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Autore: Denti    15/07/2014    3 recensioni
Erano le otto e cinquantatre del ventisette ottobre quando delle urla beduine giunsero alle sensibili orecchie di Dokho di Libra. Ancora immobile – probabilmente nemmeno un’ipotetica terza guerra sacra della sua vita sarebbe stata in grado di fargli mettere piede giù dal letto- aprì cautamente un occhio, poi l’altro, ed infine si voltò verso la figura che al suo fianco continuava a dormire beata, ignara degli avvenimenti che stavano scombussolando la vita degli inquilini di qualche Casa più in su. [...]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Aries Shion, Cancer DeathMask, Libra Dohko
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Note necessarie prima della lettura
L’unica parola che ho per descrivere questa cosa è…. Fagianata. Una grandissima fagianata nata dalla voglia matta di un amico di leggere del gender bender in tema Saint Seiya e dalla mia grandissima voglia di fancazzismo. Avrei mille cose da fare, ma vabbè, mi diverte scrivere stronzate, che ci posso fare?
Devo fare un piccolo appunto sul contesto: siamo in un post Hades, con tutti il Gold vivi e vegeti, tempo di pace e Dokho è tornato vispo e arzillo nel suo corpo da ventenne (per questo motivo direi che è un po’ OOC, ma non so voi, ma io il Roshi me lo sono sempre immaginato così, allegro, zampettante e un po’ comare –ma pur sempre vecchio saggio, eh!). Presenza di coppie yaoi, ma non esplicite, leggete pure het-addicted!
Prossimo aggiornamento tra una decina di giorni, visto che tra poco parto per la Grecia (e magari incontro un bel Cavaliere che prende il sole in spiaggia, yay!).
 
 
Capitolo 1: Di grida mattutine e di come le persone giuste facciano la differenza.
 
Erano le otto e cinquantatre del ventisette ottobre quando delle urla beduine giunsero alle sensibili orecchie di Dokho di Libra. Ancora immobile – probabilmente nemmeno un’ipotetica terza guerra sacra della sua vita sarebbe stata in grado di fargli mettere piede giù dal letto- aprì cautamente un occhio, poi l’altro, ed infine si voltò verso la figura che al suo fianco continuava a dormire beata, ignara degli avvenimenti che stavano scombussolando la vita degli inquilini di qualche Casa più in su.
-Shion.- lo scosse piano per svegliarlo, ma probabilmente anche il Gran Sacerdote aveva esagerato un po’ con i festeggiamenti per la festa di San Demetrio della sera prima. 26 ottobre: il giorno in cui il vino diventa buono, cosa c’è di meglio da festeggiare? In ogni caso, tutto ciò che Dokho ottenne fu solo un mugugno svogliato.
-Svegliati, Shion.
-Cosa c’è?
- Ascolta.


