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Autore: Licht4    15/07/2014    2 recensioni
Avete mai passato nottate a rigirarvi tra le lenzuola, a fissare il soffitto? A contare mentalmente, ad alzarvi e girare per la stanza? Probabilmente avrete sbuffato, forse imprecato, forse avrete pensato perché proprio a voi sia toccata quella sorte.
Ma siamo sicuri che l'insonnia sia sempre così negativa?
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stephan aprì gli occhi, rigirandosi nel letto. Sbuffò, alzando il viso verso il comodino. I numerini rossi apparvero sfocati all'interno del quadrante. «Le...» - si sfregò gli occhi - «le 2:30? Non ci posso credere! E ho anche evitato di bere caffè!»
Lanciò la coperta a terra e posò i piedi sulla moquette, gli ricordava una distesa d'erba sempre pronta a solleticargli i calcagni.
"Da quanto sono sveglio? Un'ora, o forse due? E domani devo anche andare a scuola..." si stiracchiò le braccia, mentre uno sbadiglio raggiunse la sua gola. "Che palle, ci sarà il compleanno di Amy, e devo ancora trovare un regalo!". Un nugolo di pensieri gli affollava la testa, mentre si trascinava verso il bagno, accanto alla sua camera.

Click!

L'interruttore scattò, ma la luce al neon sopra lo specchio rimase nel buio.
«Dai, accenditi!» sbottò, premendo il pulsante bianco una, due, tre volte. Alzò le spalle, spalancando le manopole del lavandino. Un getto d'acqua precipitò sul fondo in ceramica, sollevando spruzzi sulle pareti. "Ci voleva proprio" pensò il ragazzo, guardandosi allo specchio, le gocce d'acqua che gli colavano dal viso. Strabuzzò gli occhi, fissando il vetro dello specchio. Una massa nera dietro di lui, alle sue spalle. Un'ombra che prese a muoversi verso l'interruttore. Stephan si girò con uno scatto, gli occhi fissi sulla parete bianca. «M-mamma?». Solo il ticchettio dell'orologio al muro si udiva dalla camera.
Scosse la testa, trascinandosi nella stanza e barcollando sul letto. «Devo dormire, ormai è da giorni che passo le notti in bianco, cazzo!» gettò la testa sul cuscino, e socchiuse gli occhi. Lo sguardo gli cadde sulle tapparelle che dondolavano alla finestra, sbattendo sul vetro. Poteva sentire le fronde degli alberi muoversi lì fuori, e già vedeva i loro tronchi piegarsi da un lato all'altro. «Speriamo che domani non piova!» esclamò, mettendosi a sedere. Il rumore delle tapparelle sul vetro riempiva l'intera stanza. «Oh, basta!» sbottò Stephan, fiondandosi verso il vetro e spalancandolo. «Non sopporto questo rumore!» esclamò, rendendosi conto di aver appena urlato con la testa fuori dalla finestra. Alle due-e-qualcosa di notte, per giunta. Si ritrasse di scatto, mentre le guance diventavano calde. "Ecco, ora i vicini penseranno che io sia pazzo!".
Rimase lì, gli occhi incollati alla finestra, ad osservare le cime degli alberi scosse dal vento, e le altalene del giardinetto a fianco, che dondolavano verso l'alto, emettendo una serie di cigolii. Un'anta sbattè dietro di lui. Si girò con un sobbalzo, notando l'anta del suo armadio socchiusa. "Ma che....". Si diresse verso di essa a larghe falcate. Toccò l'anta con una mano, ritraendola immediatamente.

Buio.

Il buio usciva dall'armadio, quel buio che riempiva la stanza stessa. L'immagine di un uomo munito di un coltello, nascosto in un armadio, con un ghigno malefico sul suo volto, gli riempì la mente. Stephan scosse la testa, ridacchiando. «Che cavolata...» - la mano si serrò attorno al pomolo dell'armadio - «davvero, siamo nel 2014, e ancora mi lascio impressionare da certi ridicoli film...».
Spalancò l'anta, le pile di fumetti che da anni collezionava apparvero davanti a lui, assieme ad alcune giacche dal colore grigiastro che non aveva mai sfiorato. "Dovrò dire a mamma di spostarle...come faccio a girare con roba simile?" pensò, toccandone una manica. Uno scricchiolio gli bloccò la mano per aria. Un altro scricchiolio, ora sembrava il suono della tastiera del suo letto. Sgranò gli occhi, voltandosi verso il letto immerso nel buio. Una parte di coperta era ancora a terra, il cuscino conservava ancora i segni della sua testa. Il ragazzo soffocò uno sbadiglio, raggiunse il letto e scivolò sotto le lenzuola. «Sento gli occhi così pesanti...beh, è un buon segno..» gli angoli delle sue labbra si curvarono verso l'alto. «Finalmente riesco a dormire...» sussurrò, tirandosi il lenzuolo fino alle spalle.
Mentre sentiva il corpo rendersi più pesante, ed il soffitto svanire dalla sua vista, altre immagini gli attraversarono la mente, come se stesse guardando un film, proiettato davanti a lui.

Fruscii sulla moquette, ed una mano, sempre più visibile da sotto il letto.

Un corpo che striscia sul pavimento, e si alza in piedi.

Una mano posarsi sul letto, ed agguantare le coperte, trascinandole a terra. Scricchiolii, ed un corpo seduto sul lenzuolo, accanto a quello di un ragazzo, ormai immerso nei sogni.

Una mano posarsi sul suo viso, nella quale è possibile vedere, alla luce della luna fuori dalla finestra, una serie di dita affusolate, terminanti in artigli, che esercitano una pressione sulla rosea pelle del ragazzo.

Ed il suono di una voce, acuta e sibilante, levarsi nella stanza, avvicinarsi sempre più all'orecchio del ragazzo.

"Dormi, Stephan".

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Short-story "non troppo seria", nata all'improvviso in un momento di studio! Lo studio risveglia la nostra creatività! (crediamoci u.u) Ditemi se avete apprezzato, se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta, e non fatevi problemi nel lasciare commenti negativi\critici! Hallo, hallo!
  
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