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Autore: Ayumi    05/08/2003    3 recensioni
Affrontare la prima grande delusione. Imparare a perdonare e andare avanti. Crescere a volte significa anche questo, e Haruko deve dimostrare soprattutto a se stessa di non essere la bambina che tutti credono.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruko Akagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Precious Illusions

Autore: Ayumi

In una serata in cui mi sentivo particolarmente nostalgica, ho ripescato un vecchio diario, e la lettura di alcune pagine mi ha riportato alla memoria un episodio poco felice che avevo dimenticato. E' strano come poche righe abbiano avuto il potere di farmi rivivere nitidamente e a distanza di parecchio tempo un'esperienza che non c'entra più nulla con la mia vita… Da qui è nata questa storiella.
Grazie alla mia cara amica F. perché c'è. Sempre.
Grazie ai ricordi, belli o dolorosi.
Grazie ai miei diari.

I personaggi di SD sono ovviamente di Takehiko Inoue
Il titolo della fic e i versi riportati sono di Alanis Morrisette, e la canzone è appunto "Precious Illusions"


PRECIOUS ILLUSIONS

…these precious illusions in my head did not let me down
when I was defenseless
and parting with them is like parting with invisible best friends…


E' iniziato il giorno più brutto della mia vita…
Cerco di alzarmi dal letto, a fatica, lottando contro me stessa.
Gli occhi bruciano ancora per tutte le lacrime che ho pianto sta notte, le stesse lacrime che mi annebbiano tuttora la vista, mentre la mia mente va crudelmente a ripescare quelle dannate immagini.
Mi guardo riflessa nello specchio del bagno. Cerchi scuri intorno ai miei occhi. Pelle opaca. Sguardo inespressivo.
Non ho neppure la forza per prepararmi, e anche il movimento più insignificante mi costa un'immensa fatica.
Ma a scuola purtroppo ci devo andare, anche se preferirei starmene in camera mia e non dover rivedere mai più nessuno… Fa troppo male…
Sono una stupida… Sono stata proprio una stupida ingenua…
Però in fondo speravo con tutto il cuore che lui si accorgesse di me, anche se ero consapevole dell'assurdità di questo pensiero.
Non so se ne fossi realmente innamorata, ma mi piaceva, mi piace tuttora, e la sola idea che lui adesso stia con… No, non ci voglio nemmeno pensare… E' una sofferenza troppo grande…
Lui era come un sogno … So che non avrei mai avuto nessuna possibilità, però… Però almeno potevo fantasticare, potevo illudermi che un giorno questo bellissimo sogno diventasse realtà… Potevo gioire nel vederlo a scuola, in palestra, durante le partite… E il fatto che lui dimostrasse di avere come unico interesse il basket mi confortava… Mi dicevo: "Non sei tu che sei sbagliata… lui le ragazze proprio non le vede…"
Che considerazione idiota… Come ho potuto credere che un ragazzo di sedici anni avesse in testa solo il basket? Ma faceva parte anch'essa della mia illusione, e ora tutto si è dissolto, dileguato, svanito nel nulla. Non riesco a focalizzare altro che quella scena…
Avrei preferito rimanerne allo scuro, non conoscere la verità… Almeno non in quel modo.

Mentre mi siedo per fare colazione, mia madre mi osserva preoccupata.
E' da ieri che praticamente non parlo con nessuno e che non mangio nulla.
Ma non ho fame, e non riuscirei ad inghiottire neppure una briciola… L'odore del cibo mi provoca solo nausea. Con un grande sforzo riesco almeno a bere la spremuta, e poi accennando un ciao esco.
Mio fratello è già andato a scuola, forse è meglio così… Non potrei tollerare neppure la sua compagnia.
Non riesco a smettere di pensarci… Oltre ai miei sogni, ho perso un'amica… Un'amica che credevo sincera e leale, che ammiravo per la sua determinazione e maturità. Era un punto di riferimento per me, una sorella maggiore.
Non la voglio più vedere, anche se è impossibile. Ma non le rivolgerò più la parola…
Anche se mi chiedo con quale diritto io possa pensare male di lei. Mi chiedo se sono realmente sincera quando do retta a tutte queste malignità che mi girano in testa.
In fondo… In fondo lui non è mai stato mio. Non è mai stato nulla per me, non posso considerarlo neppure un amico.
Però questo qualcosa che sentivo per lui c'era, ed è stato calpestato, lacerato, senza alcun rispetto. O forse semplicemente non è stato preso sul serio. Forse è perché mi considerano ancora tutti una bambina…

Eccomi a scuola… Fuji e Matsui corrono verso di me ridendo… Loro non sanno nulla, e io non ne voglio parlare. Cerco di sorridere, ma non riesco. Si rivogono uno sguardo preoccupato, mi chiedono come sto.

