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Autore: mahones supra    13/07/2014    3 recensioni
"Volevo chiederti se quest'anno potevi stare un po' dietro a un mio amico che si trasferirà qua a Miami tra un paio di giorni"
[...]
"Cazzo sei una piaga Austin!"
"Allora possiamo anche fare a meno di vederci ancora!"
"Infatti! Addio cretino!"
Se n'è andata davvero? L'ho persa per sempre...
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- #1 -
"ehi Emma!"
mi giro verso la porta di uscita della scuola, da dove mi avevano chiamato
"ehi Robert" lo saluto con due baci sulla guancia
Robert è in assoluto il mio migliore amico, è come un fratello per me. Ci conosciamo da quando avevamo 5 anni e abbiamo fatto sempre scuola insieme.
"com'è andato il primo giorno di quinta?" mi chiese sorridendo un po' visto che lui aveva già finito la scuola l'anno prima, l'anno scorso non avevo voglia di fare nulla perciò mi sono fatta bocciare.
"ho capito che non ne vuoi parlare. Dai ti porto a mangiare fuori" uscimmo dalla porta e continuai a guardare i ragazzini di prima, erano spaesati come pochi. Io me lo ricordo il mio primo giorno di scuola e avevo un sorriso a 32 denti perchè finalmente ero "diventata grande", cazzo ero al liceo. 

Uscendo mi accesi una sigaretta e porsi l'accendino a Robert per accendersene una anche lui.
"ti vedo un po' fuori dal mondo. Cos'hai?" mi sedetti sul marciapiede
"no niente sto notando come i primini siano smorti. Io il mio primo giorno di scuola ero gasatissima" sorrisi e buttai fuori dalla bocca una nuvola  opaca di fumo
"si ma tu sei strana" Robert scoppiò in una risata e mi tirò una pacca sulla spalla "e poi insomma...dopo 3 mesi di scuola eri già diventata popolare. Hai vissuto le superiori come una pacchia a confronto di tanti altri"
"si hai ragione, non ci avevo pensato"
Finimmo di fumare la sigaretta parlando del college di Robert e di quello che avevo intenzione di fare quest'anno e cose del genere.

Salimmo in macchina di Robert e mi portò in un bar molto carino dove ormai eravamo amici del proprietario.
"ehi Sal! ci porti il solito per favore"
"ma certo Robert. Arriva subito"

scelsi un tavolo dove sederci e appoggiai la borsa su una delle sedie. Quando si sedette anche Robert lui iniziò a parlare.
"Ascolta Emma, lo so che l'anno scorso è stato un brutto anno per te ma non puoi continuare a stare così. Per un ragazzo per di più"
"Robert non iniziare con questa storia e poi lo sai perfettamente che non è solo per Tyler"
"Si ok come ti pare però sei cambiata. Non ridi più come una volta"
"Dai insomma non fare il melodrammatico adesso" risi per sottolineare come io fossi come prima
"Vabbe...io non ti obbligo a parlare"
"Bravo"

Fortunatamente arrivò il cameriere con le ordinazioni e iniziammo a mangiare. Credevo che Robert non mi parlasse più fino al giorno dopo visto quanto è permaloso e invece a metà del pasto iniziò di nuovo un discorso
"In ogni caso sei la mia migliore amica quindi posso chiederti tutti i favori che voglio"
"Ti ricordo che per il compleanno ti ho regalato dei buoni per dei miei abbracci gratis, non per dei favori
" mi misi in bocca una forchettata di insalata
"Si dai, sempre la solita simpatica. Comunque volevo chiederti se quest'anno potevi stare un po' dietro a un mio amico che si trasferirà qua a Miami tra un paio di giorni"
"In che senso? Non sono mica una baby-sitter"
"Nel senso che lui verrà a scuola da te, deve fare anche lui il quinto anno e visto che è un ragazzo...particolare vorrei che avesse qualcuno"
"particolare?"
mi accesi una sigaretta. Tutta questa storia era strana, io non ero la baby-sitter di nessuno e per di più badare a un ragazzino "particolare" non faceva proprio per me
"si si non preoccuparti, si è trasferito perchè l'hanno espulso dalla sua vecchia scuola a New York e poi, per altri motivi, è andato in galera e sua mamma l'ha spedito qua da me sperando che cambiasse"
"Ma guarda solo per il fatto che è di New York dovrei dirti di no"
ho una sorta di repulsione naturale per i NewYorkesi "e poi io non sono al mondo per tenere a bada i galeotti"
"Dai Emma, sei l'unica persona di cui mi fido e l'unica che sarebbe in grado di tenerlo a bada. Per piacere..." iniziò a farmi gli occhi dolci e cedetti.
"Va bene, ma non ti prometto nulla. Se vedo che mi fa innervosire lo mollo da solo ok?!" su questo non ammettevo discussioni. Io non dovevo stargli dietro come un padrone con il cane.
"ok domani mattina lo porto a scuola, quindi aspettami davanti scuola"
"come domani? avevi detto che sarebbe arrivato tra un paio di giorni!"
"vabbe dai, ormai hai detto di si"
e si mise a ridere. Io, non potendo resistere, iniziai a ridere con lui. Passammo tutto il pomeriggio insieme e alle 6.30 mi riportò a casa.

