveva mai provato: sentiva dei brividi,
partire dalle gambe ed arrivarle fino al seno, sentiva un’eccitazione mai
provata… eppure non era ancora quello che voleva… era qualcosa di diverso e lei
sentiva di non essere ancora pronta ad una cosa del genere… Scaraventò
bruscamente Rock a terra, sciolse quello che rimaneva dello chignon e si
rialzò.
Revy: la serata è finita, Rock…
La notte passò velocemente, carica di tutte quelle
tensioni; al mattino un sole tiepido scaldava l’ambiente… Revy entrò bruscamente
nell’ufficio di Balalaica, che stava telefonando, e le sbatté i vestiti sulla
scrivania, senza dire una parola, né accennare qualche tipo di espressione;
Balalaica si affrettò a chiudere la telefonata e la fermò quand’era già sulla
porta.
Balalaica: allora, non mi racconti niente?
Revy: non c’è niente da
raccontare… sorellona…
Balalaica: come non c’è niente da raccontare? Avanti,
come sei stata?
Revy: seduta!
Balalaica: Revy sei davvero impossibile…
eh…
Revy fece per andarsene, ma quando stava per imboccare la porta un
pensiero la folgorò, un pensiero che l’aveva tenuta sveglia tutta la notte; si
voltò verso Balalaica ed assunse un’espressione mista di tenerezza e confusione,
inquietudine e tristezza… un’espressione che la donna non le aveva mai visto…
Revy: sorellona… con quanti uomini sei stata?
Balalaica: ma ti sembrano
domande da fare?
Ma guardando l’espressione che Revy aveva sul volto capì
che non si trattava di una battuta…
Balalaica: be, non saprei dire…
Revy:
e hai mai sentito un brivido partire dalle gambe ed arrivare fino al seno? Un
brivido forte, come se ti eccitassi tutto d’un momento?
Balalaica: l’ho
sentito si… mpf… una cosa così non si scorda facilmente…
Revy: e con
chi?
Balalaica: questi non sono cazzi tuoi!
Revy: no, volevo dire con che
uomo? Era uno qualunque?
Balalaica: oh no, cara la mia Revy… era un uomo
speciale, di cui mi ero innamorata… fu durante la guerra in Afganistan… io ero
giovane, e lui pure… forse lui non è mai stato innamorato di me, ma io lo ero… e
ricordo ancora quei brividi mentre mi toccava…
Revy: i- innamorata…
Revy
andò in apnea… infondo lei l’aveva sentito solo per pochi secondi, e quello non
provava niente, almeno era quello che pensava… Poi guardò Balalaica con
espressione interrogativa, interrogandosi ancora tra sé e sé; ed è sicuro che
Balalaica pensò che fosse rivolto a lei quell’interrogativo, così sospirò e
disse
Balalaica: era Dutch…
Revy: eh??! Oh… a..a..ah… blea!!! (versi
strani e incomprensibili di disgusto) perché me lo hai detto?? Aaah!! Adesso me
lo sogno la notte! Che schifo!!!
Balalaica: ma smettila! Che c’è di male,
Dutch si che è un vero uomo!
E fu lì che ogni genere di ricordo folgorò la
mente di Revy: a partire da Dutch stesso, la sua fisionomia, la sua voce
profonda, la sua forza… si rese conto di aver cercato tanto forse senza rendersi
conto di avere quello che cercava accanto… E allora cos’era quella strana
sensazione che era maturata la sera prima con… con… non riusciva nemmeno a
pensarlo quel nome! Quella serata tanto strana, una serata così diversa da
quelle cui era abituata, un uomo così diverso, che la trattava così dolcemente,
che la chiamava per nome senza avere la benché minima paura di ritrovarsi col
muso spaccato… Non capiva più niente, non capiva cosa volesse, non capiva chi
dei due volesse… Poi decise di perseguire quello che da sempre aveva inseguito,
così allontanò dalla sua testa i ricordi di quella sera passata poche ore prima
e si girò decisa ad andarsene…
Balalaica: allora, non mi hai risposto… come è
andata questa serata, Revy?
Revy non si voltò verso di lei, ma sorrise
leggermente e sospirò
Revy: è stata… bellissima…
Mentre usciva
dall’ufficio di Balalaica vide Rock da una finestra; se ne stava solo, a
guardare il cielo, e per un momento ebbe il desiderio di andare a fargli
compagnia, ma poi vide Benny che gli si avvicinò, così scosse la testa e si
tolse quei pensieri di mente.
