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Autore: SupremeCommander    16/07/2014    1 recensioni
Gli occhi di Sherlock leggono John avidamente (John indossa ancora la giacca) e il suo cervello non può far a meno di trarre la deduzione più dolorosa: John non ha ancora intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Post-His Last Vow senza particolari spoiler su nessuna stagione.
Mi scuso per la brevità del capitolo, ma prometto un aggiornamento ragionevolmente tempestivo e poi come diceva il buon vecchio Shakespeare: Brevity Is the soul of wit ;)

 
Bittersweet
All'inizio la detesta.

Anzi, a dir la verità, all'inizio non ne registra neppure l'esistenza.

La distrazione dura solo pochi minuti, ma è pienamente giustificata. La chiave infilata nella toppa; la salita dei diciassette gradini; John finalmente a casa.

Un passo veloce. E tre più lenti. Un passo veloce. E due più lenti. Non è ironico che la cadenza dei passi di John corrisponda esattamente alle sue iniziali in codice morse?

John posa a terra qualcosa; John si avvicina; John lo saluta; John si preoccupa della sua salute (Quand'è l'ultima volta che hai mangiato, Sherlock? Sherlock, hai preso qualcosa?); John lo tocca (le sue dita gli sfiorano una guancia, il dorso della sua mano sulla sua fronte controlla la sua temperatura, entrambe le mani sollevano la manica della sua vestaglia); John si avvicina a lui (occhi che cercano i segni di un ago nell'incavo del suo gomito, controllano la dilatazione delle sue pupille); John sospira, sollevato; John sorride.

Gli occhi di Sherlock leggono John avidamente (John indossa ancora la giacca) e il suo cervello non può far a meno di trarre la deduzione più dolorosa: John non ha ancora intenzione di tornare a casa. 

In quel momento i suoi pensieri, fino a pochi attimi  prima brillanti, abbaglianti, raggiungono un punto di stallo. E si accumulano, raggiungono il limite e vanno in contro ad un'inevitabile implosione; si concentrano e si compattano sempre di più fino a condensarsi in un unico pensiero principe: John se ne sta andando. Altri pensieri cercano di penetrare in quello spesso nucleo e, fortunatamente, per un istante sono sufficienti per ad arrestare il collasso, ma oramai il punto di non ritorno è stato superato e l'implosione rimbalza e crea una violenta onda d'urto e non ne rimane altro che una sola parola, un solo nome: John. Un nome che sembra moltiplicarsi a dismisura nel cervello di Sherlock così che centinaia, migliaia, miliardi di John, John, John, John, JOHN lo invadono e lasciano il detective senza fiato. Per alcuni istanti va avanti così, un caos incandescente di John che invadono i pensieri di Sherlock e minacciano di occupare il 221B con il loro violento sibilo. 

Poi, quasi all'improvviso, i suoi pensieri si quietano, la loro violenza va appiattendosi e non rimane altro che J-O-H-N, quattro lettere disgiunte. Un lontano eco di Juliett, Oscar, Hotel e November accompagnati dal ritmo sincronizzato del cuore di Sherlock. Tre battiti veloci; tre battiti più lenti; tre battiti veloci. E poi di nuovo da capo. Tre battiti veloci; tre battiti più lenti; tre battiti veloci. Il suo cuore sembra volere imprimere l'SOS nel suo petto, come un tatuaggio che mai andrà via. 

SOS: John lo ha abbandonato per l'ennesima volta, lasciando dietro di se qualche oggetto come a voler torturare Sherlock un po' di più.

E poi il nulla. 

Un silenzio oppressivo scende su Baker street, impenetrabile persino dalla radio di mrs. Hudson al piano di sotto.
Sherlock si raggomitola su se stesso, si stringe nella vestaglia color pulce e cerca di affondare il viso nella pelle del divano. C'è troppa pace, troppa calma, troppa tranquillità ed il silenzio è assordante. Le sue lunghe dita affondano tra i capelli, tirano i ricci con forza, cercando in quella punta di dolore una distrazione. La vera distrazione, però, arriva da un piccolo sbuffo sotto il divano, proprio sotto di lui.

Uno sbuffo leggero. E poi una cosa orrenda fa la sua entrata ufficiale nel 221b di Baker street.



   
 
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