"ok grazie ancora Emma. A domani" e mi mandò un bacio con la mano, ricambiai il saluto e rientrai in casa.
"ciao mamma, sono tornata"
"ciao Emma, per favore vieni a darmi una mano a mettere a porto la spesa"

appoggiai la borsa di pelle morbida nera sul divano e andai in cucina. Non ero molto brava a scuola tra voti, assenze e sospensioni varie ma non lo facevo apposta. Proprio non riuscivo a studiare, non mi importava nulla di prendere una A o una D, era l'ultimo dei miei problemi. Aiutavo sempre in casa perchè mia mamma puliva casa tutto il giorno e a fine giornata, com'è normale, era distrutta quindi mi faceva piacere aiutarla. Mio papà era proprietario di un hotel sulla spiaggia, si insomma ce la passavamo bene per quanto riguarda i soldi.
Ero l'ultima persona che poteva lamentarsi della vita.

* il giorno dopo *

Aspettai fuori da scuola per aspettare che arrivasse Robert con quell'altro tipo. Non sapevo neanche come si chiamava, ma non mi importava.
Mi accesi una sigaretta e aspettai per circa 2 minuti prima di vedere arrivare la macchina di Robert, alla quale mi avvicinai.
"Ehi ciao Robert" lo salutai mentre scendeva dall'auto
"ciao Emma, lui è Austin. Austin, Emma" guardai un po' storto l'altro ragazzo che scese dall'auto. Aveva un paio di pantaloni color caco con delle finte bretelle attaccate, una maglietta nera e una felpa da baseball. Spostai la sigaretta nell'altra mano e gli porsi la mano.
"piacere Austin" aveva una voce molto profonda, gli occhi di un verde che non avevo mai visto prima. Per salutarmi mi sorrise e notai che aveva i denti bianchissimi. Un po' perplessa sussurrai a Robert "dall'aspetto non sembra esattamente un tipo da galera"
"meglio no? non lamentarti. Va bene io vado ciao Austin, se hai bisogno di qualcosa chiedi a Emma ok?" disse Robert rivolgendosi a entrambi.
Io e Austin lo salutammo.
Ora che era di fianco a me vidi che era più alto di me, fantastico un bimbetto di un anno più piccolo era più atro di me. Che amarezza.

"ok allora ti dico un paio di cose. Tu non mi verrai a cercare e parlare se non per motivi di vita o di morte. Non parlare con la squadra di football e pallavolo, sono degli stronzi che rompono sempre le palle ai nuovi. Non mi sembri un tipo da sport quindi non ti consiglio di parlare con le cheerleader e con la squadra di basket.
A pranzo se vuoi puoi mangiare con me, non voglio che buttino a terra il vassoio di un amico  di Robert. Non ti consiglio di farti come amici i nerd, in questa scuola con chi esci, come esci, cosa fai quando esci sono il motivo per cui puoi ancora respirare senza che qualcuno ti butti a terra. Capito?"

forse l'avevo rintronato un po' con tutta quella roba, ma volevo davvero dargli dei consigli.
"perchè dici che non sono un tipo da sport?"
"per piacere! hai dei pantaloni che fanno passare a mala pena il sangue necessario per farti funzionare le gambe, hai una giacca da baseball ma probabilmente non sapresti riconoscere una palla da baseball da una da football.--"
lui iniziò a ridere e io mi bloccai "se lo dici tu" si girò il cappellino al contrario e si accese una sigaretta.
"adesso devi iniziare a fumare? dai io ho appena finito. Comunque oggi alla fine del pranzo non andiamo subito via, vieni in palestra che c'è una partita di basket e gioca un mio amico"
"un tuo amico?"
"si un mio amico."
risposi scocciata. Quel ragazzino era snervante. Da prenderlo a sberle dalla mattina alla sera.
"allora senti la prima lezione che hai è di geografia nell'aula 602, appena entri giri a sinistra ed è la seconda aula a sinistra. capito?" gli chiesi fissandolo negli occhi
"si si"
"perfetto allora ci vediamo dopo"
e entrai nell'atrio della scuola. Salutai qualche mio compagno, presi i libri dall'armadietto e nell'andare nell'aula mi si affiancò la mia amica Vicky.
Vicky è l'opposto di me. Lei è brava a scuola, è molto molto femminile ed è sempre gentile e disponibile con tutti.

Le ore passarono lentamente, troppo lentamente. Saltai anche l'ora di scienze nascondendomi dietro la scuola in un posticino che ormai conosco, mi ci nascondo sempre.
L'ora della partita era arrivata e io intanto mi ero anche cambiata perchè dovevo essere carina per in mio ragazzo, Alex. A lui non piace quando mi vesto di nero, dice che sembro un becchino.
avevo delle calze color carne, dei pantaloni troppo corti per i miei gusti di jeans, una canottiera con scritto "don't give a f..." e un cardigan. Non mi faceva impazzire questo outfit però insomma cosa non si fa per "amore".
Alex era il capitano della squadra di basket e il ragazzo più desiderato della scuola, io gli volevo bene certo ma forse non abbastanza per starci insieme ma andava bene così perchè lui era il ragazzo più popolare e io la ragazza più popolare quindi...si insomma, andava così.

