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Autore: foschi    14/07/2014    2 recensioni
Si accasciò stordito sulla spiaggia. Il mondo gli vorticava intorno. Non riconosceva più le voci delle persone. I suoi amici lo chiamavano inutilmente.
Deglutì cercando di dimostrare a se stesso che era ancora vivo. Merlin era davvero... morto?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Gracias al mar...

 

Saalve!! :D
Come va da queste parti? :D Io finalmente ho finito gli esami ed ora eccomi per portare tra di voi questa storia!^^
Spero sia di vostro gradimento!^^ Anche questa, ovviamente, è una Merthur (e come non potrebbe? ;D)

Per concludere, ringrazio di cuore Paradise_Phantom, ladyzaphira, Lucylu e my_artistic_dream per aver commentato la mia precedente storia! ^^
Ed ora…

…Buona lettura! ;D

 

 

 

 

 

 

 

Merlin aveva sempre amato il mare.

Gli era sempre piaciuta la sensazione di calma ed inquietudine che trasmetteva. Era calmo quando ti cullava con le sue correnti, portandoti alla deriva.

Era inquietante quando sconfinava in quel blu profondo. Sembrava pronto ad inghiottire tutto. Sembrava custodire segreti irrivelabili. Ma era quella immensità a far vibrare il suo cuore. Quando il cielo si univa con il mare, Merlin sentiva il mondo scorrere dietro di lui, andare avanti senza di lui. Dimenticarsi di lui…

Ed anche quella volta non aveva fatto eccezioni. Aveva accettato di buon grado il compito di fare il bagnino. Non era solo per i crediti scolastici. La sua era una vera e propria ossessione. Una passione morbosa per quella tonalità di azzurri tendenti al verde. Avrebbe potuto vivere in quello stato per sempre.

Peccato solo che quell’estate non aveva messo in conto che avrebbe dovuto condividere quell’amore…

 

Il biondo camminava sulla sabbia color caramello. Perché. Perché si era lasciato convincere? Odiava a morte quegli stupidi giochi da bambini. O meglio, odiava essere lui la vittima di quei giochi. Niente di male se fosse toccato a Lancelot od a Elyan od a Gwaine… sì, quest’ultimo sarebbe stato proprio adatto per fare il ruolo del finto affogato. E se affogava davvero, meglio ancora...!

Ed invece no! Perché aveva fatto quella scommessa con i suoi amici? Perché doveva far finta di annegare solo per farsi salvare da quell’insulso bagnino…?

Sospirando, si tuffò in acqua. Gli piaceva la sensazione di frescura che essa gli dava. Lo faceva rilassare. E quello di cui Arthur aveva proprio bisogno era il relax.

Forse forse, non sarebbe stato così male…

 

 

 

- S-scusi… -

Il bagnino non dava segni di aver sentito la voce del ragazzo. Era troppo impegnato ad esaminare il mare alla ricerca di eventuali persone che annegavano per prestare attenzione a qualche scemenza dell’ennesimo gruppo di bulli della spiaggia.

- Scusi!! -

Percival scosse con forza la torretta facendo quasi cadere il povero Merlin.

- Cosa c’è?! - sbottò irritato

- Il mio amico sta annegando! -

Merlin si irrigidì - Dov’è? -

- Lì -

Gwaine indicò un giovane che si agitava in acqua. Aveva le braccia alzate e sembrava facesse fatica a rimanere a galla.

 

Merlin si gettò in acqua nuotando quanto più velocemente poteva. Quel ragazzo rischiava di annegare da un momento all’altro! Ecco cosa intendeva quando diceva che il mare sembrava inghiottire tutto!

Ma se solo avesse visto le facce sghignazzanti di Gwaine e gli altri! Povero Merlin. Non bastava compiere il proprio lavoro. No. Dovevano pure ridere di lui!

 

 

- Ah! Finalmente è arrivato! Voleva farmi annegare?! -

Merlin lo guardò a bocca aperta. Non solo si era gettato di tutta fretta, doveva pure essere preso a male parole?
Valutò di lasciare lì quel babbeo dai modi così sgarbati e tornarsene alla sua postazione. Lo avrebbe voluto, sì. Peccato che il buon senso ed il dovere morale glielo impedissero…

- E non faccia quell’espressione altrimenti le entreranno i pesci in bocca! -

Merlin la chiuse di scatto con le punte delle insolite orecchie a sventola che si tingevano di rosso.

