Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |      
Autore: Black_Raven    16/07/2014    2 recensioni
[AU, Rebekah/Kol, Klaus/Caroline]
Dal primo capitolo.
« Non eri più che certa di esserti dimenticata di Stefan Salvatore, figliola?» domandò quasi canzonatorio accomodandosi sulla poltrona dinanzi alla sua. Rebekah sbuffò, irritata da quell’insinuazione, e arrossì. Stefan le aveva spezzato il cuore. Niklaus, quando l’aveva scorta in lacrime, gli aveva quasi spezzato il naso in una rissa da bar in cui Stefan non aveva neanche tentato di difendersi. Quando Mikael l’aveva scoperto, aveva dato di matto e soltanto Elijah era riuscito a farlo ritornare calmo abbastanza da impedirgli di gettare suo fratello fuori di casa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: CarolineKlaus, Elijah, Kol, Mikaelson, Mikael, Rebekah, Mikaelson | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Radioactive

 
Well you only need the light when it’s burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go.
Passengers, Let her go.

 


Mystic Falls, Virginia, 2012
 
Quando Rebekah Roché si risvegliò quella mattina, il suono dispettoso della sveglia che l’aveva salvata dall’ennesimo incubo, comprese subito che quella giornata sarebbe stata particolarmente lunga. Scostò le coperte azzurrine del suo letto a due piazze e si specchiò, notando le occhiaie che avrebbe dovuto coprire con una buona dose di correttore. Sospirò. Lavoro ed incubi. La perfetta vita di una ventitreenne normale.
Scosse il capo e si issò in piedi. Era domenica. Quel giorno non avrebbe dovuto lavorare e la sera prima aveva dimenticato di riprogrammare la sveglia. Guardò il letto, come per decidere se tornare a riposare, ma scartò velocemente l’idea.
Era certa che suo padre fosse ancora profondamente addormentato nella stanza accanto alla sua e desiderava, per una volta, fare qualcosa di gentile e premuroso, per ringraziarlo di quelle piccole attenzioni che il genitore aveva nei suoi riguardi.
Elijah doveva essere uscito, probabilmente per andare a correre tra le vie deserte della città, poiché poteva percepire l’odore del tè caldo e speziato provenire dalla cucina, -suo fratello maggiore non beveva mai caffè. Sapeva che Nik aveva trascorso la notte da Care, la sua ragazza nonché l’unica amica che le era rimasta. Era questione di pochi mesi e poi si sarebbero trasferiti in uno splendido appartamento nel centro cittadino pronti a formare una nuova famiglia.
Rebekah era felice per suo fratello, davvero, ma non poteva fare a meno di pensare che con il trasferimento di Nik, lei si sarebbe sentita ancora più sola di quanto non lo fosse in quel momento. Elijah aveva il suo lavoro d’insegnante di storia, suo padre doveva gestire la centrare per la maggior parte del tempo e sua madre si era trasferita dal suo nuovo marito a miglia di distanza da loro.
Il campanello suonò, ridestandola da quei pensieri sfuggenti.
Indossò una vestaglia sulla camicia da notte candida e si affrettò a scendere le scale della sua immensa villa nel quartiere residenziale di Mystic Falls. La più bella e maestosa per la famiglia più importante e antica della città. I Roché erano stati i primi a porre le pietre che poi sarebbero divenute un centro reale nel 1859.
I raggi del Sole entravano caldi dalle finestre che Elijah aveva aperto al piano inferiore irradiando i mobili antichi e facendo brillare la villa come un perfetto diamante. Rebekah amava la sua casa e, se solo avesse potuto, avrebbe fermato il tempo per permetterle di rimanere per sempre lì, con la sua famiglia al completo e felice.
Aprì la porta e si ritrovò dinanzi un uomo sulla trentina, abbastanza anonimo, dalla divisa blu cobalto della posta cittadina. Aveva tra le mani quello che sembrava essere un invito ad un evento importante. Glielo porse, domandandole poi di apporre una firma prima di augurarle buona giornata. Rebekah se lo rigirò tra le dita affusolate e signorili, un orribile sensazione che le artigliava lo stomaco.
Andò a sedersi sulla poltrona dinanzi al camino, quella su cui solitamente era accomodato suo padre, certa che il contenuto di quella missiva avrebbe avuto il potere di destabilizzarla. Sospirò e poi si diede coraggio. Era una Roché. Non si sarebbe fatta intimidire da una sciocca lettera.
 
