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Autore: LadyAgnesFreiheit    17/07/2014    3 recensioni
- Arrivano oggi!-, urlò ancora Hellen.
- Diventeranno i miei fratelli!-.
- I tuoi. Non i miei, cara!-.
- Oh Hellen, magari sono dei cessi!-, rise Agnes.
- Beh….-, continuò Sofie. - Giudicando Gordon avrei SERI dubbi!-.
- Oh, perché siete tutte fissate col mio patrigno?-.
- Perché è figo!-, risposero in coro le tre.
- Okay, ammetto che se fosse vent’anni più giovane e non fosse il mio patrigno un pensierino ce lo farei, ma… Dio! Rimane il fatto che i vostri sogni erotici non mi riguardano minimamente!-.
- Fammi capire! Tu non hai MAI conosciuto i figli di Gordon?-, chiese stupita Sarah.
- Nah…-, alzò le spalle lei guardando i tipi della squadra di basket che entravano nell’aula. - E ad essere sincera non m’interessa minimamente conoscerli.-.
- Ancora questa storia!-, girò gli occhi Sofie.
- Saranno due intellettualoni del cazzo. Insomma, Gordon poteva lasciarli a Magdeburgo no?-.
- Sì, certo!-, girò gli occhi Hellen. - Quale padre lascerebbe i figli in provincia, quando ha la possibilità di sposare la più famosa stilista di Berlino, vivere in un Megavillone nel Mitte e mandare i figli a studiare al Graues Kloster? Sarebbe un pazzo!-.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Undicesimo Capitolo
 
La sensazione che sentiva quando maneggiava la palla arancione e ruvida, il rumore dei palleggi sul parquet, le scarpe che strisciavano contro quel parquet liscio e vissuto. Non c’era nulla che lo facesse sentire meglio del basket.
Schivò un avversario, mentre sentiva le goccioline di sudore scendergli lungo la nuca, quella sera scoperta, e fece un salto lanciando un tiro da due punti, raggiungendo così il punteggio degli avversari.
Tom sentì il pubblico impazzire e si voltò verso l’ala destra dove sugli spalti più alti poteva benissimo scorgere suo fratello in piedi che batteva le mani, al suo fianco Sofie e Sarah che urlavano il suo nome entusiaste e battevano le mani. In piedi sullo spalto più alto, in tutta la sua maestosità, Agnes con i suoi occhialoni neri calati sul viso –come una vera e propria Star Hollywoodiana degli anni ‘4°-il foulard rosa cipria che le copriva il collo e il toupet lasciando solo il ciuffo nero libero accanto al viso, sorrideva soddisfatta tenendo le braccia incrociate al petto, stretta nel suo trench nero con gli inserti rosa cipria.
Tom sentì il suo nome urlato in coro dalle cheerleaders e fece loro un cenno col capo cercando poi lei.
Hellen, nel suo completo rosso e bianco, sorrise dolcemente verso di lui e gli mandò un bacio alzando poi i pollici verso l’alto.
Sarebbero bastati altri tre fottuti punti e si sarebbero classificati per la finale di fine anno.
La partita riiniziò e il pubblico riprese col suo tifo caloroso.
<< Deve fare un tiro dei suoi! DAI TOM!>>, urlò Bill impaziente.
<< Ti siedi, per cortesia?>>, fece Agnes dallo spalto più alto. << Sei troppo alto e i tuoi capelli a spazzolone mi ostruiscono la visuale.>>.
<< Non è mica colpa mia se sei alta un metro ed un tappo.>>, la liquidò lui imprecando subito dopo per un punto da tre punti mancato per un soffio. << DAI, TOM!!>>.
Agnes sbuffò una risata e sorrise abbassandosi il foulard scoprendo il tupet. << Sono sicura che vinceranno. Tom è un asso!>>.
Tom sentì la pressione degli ultimi 90 secondi della partita e strinse i denti palleggiando verso l’ala avversaria, schivando gli avversari. Nella sua mente non c’era altro che l’obbiettivo da raggiungere.
Due avversari gli si pararono davanti.
