Sarebbe uscito dalla stanza gravitazionale entro pochi istanti.
Ne ero certa!
Nei tre mesi di difficile convivenza con lui, avevo compreso perfettamente le sue abitudini.
Erano le undici di sera, si trattava solo di attimi.
Sospirai rumorosamente, osservando attentamente il mio corpo allo specchio, con fare critico, nella calda penombra della mia stanza. Sapevo di avere ottime armi di seduzione a mia disposizione.
Seno prosperoso, vita sottile, fianchi formosi e accoglienti, natiche sode, cosce tornite, viso angelico, capelli sinuosi…
Eppure, nonostante in questo campo avessi una certa esperienza, ero terribilmente agitata, come se avessi dovuto farlo per la prima volta.
Lui non era un uomo come tutti gli altri.
Ero consapevole dei rischi che stavo correndo, avrebbero potuto delinearsi davanti a me due tipi di situazioni diverse: il ripudio o l’accettazione.
La morte non era più in elenco da circa due mesi.
La mia tenacia e un pizzico della mia malizia avevano contribuito ad “affievolire”, almeno in parte, il suo istinto omicida. Solo una cosa era certa: ero pazza di lui.
L’unico modo per mettermi il cuore in pace una volta per tutte era agire. Lui non si sarebbe mai sognato di fare la prima mossa, nonostante i furtivi sguardi di apprezzamento che di tanto in tanto mi riservava: sarebbe stata un’ingiuria al suo orgoglio Saiyan.
Osservai un’ultima volta la mia figura nuda allo specchio, coperta solamente da delle sensuali calze autoreggenti nere e innalzata da un elegantissimo decolté scuro. Mi sentivo una vera deficiente! Che cosa mi ero messa in testa? Perché proprio di lui mi dovevo innamorare?
Sentii i suoi passi pesanti nel corridoio.
Era giunto il momento!
Controllai velocemente il trucco, e in particolare il rossetto, mi spruzzai addosso grandi quantità di profumo, indossai una sensuale vestaglia di raso color carne e mi avvicinai alla porta.
Appena sentii chiudere l’accesso del bagno, uscii dalla mia stanza.
Senza far rumore mi diressi clandestinamente verso la camera del moro, serrandomi dentro di essa.
Il suo odore mi invase completamente la mente. Tutto sapeva di lui, tutto era lui, immensamente lui.
Avevo poco tempo prima che si palesasse all’interno della stanza, dovevo assolutamente mantenere la calma, altrimenti sarei impazzita certamente. Pensavo e ripensavo a che cosa avrei potuto dirgli, non mi ero preparata nulla in particolare. Chiusi le finestre, accusando un leggero freddo alle gambe. Non mi preoccupai più di tanto di non fare rumore, sicuramente sapeva già della mia presenza nella sua camera. Nascondersi sarebbe stato inutile.
Lo attesi per attimi che mi sembrarono infiniti.
D’improvviso dei passi.
Era lui!
Misi le mani sulla cintura legata della vestaglia, pronta a slacciarla nel momento in cui il Saiyan fosse entrato. Tremavo dalla paura e allo stesso tempo dall’eccitazione. La porta si aprì lentamente, e subito comparve il bel moro, tutto bagnato, avvolto da un asciugamano legato in vita. Il suo sguardo truce incrociò il mio provocandomi un brivido lungo la schiena. Inaspettatamente non disse nulla, si limitò a squadrarmi dalla testa ai piedi, con uno strano ghigno malizioso stampato in volto. Feci scivolare delicatamente la mia leggera veste, fino a farla cadere a terra.
Nuda, mi feci coraggio e mormorai sensuale:
“Signor Principe, gradisca…”