Benny: ei Rock!! Allora, come è andata ieri
sera? Dutch mi ha detto che Revy nemmeno sembrava lei!
Rock: perché l’ha
vista?
Benny: pare…
Rock: mpf… che ti devo dire? È andata… per quello
che è stata si può dire bene…
Rock sospirò, chinando la testa; poi gli tornò
in mente quel momento, in cui l’aveva baciata, in cui l’aveva sentita stretta a
lui, in cui l’aveva sentita sua… arrossì…
Benny: ei che hai? Sei
arrossito…
Rock: a… arrossito..? ma no che dici…
Benny: senti, porto gli
occhiali, ma almeno con quelli ci vedo! Sei tutto rosso!
Rock: può darsi…
Benny: è per qualcosa che è successo ieri sera? Hai fatto qualche
figuraccia? Oppure te l’ha fatta fare lei?
Rock: no no! Lei è stata a dir
poco meravigliosa! Sembrava una dama! Ed era così bella…
Rock arrossiva
sempre di più al ricordo di Revy e, da come ne parlava, Benny iniziò a capire
qualcosa…
Benny: Rock… non è che per caso… tu ti sei preso una bella cotta
per Revy??
Rock: eh?! Ma no! No, che dici??!!
Benny: si vede da come ne
parli! Tu ti sei preso una cotta per lei! Eppure mi parevate così
incompatibili!
Rock: ti ripeto che non ho una cotta per Rebecca!! – Rock si
fece serio, poi triste tutto d’un tratto, e abbassando lo sguardo continuò – io
me ne sono proprio innamorato…
Benny giurò di aver sentito la terra con la
lingua per quanto aveva la bocca aperta, sentendo quelle parole, ma avendo
sentito soprattutto qualcuno pronunciare il vero nome di Revy con tanta non
curanza…
Benny: aia… questi si che sono cazzi amari…
Rock: ti pare che
non lo sappia?! Lei se ne frega di me! Io non sono il tipo di uomo che lei
cerca! Me lo ha fatto capire chiaramente, quindi perché continuo ad
illudermi??
Benny: oh avanti, Revy punta le pistole in faccia a tutti, non è
che tu sei un prescelto da torturare o ti voglia far capire che sei inferiore…
Rock: non è per quello, Benny… ieri sera…io l’ho baciata… e penso seriamente
che sarei andato molto avanti… io volevo fare l’amore con lei, ed anche lei non
era dispiaciuta dell’idea… l’ho capito da come mi baciava… ma poi si è alzata,
mi ha lanciato a terra e mi ha detto che la sera era finita lì…
Se prima
Benny aveva toccato la terra ora sentiva le fiamme dell’inferno crogiolargli la
lingua…
Benny: tu stavi per andare a letto con Revy???
Rock: io non ci
andavo solo a letto! Avrei fatto l’amore con lei!!
Benny: che sia!! Tu…. Tu…
tu stavi per… con Revy… io… oh mio Dio….
Rock: ma è evidente che non doveva
succedere… ed ora io mi sento ancora più preso di prima da lei… Dio che merda di
destino, il mio!!
Benny: avanti Rock, infondo se ha ricambiato il tuo bacio
in un qualche modo gli è piaciuta l’idea.. avrà avuto i suoi motivi per dirti di
no… avrà il ciclo!
Rock: ma che… no…lei mi ha respinto… ed io come un
cretino spero di avere un’altra possibilità…
Dutch: Rock! Benny Boy!!
Muovetevi, dobbiamo rientrare alla Lagoon!! Abbiamo un lavoretto da sbrigare!
Non appena Dutch ebbe finito di dire i loro nomi, i due corsero alla nave;
Rock era deciso ad affogare tutto quello che era successo in quel lavoro, così
da non pensarci più…
Revy era già sulla nave, seduta sulle casse che avevano
caricato, accarezzandole con una mano; Rock la vide subito: era tornata lei, la
Revy di sempre, con i suoi pantaloncini sfrangiati, il suo top corto, le sue
pistole, ed il suo comportamento strafottente… e non ostante tutto, era
bellissima!
Benny: ei, che hai da essere tanto contenta?
Revy: le mie
preghiere si sono avverate!!
Benny: che roba c’è lì dentro Dutch..?
Dutch:
una testata nucleare…
Rock: cosa?? Noi abbiamo a bordo una testata
nucleare??? Ma siete pazzi??
Revy: avanti Rock, non fare il
bambino!!
