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Autore: Samvise_903    16/07/2014    3 recensioni
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Allora, non so perchè sto scrivendo o a chi io stia scrivendo la domanda non è questa però. Dovete sapere che ormai è troppo tempo che ho questo bisogno di scrivere ciò che mi è successo, bisogno di raccontare la mia storia che poi, non è una storia ma un piccolo frammento di verità tra dolore e amore.

Tutto è iniziato quando, un caldo giorno di Maggio, lei: Dolce, sorridente e con degli occhi di quel verde, un verde diverso, verde pastello? Nah troppo banale, verde speranza. Nah..trovato, il più bel verde che si possa mai immaginare, mi venne incontro.

La incontrai al parco, era con delle amiche e io come al solito ero solo, abbandonato con la mia fedelissima chitarra su quella panchina malandata.

Fu grazie al mio talento musicale che riuscì ad attirare la sua attenzione anche se, di talento non ne avevo nemmeno un briciolo. 

Però i nostri occhi si incrociarono e tutto ciò che era vicino a me, il solito rumore sparì nel più bianco silenzio.
Mi guardava, (dio che emozione), provavo così tanta agitazione che lasciai cadere la chitarra e il silenzio si spezzò, ma nonostante tutto continuai a guardarla fino a quando non ricevetti una telefonata, mi dissero solo di andare al bar vicino.

Arrivato li e subito il cuore mi salì in gola..era lì davanti al bancone.
-Sarà il mio giorno fortunato-  Pensai senza avvicinarmi ma il proprietario, non che vecchio amico d'infanzia si accorse che i miei occhi fissarono quella ragazza e così di fretta le fece scrivere una cosa in un bigliettino indicandomi e infine salutarla con un lieve bacio sulla guancia, non sapevo cosa ci fosse in quel biglietto ma il cuore mi si era disintegrato, non so il motivo..la conoscevo da poco e già mi sentivo distrutto.

Dopo poche ore passate in giro a pensare al nulla tornai a casa, vidi che nella cassetta delle lettere c'era un bigliettino identico a quello della misteriosa ragazza che aveva scritto al bar. 
Esitai ad aprirlo ma invece di aspettare, mi affrettai a vedere che ciò che c'era scritto mi fece uno strano effetto, infatti c'era scritto 
-"Alla panchina sotto la statua dell'angelo alle 16, non tardare"- 
Nessuna firma, nessun nome e nessun'indizio su chi possa averlo scritto, speravo vivamente fosse lo stesso foglio scritto da quella ragazza ma non ne ero molto convinto e così me ne andai a dormire.

Il sonno non tardò ad arrivare e così nei miei sogni era li, senza nome ma con quel viso così sorridente e quella bellezza da far quasi invidia a una dea, mi guardava..si avvicinava  e dopo poco mi svegliai..-stupidi sogni che finiscono sul punto più bello.- 

Ormai dovevo affrettarmi, il mio appuntamento con il mittente del messaggio si stava avvicinando e mi preparai alla veloce così di fretta e furia, con i capelli in ordine e il mio solito entusiasmo e con il mio solito ciondolo corsi li, ero in ansia e quando arrivai, quasi non mi venne un colpo..era lei, sempre più bella e mi fece cenno di avvicinarmi.

Quando mi avvicinai mi porse la mano e con una lieve stretta si presentò.

-White,il mio nome è White e tu devi essere Jesse,vero?-.

Woh woh woh sapeva il mio nome?!

-Ma che onore eh, come sai il mio nome?- dissi sorridendo.

Mi spiegò che anche lei conosceva il titolare del bar e quindi, quando notò che la fissavo ha chiesto di me.

Mi chiese se mi andava di fare un giro e ovviamente accettai .

Andammo in spiaggia per una passeggiata e con un po' di coraggio avvicinai lentamente la mia mano alla sua e senza pensarci iniziai ad accarezzarla per infine stringerla, volevo morire per l'imbarazzo ma quando sentì che anche lei strinse forte iniziai a provare emozioni strane, le suddette "stelle" di cui parlavo prima.

La giornata finì e mentre la guardai andare via feci la cosa più azzardata, la tirai verso di me e la strinsi come se non ci fosse nulla di più fragile e infine la lasciai, mi voltai per andare anche io quando un "Ci vediamo domani allo stesso posto?" risuonò nell'aria, mi voltai e sorrisi annuendo e in fine tornai a casa.

Vi sembrerà strano, mi presentai di nuovo e ogni volta la stessa storia, rimanere abbagliato dalla sua bellezza stava diventando un rito, per me non esisteva nulla di più bello che passeggiare con lei e farla ridere. 

