I HAVE LOVED, ONCE.
Era il 1983.
Chicago era una delle città più belle in quei tempi, molti turisti amavano la vita notturna del posto. Katherine Pierce era una di loro.
Si era trasferita da poco in quella cittadina e l’amava. Peccato che la sua vita non le permetteva di vivere in un posto solo tanto a lungo.
Era tarda sera e Katherine si trovava nel suo appartamento.. con un uomo. Avevano appena solcato la porta d’ingresso e, come un perfetto gentiluomo, il ragazzo le si gettò addosso. Il biondino continuò a strusciarsi contro l’esile corpo della Petrova che sembrava quasi assente.. Sembrava essere totalmente indifferente a quel momento di passione che pareva pervadere solo il ragazzo. Ma, in realtà, fu perché il suo sguardo le si posò su un vecchio braccialetto di corda che il biondo indossava sul braccio destro.
“Vorrei poterti dare il mondo..”
Il ragazzo, di cui faceva fatica a ricordare il nome, si slacciò i pantaloni e proseguì alzando la minigonna del vestito della Petrova.
“Ma tutto ciò che posso offrirti è questo stupido braccialetto di corda.”
Il biondo sollevò Katherine e la portò sul tavolo della cucina, pronto.
“Ti amo, Katerina.”
Si infilò dentro di lei, le iridi le si dilatarono per un attimo, boccheggiò leggermente.
“Ti amo anche io, Alek.”
I capelli erano scompigliati sulla sua fronte sudata, lo sguardo era comunque distante da quel momento. Dopo secoli, aveva ricordato un momento che aveva dovuto seppellire sotto tanto dolore. Dopo quell’istante, si ripromise che se qualcuno avesse mai scoperto di sua figlia, avrebbe mentito sull’identità del padre. La verità è che non era una semplice scappatella, ma aveva donato se stessa all’uomo che amava e che suo padre aveva ucciso brutalmente. La paura che qualcuno potesse scoprire che aveva un lato fragile la struggeva.