Una frecciata? Forse… Quello che era certo era che Rock aveva
accusato male quella battuta, e difatti abbassò lo sguardo… Revy nemmeno lo
notò…
Revy: Dutch sicuro che non la posso tenere?
Dutch: no! Quel tizio
ci paga un casino di soldi per questa roba!!
Revy: se c’è una cosa che amo
più dei soldi sono le bombe nucleari!!
Dutch: ho detto che quella cazzo di
bomba arriverà dritta al suo destinatario! Ora scendi di lì, che sei pericolosa
vicino a quella roba!!
Revy: perché, sennò che mi fai??
Dutch non rispose,
la prese per un braccio, la tirò giù dalle casse e la strinse forte, quasi a
soffocarla; Revy sentiva il fiato mancarle, e le ossa quasi frantumarglisi sotto
la forza di quella stretta… ma quello, la rendeva solo più convinta che Dutch
era il tipo che cercava, che lui poteva davvero far sentire una donna anche una
come lei!
Dutch: ho detto giù da quelle casse, mi hai capito?
Revy: Du..
Dutch… mi stai… soffocando… ho capito…
Dutch: ah davvero, hai capito eh?
Allora cosa devi fare?
Revy: stare… lontana da…
Ma mentre parlava, Rock
non riuscì a trattenersi, e sbottò davanti ai due
Rock: Dutch la soffochi!!!
Lasciala stare!!!
I due guardarono il ragazzo con un punto interrogativo
sulla faccia, che nel frattempo si rese conto di aver fatto una figura del
cacchio; Dutch lasciò andare Revy, che si massaggiò il collo indolenzito, e poi
scoppiò a ridere, dando una forte pacca sulla spalla di Revy
Dutch: sentito
Revy? Adesso hai un protettore!
Revy: mica sono una prostituta?! E poi io so
badare a me stessa!!
Dutch: già, l’ho visto…
Revy: ah, se volevo
sfuggirti l’avrei fatto senza problemi, gorilla!
Dutch: si certo.. come
no…
Dutch non aggiunse altro e si ritirò in coperta; mentre si
allontanava, Revy si fissò a guardarlo, ad osservare quelle braccia che fino a
poco prima la stavano strangolando, e si aspettò di sentire quel brivido… chiuse
gli occhi, ma non sentì nulla… quando li riaprì vide davanti a lei Rock, che la
guardava con insistenza; si accese una sigaretta, si avvicinò a lui e…
Revy:
ei Rock… Ma che diavolo credevi di fare?! Lo sai che non ho bisogno di una
balia!!
Gli diede un pugno sulla spalla, ma lui non si mosse, né rispose…
non fece nemmeno un’espressione. Si voltò, dandogli le spalle e si allontanò,
lasciandola lì come una statua di sale…
Revy: ma che cacchio gli prende a
quello? Siete tutti incazzosi oggi?? Benny anche a te girano le palle?
Benny:
no, io sto bene!
Revy: meno male, perché mi stanno già venendo i nervi!!
Mentre parlava la nave partì, a passo deciso… Lei se ne stava da sola sul
ponte, mentre alcune goccioline d’acqua le bagnavano il viso, e pensava; ogni
tanto si girava verso quella cassa piena di roba nucleare e pensava a Dutch… e
la cosa strana era che non sentiva nulla, né in bene né in male… Non provava
brividi, non aveva sensazioni mai provate prima, non sentiva quella voglia
morbosa di andarci a letto, eppure sapeva che era quello che aveva sempre
voluto… Si voltò e vide Rock che cercava qualcosa sul ponte, in mezzo alle
casse; lui nemmeno la guardò, e questa volta fu lei a fissarsi su di lui… e
mentre lo guardava le tornarono in mente alcuni ricordi: quando aveva picchiato
quella ragazzina perché lo aveva fatto soffrire, per esempio; quando gli aveva
promesso di ammazzare quel giapponese che lo aveva picchiato; e per finire la
sera prima… quei brividi, quelle sensazioni, le sue mani che scivolavano sul suo
corpo.. che fosse come diceva Balalaika? Non ebbe tempo di rifletterci, perché
un razzo stava già arrivando verso la nave e puntava dritto a Rock!
Revy:
Rock!!! A terra!!!
Si buttò su di lui e lo scaraventò a terra, mentre il
razzo esplose in mare…
Revy: cazzo!! Quella roba ci fa ballare la samba se
esplode!! Ma chi è quel pezzo di merda che ci spara addosso???
Revy prese il microfono che teneva all’orecchio: si Dutch, ti
sento!