Per un millesimo di secondo la sua mente attraversò un bivio: attraversarli e rischiare di essere scartato o lanciare quel fottuto tiro da tre fottutissimi punti?
Lanciò uno sguardo ad Hellen che stava urlando il suo nome tenendo le dita incrociate vicino al viso e sorrise. Se solo fosse riuscito a fare la tripla….
La decisione ormai era presa.
Si alzò con uno slancio e lanciò la palla accompagnato da un ‘oh!’ dagli spalti.
La palla ruotò sul cerchio della rete più volte tenendo tutti i fiati in sospeso. Tom la guardava con la stessa espressione di suo fratello e dei suoi amici, come se volesse ipnotizzarla…. E finalmente, la palla cadde segnando la fine della partita.
Il Graues era in finale.
In un secondo tutti gli spettatori si riversarono nel campo acclamando Tom, che venne subito preso dai suoi compagni di squadra. Addirittura Agnes era scesa in campo, correndo sui suoi tacchi a spillo.
Quando Tom venne lasciato a terra, si fece spazio fra la folla che acclamava e andò verso Hellen.
Se solo fosse riuscito a fare la tripla…
<< E’ per te!>>, urlò lui per sovrastare i cori. Attrasse Hellen a sé e la sollevò facendola volteggiare. << E’ per te questa vittoria, Hellen!>>.
Mentre lei non sapeva che dire e la scuola li guardava, Tom posò le labbra su quelle della ragazza suscitando stupore in tutti, ammirazione in altri, invidia in molte e felicità nei suoi amici.
<< Era pure ora!>>, urlettò Sarah.
<< Che finale da film…>>, rise Sofie.
<< E’ diabetico…>>, Agnes smorzò i commenti. Sorrise felice guardando i suoi migliori amici  ed abbassò il viso. Erano splendidi, altro che diabetici.
Bill sorrise verso il fratello e una morsa allo stomaco lo disarmò: il suo fratellino era cresciuto, finalmente.
La voce dello speaker annunciava la vittoria poco oggettivamente, acclamava Tom Kaulitz e la squadra della propria scuola.
<< Passo la parola al Coach dei Graues, il Signor Miller.>>, così il ragazzo della tredicesima classe passò il microfono ad un uomo sui quaranta, con un fisico scolpito e i lineamenti nordici.
Tutti tacquero e il palazzetto fu invaso da un silenzio mentre l’uomo iniziava a parlare. << Ebbene sì, miei cari!>>, sorrise l’uomo. << Siamo in finale!>>, tutti i presenti accolsero l’ormai ovvia affermazione con un urlo felice e da alcuni applausi assordanti. La preside, una donna piuttosto grande ma pur sempre curata, batté le mani dietro il Coach. << Questo è stato il match più difficile, a parer mio e voglio che accogliate i giocatori con un caloroso applauso, perché se lo meritano.>>.
Il palazzetto esplose ancora, mentre i giocatori salivano sugli spalti battendo le mani, con un’aria stanca ma sicuramente felice. Tom, che aveva sciolto i corn lungo le spalle salì per ultimo e sorrise ai suoi amici in prima fila.
<< Bene, credo sia arrivato il momento di farlo.>>, continuò il Coach guardando i ragazzi che annuirono convinti. Tom inarcò un sopracciglio. Fare cosa?
Il Signor Miller sorrise verso quest’ultimo. << Kaulitz, vieni qui, accanto a me.>>, Tom, preso alla sprovvista guardò prima i propri amici che gli fecero segno di andare, e poi si avvicinò al Coach e che gli passò il braccio intorno alle spalle. << E’ con immenso piacere che vi presento il nuovo Capitano dei Graues….>>, Tom sgranò gli occhi e si sentì per un attimo svenire. << Thomas Kaulitz.>>.
Il palazzetto esplose ancora e Tom guardò la propria squadra e poi il Coach. << Ma signore, Dieter?>>.
<< Dieter ha acconsentito a cederti il suo posto, Kaulitz.>>, sorrise l’uomo fuori dal microfono.