Una sera mi decisi e le chiesi di venire a cena da me, rispose come se  fosse senza pensieri e quando accettò sorridendo il mio cuore sobbalzò fino in gola. A quel punto non restava che prepararmi e come ogni ragazzo in questa situazione, con la testa mezza bucata e con un disastro dentro l'armadio, chiamai immediatamente la mia amica d'infanzia Alessia, una ragazza molto semplice ma dal cuore grande quanto il Canada(?) ok basta cavolate.

Arrivò subito e a quel punto, come una fata sistemò il "macello" che avevo nell'armadio e mi trovò un'abito alla moda e poco elegante che personalmente non ricordavo di possedere. Si sedette e mi ascoltò mentre le parlavo di White e con un grande sorriso fece sparire il caos che avevo in testa..che posso dire, è un'amica fantastica e ha sempre la risposta giusta.

Ma non siamo qui a scambiare "pan per focaccia" e quindi mi affrettai poiché l'ora di cena si stava avvicinando. Non restava che preparare la cena, l'indecisione mi portò alla scelta di aspettare e chiederle cosa le piacesse e alle 19 precise il campanello suonò, era lei con i capelli legati ma con una ciocca lasciata scivolare sul suo dolce viso che sembrava scolpito per tale bellezza.

Con aria da perfetto idiota le chiesi cosa le piaceva e infine optammo per una pizza anche se, non mi sembrava il meglio per una cenetta romantica che di romantico per ora non aveva niente.

Dopo aver mangiato ci sedemmo sul letto in camera mia e personalmente ero abbastanza agitato e per far scendere l'agitazione presi la chitarra e mi chiese di suonarle qualcosa e visto che portava una maglia con su l'immagine di copertina di una canzone di Ed Sheeran mi buttai su  “Give Me Love” che, personalmente mi piaceva molto anche se non sono il tipo che ascolta o in questo caso dedica canzoni d'amore ma quello che mi hanno insegnato è che la vita è una sola e quindi bisogna provare di tutto e in questo momento provavo tanta passione per questa ragazza. Suonai infine il ritornello di “The A Team” sempre di Ed e subito dopo la guardai, come per magia le luci si abbassarono e lei accese la radio e sintonizzò su una stazione radio e ciò che uscì fuori, furono note dolci, note basse e allora le chiesi se le andasse di ballare e le presi la mano e iniziammo a ballare lentamente seguendo le note e trovai il coraggio di avvicinarmi al suo viso, socchiudendo gli occhi iniziai a sfiorarle le labbra e infine con un po' di esitazione iniziai a baciarla lentamente, fui sorpreso quando ricambiò il bacio e lentamente si strinse a me. 
 
-Ne sono convinto, è amore, tu non credi Ale?

-Non dico di no ma, se è solo per interesse? Quello che ci rimane male sei tu e non lei.-

-Ma che dici, infondo non mi averebbe baciato no?-

-Non c'entra nulla Idiota.-

Questa fu la discussione sul bacio con Ale, come sempre aveva da ribattere su tutto, si preoccupa per me ogni santa volta, mh si ecco magari è vero lo fa per me e questo non mi dispiace ma nonostante tutto feci ciò che mi disse il cuore e continuai a vedermi con White.

Ci sentimmo per un paio di mesi e finalmente ufficializzammo la cosa e in effetti non si stava male con lei, era discreta ed educata e ha dimostrato verso di me un'amore che nessun'altra ragazza aveva saputo dimostrarmi e finalmente arrivò l'estate, avevo l'occasione di regalarle un'avventura indimenticabile ma quando andai a prenderla la vidi lì, sul ciglio del marciapiede con una lettera in mano, era dell'ospedale. 

Mi sedetti vicino a lei e mi raccontò che le avevano diagnosticato una rara malattia e le rimanevano solo 3  mesi di vita. In quel momento ero pronto a prendermela con il mondo e avrei potuto perfino smettere di credere in Dio.

-Ora che sai della mia malattia te ne andrai anche tu vero?.- mi disse con un leggero tremolio

-Nemmeno per sogno, ora mi appartieni e non volerai via come sabbia al vento.- la strinsi rassicurandola e l'accompagnai dentro casa e andai via, mi sentivo crollare il mondo addosso, mi sentivo come quando una casetta fatta di lego tocca il pavimento e finisce in mille pezzi. Mi raccontò che uno dei suoi sogni era quello di incontrare Sheeran, il suo cantante preferito ma sapeva già che non avrebbe potuto. 

I giorni passarono e la malattia peggiorava sempre di più, l'amore che provavo per quella ragazza mi faceva fare cose assurde. Mi disse che le piacevano i cavalli e quindi da buon ragazzo, la portai a fare una galoppata lungo il bosco vicino e per fortuna conoscevo i proprietari del maneggio vicino. 