-Aaaaargh! Chi sei tu? Da dove spunti fuori?
Il Cavaliere di Scorpio era decisamente scandalizzato di trovare al suo fianco nel letto dell’Ottava Casa quella… persona.
I lunghi capelli fulvi scendevano lungo il viso delicato di quella figura, incorniciandone i grandi occhi dorati e giungendo fino a metà busto, lunghi quel tanto che bastava per coprire le curve sinuose del seno.
- Oddio, ma sei una donna!
- Cosa stai…— Camus si bloccò appena sentì il suono della propria voce: il timbro basso e virile aveva lasciato posto ad una voce più acuta e decisamente meno mascolina. Si portò istintivamente una mano alla bocca, e si sorprese parecchio di non sentire la barbetta ispida sotto i polpastrelli.
- Milo. Cosa è successo?
- Non lo so. Ieri sera eri un uomo, ne sono sicurissimo.
- Lo so anche io che ieri ero un uomo, ma cosa è successo?
Una scena analoga era avvenuta una scalinata più in su, alla Dodicesima Casa.  Quando Deathmask di Cancer si alzò dal letto per andare in bagno –l’alcool in fin dei conti andava smaltito, in un modo o nell’altro- non trovò riflesso nello specchio il suo solito ghigno e il suo solito sguardo ferino, bensì un sorrisino da verginella e degli occhi da Bambi. In compenso i capelli non erano cambiati quasi per niente: restavano ancora l’improponibile cespuglio grigio e confuso di sempre. Comunque, la reazione del Cavaliere di Cancer fu composta –si limitò a restare paralizzato di fronte allo specchio- mentre non si può certo dire lo stesso del suo compagno, Aphrodite. Furono proprio le sue urla a convincere il Sommo Shion a lasciare il caldo letto del compagno d’armi –e di vita- per andare a dare un’occhiata. In qualità di Gran Sacerdote aveva il compito di mantenere l’ordine, e di certo dei Cavalieri d’Oro che facevano più baccano di uno stormo di anatre non erano certo molto dignitosi. Raggiunse quindi a grandi falcate la scalinata che lo avrebbe condotto alla Dodicesima Casa con un Dokho curioso alle calcagna e salì i gradini a due a due. Ad ogni modo, la sorpresa fu senza dubbio maggiore di quello che lui stesso aveva previsto: non solo la fonte del trambusto era anche l’Undicesima Casa – Camus era sempre stato un ragazzo posato, in fin  dei conti- ma si trovò di fronte anche un surrogato di Aquarius, avvolto in una maglietta troppo grande per il corpicino esile che si ritrovava, e un Cancer fin troppo carino per essere vero. I rispettivi compagni, invece, erano pressoché delle statue.
-Posso sapere cosa è successo qui?- esordì con calma il Pope.
Nessuno rispose. Milo era incapace di staccare gli occhi dal suo compagno, che non osava aprire bocca per non sentire quella voce femminile; Aphrodite era in preda ad una mezza crisi isterica e Deathmask taceva per non bestemmiare.
Dopo un lungo momento di silenzio durante il quale le donzelle avevano scrutato il Pope e il Pope aveva scrutato le donzelle il primo a rompere quella calma irreale fu Milo, con quel gusto tutto greco per la tragedia: -Athena Parthenòs, perché ci fai questo? Vi prego Sommo Shion, fate tornare normale Camus! Anissa, dacci una spiegazione! E tu, Camus, guardami, sei una donna bellissima, però ti preferisco uomo. Ciò non toglie che se dovessi restare così ti amerei comunque.-
- Restare così un cazzo!- intervenne bruscamente Deathmask, stizzito per la funesta previsione del compagno d’arme. –adesso noi scopriamo perché siamo messi così e poi torniamo normali, capito?-
- Sì, ragazzi. Ragioniamo su cosa possa avere causato questo brusco… cambiamento.-  intervenne Shion, con l’intento di riportare un minimo di calma tra le mura  del Tempio dei Pesci.
- Devo dire che così siete più carini- ammise candidamente Dokho, che fino al quel momento era stato in disparte. Non che avesse torto, ci voleva ben poco ad essere (poco) più carini di un Deathmask in versione originale, ma i diretti interessati non avevano certamente intenzione di convenire con il vecchio saggio.
Restarono immobili tutti e sei, osservando attentamente i due mutanti.
Il sospiro di Camus che si lasciava scivolare giù lungo una colonna mentre tentava di mantenere la sua siberiana compostezza fu l’unico suono che si poté udire. Nemmeno i proverbiali grilli si degnarono di musicare il momento imbarazzante, impegnati com’erano a preparare il nido per il letargo.
- È sicuramente successo qualcosa tra ieri notte e questa mattina, e penso che la cosa migliore sia risalire alle vostre ultime azioni della giornata.-
-Concordo, Shion. Allora ragazzi, cosa avete combinato ieri sera dopo che io me ne sono tornato alla Settima?-
- Niente di particolare- rispose Camus –siamo rimasti da Aioria ancora un po’, e poi siamo tornati a casa-
Dokho si grattò il mento, pensoso: -Quindi dobbiamo dedurre che se è successo qualcosa di strano è sicuramente accaduto in seguito, poiché a quanto pare vi siete addormentati uomini... Durante la giornata? Cosa avete fatto?-
-Siamo andati in missione, ma nulla di che. Ordinaria amministrazione direi-
-Che tipo di missione avevi loro affidato, Shion?-
-Diplomatica- Tutti strabuzzarono gli occhi.
-Tu mi stai dicendo che hai mandato Deathmask in missione diplomatica?- il tono  Dokho, fattosi portavoce delle perplessità del gruppo,  era alquanto turbato. Molto turbato. Quasi sconvolto.
Intervenne Aphrodite, ripresosi in parte dallo shock: -Non ci sarebbe da stupirsi se a conciarlo così fosse stato…-
-Apollo-
-Ecco, Apollo. Non mi sorprenderebbe se Death avesse combinato qualche cavolata delle sue e Apollo avesse pensato di vendicarsi … Sono parecchio permalosi da quelle parti- Pisces ricevette uno sguardo infuocato da Deathmask.
-Sì, effettivamente sappiamo che Deathmask non è un mostro di diplomazia, ma io sono sempre andato in missione diplomatica senza nessun problema. Come mai anche io sono conciato così?-
-Proprietà transitiva, ciuriddu-

La situazione si stava scaldando, perciò il Pope decise che una volta sbrigate le occupazioni inderogabili da Sacro Pontefice l’intero gruppo sarebbe partito alla volta di Delfi in cerca di soluzioni.
 
   
 
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