Siamo felici di annunciare il nostro matrimonio alla vostra cortese attenzione.
Gradiremmo avervi con noi in questo giorno così speciale.
Si terrà il 12 Luglio alla Vie en Rose.

Con affetto e speranza,
Stefan Salvatore e Katherine Gilbert.


 
Rebekah rilesse l’invito più e più volte, come per imprimersi nella mente quelle parole, prima di gettarlo in un angolo e raccogliersi le ginocchia al petto, chinando il capo. I lunghi capelli biondi le nascosero il viso abbronzato, celando i suoi occhi azzurri come il mare e le lacrime che stavano scorrendo sulle gote magre.
Stefan era così pomposo e formale alle volte. Era certa l’avesse ideato lui. Katherine aveva scelto la carta, pregiata e profumata di cannella e rose, il nastro di seta dorata che l’avvolgeva, ma la calligrafia era quella del suo ex fidanzato, del ragazzo che non era riuscita a dimenticare.
Stefan si sarebbe sposato, con la bellissima e ricchissima Katherine, che indossava soltanto Luis Vuitton e Chanel.
La gelosia le arrivò al cuore e non poté impedirsi di sbuffare. Stefan si era appena laureato con lode alla Withmore in medicina. Katherine, invece, si stava affermando sempre più nel panorama politico di Mystic Falls. Rebekah non era che una giornalista ancora costretta, a ventitré anni, a vivere con suo padre poiché lo stipendio non era abbastanza alto da permettersi una casa propria. Era ovvio che Stefan avesse deciso di sposare una donna in carriera piuttosto che una sognatrice assuefatta di caffè come lei.
Rebekah era una ragazza taciturna e introversa, sin troppo alle volte. Caroline glielo ripeteva spesso quando la spronava a lanciarsi in qualche progetto, in qualche conquista. Lei negava sempre, rimandando quelle possibilità a tempi migliori. Riusciva ad essere se stessa soltanto con suo padre, con Elijah e Nik, i suoi fratelli, e nessun altro da quando i rapporti tra lei ed Elena si erano raffreddati a causa di sua sorella.
Percepì una mano, grande, virile sebbene delicata, sulla spalla e subito si affrettò ad alzare lo sguardo sino ad immergersi in quello identico di suo padre. Gli occhi di Mikael Roché, il capo della polizia cittadina, erano velati di preoccupazione in quel momento, di turbamento mentre si chinava sulle ginocchia per poter essere alla sua altezza. Rebekah adorava suo padre. Era l’unico genitore che le rimaneva da quando sua madre aveva deciso di abbandonarli per sposarsi con un altro uomo.
« Cosa è successo, cara?»
La voce di suo padre era calma, razionale, mentre le dita affusolate, velate da migliaia di piccole rughe, scorrevano sulle sue gote per asciugarle le lacrime. Rebekah si sentì meglio, irradiata dal calore di quell’uomo gentile che non l’aveva mai abbandonata. L’unico con i suoi fratelli.
L’unica relazione duratura che aveva intrapreso risaliva all’ultimo anno dell’High School, quando era ancora a capo delle cheersleaders e quando era fidanzata con il più bravo e dolce ragazzo della scuola, Stefan Salvatore, il secondogenito del vicesindaco. Era finita in modo disastroso. I suoi genitori avevano appena divorziato quando aveva trovato Stefan, quello che considerava essere l’amore della sua vita, a letto con la sorella della sua più cara amica.
Da allora aveva abbandonato qualsiasi tentativo di frequentare persone diverse dalla sua ristretta cerchia di amici. Non che ne avesse il tempo. Al giornale cittadino il lavoro non mancava mai e John Gilbert, il saccente caporedattore, nonché il padre della novella sposa, aveva sempre qualche nuovo articolo da sottoporle.  
« Stefan. Si sposa. Con Katherine Gilbert. Quella ragazza è una maledizione,» tentò di scherzare la giovane, sorridendo brevemente prima di posare le gambe atletiche sul pavimento. Mikael scosse il capo, un impercettibile sorriso che gli arcuava le labbra esangui.