Revy: cosa cazzo vogliono
gli Yakuza??
<< Dutch ne
arrivano altri! Sono quattro navi in tutto!>>
Revy: bene, non vedevo l’ora di far cantare un po’ le
mie bambine! Rock, ce la fai a coprirmi?
Rock: coprirti?
Revy: non
penserai che possa fare tutto da sola?! Avanti, prendi quello e se non ti caghi
sotto spara!
Rock: ma, io…
Non finì di parlare… Revy era già partita,
sfoderando le sue cutlass. Sparava senza pietà, correndo come una saetta; Rock
la guardava: quella era Revy… quella era Two Hands…
Revy saltò sulla cassa
per essere più in alto e sparò verso la nave più vicina, facendo strage
dell’equipaggio, in mezzo ad un corteo di pallottole e bossoli
Revy: I have a big gun… I took it from my lord…
(canta)
Revy saltò sulla cassa più
alta, sfilò una granata dai pantaloni, tolse la sicura e fece saltare in aria la
nave; poi si voltò e vide un fucile a mitraglia puntato su di lei…
Uomo: sei
finita puttana!
Ma lei sorrise, guardò quell’uomo e gli fece segno di
sparare; quando si aprì il fuoco corse in avanti, saltò dalla nave ed atterrò
sul fucile mitragliatore, puntando la pistola in faccia al tizio che
sparava
Revy: I’m your angel… only a ring away…
Uomo: brutta troia!!!
Prendi questo!!
Revy saltò giù dal fucile, puntò una pistola a
quello che le veniva incontro, e l’altra verso destra, dove altri uomini gli si
catapultavano addosso
Revy: you make me violate you non matter who you
are!
Uomo: quella non è umana!!
Appena finì di parlare si ritrovò un buco
in testa; Revy gli passò sopra, usandolo per saltare addosso ad un altro… Dietro
gli si fiondò sopra un uomo con un coltello; Revy non fece altro che gettare
indietro la pistola e sparare, poi prima che quello cadesse a terra gli prese il
braccio e conficcò il coltello nello stomaco di un altro… Poi si accorse
di essere sotto il tiro dello stesso lanciarazzi che aveva puntato su Rock, e si
sentì bruciare dentro una rabbia, una voglia di vendetta… Guardò il tizio che
teneva il lancia razzi, sicura che lui potesse vedere i suoi occhi dal mirino e
sparò verso di lui, facendo saltare in aria lui, il razzo e la nave, ormai
ridotta ad un catorcio… Saltò di nuovo sulla Lagoon, soffiò sulle pistole e
terminò la sua canzone
Revy: weapon… I have it all!!!
Rock la guardava,
stupendosi ogni volta di quello che era in grado di fare, e strinse forte il
mitra che teneva tra le mani, sentendosi un nulla in confronto a lei… Ma lei
sorrise, senza accorgersi che un sopravvissuto le puntava la pistola alla testa;
Rock se ne accorse
Uomo: muori, brutta troia!!
Uno sparo… sangue… Revy si
voltò e vide quel bastardo cadere con un buco in testa, completamente ricoperto
di sangue; allora guardò Rock, che teneva in mano il mitra fumante…
Revy:
Rock… ma cosa?
Rock: stai bene… Rebecca…?
Revy: ricevuto!!
Revy prese il lanciarazzi, e fece fuori ciò che rimaneva delle
restanti navi; dopo di che Dutch diede un’aperta alla nave e sfrecciò via senza
perdere tempo.
Rock era a terra, seduto sulle ginocchia, ancora con quel
mitra in mano, che fissava il punto in cui quell’uomo era caduto; Revy si
avvicinò a lui, gli sfilò il mitragliatore di mano e lo posò a terra….
Revy:
come stai? Tutto ok?
Rock: ho ammazzato un uomo… con le mie mani…
Revy:
avrei preferito che non fossi mai stato in dovere di farlo…
Rock: ma se
proprio tu mi hai detto che dovevo coprirti…?
Revy: lo so, Rock… ma tu sai
che per me è naturale ammazzare… io…non ti ho mai obbligato a farlo… e… mi
dispiace….
Rock: l’ho fatto per te… per salvarti… Rebecca io…
Rock svenne,
forse per lo shock subito… Revy lo raccolse e lo portò nella cabina
Revy: che
stupido… mpf…
Benny: ei, ma che cavolo è successo là fuori?
Revy: ti
lascio qui Rock…
Benny: ma che ha fatto?
