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Autore: Denti    13/07/2014    1 recensioni
[...] L’armatura dello Scorpione gli era d’impiccio, e pesava moltissimo in quei minuti di ansia. Perché quelle poche scalinate erano improvvisamente così lunghe da fare? [...]
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Promettimi

Salire tutte quelle scale non gli era mai parso così difficile. Milo correva a perdifiato, perché sapeva che qualcosa non andava: improvvisamente il cosmo di Camus si era affievolito fino a spegnersi del tutto.
Quindi Milo correva a perdifiato, e inciampava nel mantello. L’armatura dello Scorpione gli era d’impiccio, e pesava moltissimo in quei minuti di ansia. Perché quelle poche scalinate erano improvvisamente così lunghe da fare?
Attraversò sia la Casa del Sagittario, sia quella del Capricorno senza incontrarne i custodi, ma non si fece nessuna domanda. Doveva correre.
Quando si trovò all’entrata del tempio di Aquarius il suo cuore perse un battito: il freddo che riempiva quella Casa era irreale.
Di morte.
Poi lo vide, Camus. Il rosso era disteso a terra, immobile. Non dava segni di vita, nemmeno sembrava respirare, e il terrore si impossessò del Cavaliere di Scorpio.
<< ‘Phro! Shura! Correte! Venite qua! >> urlava per la disperazione, ma nessuno pareva sentirlo. Che fine avevano fatto gli altri Cavalieri? In quel momento però non era il problema principale. In quel momento a lui importava solo di Camus.
Gli corse incontro e gli si gettò al petto, gli occhi azzurri gonfi di lacrime che cominciavano salire malandrine, ma fu solo quando ebbe tra le mani il volto del compagno, così
gelido, che si rese conto. Quello non era il freddo tipico di Camus, paradossalmente per lui così caldo, bensì il freddo della morte.
Un urlo di dolore gli squarciò il petto.


<< Milo! Svegliati Milo! >>
Appena aprì gli occhi Milo si trovò davanti un’inconfondibile zazzera rosso fuoco, e subito si gettò al collo del proprietario. Si accoccolò tra le braccia dell’altro bambino e si sciolse in un pianto liberatorio.
<< Milo, cos’hai? Prima stavi urlando >> Le manine di Camus gli accarezzavano i capelli nel tentativo di calmarlo, e Milo ci mise un po’ a realizzare dove fossero.
Lui era Milo di Scorpio: sette anni e già custode dell’Ottava casa, la stessa Casa in cui si trovava a dormire con il suo amico e compagno d’armi Camus, anche lui sette anni e custode di qualche Casa più in là. Eppure perché si era visto così grande? Perché erano così adulti?
Stringeva i capelli di Camus in maniera convulsa, arricciandoli e attorcigliandoli attorno alle dita e rilasciandoli improvvisamente, beandosi del calore emanato dal corpo dell’amico.
<< Cam? Promettimi che non morirai mai >>
   
 
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