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Autore: Stilistire    15/07/2014    3 recensioni
Dopo un sabato sera di sballo, Arianna Villa si risveglia ubriaca e non ricorda più nulla della serata precedente. E' sudata, accaldata e seminuda sul suo letto. Questo significa solo una cosa: SESSO. Ma con chi?
"...- Quindi tu ti sei approfittato di me quando ero in uno stato di convalescenza! Non ci posso credere!- sbotto arrabbiata dandogli un pugno sul torace - peccato non aver mai fatto boxe - che afferra con la sua mano potente, al contrario della mia. - Villa non ti conviene giocare con il fuoco - ."
-Tratto dal capitolo 1
Una storia tutta da gustare!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Capitolo 5. Incomprensioni.

- Dovresti trovarti un fidanzato. - botta secca sul mignolo del piede destro. 
- Cazzo! - urlo imprecando forze superiori. 
- È così strana questa idea? - incalza mia madre dalla cucina alterando il suo tono, non sapendo che il 'cazzo' era per il mio ditino del piede conficcato nella gamba del mobile. Il dolore è sempre atroce. Ma quel 'cazzo' non stava male nemmeno dopo la sua affermazione.
Ma una madre che ti dice queste cose, è davvero strano. Soprattutto se parliamo della mia, che ha sempre rinnegato un fidanzato per la figlia prima dei 300 anni. 
- Stai bene? Detto da te, è davvero strano..ehm no, impossibile! - dico dirigendomi in cucina. Strabuzza gli occhi al cielo, chiaro segno che io ho ragione ma non vuole ammetterlo.
- Ormai sei grande e sono sicura che ti farebbe bene. Stai sempre chiusa in camera a leggere, leggere, leggere e passi ore al computer. - 
- Mi piace leggere e sarei orgogliosa se mia figlia passasse ore con un libro in mano invece di andare mezza svestita in giro per la città! - dico sorseggiando un bicchiere d'aranciata fresca del frigo, troppo fresca in Dicembre. 
- Lo so, ma certe cose dovresti provarle a quest'età. - Oddio! Mia madre è ufficialmente entrata nella zona rossa! Mia madre sta parlando con ME, di SESSO. Anzi ne vorrebbe parlare.
-Mamma per favore. Non ne voglio parlare - dico con tono pacato e senza alterazioni, anche se mi sento in imbarazzo. Un po' di anni fa credevo davvero che mi avrebbe rinchiuso in Clausura. 
- È giusto che tu sappia, si sa che a quest'età..- 
-Mamma! Si sa che a quest'età si sa tutto, quindi so tutto e non mi serve nulla! Ho studiato educazione sessuale a scuola e li guardo anche io i film.- sbotto estasiata. Mia madre lascia cadere il discorso, anche se prima o poi, quando meno me lo aspetto o non starò in guardia, ritornerà più forte di prima a parlare di quell'argomento. Che io trovo molto imbarazzante per parlarne con i genitori! Soprattutto se conosco già tutto. Soprattutto se sapessero chi me l'ha insegnato. 
Come inizio giornata non c'è male, ma per fortuna oggi è l'ultimo inizio giornata prima della fine della scuola. Ebbene sì, domani iniziano le vacanze di Natale. Domani è la vigilia!
Dopo una settimana carica di compiti in classe, interrogazioni e di appuntamenti inaspettati, finalmente è tutto finito. Ancora 5 ore di scuola e poi siamo tutti liberi, fino al 7 di Gennaio. Io amo il Natale. È una delle feste che amo di più. I regali, l'alberello, le lucette, la città decorata, il torrone, la neve...ahhh!