<< Vuole dire che non è uno scherzo?!>>.
L’uomo annuì felice. << Proprio così, Capitano.>>.
 
La festa che seguì in casa Lorenz-Kaulitz quella sera fu tutta incentrata su Tom. Alla famiglia si aggiunsero anche le tre amiche di Agnes e Natalie con la sua famiglia.
Il giorno dopo, mentre la casa era ancora addormentata, Agnes stava animatamente discutendo con la madre tenendo Cassie con una mano e beveva il suo caffè aromatizzato alla vaniglia.
<< Ho detto di non strillare.>>, sussurrò Sabine mentre preparava la tavola per la colazione.
<< Non permetterò che al tuo matrimonio tu metta un semplice vestito Versace.>>, Agnes batté il piede per terra e Cassie abbaiò contro la madre. << Lo dice anche Cassie.>>, la mora abbassò il viso verso la cucciola e quella le leccò affettuosamente le labbra quel giorno al naturale.
<< Mio Dio….>>, Bill entrò in quel momento nella grande cucina con un’espressione schifata ed infastidita. << Non solo la tua voce mi trapassa la testa alle nove del mattino di SABATO, ma oltretutto assisto a questa scena raccapricciante. Dovrai pagarmi lo psicologo.>>.
<< Dovresti esserne deliziato.>>, Agnes lasciò andare la cagnetta che corse in braccio a Bill che si era appena seduto al tavolo accanto a Sabine.
Bill sembrò ignorarla, come sembrò ignorare anche Agnes, ed inzuppò un biscotto nel proprio caffelatte.
<< Allora… cos’avevi da strillare questa volta?>>.
<< Agnes è impazzita.>>, asserì la madre bevendo il proprio tè.
<< Beh, questo era risaputo.>>.
<< IO impazzita?>>, strillò ancora lei beccandosi due sonori ‘SSSHHH!’. << MIA…mia madre non vuole comprare un abito da sposa ed IO sarei la pazza?!>>, sussurrò.
<< Cosa?!>>, questa volta fu Bill ad urlare. << NO, Sabine! L’abito da sposa è OBBLIGATORIO!>>, Agnes lo accompagnò annuendo vigorosamente.
<< Per una volta siamo d’accordo.>>.
<< Cos’è un matrimonio senza abito bianco?!>>.
<< Esattamente!>>.
<< E’ l’anima della festa!>>.
<< E tu dovresti saperlo, mamma!>>.
Sabine sbuffò guardando i due ragazzi divertita. << Okay, okay!>>, ammise. << Lo faccio solo perché QUESTA è l’unica cosa che vi ha messi d’accordo.>>.
I due ragazzi esultarono e Cassie saltellò ai piedi della padroncina. << MA…>>, continuò Sabine e i due si azzittirono. << …Dovrete essere pronti entro e NON oltre le NOVE E MEZZA.>>.
Presto due turbini corsero sulle scale seguiti da Cassie che si infilò nella camera della padroncina.
Sabine sorrise soddisfatta rilassandosi sulla sedia. << E ora finalmente posso fare colazione in pace.>>.
 
Dopo un’ora i tre camminavano nel KDW, Bill teneva due delle tre borse Dior di Agnes ed imprecava contro di lei dicendo che NON ERANO ANDATI PER LEI, MA PER UNA QUESTIONE MOLTO PIU’ IMPORTANTE.
<< Bla bla…>>, Agnes girò gli occhi ed entrò nell’Atelier le cui vetrine erano adornate da splendidi abiti bianchi. Lo stomaco le si strinse in una morsa e sorrise sentendosi particolarmente nervosa.
Un’assistente li accolse e li fece accomodare su delle poltroncine bianche, chiese il budget ed alcune informazioni sul matrimonio a cui rispose prontamente Agnes; dopodiché portò con sé Sabine lasciando i due ragazzi da soli sul grande divano.
Bill guardò di sbieco la mora e poi si guardò intorno.
Erano in un negozio di abiti da sposa, insieme. La sua mente prese a viaggiare per mete lontane, senza che lui potesse farci assolutamente nulla.