Revy: mi ha salvato il culo… ha
sparato ad un fottuto bastardo che mi voleva ammazzare…
Benny: Rock ha
sparato a qualcuno?! Cacchio, allora è proprio cotto…
Revy: cosa?
Benny:
aah!! No niente!! Adesso capisco perché è cotto, svenuto, morto!!
Revy: ah…
io vado da Dutch a vedere se è tutto ok… dagli uno sguardo…
Revy uscì dalla
cabina di Benny; lui abbassò lo sguardo su Rock, che giaceva a terra…
Benny:
sei proprio pazzo di lei, eh…?
Revy: ei Dutch… come va, tutto bene??
Dutch: REVY!!
Come te lo devo dire che quella roba scoppia?? Hai rischiato di farci vedere le
stelle più di una volta!
Revy: dai, avanti… lo sai che io il mio lavoro lo so
fare… io sono la vostra pistola… lasciatemi lavorare come credo!
Dutch: eh…
come sta Rock? Alla fine ha sparato a qualcuno…
Revy: già… devo dire che non
lo avrei mai creduto… e a dir la verità avrei preferito che non fosse
accaduto…
Dutch: sapevi che sarebbe dovuto accadere in un lavoro come
questo…
Revy: Rock era l’immagine di tutto ciò che io non sono mai stata… ed
ora…
Dutch: da come ne parli pare che tu ti sia presa una cotta per
lui…
Revy: ma che cazzo stai dicendo?? Dutch ti sei rollato un kg di marya??
Dutch: e allora perché sei uscita con lui?
Revy: ti ripeto che io non ci
sono uscita! Non era un appuntamento!!
Revy si alzò da dove si era seduta,
pose un braccio sul muro e tirò un calcio
Revy: cazzo!
Dutch: ei, non ti
scaldare… cazzo quanto sei diventata permalosa!
Dutch:
m? si pronto? Ah, sei tu Balalaika…
Dutch: bene,
anche se abbiamo avuto un po’ di rogne… non sapevo che quella roba fosse della
Yakuza…
Dutch: ti diverti?
Be perché noi no!
< avanti Dutch! Avrete un extra per
l’inconveniente…>
Dutch: così si che si ragiona! Arriveremo dal
destinatario entro sera…
Dutch: i lavori ben fatti… si lo so.
Dutch chiuse il
telefono e si girò verso Revy, che se ne stava zitta a braccia
conserte…
Dutch:non parli più?
Revy: mi è passata la voglia…
Dutch:
avanti Revy, scherzavo.
Revy: non mi pareva uno scherzo, il tuo! L’hai detto
come se fossi una puttana! Che diavolo hai?
Dutch: hai capito male! Revy…
diciamo che non mi sembri più tu! Prima non avresti mai avuto bisogno di
qualcuno per salvarti il culo, non lo avresti lasciato campare tanto quel tipo
per farti la festa!
Revy: ah si? E tu pensi che sia per colpa di Rock?
Dutch: si…
Revy: non mi va di stare a sentire queste stronzate! Io sono
sempre io! Capita a tutti di sbagliare!
Dutch: in questo lavoro non sono
ammessi errori Revy!
Revy: ma cos’è che ti rode tanto? Prima mi ammazzavi se
non ero carina con lui! E adesso ti ci rode il culo?
Dutch: prima non ti è
mai interessato di come io ti considerassi… uomo… donna… per me eri solo Revy!
Two Hands, niente più… adesso invece ti sei messa in testa tutte quelle cazzate
dell’essere una donna! Tu non sei una donna normale Revy, lo vuoi
capire?
Revy: io posso esserlo, come e quando voglio! Ma a me piace essere
così! Non mi servono quei vestitini o roba simile per essere una donna! Cerco
solo un uomo che mi ci faccia sentire, tutto qua!
Calò il silenzio, i due
non parlavano più… Si sedettero entrambi a terra, sospirando… Revy guardò Dutch
di nascosto, pensando che quello fosse il momento giusto per proporgli quello
che aveva in mente…
Revy: ei Dutch… io e te…
< Dutch!! Qualcosa ci
punta contro!! È un elicottero!!>
Dutch: cosa? Ma non finiscono più??
Cazzo! Revy tocca a te!
Revy: agli ordini!
Mentre Revy si caricava addosso
una fila di munizioni, pronta a salire sul ponte, Dutch si voltò verso di lei e
la fermò…
Dutch: stavi dicendo qualcosa?
Revy: io e te sono anni che
lavoriamo insieme e non l’abbiamo mai fatto… dovremmo provarci!