Ogni tanto riuscivamo anche ad avere una discussione che dopo poco finiva in un lieve bacio con sussurrate le scuse più idiote del mondo. Finalmente era arrivato il compleanno di White, mi incaricai personalmente di preparare tutto a tema, proprio come la prima volta le avrei regalato una cena a lume di candela e poi un lento bacio danzando sulle stesse canzoni, le stesse canzoni che per me ora avevano un significato diverso.   

-Mah non dovevi sforzarti a fare tutto questo, dopotutto è un compleanno mica qualcosa di importante- disse ridendo

-Shh tu, qui preparo io e visto che è il tuo compleanno hai diritto a un bacio speciale.-dissi sorridendo.

La cena non fu un completo disastro, cucinammo e ci divertimmo veramente tanto e finalmente era giunta l'ora di danzare con lei, misi nel lettore mp3 “Give Me Love” e come la prima volta iniziammo a ballare, lei tremava per via della malattia che le toglieva il 70% delle forze ma continuò. 

La stesi nel letto e la feci addormentare coccolandola, andava tutto bene fino a quando dalla sua bocca usci quel “Sai che morirò vero?”
Quelle parole mi colpirono come una lama tagliente dritta nel cuore, non riuscivo neanche ad aprire bocca ma nascondendo le lacrime la strinsi e le dissi che sarebbe andato tutto bene e che non doveva preoccuparsi, infondo le sarei stato accanto e non me ne sarei andato.
Il giorno seguente mi chiamarono dall'ospedale e mi chiesero di andare da loro di corsa e che White non si era sentita bene dopo che me ne ero andato, era peggiorata..me lo sentivo. 

Appena entrai ciò che vidi fu l'inferno. Lei stesa su un lettino, sembrava dormisse e intanto il suo cuore rallentava ad ogni battito, entrai e mi sedetti lì,pregai. La guardavo, era sempre bellissima, il mio viso ormai era pieno di lacrime da parecchie ore. Mi diedero l'ordine di uscire dalla stanza perché dovevano farle gli ultimi controlli giornalieri.
Il mondo mi era sul serio caduto addosso, morivo dentro e nessuno se ne accorgeva. Ogni giorno portavo dei fiori o dei peluches alla ragazza che amavo, mi avevano già detto che non sarebbe sopravvissuta, a quel punto mi venne in mente l'unica cosa veramente stupida e così tremendamente pazza che a un ragazzo innamorato possa mai venire in mente. 

Nelle ultime settimane feci di tutto per realizzare il sogno di White, quello di incontrare Ed Sheeran, non che suo idolo.

Grazie a Facebook venni a conoscenza che Ed avrebbe tenuto un concerto a Milano, per grazia suprema riuscì a contattarlo e così iniziai a raccontare la mia storia, gli chiesi se sarebbe potuto venire a incontrare una sua fan e iniziai a piangere al telefono. Ero sicuro non accettasse poiché le persone famose a volte non se ne importavano delle persone malate ma mi sbagliavo, infatti accettò e il giorno dopo si presentò all'ospedale, spalancammo gli occhi increduli, era lì..Ed era davanti a noi. 

White iniziò a piangere di felicità davanti al suo idolo e non smise di ringraziarmi per il regalo. Passammo una bella giornata ma alla fine dovette andare via, sarò sempre riconoscente a Ed Sheeran per quella giornata indimenticabile. 

Andai a trovare White ogni giorno di quell'estate che doveva essere la più bella, ma che si rivelò la più brutta estate che io abbia mai passato, facevo corse tra ospedale e ospedale anche più di 4 volte al giorno, non mi sembrava possibile, l'amore della mia vita mi stava per essere portata via e non potevo fare assolutamente nulla per salvarla. 

Arrivò il giorno in cui la ragazza migliore del mondo dovette l'asciare la terra per diventare un'angelo, l'unica cosa che mi era rimasta era una nostra foto e l'unica cosa che riuscì a dirle in quel suo ultimo istante di vita fu “buonanotte principessa” e in fine la baciai dolcemente e la vidi andare via. Andai al funerale, fra tutta quella gente mi sentivo solo, tremavo e piangevo mentre con gli occhi chiusi e la voce tremolante raccontavo a me stesso una bugia, mi raccontai che tutto questo era una prova, una prova che mi sarebbe servita in futuro, non credevo che l'amore poteva fare così male e ora come ora sono sempre più convinto che lei mi stia guardando scrivere la nostra piccola "storia d'estate."
   
 
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