- Voglio solo stare tranquilla, sono un po' stanca… - rispondo loro.

Vado subito in classe, non voglio correre il rischio di incontrarli.
E invece all'ingresso dell'aula c'è proprio lei, Ayako.
Con i suoi bellissimi ricci castani che le incorniciano il viso, su cui è dipinta un'insolita espressione triste.
Mi osserva mentre mi avvicino, e muove qualche passo verso di me. Mi sfiora un braccio con la mano. Un tocco delicato, quasi impercettibile.

- Mi dispiace Haruko… - mormora, con gli occhi lucidi e la voce tremula.

Vorrei abbracciarla. Questa è la prima cosa che mi viene in mente di fare.
Mi si stringe il cuore nel vederla così… così dispiaciuta, così piena di sensi di colpa nei miei confronti. E so che quello che mi ha detto è vero, so che il suo dolore per avermi ferito è sincero.
Ma non riesco ancora ad accettarlo. E' più forte di me. Mi sento tradita…
Mi scosto leggermente senza guardarla, mentre una lacrima scivola dalle mie ciglia.

- Devo andare in classe… - dico atona, mentre la supero e raggiungo in fretta il mio banco.

Spiace anche a me Ayako. Non puoi immaginare quanto. Ma tu hai lui adesso… Invece io sono sola, senza più nemmeno quel paradiso di cristallo che mi ero costruita e in cui potevo sempre andare a rifugiarmi. Avresti dovuto essere sincera con me…

E' che proprio non ce la faccio… non riesco ad ignorarle… Quelle immagini, quelle poche parole, inondano prepotentemente la mia testa, si ripetono all'infinito, mi tormentano…

- Ehi Miyagi… cos'hai?
- Haruko… Io…
- Avanti, dimmi…
- Io volevo solo accompagnarla a casa…

Non dimenticherò mai l'espressione di Miyagi, quei suoi occhi che a stento trattenevano le lacrime, la voce bassa.
Io invece come di consueto non ho capito niente e mi sono comportata da vera ingenua.

- Parli di Ayako? Vado a chiamartela se vuoi…
- No, non farlo… Non andare!
- Ma perché? Avanti, lasciami il braccio! Lasc…

Non so per quanto tempo rimasi immobile, in silenzio, a fissare quella scena. Forse per qualche istante smisi addirittura di respirare.
Tutto era sparito intorno a me, niente si muoveva, niente provocava il minimo rumore. Almeno queste erano le mie percezioni. Vedevo soltanto loro… Ancora abbracciati.
Ayako impietrita, con gli occhi sbarrati, che guardava me e Miyagi.
E lui… Rukawa… Come sempre nulla traspariva dal suo volto. Niente di lui tradiva una qualsiasi emozione. Non che lo pretendessi nei miei confronti - o forse sì -, ma Miyagi… E' un suo compagno di squadra…
Mi ridestai quando mi accorsi che Ayako stava tentando di raggiungermi, divincolandosi da Rukawa che però non la lasciava.
Me ne andai di corsa. Senza curarmi né di Ayako che urlava il mio nome e mi diceva di fermarmi, né del povero Miyagi.
E non ho versato neppure una lacrima.
Il mio unico pensiero era di allontanarmi, di scappare.
Ora invece sono qui, in questa scuola, e da qui non posso proprio fuggire, non posso nascondermi.
Devo affrontare la realtà. Devo dimenticare, voltare pagina. Devo capire e perdonare.
Belle parole… Belle parole che sembrano sensate, ma che ora non mi sono di nessun aiuto. Non sono in grado di fare tutte queste cose. Non sono capace, non sono forte abbastanza, non sono matura abbastanza… Fa male, troppo male…

***
Finalmente le lezioni sono finite.
Mi sento così debole, senza difese, svuotata di tutto. Nessun appiglio a cui potermi aggrappare per alleviare questo dolore.
Mi chiedo quanto durerà… Per quanto tempo riuscirò a sopportarlo.
Cammino verso casa, la mente ormai vuota, stanca per i troppi pensieri pesanti, e il cielo azzurro sopra di me.
Il cielo azzurro… Mi ci perdo per qualche istante, mentre silenziose lacrime mi rigano di nuovo le guance. Le asciugo con il dorso della mano, e un lieve sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra.
Sorrido perché sembra che oggi riesca soltanto a piangere.
E perché era da tempo che non vedevo un cielo così bello…
Respiro profondamente.
Poi corro via.

  
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