E sparì sul
ponte, lasciando Dutch di stucco; non capiva dove volesse arrivare, ma l’idea
che lei gli aveva proposto non era male… ma quello non era il momento di
pensarci…
Revy corse sul ponte, si mise sul fucile mitragliatore, pronta a
sparare all’elicottero; quando mirò, però, vide un uomo agitare un braccio e
farle cenno di non sparare…
Revy: ma che cazzo…
???: ferma, non sparare!
Revy: si può sapere che volete? Siete degli Yakuza?
???: no! Io sono
mister Kalamond, quello a cui dovete dare la testata!
Revy: e io come faccio
a sapere che non mi prendi per il culo?
Revy: ne sei sicuro Dutch?
Revy: va bene, va bene… allora vieniti a prendere la roba!!
La Lagoon si fermò e, una volta imbracate le casse, mister Kalamond se le
portò via, caricandole sull’elicottero; non appena ripartirono, Revy si voltò
sconfitta per essersi lasciata scappare anche quella testata nucleare… Quando
un’esplosione si scatenò dietro di lei, e, voltandosi, vide quell’elicottero
andare in mille pezzi, cadendo in mare…
Revy: non è possibile… quella roba
doveva scoppiare?!
Si fiondò nella cabina urlando contro Dutch, che era al
telefono
Revy: che cazzo significa Dutch??!!
Revy: sorellona!! Ma dico, volevi forse
ammazzarci??
Dutch: quindi sei stata tu a dirgli di
venire a prendersi la roba qui?
Dutch: ma
allora non era roba nucleare?!
Revy: e che cazzo avete
rubato ai giapponesi?
< era solo uno dei prototipi di bombe in fase di
sviluppo… se la Yakuza non avesse sollevato un po’ di polverone, Kalamond non ci
sarebbe mai cascato! Ottimo lavoro Dutch, ora potete rientrare!>
Dutch:
ricevuto Balalaika…
Era sera ormai quando la Lagoon attraccò al porto; Rock
si era da poco svegliato e vide Benny che spegneva tutti i computer…
Rock:
ei, ma dove siamo?
Benny: oh, Rock! Ti sei svegliato?! Siamo tornati
indietro, abbiamo finito per oggi. Ti sei perso la parte migliore! Abbiamo
scoperto che quella non era una testata nucleare, ma solo una bomba ad
orologeria calibrata per far saltare in aria il destinatario, però per il
piccolo inconveniente degli Yakuza rischiavamo di saltare in aria!
Rock: oh
mio dio…
Benny: ma avanti, ora è tutto ok! Stiamo sbarcando! Dai muoviti,
non vorrai restare nella nave!?
Rock: si, hai ragione!
Rock uscì dalla
cabina di Benny e si accinse ad uscire sul ponte, quando vide Revy; stava per
andare da lei, ma vide che parlava con Dutch e anche se non voleva, fu più forte
di lui e si fermò ad origliare…
Dutch: ei Revy…
Revy: che vuoi?
Dutch:
riguardo quello che mi hai detto prima… mi spieghi come ti è venuto in
mente?
Revy: così… Dutch, io voglio un uomo, un vero uomo! Voglio qualcuno
che mi soddisfi come… come solo un uomo sa fare! E tu mi sembri proprio il tipo
giusto!
Dutch: mpf… e ti sei dovuta scopare mezzo mondo prima di
arrivarci?
Revy: guarda che ho ancora le pistole addosso!
Dutch: hai da
fare sta sera?
Revy: perché mi porti al cinema? – facendo una vocina da
bimba
Dutch: io avevo in mente qualcosa da adulti… ti va?
Revy: e me lo
chiedi…?
Rock aveva sentito tutto, ed era rimasto di sasso… Aveva capito
ormai, lui non aveva alcuna speranza… Tutto il suo mondo gli crollò addosso,
tutto quello in cui aveva creduto fino ad allora gli crollò addosso; Benny uscì
dalla cabina, lo vide lì fermo ed andò a parlargli, mettendogli una mano sulla
spalla
Benny: ei, che ci fai ancora qui?
Rock strinse forte i pugni e
chiuse gli occhi: lasciami stare!!!
Disse, e se ne andò a passo deciso,
passando avanti a Dutch e Revy; lei lo guardò con fare interrogativo
Revy: ma
che gli prende?
Dutch: e io che ne so..