Gli porse malamente la tavoletta di soccorso e dopo che l’altro l’ebbe afferrata, iniziò a nuotare verso la riva. Peccato solo che quel ragazzo non fosse una piuma!

 

 

 

- E-eccoci - Il moro respirò affannato.

- Alla buon’ora! Sei peggio di una lumaca! -

- Ma almeno sei vivo, babbeo -

Il biondo ghignò canzonatorio. Iniziava a piacergli quel bagnino, sebbene avesse la lingua lunga.

- Già - si avvicinò ai suoi amici che sogghignavano - Ci rivedremo -

Merlin strabuzzò gli occhi. Cosa voleva dire? Non avrebbe dovuto salvarlo di nuovo, no?

 

 

 

Il mare era calmo e la luna si rifletteva placida sulle acque scure. Non si percepiva un alito di vento e la spiaggia era deserta. Allora perché indugiava lì?

E’ solo per assicurarmi che non ci siano temerari che vogliono fare il bagno di sera

si ripeteva. In realtà gli piaceva quella calma. Poteva rilassarsi con la dolce nenia del mare che si infrangeva sulla sabbia. Poteva contemplare l’abbraccio appassionato del cielo e del mare. Ma soprattutto, poteva rilassarsi senza dover correre a salvare la vita a quell’Arthur!

Si sedette, infastidito da quel pensiero. Arthur

Ultimamente quel nome non aveva fatto altro che tormentarlo. Sembrava che quell’asino borioso si divertisse a prenderlo in giro. Sapeva benissimo che era in grado di nuotare. Allora perché lo faceva scomodare per “salvargli la vita”?

Forse perché vuole sentire le tue mani sul suo corpo” ripeteva una voce maliziosa nella sua testa. E più cercava di non darle retta, più gli veniva voglia di avere Arthur davanti a lui. Voleva toccare il suo corpo muscoloso. Voleva baciare le sue labbra rosse e carnose. Voleva perdersi nell’azzurro dei suoi occhi. Un azzurro che il mare non sarebbe mai riuscito ad uguagliare…

Scosse violentemente la testa. Che gli stava succedendo? Da quando aveva iniziato a provare qualcosa per lui? Da quando si svegliava la notte tutto sudato e con un’evidente erezione?

Non ne aveva idea, ma sapeva che il bel biondo lo stava facendo impazzire…

 

- Aiuto! Aiuto! -

La sua attenzione fu catturata da grida che provenivano dal mare. Chi era così deficiente da farsi un bagno a sera inoltrata? Roteò gli occhi al cielo. Addio pace e tranquillità…

 

Rimase per un momento interdetto quando si ritrovò davanti Arthur. Due erano le possibili cose da fare: lasciarlo là e farlo tornare a nuoto o prenderlo e portarlo a riva.

Optò per la prima, sebbene il suo corpo lo stesse implorando di farsi toccare da quelle grandi mani.

- Adesso basta! - Sbottò irritato. Il biondo sgranò gli occhi - Si può sapere perché ti debba salvare sempre? Che ti costa rimanere a riva? Ti piace davvero tanto vedermi strapazzare mentre ti riporto a riva, specie di asino borioso? -

Arthur strabuzzò gli occhi - Come osi parlarmi così? - una nota di ira serpeggiava nella sua voce

- Oh io oso! Eccome se oso! Invece di dare fastidio ad un povero bagnino che vorrebbe svolgere in pace il suo lavoro, perché non te ne stai per fatti tuoi? O ci tieni davvero tanto a sentire le mie mani sul tuo corpo?! -

Merlin si ammutolì. Aveva detto quello che pensava? Stupido. Stupido. Stupido.

 

Arthur, da canto suo, aprì e chiuse la bocca più volte. Non avrebbe mai pensato che Merlin fosse così intelligente. Era arci-convinto che quel bagnino dalla faccia idiota non avrebbe mai capito il suo gioco…!

Peccato solo che l’apparenza inganna, caro Arthur.

- C-come hai fatto a capirlo? -

Merlin spalancò i profondi occhi blu, figli di quel mare. Aveva sentito bene?

- Non sono stupido. Chiunque avrebbe capito che lo facevi apposta! E.. aspetta! Hai appena detto che lo facevi per sentire le mie mani su di te? -

Le grandi orecchie divennero porpora. Arthur ridacchiò scoprendo i denti bianchissimi

- Hai capito benissimo - si avvicinò pericolosamente al moro, che però non fece nulla per ritrarsi - Merlin -

Le labbra rosse di Arthur si poggiarono su quelle di Merlin. E questi, seppur spiazzato, non si ritrasse. Anzi, rispose con foga al bacio, lasciando che la sua lingua duellasse con quella tanto desiderata di Arthur.

