Il loro colore non fa per nulla contrasto con il colore della tua pelle , lattiginoso. Sembri una statua di marmo in dolce riposo , il tuo viso è stato scolpito dagli angeli infatti hai i loro stessi lineamenti.
Le tue labbra creano invece un leggero contrasto perché livide come anche le occhiaie che ti circondano gli occhi chiusi da non so quante settimane.
E nella tua gola un tubo di plastica collegato ad un respiratore artificiale che ti fa alzare e abbassare il petto piano , quasi non riesco a percepire il movimento.
Sul tuo volto come i segni della stanchezza , sembra che ti sei arreso subito , sembra che hai deciso di farti portare via dalla morte. Ma allora stai dimenticando la nostra promessa?
Morire insieme? Non ricordi?
Lentamente alzò una mano e la poso sulla tua così fredda che quasi mi faccio male. Sono solo nella stanza , gli unici rumori che sento sono quelli del respiratore e dell’elettrocardiogramma che registra deboli pulsazioni.
“Bill..” ti chiamo ma quasi per dispetto non mi rispondi.
Mi illudo che lo stai facendo apposta , che aprirai gli occhi e che mi farai la linguaccia e poi sorriderai come solo tu sai fare.
“Non mi puoi lasciare .. ” continuo a parlare pur sapendo che non mi ascolti.
Ti accarezzo piano il viso e poggio la testa sul materasso , chiudendo gli occhi e ripensando a quella maledetta notte.
Volevi guidare la mia auto perché eri entusiasta di aver preso la patente. Io mi rifiutavo categoricamente , la mia macchina potevo toccarla solo io , ne ero geloso.
Poi mi facesti quegli occhi da cerbiatto e mi fu impossibile dirti di no . Con sacrificio ti detti le chiavi dell’auto in mano e andai a sedermi nella vettura , aspettando te che salisti al posto del conducente felice come un bambino a natale.
“Allacciati la cintura!” dissi da bravo fratello maggiore.
“SiSi..” mi canzonasti e mettesti in moto.
Devo ammettere che eri bravo a guidare , forse mi superavi. Ma solo nella guida , sia chiaro.
Però ad un incrocio un auto ci venne addosso facendo uno scontro frontale e , come se non bastasse, un'altra vettura che veniva da destra si scontrò violentemente contro di noi.
Io riuscii a cavarmela solo con una frattura al ginocchio e al polso. Gemendo per il dolore mi avvicinai a te e portai il viso vicino al tuo. Ti chiamai ma non mi rispondevi. Dalla tua tempia colava tanto sangue.
Poi persi i sensi.
Apro gli occhi. Tutto è ancora vivo nella mia mente e tutto fa dannatamente male.
Strizzo le palpebre , forse sto solo sognando.
Si.. questo è quello che vorrei.
Vorrei che tu adesso mi svegliassi muovendomi per la spalla con la tua delicatezza da elefante , vorrei mugugnare un “cinque minuti” , vorrei che tu mi buttassi giù dal letto e allora vorrei alzarmi da terra e imprecare contro te che mi fai la faccia da cucciolo per non essere sgridato.
Aspetto la tua mano sulla spalla e che questa realtà si infranga come quando una persona lancia un sasso contro uno specchio e lo manda in frantumi. Aspetto in vano la tua voce che mi trilla nell’orecchio e che faccia scemare i suoni della stanza d’ospedale.
Ma niente , tutto questo non succede.
Mi rendo conto allora che non è un sogno , è la maledetta realtà. Sulla mia faccia involontariamente compare un velo di delusione , amarezza e dolore.
Stai morendo ma no.. non puoi farmi questo!
In preda alla disperazione ti prendo la mano e con l’altra inizio a muoverti piano per la spalla.
“Bill!Svegliati!Adesso!” sbotto con rabbia , come se mi stessi facendo un dispetto a non aprire quegli occhi nocciola e dolci “Adesso!Devi svegliarti adesso!Sono il maggiore mi devi ascoltare!”
Ma niente , le tue labbra neanche si increspano per mandarmi male. Niente di niente.
“Cazzo sei un bugiardo!” la voce inizia a tremare “Sei un bugiardo!Dobbiamo morire insieme dannazione! Ascoltami!”
Alla fine proprio non riesco ad impedirlo : una lacrima amara , che mi brucia la pelle e che scava profondamente la guancia , mi riga il volto e va a morire all’angolo della bocca.
In preda al panico mi inginocchio ai piedi del letto , senza più forza di combattere. A braccia conserte sul materasso , nascondo la testa tra le mani.
“Ti prego Bill..” è un singhiozzo “Non farmi questo.. ti prego..”
Rimango in silenzio e la stanza tace con me.
L’elettrocardiogramma sta morendo : bip......bip…..bip…..bip l’unico suono che ho nella testa.
Alzo piano la testa e ti guardo : il mio viso rigato da lacrime e gli occhi rossi e gonfi.
“Se non vuoi ritornare da me.. allora io ti raggiungerò” pronuncio quelle parole in un sussurro , come a non voler disturbare il tuo riposo che presto sarebbe diventato eterno.
Scoccò un occhiata a candido comodino vicino al letto : sopra vi è posata una bottiglia d’acqua di vetro mezza vuota.
La prendo con la mano , con forza la scaglio contro il bordo del mobile e mille cocci verdastri cadono per terra.
Ne prendo uno , il più affilato , e luccica sotto la luce del sole.
Lo poso sul mio polso e poi dolcemente lo affondo nella mia tenera carne. Un dolore lancinante mi invade , stringo i denti , cerco di non gemere mentre infilo in coccio ancora più in profondità.
Inizia ad uscire tanto sangue ma non basta : ancora più a fondo. Ormai il dolore è così tanto che accuso una fitta a cui poi mi abituo.
Non so quanto tempo ma ogni minuto che passa mi faccio sempre più debole. Saranno stati circa dieci minuti che piano i miei occhi si fanno pesanti.
Con le uniche forze che mi sono rimaste mi siedo sul letto e poggiò la testa sul petto del mio gemello.
La mamma , Gordon , Andreas, Georg , Gustav e le fans soffriranno molto. Mi dispiace.
Chiudo piano gli occhi , il respiro inizia a farsi leggero. Sorrido flebilmente “Bill.. ti voglio bene..” sono felice , felice perché staremo insieme dopo tutta questa sofferenza.
Aspettando la fine faccio eco all’elettrocardiogramma che registra sempre meno pulsazioni “Bip….bip….bip….….…..…..” ci siamo , è morto.
Bill aspettami , sto arrivando.
Ormai le forze mi abbandonano.
Prima di addormentarmi per sempre sorrido , un sorriso dolce : abbiamo mantenuto la nostra promessa.
Adesso fratellino mio possiamo dormire in eterno e sognarci a vicenda…
. . . . per sempre