Benny: mi sa che io lo so…
Benny corse fuori a cercare Rock, e lo vide fermo al molo, mentre fissava
l’acqua incantato… Gli si avvicinò lentamente, cercando di osservarlo il più
possibile, per capire se avesse azzeccato il problema…
Benny: Rock… va tutto
bene? Ah, che domanda cretina… lo so che non va bene, vero?
Rock: te l’avevo
detto, Benny… lei se ne frega di uno come me…
Benny: lo sapevo… non mi pare
il luogo giusto per parlarne… che ne dici se andiamo al Yellow Flag?
Rock annuì… I due si avviarono, quando Revy e Dutch scesero dalla
nave
Revy: ei dove andate voi due?
Benny: a farci un goccetto al Yellow
Flag! Venite anche voi?
Dutch: no, abbiamo da fare…
Rock strinse i denti,
e sveltì il passo, tanto che Benny fu costretto a correre per
raggiungerlo.
Dutch e Revy si guardarono confusi; poi fecero spallucce e
scesero dalla nave…
Non appena entrati in ufficio Revy fece per andarsi a
sedere sul divano, ma Dutch la prese per un braccio, la portò a sé e la baciò;
lei non riuscì neanche a rendersi conto di quello che era successo, sentiva solo
i muscoli di Dutch che la stringevano, le sue mani che le accarezzavano il
corpo, e il suo bacio… ma… stranamente non sentiva ancora niente… così gli prese
la maglietta e lo tirò sul divano, stendendosi e facendolo stendere sopra di
lei; lui allora le tirò su la maglia, palpandole il seno… Revy sentiva il
piacere di quelle mani sul suo seno, ma era quello stesso piacere che aveva
sentito tutte le altre volte, con tutti gli altri uomini… Nemmeno si era resa
conto che lui la stava baciando sul collo, e che già lei era mezza nuda su quel
divano; lui gli passò una mano lungo l’addome, poi la portò sui pantaloncini, e
le slacciò la lampo e la cintura, infilandogli una mano dentro… Revy pensò che
in quel momento avrebbe finalmente sentito quel brivido… ma… perché quel brivido
non arrivava? Perché ora che era con Dutch, con quell’uomo che poteva
soddisfarla, non sentiva niente? Possibile che aveva sentito quel brivido solo
con… Rock?! Quella serata, quel suo modo di comportarsi, quel suo chiamarla
Rebecca… quella sera Revy si era sentita una donna tutto il tempo, si era
sentita trattare come una ragazza, come una donna! Lui la trattava come una
donna! Ora non sentiva più niente, nemmeno si curava di Dutch, pensava solo a
Rock, a come lui l’avesse sempre trattata come lei voleva essere trattata, a
come lui era cambiato per starle accanto; aveva persino sparato ad un uomo per
salvarle la vita… e poi quel brivido, quel brivido che aveva sentito quando lui
la toccava, mentre la baciava, mentre semplicemente era con lui! Forse lui, tra
tutti quello che sembrava il più debole, il più inutile era proprio l’uomo che
l’aveva fatta sentire come voleva! Era lui, ne era sicura!
Revy: cazzo!!
Dutch: che hai? Ti ho fatto male?
Revy: no… ma… non posso,
levati!
Dutch: cosa? Ma che dici??
Revy: che non sei tu che voglio… l’ho
capito solo adesso…
Dutch: Revy non mi starai mica dicendo che mi molli per…
per Rock?!
Revy: ti mollo per chi mi pare! Permesso!
Revy si alzò, si
aggiustò il top, si riallacciò i pantaloni e si diede una sistemata ai
capelli
Dutch: sei sicura di voler rinunciare?
Revy: sicura… ora scusami…
devo andare allo Yellow Flag!
Seduti al bancone, Benny e Rock parlavano tra loro, con
una bottiglia di Rum… perfino quella bottiglia gliela ricordava… Rock era
appoggiato al bancone, con la testa sprofondata nelle braccia…
Benny: avanti
Rock, non è mica la fine del mondo! Ce ne sono tante!
Rock: si ma io volevo
lei… io mi sono innamorato di lei…
Benny: eh… innamorarsi di lei non è una
cosa da niente… sapevi a cosa andavi incontro, no?
Rock: se fosse dipeso da
me… mi sono ritrovato a guardarla fumare e a pensare a quanto fosse sexy…
Benny: be… in effetti non è che Revy sia una brutta donna, anzi…
Bao:
Revy?!
Rock: si, Revy!! Hai qualcosa in contrario?