Si separarono per mancanza di aria. Gli occhi blu di Merlin si riflettevano in quelli azzurri -e se possibile, ancora più belli - di Arthur.

Rimasero a fissarsi per un po' di tempo. Quel gioco che avevano iniziato si era trasformato in un ritmo sfrenato di cuori che battevano. Di mani che perlustravano corpi che, sebbene immersi in acque fresche, erano bollenti.

Fremevano di passione. E questo Arthur l'aveva capito. Per questo aveva lasciato che le sue labbra baciassero il collo di Merlin. Dal collo scendevano lungo il suo petto, soffermandosi sui suoi capezzoli turgidi. La lingua li leccava avida mentre i denti li mordicchiavano e li tiravano.

Merlin gemette ed Arthur sorrise contro la sua pelle.

- Ti piace, eh? -

Gli baciò il collo mentre le sue mani giocavano con il pene bagnato del moro.

Merlin rabbrividì. Sebbene fossero immersi in acqua, le mani di Arthur erano tremendamente calde. E tremendamente calda era la pelle del suo pene che Arthur stava sfregando.

I gemiti aumentarono di intensità quando, liberi dei rispettivi costumi, entrambi i loro peni sfregarono l'uno contro l'altro. Continuarono a sfregare finché non vennero entrambi, rovesciando nell'acqua il loro seme bianco.

- Dì la verità, stavi aspettando questo da molto tempo, vero, Merlin? -

Merlin ansimò. Il viso colorato di rosso - A-anche, tu. Vero, Arthur? -

Il biondo si gettò famelico sulle labbra del moro appena sentì il proprio nome sibilato maliziosamente - Non sai da quanto.. -

Stordito da quel bacio appassionato, Merlin si accorse in un secondo momento di un dolore acuto proveniente dalle sue natiche. Si strinse forte ad Arthur, conficcandogli le unghie nella schiena.
Urlò quando sentì il membro di Arthur spingere per farsi strada nel suo ano, cavità mai violata.

E strinse i denti Arthur quando il pene sfregò contro la pelle calda e stretta del compagno.

Faceva male spingere in lui quando il suo membro si faceva man mano più grosso. Faceva male sentirlo ingrandirlo dentro sè. E facevano male quelle spinte che tuttavia erano così piacevoli. Faceva male ma era bello sentirlo crescere in sè. Erano eccitanti quelle grida che entrambi emettevano. Erano eccitanti i loro nomi sussurrati nel piacere. E per fortuna erano soli!

Con un'ultima e dolorosa spinta, con un ultimo ed acuto grido, erano venuti. Arthur all'interno del compagno, Merlin nell'acqua scura.

Rimasero abbracciati per un istante che sembrò interminabile. Gli occhi languidi di Merlin si perdevano in quelli altrettanto languidi di Arthur. E guardando intensamente quegli occhi, Merlin seppe che anche Athur ricambiava il suo stesso sentimento d'amore.

- Arthur... -

Il moro si accasciò tra le sue braccia, sfinito da tutto quel piacere.
Arthur sorrise mentre lo stringeva a sè - Ti amo - sussurrò baciandogli la testa.

 

 

 

 

Ma al mare non era piaciuto quell'atto di unione tra i due giovani. Evidentemente non condivideva che Merlin condividesse quel suo amore con qualcun altro. No, Merlin era suo. Suo e soltanto suo. Per questo in quel momento l'aveva attirato a sé, spingendolo a salvare quella bambina che aveva preso in ostaggio.

 

E Merlin aveva sentito le urla della madre della bambina che le alte onde trascinavano a largo.

Le aveva sentite, per questo si era gettato in mare e nuotava con tutte le sue forze per contrastare la forza della corrente.

E mentre lui nuotava fra quelle onde, Arthur non distoglieva mai gli occhi dal suo compagno. Non che non avesse fiducia in lui, solamente quel mare lo inquietava. Chissà perché aveva l'impressione che il mare non glielo avrebbe restuito...

E quando vide la bambina tornare sola a riva, appoggiata alla tavoletta di salvataggio senza Merlin, il suo cuore perse un battito. Dov'era Merlin?

Con paura aguzzò la vista. Da tutte le parti c'erano solo onde.