Agnes si alzò ed andò incontro ad un abito da sposa pieno di perline e Swarovski sul corpetto; passò le mani sulla gonna di tulle e sorrise sentendo il nervosismo crescere. Bill le fu subito accanto e lei gli sorrise cercando di nascondere il nervosismo.
<< Sei nervosa?>>, sussurrò lui.
Lei abbassò lo sguardo. Come diavolo faceva?
<< Non trovi sia bellissimo?>>, toccò lo scollo a cuore del vestito.
<< Trovo. Tu…>>, deglutì lui. << Tu vorresti mai sposarti?>>.
Il cuore di Agnes fece un salto e si diresse di nuovo verso il divano. << Non ci ho mai pensato.>>, mentì.
Bill fece per parlare, quando la porta bianca si aprì e da lì ne uscì prima l’assistente e poi Sabine.
I ragazzi sgranarono gli occhi col cuore che batteva all’impazzata.
Il corpo morbido della donna era fasciato da un abito di pizzo con una linea a sirena e le perline sullo scollo dritto.
Agnes fissava la madre con gli occhi che le luccicavano e riuscì a sussurrare solo un ‘Sei bellissima’.
<< Vi piace?>>, sorrise la donna guardandoli dallo specchio.
<< Sei splendida, Sabine…>>, deglutì Bill, i cui occhi erano diventanti luccicanti ed umidi.
<< Adoro la linea a sirena.>>, disse sicura Sabine, da brava fashion director. << Ma non mi convince il pizzo.>>.
<< Approvo.>>, dissero insieme i due ragazzi, che si guardarono arrossendo contemporaneamente.
<< E vorrei delle spalline.>>, asserì la donna. << Non sono più una ragazzina, sono anche nonna!>>, rise più sciolta.
L’assistente annuì e l’aiutò a scendere dalla pedana.
<< E più perline!>>, disse Agnes.
<< E che sia avorio, non bianco ghiaccio.>>, continuò Bill.
La donna sorrise annuendo. << Sarà fatto.>>.
<< Mi sa che non era preparata ad avere tre stilisti in Atelier, oggi.>>, continuò Bill ridendo. Guardò Agnes che guardava il pavimento con gli occhi pieni di lacrime. << Hey…>>, sussurrò dolcemente lui, posando un braccio sulle spalle della ragazza, con la paura di una sua reazione negativa. << Io so a cosa stai pensando…>>.
Agnes annuì e con grande sorpresa di Bill poggiò il viso nel suo collo. << Sono così felice che mamma stia per sposare tuo padre, Bill.>>.
Bill la cullò dolcemente e sorrise. << Anche io sono felice che mio padre abbia trovato una donna come tua madre.>>.
<< Se lo meritano…>>, disse Agnes in un sussurro.
Bill le alzò il viso e sorrise appena. << Anche tu meriti di essere felice. O sbaglio?>>.
Agnes si allontanò dal suo viso. << Io SONO felice.>>.
Il ragazzo stava per replicare, quando la porta del camerino si aprì ancora. I due si ricomposero sul divano e rimasero a guardare.
Sabine uscì lentamente, con un sorriso luminoso presente sulle labbra e gli occhi brillanti. Il vestito era splendido, pensarono i ragazzi: la linea a mezza sirena le valorizzavano le  forme, il tessuto luminoso color avorio le dava luminosità in volto, sul corpetto erano presenti diverse perline e Swarovski e le maniche di velo erano scese sulle spalle. Fra i capelli raccolti, era stato applicato un velo che le sfiorava la schiena.
<< E’ lui…>>, sussurrò Agnes con la voce tremante. Bill posò una mano sulla sua e sorrise cercando di trattenere le lacrime.
<< Sei bellissima, Sabine.>>, sussurrò con la voce rotta e sussultò quando sentì la mano di Agnes stringere la sua.
La donna si guardò ancora allo specchio e sorrise mentre due lacrime di commozione le attraversavano il viso. << E’ lui.>>.
