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Autore: oswin_    15/07/2014    3 recensioni
Acconsentire alla richiesta di Henry – ma anche di Emma – e decidere di far costruire una piscina interrata nello spazio verde adiacente la villetta era stata davvero una pessima idea.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Acconsentire alla richiesta di Henry – ma anche di Emma – e decidere di far costruire una piscina interrata nello spazio verde adiacente la villetta era stata davvero una pessima idea.

« Coraggio, Regina, l’acqua non è poi così fredda » insistette Emma, nonostante la mora le avesse già chiaramente detto di non voler affatto buttarsi in acqua.

« Non se ne parla », puntualizzò il sindaco, ai piedi della piscina.

« Oh, maddai… » iniziò la bionda, sbuffando. « Quale sarà mai il problema? Non sai nuotare, per caso? » domandò con ironia, quasi senza pensarci, e non appena notò il disagio di Regina capì che avrebbe fatto decisamente meglio a pensarci, prima di dirlo. Però… « Ommioddio… » non poté trattenere un risolino, che le sfuggì rapido dalle labbra.

« MISS SWAN. Questo non è affatto divertente ».

« La tanto temuta Regina Cattiva non sa nuotare, questa sì che è bella » l’incurvatura delle labbra di Emma trasmetteva tutto il divertimento che s’era instaurato in lei in qualche attimo, e Regina si ritrovò a roteare lo sguardo a quella visione.

Lo sceriffo sprofondò sott’acqua, sparendo dallo sguardo di Regina che – per preoccupazione, o chissà cos’altro – si sporse maggiormente, con le braccia incrociate sotto il seno, per osservare dove diamine fosse finita quell’irritante bionda.

Quando sbucò fuori dall’acqua – a qualche centimetro distante da lei, vicino alla scaletta – non poté far altro che sobbalzare sul posto, lanciando un’occhiataccia omicida ad Emma.

« Non provarci mai più » le disse, sbigottita.

« A fare cosa? » domandò l’altra, svagata, uscendo dalla piscina tramite la scaletta.

Regina dischiuse le labbra – pronta a ribattere a tono – ma lo sguardo le cadde inevitabilmente sul corpo dell’altra donna, seminudo e bagnato: era un bel vedere, sicuramente. Un gran bel vedere.

« Regina? » sussurrò Emma, notando come il sindaco si fosse… distratto. Si avvicinò con qualche rapida falcata alla compagna e l'afferrò per i fianchi – purtroppo, Regina non aveva voluto indossare il costume, così aveva ancora indosso uno di quei suoi soliti abiti –, attirandola a sé. Premette le proprie labbra contro le sue, lasciando scivolare la lingua tra le labbra di Regina. Il sindaco non poté far altro che ignorare il fatto che Emma fosse completamente  fradicia, acconsentendo a quel contatto e lasciando che la propria lingua incontrasse quella dell’altra donna, intrecciandosi ad essa. Una sua mano andò a posarsi dietro la nuca della bionda, insinuando le dita tra le ciocche impregnate d’acqua.

Emma approfittò di quel momento di distrazione dell’altra donna e compì ancora qualche passo, obbligando Regina ad indietreggiare – così, alla fine, finirono entrambe in acqua. Regina affondò sott’acqua, ed Emma non ci pensò due volte a riportarla a galla – facendole appoggiare la schiena contro il bordo della vasca e sistemandosi di fronte a lei, con un sorrisetto compiaciuto dipinto in volto.

« Ti odio », affermò la mora, portando una mano sul bordo della vasca, terrorizzata dal poter finire nuovamente sott’acqua, « Seriamente ».

« Non è vero » toglierle quel sorrisetto soddisfatto è davvero così difficile?, si domandò Regina.

Alla fine constatò che no, non doveva essere poi così difficile. Vista l’incredibile vicinanza tra loro due – i corpi che, ormai, si sfioravano – Regina riuscì ad avvicinare nuovamente il viso a quello dell’altra donna, andando a far scontrare ancora una volta le proprie labbra con quelle di Emma. Quando interruppe quel contatto fu solo per qualche attimo, giusto il tempo di sfoggiare vittoriosa la sua frase. « Sappi solo che stasera sarai tu a scrostare il mio vestito dal cloro, tesoro ».

Lo sceriffo sorrise, con le labbra estremamente vicine a quelle di Regina, sorridendo a sua volta. « Ci sto » si limitò a dire, annuendo, consapevole che alla fine – quella sera – il sindaco si sarebbe arresa alla verità dei fatti – ovvero al fatto che Emma era un disastro con le faccende di casa – e avrebbe deciso di lavare da sé il proprio abito.
   
 
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