« Non eri più che certa di esserti dimenticata di Stefan Salvatore, figliola?» domandò quasi canzonatorio accomodandosi sulla poltrona dinanzi alla sua. Rebekah sbuffò, irritata da quell’insinuazione, e arrossì. Stefan le aveva spezzato il cuore. Niklaus, quando l’aveva scorta in lacrime, gli aveva quasi spezzato il naso in una rissa da bar in cui Stefan non aveva neanche tentato di difendersi. Quando Mikael l’aveva scoperto, aveva dato di matto e soltanto Elijah era riuscito a farlo ritornare calmo abbastanza da impedirgli di gettare suo fratello fuori di casa.
« Ti prego, non dirlo ad Elijah. Ne sarà così ferito,» mormorò tentando di cambiare argomento. Elijah e Katherine si erano frequentati per qualche mese e suo fratello sembrava aver riacquistato il sorriso che aveva perso quando Tatia era morta due anni prima. Poi Katherine aveva rovinato tutto e suo fratello era tornato ad essere l’elegante e gentile giovane uomo che sorrideva raramente e soltanto per i suoi fratelli minori.
« Siamo stati invitati anche noi al matrimonio. È quasi impossibile che non lo venga a sapere,» ribatté Mikael carezzandole la mano per farla calmare. Katherine Gilbert, primogenita ereditiera della famiglia più odiata della città, era l’unica persona in grado di farle perdere il controllo. Avrebbe potuto usarla come bersaglio durante gli incontri di Taekwondo.
« Dobbiamo andarci?» borbottò imbronciata passandosi la mancina tra le perfette onde dorate che le ricadevano disordinate sulle spalle strette. Avrebbe potuto organizzare un viaggio a New Orleans, la sua città preferita da quando Nik gliel’aveva fatta conoscere in uno dei loro viaggi avventurosi.
« Se non desideri, cara, puoi sempre usare la scusa del lavoro,» asserì sollevando le spalle larghe e possenti fasciate dalla maglia del pigiama. Rebekah sorrise e scosse timidamente il capo. Non v’era via di scampo. John avrebbe sfoggiato dinanzi all’intera città l’avvenenza della sua primogenita e il buon partito che avrebbe sposato. Sarebbero stati presenti tutti. Da Damon Salvatore, suo acerrimo rivale al giornale, fratello maggiore dello sposo, a Carol Lockwood, il sindaco nonché la nuova fidanzata di suo padre, « Ha chiamato tua madre. Verrà. L’ha invitata Marilyn,» buttò lì come se nulla fosse facendola sobbalzare. Marilyn era la madre di Stefan e Damon, la donna più bella e gentile che Mystic Falls avesse mai ospitato nei suoi centocinquant’anni di storia.
« Magnifico. Con il suo nuovo marito e quel Kodey?» soffiò indispettita guardandosi le unghie laccate di rosso per non dover immergersi negli occhi di suo padre. Mikael non era sentimentale, ma aveva amato Esther con tutto il cuore e lei l’aveva abbandonato. Suo padre era cambiato da quel giorno. Era come se il gelo fosse penetrato nel suo cuore e Rebekah non poteva sopportarlo.
« Kol, credo,» la corresse indulgente e divertito, « Affermativo, comunque. Saranno qui tra due giorni,» le comunicò laconico, come se non gli importasse davvero. Eppure vi era quella nota nella sua voce. Dolore, rimpianto, odio. Quel tono la intimoriva ogni volta, « Bekah, non preoccuparti. Andrà bene,» esclamò carezzandole di nuovo la guancia per indurla a sollevare lo sguardo. La ragazza sorrise e annuì tra sé, dimentica di ogni pensiero negativo.
« Lo spero, papà. Davvero.»
 
Note dell’autrice
Salve a tutti e benvenuti in questo piccolo progetto AU. La storia sarà prevalentemente incentrata su Rebekah, un personaggio che io adoro, e la sua ristretta cerchia di amici come la definisce lei. Non ci sono vampiri né licantropi né streghe, soltanto ragazzi umani alle prese con i problemi quotidiani e situazioni familiari abbastanza anomale. Spero vorrete seguirne gli sviluppi. Al prossimo capitolo. Black_Raven.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Black_Raven