 
Subito dopo aver pagato l’abito della madre con la sua American Express, Agnes seguì la commessa per scegliere il proprio abito da damigella.
Sabine aveva espresso il desiderio che le sue damigelle- Sofie, Sarah, Hellen- e le sue damigelle d’onore, nonché testimoni -Natalie ed Agnes-, fossero vestite con un color blu imperiale sui toni del blu elettrico od oltremare, in tono con gli odierni colori moda.
Agnes passò le mani fra gli abiti nelle diverse tonalità di blu e posò lo sguardo su un abito di quel colore splendido –il suo preferito, in fondo-con il corpetto pieno di rouche e la gonna lunga in morbido chiffon. Sul seno erano presenti swarovski  sulla zona dello sterno, lungo la scollatura a cuore e scendevano obliquamente lungo il fianco fino a sfiorare la gonna.
<< E’ splendido. >>, sussurrò e poi si voltò verso la commessa. << E’ un Pnina Tornai, vero?>>.
<< Sì, è esatto.>>, rispose cortesemente la donna.
<< Ne riconoscerei uno a mille miglia lontano da me.>>, sorrise lei prendendo cautamente la gruccia su cui era appeso. << Pnina me ne ha confezionato uno personalmente l’anno scorso in occasione del NYC Fashion Week. E quello stesso anno Vera Wang per sostenere la concorrenza mi ha regalato un fantastico abito color rosso intenso per il Milan Fashion Week.>>, parlò velocemente la ragazza.
Non era per vantarsi, pensò, ma semplicemente perché era straordinariamente fiera delle sue conoscenze nel mondo della moda.
La commessa la ascoltava pensando esattamente il contrario, ma lei continuò. << Se mai un giorno…. Un giorno MOLTO lontano… beh… se mai decidessi con MIO grande rammarico di sposarmi, vorrei un mix fra un abito di Pnina e uno di Vera. Vorrei la gonna di tulle di Vera, il suo velo lunghissimo e il corpetto pieno di perline e swarovski di Pnina. Sarebbe splendido.>>.
La donna l’ascoltava meravigliata: per una che odiava l’idea di un possibile matrimonio, aveva le idee abbastanza chiare al riguardo.
<< Vuole provarlo?>>.
 
<< Devo ammettere, Bill, che ne è valsa la pena.>>, annuì Sabine al fianco del figlioccio. << Quell’abito è splendido. Credi che possa piacere a Gordon?>>.
<< Sono sicuro…>>, iniziò Bill.<< … Che rimarrà senza parole, come sono rimasto io poco fa.>>, si passò le mani sui pantaloni neri levando un filo di cotone dal ginocchio.
In quel momento Agnes fece il suo ingresso sfilando come una vera e propria modella, con indosso la sua meraviglia. Sabine sorrise radiosa guardando la figlia e Bill alzò lo sguardo rimanendo pietrificato al suo posto, le labbra schiuse e gli occhi sgranati.
<< Pnina, tesoro?>>, chiese la madre.
<< Non potrebbe essere altrimenti.>>, sorrise Agnes. Posò lo sguardo sul fratellastro sentendosi stranamente ansiosa per il suo giudizio. << Allora? Non dici nulla…?>>.
<< Non so che dire…>>, disse infine il ragazzo con la voce tremante. << Sei… sei bellissima.>>.
La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli e si impuntò una ciocca dietro l’orecchio. << Oh.. beh… ti ringrazio.>>.
<< Io...>>, tossì il ragazzo alzandosi. << Vado a provare il mio…>>, disse rosso in viso e seguì la donna in un altro camerino.
La commessa, che stava sistemando il suo abito gessato, sorrise nella sua direzione. << E’ molto bella, vero?>>.
Bill sospirò con aria sognante. << E’ un sogno.>>.
Dopo pochi minuti uscì anche lui dal camerino ed affiancò Agnes sulla pedana. Sabine si premette le mani sulle labbra sospirando un sognante ‘I miei bambini!’ ed Agnes rimase a fissare il fratellastro dallo specchio senza saper che dire.
