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Autore: lasognatricenerd    14/07/2014    1 recensioni
City of Heavenly Fire. SPOILER.
Gli Shadowhunters hanno appena vinto la battaglia contro Sebastian, ed oramai sono da tre giorni tornati a casa. Ma il vuoto che ha lasciato la scomparsa di Simon, in Isabelle Lightwood, non può essere colmato..
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Lightwood, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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( Warrior. - https://www.youtube.com/watch?v=Pa8iyHzHUSQ )

Era finita. Eravamo tornati a casa. Sebastian era morto, avevamo vinto la guerra. Sarei dovuta essere felice, ma non era così. Stavo male mentre cercavo di sforzarmi con un grosso sorriso sulle labbra per apparire normale davanti agli altri. Ma stavo morendo. Era come se avessi perso metà di me. Il mio cuore. La mia vita. Non doveva andare a finire così.
Sebastian mi aveva rovinato la vita con la sua guerra verso la distruzione degli Shadowhunters e costruire un nuovo mondo dove i demoni, insieme a lui, avrebbero comandato. Non pensavo sarebbe potuta succedere una cosa del genere, non così grande. Ero una cacciatrice da tanto tempo, ma mai mi ero ritrovata così persa in me stessa. Non sentivo quasi nessuno parlare, se non voci molto lontane da me.
Avrei voluto conficcarmi un pugnale contro il cuore se fosse stato possibile, ma pensavo anche a quello che avrebbero potuto fare gli altri. Non potevano avere altre perdite. Prima Max, poi Raphael – anche se di poco conto, comunque, potevamo considerarlo un nostro alleato. – e poi Jordan. Non ero particolarmente legata a nessuno dei due, ma sapevo che erano nostri alleati ed erano morti per proteggerci, per cercare di vincere questa battaglia che avrebbe solo creato morte e distruzione. E loro, Jace, Clary, i miei genitori, Magnus, Alec… Non avrebbero potuto sopportare altre perdite per un po’ di tempo, la mia morte avrebbe causato solo altro dolore. Volevo soffrire in silenzio, da sola. Sapevo che Clary stava soffrendo come me, forse anche di più, ma per me era una cosa nuova. Non mi ero mai innamorata di nessun altro così tanto. Ero convinta di amarlo, amarlo come non avevo mai fatto. E nemmeno glielo avevo detto. Ero troppo occupata ad avere sangue freddo e molta calma per essere la Shadowhunters che dovevo essere, invece di pensare che avrei potuto perderlo da un momento all’altro. Ero stata troppo occupata a pensare a Sebastian e alle nostre vite senza accorgermi troppo di lui.
Di cosa provassi ogni volta che mi baciava. Le sue labbra. Il suo corpo freddo che, nonostante ciò, mi diffondeva calore. Un calore che mi faceva sentire protetta da tutto quel terrore la fuori. Da tutto quel terrore che combattevo ogni giorno. Mi sentivo una stupida. Erano tre giorni che… Tre giorni da quello che era successo e a me sembrava di non vivere, di essere un vegetale. Non volevo mangiare, non volevo sentir parlare della battaglia che avevamo vinto. Vinto. Non avevamo vinto, dannazione. Avevamo perso Simon! Simon. Simon.
Era ancora vivo, certo, ma saperlo vivo… e sapere che non si ricordava più niente mi riempiva di angoscia e tristezza. Non mi avrebbe più guardata in quel modo. Nel modo in cui Simon mi guardava: un ragazzo innamorato. Non mi avrebbe più toccata con la sua delicatezza, come se fossi fragile, come se si fosse dimenticato che ero una cacciatrice. Mi piaceva quando lo faceva perché non mi faceva sentire una guerriera, ma una ragazza normale alla sua prima e vera cotta. Ero innamorata di lui più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non volevo perderlo.
Quando si era offerto per salvare la vita a Magnus avevo strabuzzato gli occhi: era coraggioso da far paura. Aveva cuore di Shadowhunters, se solo avesse potuto esserlo. Se solo… se solo avesse ricordato ogni cosa. Lui non si era mai schierato dalla parte dei vampiri, non troppo almeno. Era sempre stato con noi, con i licantropi. Ed era un vampiro. Lui aveva un cuore – seppur fermo – buono come pochi al mondo. Forse era questo che mi aveva attirato a lui fin dall’inizio.
Mi aveva protetto sempre, anche quando potevo cavarmela bene da sola. Ma amavo vederlo e sentirlo vicino a me, quindi lo lasciavo fare anche se  un po’ diffidente. Non ero il tipo di ragazza troppo aperta in pubblico, soprattutto quando ero confusa.
Non sapevo che cosa provavo per lui, non ancora. Sentivo solo… un grande calore quando mi guardava o quando mi rivolgeva la parola. Ero così diffidente che continuavo a pensare che fosse ancora innamorato di Clary, quando si vedeva benissimo da che parte stava. La mia. Era abbagliato dalla mia bellezza. All’inizio non ci avevo fatto caso, gli stavo vicino perché mi sentivo bene. Poi avevo cominciato a capire che c’era evidentemente qualcosa in me nei suoi confronti. Ma non ero mai stata brava come Alec a mostrare quello che provavo e per un attimo avevo pensato addirittura di essere simile a Jace.
Eppure… Eppure, lui ci riusciva senza problemi. Ero diversa, da tutti. E mi sentivo così fuori dal mondo da far schifo. Avrei voluto che qualcuno mi si avvicinasse e mi dicesse che era stato solo un incubo e che Simon era ancora un vampiro. Che… Che era lì con noi. La verità è che molti avrebbero voluto farlo, ma appena notavo che qualcuno mi si stava avvicinando, io facevo un passo indietro sorridendo. Sarei scoppiata a piangere se l’avessero fatto ed io non avevo intenzione di farlo. Ero più brava ad urlare e a fare casino, urlare parolacce e dire quanto quella guerra avesse fatto schifo. Ma non avevo nemmeno la forza di fare quello, figuriamoci piangere davanti a qualcuno.
Non volevo sentirne parlare. Al solo pensiero tremavo. Continuavo a stringere le coperte sotto al mio corpo. Faceva male tutto. Le ossa. La testa. Il cuore, ancora. Volevo Simon con me. Avevo bisogno delle sue labbra sulle mie, del suo corpo contro il mio. Della sua voce che mi sussurrava all’orecchio e delle sue carezze. Io, Isabelle Lightwood, pazza per Simon Lewis.
Non l’avrei mai detto, eppure era successo. Non troppo in fretta, ma… era stato meraviglioso sentirmi in quel modo. Innamorata. Ed ora si era spezzato tutto. Non avevo il coraggio che aveva Clary, quello di andare da lui e vedere se si ricordava qualcosa. Ma non ci riuscivo. No potevo sopportare l’idea di guardarlo negli occhi e capire che di me, lui, non ricordava nemmeno il nome. Una spada angelica avrebbe fatto meno male, ne ero al corrente. Non ero coraggiosa in questo genere di cose: quando si trattava d’amore, non ero all’altezza. Ed ora come ora, non mi sentivo all’altezza di niente. Nemmeno di vivere. Nemmeno di respirare. Da quando Simon aveva dimenticato ogni cosa, è come se fossi diventata immune. Immune ad ogni cosa, ma soprattutto ai sentimenti. Era come se, cancellata la mia memoria, questi fossero stati cancellati con essa, lasciandomi un vuoto troppo grande da colmare senza di lui. Senza Simon. Simon.
 
   
 
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