Bao: no, è appena
entrata Revy…
Rock si voltò verso di lei, che era appena entrata e cercava
con lo sguardo qualcuno; e appena lo vide si precipitò su di lui, prendendolo
per un braccio e trascinandolo giù dalla sedia
Revy: vieni con me,
muoviti!
Rock: cosa? Perché?
Revy: niente domande, forza!
Benny: ma tu
non avevi da fare?
Revy: tu cuciti la bocca!!
Rock: lasciami!
Rock
tirò via con forza il braccio dalla stretta di Revy
Rock: io non vengo da
nessuna parte… mi sono rotto di stare ai tuoi ordini… non hai Dutch
adesso?
Bao: Dutch?
Benny: io mi farei i cazzi miei, se non vuoi avere il
bar distrutto di nuovo!
Revy: Rock vieni fuori, devo parlarti… non farmi
incazzare, per favore!
Rock: che vuoi? Puoi dirmelo anche qui, no? La grande
Revy ha paura di parlare in pubblico? Tanto se devi umiliarmi fallo davanti a
tutti e basta!
Revy: umiliarti? Ma.. tu hai sentito cosa dicevamo con Dutch,
vero?
Rock: e anche se fosse? Ti crea problemi?
Revy: non mi crea nessun
problema, mi pare che sia l’unico ad averne!
Rock: può anche essere, quindi
lasciami stare!
Rock si voltò, dandole le spalle, versandosi un bicchiere di
rum… Benny lo guardava temendo il peggio per lui, soprattutto vedendo lo sguardo
nero di Revy… Lei guardava a terra, sentiva il suo cuore battere forte: lui si
era comportato come un vero uomo di fronte a lei, non aveva avuto paura di lei e
gli aveva dato anche le spalle! Adesso capiva perché era andata lì, perché aveva
rinunciato a Dutch, perché adesso si prendeva quelle parole senza dire nulla…
alzò lo sguardo verso di lui, piegò le labbra in un sorriso e sussurrò piano,
anche se tutti la sentirono
Revy: ti amo Rock…
Lui sgranò gli occhi! Cosa
aveva detto?! Revy aveva forse detto… che lo amava? Si voltò verso di lei per
accertarsi che non stesse sognando, e la vide che sorrideva, mentre tutti gli
occhi erano puntati su di lei; no, non poteva essere un sogno, quello non
poteva, non doveva esserlo! Rock scese dalla sedia, le andò di fronte e la
guardò, accarezzandole il viso
Rock: stai scherzando?
Revy: non lo avrei
mai fatto qui dentro, tu che dici?
Rock non poteva crederci, e per far si
che tutto quello non svanisse la baciò, lì, davanti a tutti!
Benny: be,
almeno lui ha un lieto fine… portami del rum, barista!
Rock e Revy uscirono
dal bar, rimanendo per un po’ a guardare le stelle lì davanti; poi lui si voltò
verso di lei, le andò dietro e l’abbracciò, baciandola sul collo; ed eccolo,
quel brivido pervase subito Revy! Quel brivido che tanto aveva cercato adesso si
era scatenato per un semplice bacio!
Rock: ti amo Rebecca!
Revy: Rock… mi
dispiace per l’altra sera… io… voglio fare l’amore con te!
Rock: sei sicura
che sta volta non mi scaraventi a terra?
Revy: sono sicura!
E si voltò,
baciandolo e stringendosi forte a lui; era una sensazione meravigliosa, mai
provata prima!
Rock: come sei venuta qui?
Revy: in macchina… è là…
Mentre salivano in macchina, videro Dutch entrare nel locale…
Rock: sei
sicura che non preferisci lui?
Revy: mi troverei qui se preferissi lui?
Schiaccia a tavoletta Rock, torniamo in ufficio!
Rock non se lo fece ripetere
e in pochi minuti erano già arrivati, lì, da soli, a fare l’amore nel letto di
Revy; lei finalmente sentiva quello che da sempre aveva voluto, si sentiva una
donna con lui, sentiva quel piacere che la pervadeva tutta, sentiva quei brividi
che la facevano godere come mai aveva provato! Quella sera si era sentita una
donna, una vera donna, grazie a lui, grazie a Rock… Lui l’aveva amata, l’aveva
protetta, l’aveva fatta sentire l’unica al mondo, proprio come… come solo un
uomo sa fare…
FINE
Dedico questa fan a tutti gli appassionati di
Black Lagoon, al mio fratellino Dado che ora è in gita e alle mie care Poppi e
Daga!! Spero vi sia piaciuta! Arrivederci!
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