Bill aprì le braccia. << Beh… cosa ne dici?>>.
La mora voltò il viso verso di lui e lo squadrò dalle scarpe fino ai capelli perfettamente in ordine. << Sei splendido.>>, disse semplicemente.
Bill sgranò gli occhi e la guardò esterrefatto.<< Come scusa?>>, deglutì.
Agnes si ricompose e posò una mano sul fianco. << Intendo… il blu ti sta splendidamente, sì.>>.
 
<< Sì, insomma è fantastico!>>, urlettò Agnes camminando fra la gente col proprio vassoio in mano. << Ovviamente voi non siete obbligate a prendere quello lì.>>, posò il vassoio sulla propria tavolata seguita da Sofie, Sarah, Hellen e i gemelli. << Per esempio, per Sofie ne vedrei benissimo uno corto, morbido, con pochi luccichii!>>, si rivolse a Sarah ed Hellen, che aveva intrecciato la propria mano con quella di Tom. << Immaginate la Star con corpetto e lustrini?>>.
<< Assolutamente NO.>>, asserì sicuro Hellen.
<< E tu!>>, continuò Agnes indicandola. << Scollatura americana. Dobbiamo pur nascondere quelle spalle!>>.
<< Cos’hanno che non vanno le mie spalle?>>, borbottò Hellen.
<< Sono mastodontiche!>>.
<< SONO MUSCOLOSE!>>, precisò la ragazza e Tom gliene baciò una.
<< Sono bellissime, permettetemi.>>, disse lui.
<< Tom è completamente partito.>>, Sofie rise inzuppando una patatina nel curry.
<< E’ fuso, Sofie.>>, precisò Bill. << A casa ha la testa fra le nuvole, fa lunghissime telefonate con Hellen chiuso in camera per ore e lo sentiamo ridere….>>, fece una pernacchia. << ‘Chiudi tu. No chiudi tu. Oh, no amore, chiudi tu….’>>.
Tutti scoppiarono a ridere e Agnes confermò.
<< Sono innamorato, rettifico.>>, Tom lanciò una pallina di carta al gemello, che la schivò.
<< Oh amore!>>, Helly fece una voce alquanto stridula e schioccò un dolce bacio sulle labbra di Tom che ricambiò più che volentieri.
Agnes girò gli occhi masticando la propria insalata. << Che melensa.>>.
<< Oh!>>, Bill scattò colto da un improvviso ricordo. << Andreas ha trovato casa qui a Berlino!>>, disse tutto contento e Tom annuì vigorosamente, continuando.
<< Nel quartiere di Zehlendorf! Ce lo ha detto proprio ieri.>>.
<< COSA?!>>, urlettarono le ragazze insieme.
<< Perché riccioli d’oro avrebbe dovuto affittare casa qui?!>>, disse infastidita Sofie infilzando una patata.
<< AVETE DETTO ZEHLENDORF?!>>, strillò Sarah sgranando gli occhi poco truccati.
<< Zehlendorf?!>>, le fece eco Helly.
<< QUESTO NON E’ GIUSTO.>>, Agnes inarcò il sopracciglio. << Non lo pago perché mi rubi i sogni!>>.
I gemelli le guardavano con le sopracciglia che sfioravano l’attaccatura dei capelli. << Qualcosa non va?>>, dissero all’unisono.
<< Non va nulla.>>, Sofie separò le patate dalle carotine e riunì i pezzi della Schnitzel ormai tagliata. << Perché dovrei aver a che fare con quel pomposo pieno di sé>>, borbottò.
<< Il vero problema….>>, Agnes la sovrastò guardando i gemelli. << E’ che quel quartiere è il PIU’ BELLO di Berlino. E’ pieno di Ville magnifiche, un lago togli fiato e tanto tanto verde.>>.
Le due amiche annuirono dandole ragione.
<< Sono anni che desidero una villa lì.>>, disse Sarah.
<< Dopo il diploma vorrei tanto abitare lì.>>, continuò Helly.
<< IO NO.>>, le fulminò Sofie. << Tutto, ma non con quel biondo intorno.>>.