- Maledizione! - imprecò e tornò a cercare finché non lo vide lì, travolto da un'onda, spinto verso il basso.

Si gettò in acqua incurante delle grida dei suoi amici che lo richiamavano. Incurante della forza della corrente e del mare che non voleva farglielo raggiungere.

Si immerse ed emerse ma senza trovarlo. Calma. Doveva stare calmo. Entrare nel panico non sarebbe servito a nulla.

- Merlin! -

Ma ovviamente non aveva ricevuto risposta. Lo cercò venendo travolto a sua volta dalle onde. Ormai era passato molto tempo, non ci voleva pensare ma forse Merlin non ce l'aveva fatta.
E fu come se qualcosa dentro di lui si fosse rotto. CRUSH. Il suo cuore era andato in pezzi appena lo vide affondare privo di sensi.

- Merlin!! -

Si immerse e lo vide lì, affondare verso il fondale spinto dalla corrente. Era lì privo di sensi.

Fece appello a tutte le sue forze e per miracolo riuscì ad afferrarlo. Lo afferrò prima che toccasse il fondo. Prima che fosse troppo tardi. Od era troppo tardi?

 

 

Lottando contro i cavalloni, con fatica era riuscito a riportarlo a riva. Ignorando i suoi compagni che lo chiamavano, Arthur, accasciatosi a terra con Merlin tra le braccia, invocò il suo nome.

- Merlin! Merlin per favore svegliati! - ordinò perentorio ma il suo cuore andò in frantumi una seconda volta quando vide che il compagno non accennava a rispondere.

Notò con orrore che il suo cuore non batteva più. E se batteva, era un battito impercetibile. Il corpo era freddo e pallido e le labbra violacee.

Provò a rianimarlo in tutti i modi ma il moro non accennava a mostrare un segno di vita. Si accasciò stordito sulla spiaggia. Il mondo gli vorticava intorno. Non riconosceva più le voci delle persone. I suoi amici lo chiamavano inutilmente.

Deglutì cercando di dimostrare a se stesso che era ancora vivo. Merlin era davvero... morto?

 

 

 

 

Le palpebre si schiusero pesanti. Gli occhi blu distinsero a fatica l'ambiente in cui si trovava. Bianco. Tutto estremamente bianco. Era in Paradiso?

- Merlin! -

Una voce attirò la sua attenzione. L'avrebbe riconosciuta tra mille.

- A-Arthur.. - sussurrò impercetibilmente

Il biondo sorrise mentre le lacrime gli rigavano il volto - Oh Merlin! Merlin... -

lo strinse delicatamente in un abbraccio e poi lo baciò dolcemente sulla fronte.

- Pensavo.. pensavo dinon rivederti più, amore mio -

Merlin sorrise percettibilmente - Anche io Arthur -

 

Più tardi venne a sapere di come avesse rischiato di perdere la vita in mare. Di come tutti lo ritenevano morto, Arthur compreso. E più tardi venne a sapere di come Arthur avesse rischiato la vita per salvare la sua.

Le lacrime cristalline solcarono i suoi zigomi spigolosi a sentire quel racconto. Aveva davvero rischiato di non vedere il suo Arthur? Di non vedere più sua madre ed i suoi amici?

- Mi dispiace - sussurrò tra le lacrime

E mentre le lacrime seguitavano il loro corso, Arthur lo abbracciò. Sorridendo, i presenti -sua madre Hunith, suo zio Gaius ed i suoi amici - lasciarono i due da soli.

- Grazie, Arthur - sussurrò Merlin quando si fu calmato

- E di cosa? - il biondo lo guardò perplesso

- Per essere il mio eroe -

Si baciarono. Niente e nessuno sarebbe riuscito a separarli. Neanche il mare, geloso del loro amore e profondo egoista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice



Fiuu! Finalmente questa storia è nata! Non avete idea di quanto mi sia costato partorirla! Almeno spero che i miei sforzi siano serviti a qualcosa e che vi sia piaciuta un po'! ^^" Sinceramente a me è piaciuta v.v
Furbo il nostro Arthur vero? ;D

Comunque, non ho importanti segnalazioni da farvi. E non mi va di stare a rispiegarvi tutto, avete letto che succede, no? :p

Perfetto, andate in pace. Amen v.v

Spero solo sia tutto chiaro!^^" Mi fate sapere se vi è piaciuta? ^^"
Bacioni alla prossima,

Olivier_Rei=)

   
 
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