Vado a scuola tutta pimpante per la prima volta. Non mi curo di niente e di nessuno. Ci sono solo io e la musica nelle orecchie, rigorosamente di Natale. Entro in classe e mi catapulto da Miriam e dalle altre ragazze che stanno all'angolo dell'aula per parlare dei regali di Natale, che ancora non ho finito di fare, sperando che qualcuno mi accompagni. -Ehi raga, voi avete finito a fare i regali? -. -Sì, e per quest'anno non voglio più sentirne parlare-. Risponde Silvia. - Io ci ho preso il raffreddore per stare sempre in giro.- risponde raffreddata Marta. - Basta regali..io non posso più uscire di casa dopo che mia madre ha scoperto il 3 in fisica.- dice Miriam. Così, rimango praticamente sola come un cane per finire a comprare gli ultimi regali. Io ho bisogno di una spalla che mi aiuti a decidere. Mi manca ancora il regalo per mia madre e mio padre, poi quello per la mia cugina preferita, con cui scambio regali da quando sono nata. È l'opposto di me: bionda, affascinante, sexy e viziata come me, ma lei nel senso negativo: lei lo fa notare in continuazione. Eppure andiamo troppo d'accordo. 
Nei regali maschili faccio schifo. Non ho proprio gusto. Il mio migliore amico é già partito per la montagna e così sono fottuta, e per di più c'è il rischio che mio padre mi tiri quello schifo che gli porterò a casa...me lo sento, questo Natale non riuscirà a far finta di farselo piacere. Non più, almeno. 
A A A Cercasi opinione maschile per urgente regalo di Natale. Ma si sa, sotto Natale non c'è mai nessuno.
Finalmente sono in autobus, l'ultimo viaggio di ritorno per un po'. Eccezionalmente riesco a trovare due posti liberi, dove in uno poggio il mio sedere, e nell'altro, stravaccata, appoggio incurante le gambe e mi metto a messaggiare al telefono. Sono immersa in un'ardua lotta contro il T9, quando senza nemmeno accorgermene mi ritrovo davanti Davide, assente dalla mia vista - dai miei pensieri - per tutta la mattinata. Incurante e con la sua cronica faccia da strafottente mi toglie le gambe dal sedile accanto e ci si siede lui. 
-Ma che cazz - mi fermo e dico a mezza voce per non risultare maleducata, visto le due signore che mi stanno davanti. - Va bene che hai il culo grosso, ma non così tanto da occupare due sedili! - 
Oddio. È arrivata la sua ora. Lo uccido. 17 anni ad ammirare il mio fondoschiena allo specchio distrutti così. E poi non ho il sedere grande. 
Forse capisce la mia faccia delusa, arrabbiata, viola, da schifo, come fosse stata presa sotto da un treno, paonazza. - Sto scherzando. È bello il tuo culo - dice infine, con la testa china ad osservare le sue scarpe, chiaramente in imbarazzo. Imbarazzato per la prima volta, da me. 
Non posso sorridere, anche se sulle mie labbra si vorrebbe disegnare un meraviglioso segno di felicità. Mi prenderebbe in giro per un mese. Capirebbe che ci è riuscito a fare breccia nel mio cuore. E se c'è una cosa che non voglio è di essere presa in giro. Non sono più quella bambina innocente che le può sentire di tutte. Questa esperienza mi ha fatto capire che più ti fai rispettare e più sarai rispettata. 
Così faccio finta di nulla e per tutto il viaggio rimango in religioso silenzio a guardare fuori dal finestrino, come se non vedessi quello che mi circonda da anni. Perché infondo è proprio così. Accanto a lui, le cose al di fuori di quel finestrino non sono reali e io non vedo niente. Il mio cervello non è lì con me. C'è rimasto solo quell'organo vitale chiamato cuore. Lui non parla e non mi parlerà. Sarebbe troppo orgoglioso da mostrarsi in pubblico a parlare con una sfigata. Perché lui mi ha sempre considerato così.

Appena metto fuori un piede dall'autobus inizia il temporale. Un altro chiaro segno che la sfiga mi assiste in continuazione. Corro come una forsennata verso casa, perché oltre ad essere tutta bagnata sono anche tutta infreddolita.