Bill e Tom la guardarono e poi si scambiarono uno sguardo eloquente , che Sarah ed Hellen accompagnarono.
<< Beh… perché non farlo?>>, sorrise Agnes guardandoli tutti. << Insomma, casa mia è enorme, certo, ma non possiamo vivere per sempre lì.>>, l’attenzione di tutti si focalizzò su di lei, tutti erano curiosi di sapere cosa stesse sognando in quel momento. << Perché non prendiamo delle ville lì? Insomma, io e le ragazze in una villa, Hellen e Tom nell’altra e riccioli d’oro con Voldemort in un’altra ancora.>>, sorrise come se fosse la cosa più sensata che avesse mai detto. << Giardino e piscina in comune. Non me le sto sognando, Hellen, se è quello che intendi.>>, rise ed Hellen disse un semplice  ‘Allora?!’. << Allora… semplicemente mi sono informata e queste ville esistono per davvero.>>.
I ragazzi sgranarono gli occhi.
<< E non appena finiremo la scuola potremo…. Beh… mi sembra una splendida idea, vero?>>, Agnes sorrise radiosa e tutti gli altri continuarono a guardarla.
Agnes, da che la conoscevano tutti, era sempre stata un po’ sognatrice, sì. Ma dovevano ammetterlo: non aveva mai avuto un’idea migliore di quella.
 
 
Agnes inforcò gli occhiali da vista leggendo quel libro di storia, stando con la schiena sprofondata nella sua morbida poltrona di fronte a quel camino acceso che padroneggiava l’immenso salone di Villa Lorenz.
Sofia era distesa sul divano ad L con lo stesso libro aperto sul viso e le mani poggiate sullo stomaco.
Sara beveva il suo tè, sottolineando tutto ciò che le sembrava importante e di tanto in tanto dava carezze a Cassie, accucciata fra le sue cosce.
Hellen aveva inforcato i suoi occhiali da vista, si era munita di riga ed evidenziatori: rosa per le date più importanti, verde per gli eventi da ricordare, azzurro per i nomi dei diversi protagonisti della storia.
Una cameriera poggiò un’altra teiera di tè fumante sul tavolino basso in mogano e Agnes la ringraziò distrattamente.
La neve cadeva morbida fuori dalla finestra e si posava sul giardino che sembrava dipinto per una cartolina di Natale.
Sofie sbuffò sonoramente levando dal viso quel libro tanto odiato.<< Io ODIO la storia.>>.
<< L’hai già ripetuto cinque volte oggi, Sofie.>>, asserì Agnes leggendo attentamente un paragrafo sulla prima guerra mondiale.
<< Perché non facciamo una pausa?!>>, propose.
<< Scherzi?>>, trillò Hellen scandalizzata. << Il compito del due dicembre –e ripeto del DUE dicembre, quindi fra quattro fottuti giorni- deve essere un successo.>>.
<< Come tutti i nostri compiti in classe, del resto.>>, intervenne Sarah portando una mano alle labbra per nascondere uno sbadiglio.
<< Appunto!>>.
<< Hellen...>>, Agnes la guardò da sopra gli occhiali. << Siamo le migliori del corso. Non può andar male il compito di fine trimestre.>>.
<< APPUNTO!!>>.
Sofie stava per ribattere quando sentì dei passi avvicinarsi a loro: Bill e Tom in pantofole si gettarono sul divano ad L, irritando Agnes che li fulminò.
<< Vi avevo detto che oggi non vi volevo fra i piedi.>>, disse acida rivolgendo un’occhiataccia a Tom che baciava –con molta passione-Hellen.
<< E se volessimo studiare con voi?>>, rispose a tono Bill indispettito. << Il compito in classe lo abbiamo tutti e sei!>>.
<< Siete arrivati solo un minuto fa e già Hellen ha perso la sua concentrazione. HELLEN, ripeto, HA PERSO LA SUA…>>.