Mi sedetti sugli spalti, aspettando che la partita iniziasse. Si sedette di fianco a me Austin
"carini i vestiti, ma non sono molto da te"
"taci."
gli risposi malamente guardando da un'altra parte
"è per il tuo amico?"
"qualche problema Emma? chi è questo ragazzino?"
sentii la voce di Alex da dietro di me
"amore. cosa ci fai qua? non dovresti riscaldarti?" mi infilai tra lui e Austin perchè sapevo che Alex si stava innervosendo. Era un ragazzo molto geloso.
"si si adesso vado" cercò lo sguardo di Austin, mi prese la testa e mi baciò. Io all'inizio tentai di staccarmi ma poi lasciai perdere e ricambiai il bacio. Alex si stacco e guardando Austin
"comunque piacere Alex."
"Austin"

cadde un silenzio molto imbarazzante e tutti ci stavano guardando. Io mi affondai la faccia nella mano per la vergogna.
"dai Alex vai a riscaldarti che è meglio" e lo spinsi a scendere gli spalti, lui se ne andò e iniziò a parlare con i suoi compagni di squadra continuando a indicare Austin.
"vado a fumare"
"vango con te"

volevo dirgli di non seguirmi però insomma, affari suoi alla fine. Aveva capito che Alex non era un ragazzo molto cordiale quindi se si fosse preso botte sarebbe stata una responsabilità tua.
Il tempo di accendermi una sigaretta e Alex aprì con forza le porte della palestra seguito dai suoi compagni di squadra che cercavano di bloccarlo.
Prese Austin per le spalle e lo sbattè per terra con violenza.
"stalle lontana hai capito?!" urlò Alex in faccia ad Austin.
Austin si alzò e si tolse l'erba da dosso. Io intanto continuavo a fumare appoggiata ad un albero. Sapevo che sarebbe successo e poi ero convinta che Austin non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa così facilmente.
"intanto ti calmi...poi tranquillo che siamo solo amici"
"Emma non ha amici che non conosco"

"questo è quello che credi" mi intromisi. In realtà non so perchè lo dissi. Avevo sopportato questi comportamenti di Alex per 2 anni praticamente e avevo continuato a vedere miei amici di nascosto, per non farlo arrabbiare.
Lui spostò Austin facendolo quasi cadere e iniziò a camminare a passi pesanti verso di me. Io non mi mossi e quando arrivò faccia a faccia a me mi strinse le guance tra indice e pollice
"Alex mi stai facendo male"
"cos'è che credo io?"
non avevo paura di lui, però mi stava facendo male
"Cazzo Alex, mi stai facendo male!" tentai di spostarlo ma senza risultati, ma improvvisamente Alex cadde all'indietro e vidi Austin che lo guardava dall'alto
"non toccarla va bene?" disse Austin in tono calmo e pacato
"lei è la mia ragazza e posso fare quello che voglio"
"io non sono più la tua ragazza"
gli dissi io fissandolo negli occhi mentre era ancora a terra 
"non stiamo più insieme, vai pure Alex"
Alex si alzò continuando a guardare me e Austin "se ti piacciono i ragazzi fighetti come questo qua fai pure, ma senza di me la tua popolarità scomparirà."
"A me non piace Austin, e neanche tu. Non mi sei mai piaciuto a dire la verità mi fai un po' pena e penso sarò felice anche se non sarò popolare"
Alex se ne andò con i suoi compagni dentro alla palestra, mi feci accompagnare in bagno da Austin per cambiarmi con i miei vestiti:pantaloni neri di pelle attillati, canottiera blu con maglione a maglia larga bianco e un cappellino grigio.
Portai Austin a casa di Robert e gli chiesi di non dire niente a Robert e che gliel'avrei detto io prima o poi.
Arrivai a casa e trovai un bigliettino dei miei genitori

Siamo dalla zia per la cena. C'è qualcosa da scaldare nel forno. Torneremo tardi, buona notte tesoro.
    Mamma & Papà


Buttai sul letto la borsa con i libri e andai in cucina per mangiare, sentii arrivare un messaggio sul cellulare

Da: *numero sconosciuto*
"ehi ciao sono Austin. Come stai?"

A: Austin
"boh bene...dovrei stare in qualche modo particolare?"

Da: Austin
"scusa eh...volevo solo chiedere. Vabbe a domani"


Tirai un sospiro. Alla fine era stato gentile, mi aveva tolto quel pesce lesso di dosso.

A:Austin
"scusa...anzi grazie, davvero"

Da:Austin
"di nulla, a domani <3"


cosa? il cuoricino non centrava nulla. Ma proprio no! no no no no no, sto gran cavolo il cuoricino. Lui non mi piaceva, si era carino ma...no no. Avrei dovuto dirlo a Robert.

Madonna che gioranta del cazzo. Quel ragazzino mi aveva portato problemi già al primo giorno, che piaga.
Andai a letto, mi addormentai subito fortunatamente.

 
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