Sono comodamente sdraiata sul divano di casa da sola. I miei genitori ritorneranno alle 7 per delle commissioni e almeno posso godermi il silenzio tra quelle mura, che eccezionalmente sembrano essere ancora più spaziose. Ma ho un macigno sullo stomaco, e per la prima volta il coglione non c'entra nulla. Devo fare ancora dei regali. Soprattutto quello per il mio caro paparino, molto esigente. Ma per la prima volta il coglione potrebbe essere la mia salvezza. È per sempre un uomo - non esageriamo, ragazzo - e di queste cose saprà sempre più di me, no? Basta solo convincerlo... e una cosa che non giri attorno al sesso non sono sicura che riesca ad accettarla. 
Busso alla sua porta. Mi viene ad aprire sua madre. Imbarazzo pari al 100%. 
- Cara! - esclama entusiasta. - hai bisogno di qualcosa? - mi chiede dolcemente. Ma perché suo figlio non ha preso da lei?  - Ehm..potrei parlare con Davide?-. Scatta sul posto e risponde in men che non si dica. -Vado subito tesoro!-. Ma non è che questa penserà che siamo amici? Pff, noi amici. Dai, non è credibile!
Dopo un paio di minuti lo vedo venire alla porta. Ha in dosso solo una striminzita maglietta che gli mette ancora più in mostra tutto quel ben di Dio che possiede. Quando nonna diceva 'Non ci sono più le stagioni!' forse  intendeva proprio questo...
-Ehm..- esito. No, devo essere sicura di me stessa. - Devo chiederti una cosa - il mio sguardo si posa di nuovo sul suo fisico scolpito. Lui aspetta in silenzio che dica qualcosa, ma le parole non escono dalla mia maledettissima bocca! - Allora? Aspettiamo di riscuotere la pensione o ce la fai a dire qualcosa? - ecco, il solito comprensivo. Voglio vedere io se io ti avrei aperto la porta in intimo! Dai no! Che avresti detto? Solo che lui era vestito... ehm piccolo dettaglio. 
- Ho bisogno del sale! -. Ma che cazzo dico? Posso scavarmi una buca e scomparire per sempre? 
- E non l'avresti potuto chiedere a mia madre? Ti servivo io? - dice scomparendo dietro la parete dell'ingresso, per poi ritornare con il pacchetto di sale in mano. 
- Grazie. - ringrazio. Nemmeno lo usiamo tanto il sale visto che mio padre ha la pressione alta. 
Sta per chiudere bruscamente la porta quando con un agile gesto della mano la fermo. 
- Ho bisogno di te. Sono nei casini -. Mi guarda sbigottito. Forse 'essere nei casini' non è tanto azzeccata come cosa. Non è nemmeno credibile se detta da me... non sono mai stata nei casini. 
- Cosa ti serve? - chiede lievemente - ma solo un po' - preoccupato. Prendo fiato - e tempo - per come fargli la proposta. - Devi aiutarmi per fare il regalo a mio padre. Domani è vigilia e non ho uno straccio di idea.- lui si mette a ridere. Ma la serietà non gliel'hanno mai insegnata a scuola? 
- Che c'è? Non fa ridere, sono davvero fottuta. Sono minimo 8 anni che gli porto a casa regali schifosi e lui ha sempre fatto finta che gli piacessero. Quest'anno me lo lancia davvero! - dico ridendo da sola. Lui ride ancora.
- Forse non erano tanto male se non te li ha ancora lanciati in tutto questo tempo.- 
- Secondo te una cintura rosa con la fantasia serpente non era da tirare?-
- E allora perché gliel'hai comprata?- domanda fra un ghigno e l'altro. - Perché era di un bel rosa..- rispondo con gli occhi bassi, in imbarazzo. Non vuole smettersela di ridere. Si sta proprio divertendo! 
-Ok. Ma lo faccio solo per tuo padre. - chiaro, lui e mio padre sembrano fratelli. Alle cene di capodanno stavano sempre vicino come due piccioncini e appena se ne andava, mio padre mi chiedeva: "Ma come fa a non starti simpatico?" e si metteva a ridere di conseguenza. Ah... gli uomini. 
  
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