Libri > I Miserabili
Ricorda la storia  |      
Autore: flatwhat    15/07/2014    2 recensioni
“Quando mi vedete dormire, siete sempre a pregare su di me. Vi confesso che alle volte faccio un po’ fatica, ad addormentarmi”. Fantine si morde il labbro, mostrando lo spazio vuoto dei denti mancanti, ma non riesce a non sentirsi in colpa per aver nascosto qualcosa a quest’uomo, per quanto banale sia.
Madeleine sospira. Fantine vorrebbe chiedergli una cosa. “Per cosa pregate, Monsieur”, ma non sa se vuole davvero saperlo.
Invece, dice: “Preghiamo insieme?”.
Quando il sindaco abbassa nuovamente lo sguardo su di lei, Fantine arrossisce. Lui non risponde, ma in silenzio, congiunge le mani.

(Fantine/Valjean, basata sulla canzone "Deliver Me" dei The Beloved)
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fantine, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La stanza odora di malattia.
Le lenzuola sono calde, fanno sudare, ma Fantine ha freddo.
Suor Simplice le si avvicina, udendola lamentarsi, e le mette una mano sulla fronte.
La chiama, “Mi sentite, Fantine?”.
Realtà e sogno si mescolano, Fantine apre gli occhi e si guarda intorno, Cosette, dov’è la mia Cosette? Era qui fino a un momento fa…
La mano della suora indugia sulla sua fronte, quasi una carezza, da quella donna tutta d’un pezzo. Suor Simplice scuote la testa, Fantine non vuole sapere il motivo di questo gesto.
“Monsieur Madeleine sarà qui tra poco, Fantine”.

Monsieur Madeleine sta tardando un po’.
Fantine si rigira nel letto, la testa che le scoppia.
Quando finalmente la porta si apre, lentamente, il sindaco fa il suo ingresso nella camera.
Fa sempre uno strano effetto, questo momento.
Con tutti, Monsieur Madeleine è un individuo timido e controllato. Quando Fantine lo credeva la causa del proprio male, lo aveva immaginato come un uomo orrendo, le sopracciglia inarcate e i denti scoperti in un sorriso che sembrava quasi un ringhio. E ora, quella particolare immagine era associata all’Ispettore Javert.
Ma ogni volta che varca quella porta, ogni volta che gli occhi di quel distinto signore si posano sulla malata, improvvisamente il suo volto si trasmuta, perché lui è così triste.
Triste di aver causato tutto ciò, Fantine sa che lui non ha colpa, ma lui non pare averlo compreso, o non volerlo comprendere, o addirittura che per lui non faccia differenza.
Rimane triste e Fantine si chiede se per caso si identifica con lei. Al giorno d’oggi, non è difficile trovare chi ha vissuto una vita miserabile, evidentemente un sindaco non fa eccezione.

Si scambiano per un po’ i convenevoli. Parlano della città, del tempo, Forse il sindaco non vuole farmi pensare a Cosette, per il momento.
Alla fine è sempre Fantine quella che deraglia il discorso.
“Monsieur, vi vedo sempre pregare”.
Madeleine ascolta, silenzioso.
“Quando mi vedete dormire, siete sempre a pregare su di me. Vi confesso che alle volte faccio un po’ fatica, ad addormentarmi”. Fantine si morde il labbro, mostrando lo spazio vuoto dei denti mancanti, ma non riesce a non sentirsi in colpa per aver nascosto qualcosa a quest’uomo, per quanto banale sia.
Madeleine sospira. Fantine vorrebbe chiedergli una cosa. “Per cosa pregate, Monsieur”, ma non sa se vuole davvero saperlo.
Invece, dice: “Preghiamo insieme?”.
Quando il sindaco abbassa nuovamente lo sguardo su di lei, Fantine arrossisce. Lui non risponde, ma in silenzio, congiunge le mani.
Vedendo immergersi in meditazione accanto a lei, Fantine congiunge a sua volta le mani e fissa il soffitto.
Sospira. Varie immagini e sensazioni, che l’hanno accompagnata negli ultimi anni, le attraversano rapidamente la mente. Felix, i locandieri, Cosette, la fabbrica, il dolore per i capelli, i denti, tutto il suo corpo, la malattia, l’odio, la rabbia.

Signore?

Deliver me, out of my sadness.
Deliver me, from all of the madness.



Quando finisce, Monsieur Madeleine è ancora con lei. I suoi occhi brillano.
Fantine tende la mano verso di lui, e in quella mano stringe una delle sue. È più grande e più fredda della sua. Non è una brutta sensazione.
Poggia le loro mani intrecciate sul proprio ventre e finalmente si addormenta.



Fantine dorme, ora.
Jean Valjean si lascia sfuggire l’ennesimo lungo sospiro.
Sorride. Fantine fa sempre un po’ fatica ad addormentarsi.
Si alza dal letto e fa due passi per casa, silenzioso, in modo da non svegliare Cosette e Toussaint, e osserva la città addormentata dalla finestra.

Il dolore al braccio, non del tutto guarito dall’auto-inflitta bruciatura, lo riporta alla realtà. Finché ci saranno i Thenardier lì fuori, finché ci sarà Javert, Valjean non sarà mai del tutto al sicuro.
Pensa a Fantine e Cosette, non vuole perderle.

Che fare? Andare via, lontano? Per quanto tempo potrà vivere nascosto e costringere anche loro all’isolamento.
Si appoggia al davanzale della finestra. Poggia la fronte sulle proprie mani, strette in preghiera.

Signore?

Deliver me, courage to guide me.
Deliver me, strength from inside me.


 


Note finali: Come ho già detto nell'introduzione, la canzone "Deliver Me" appartiene ai The Beloved. Esiste anche una cover di Sarah Brightman, che un'amica mi ha lasciato come prompt per questa fic.
Non succede spesso che io diventi così emotiva mentre scrivo come è successo con questa storia. Colpa della canzone. O di questi due, che sono così... uuuuh çAAAç.
Alla prossima!

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I Miserabili / Vai alla pagina dell'autore: flatwhat