<< Non ho perso la mia concentrazione!>>, ribatté la ragazza stando fra le gambe di Tom che la stringeva teneramente. << Stavo semplicemente facendo una piccola, piccolissima pausa.>>, ed accarezzò il nasino perfetto del ragazzo che sorrise e riavvicinò le labbra alle sue.
<< Aaaah-AH!>>, Sofie si alzò di scatto e la puntò con un dito ed Hellen sorrise colpevole.
<< Sono le sette di sera…>>, continuò Bill laconico. << Perché non ordiniamo una bella pizza e la mangiamo qui di fronte al fuoco?>>, disse incrociando i volti entusiasti di tutti, tranne che di Agnes. << Papà e Sabine sono a cena fuori, perché….>>.
<< Abbiamo dei camerieri che potrebbero cucinarci aragosta e caviale, Bill.>>, Agnes, visibilmente stanca da quello studio disperato, girò gli occhi.
<< Perché non tenti, solo per tre secondi, di scendere dal piedistallo e vivere la vita VERA?>>.
<< Mmmh…>>, Agnes sembrò pensarci su. << Nah….>>.
<< Io avrei un’idea migliore.>> Tom, che aveva avvolto Hellen fra le braccia li guardò. Tutti ricambiarono con degli sguardi curiosi, così lui continuò. << Il gioco della verità.>>, e rivolse uno sguardo al fratello che sgranò gli occhi e indurì le labbra riducendo gli occhi a fessure, quasi volesse incenerire il gemello.
<< Tom, è un gioco da poppanti.>>, contestò Agnes accucciandosi nella poltrona.
<< Ma Ag…>>, continuò Sarah.<< A volte è bello lasciarsi andare.>>.
<< Dai, Ag!>>.
<< Rimarrà fra noi!>>.
Agnes guardò le tre amiche e poi sospirò abbassando le spalle. << E va bene. Ma inizio IO.>>.
Tom si sfregò le mani sedendosi per terra a gambe incrociate. << Bene, bene, bene. Cara sorellina adorata, hai qualche confessione esclusiva da fare o preferisci ricevere una doman…>>.
<< Ho lasciato l’Adagio.>>, Agnes parlò tutto d’un fiato lasciando la domanda di Tom in sospeso.
Tutti gli occhi dei presenti puntavano su di lei, come per assicurarsi che quello che dicesse fosse vero o meno. Agnes non diede segni di ilarità. << Sono seria.>>.
Sarah scattò in avanti facendo guaire Cassie e abbracciò stretta l’amica. << Sono fiera di te.>>.
Agnes sorrise e le accarezzò i lunghi capelli biondi. << Sì, insomma… che senso aveva? Mostrarsi ad arrapati per pochi euro, quando guadagno milioni con IL MIO estro.>>, assunse un’aria di superiorità. Gli amici la guardarono e sorrisero fieri: per quanto riguardasse il suo lavoro, sì, poteva benissimo ritenersi superiore a molti.
Tom sorrise alla sorellastra e prese un cuscino lanciandolo a Sarah. << A lei, mia cara.>>.
<< Oh…>>, la bionda lo afferrò e fece un sorrisino timido. << Ragazzi, non vorrei che pensaste che ve l’ho nascosto per secondi fini ma…>>, tutte le orecchie si tesero verso di lei. << Beh… ci sarebbe un ragazzo…>>.
<< UN RAGAZZO?!>>.
<< Chi è?>>.
<< Lo conosciamo?!>>.
<< La fate parlare?>>, Tom schioccò un’occhiataccia alle tre ragazze che tornarono al loro posto, innocue.
<< Lo conoscete benissimo.>>, sorrise lei. Alzò lo sguardo verso Agnes e sorrise dolcissimamente, con lo sguardo di una che aveva appena conosciuto l’amore della sua vita, sguardo che lei, Agnes, non aveva mai avuto. << Georg.>>.
Le tre ragazze non furono le sole ad urlare, anche Bill aveva lanciato un urletto poco virile che aveva fatto scappare Cassie sotto al tavolo più in là.
<< IL MIO FOTOGRAFO?!>>, urlò Agnes eccitata con un sorriso a trentadue denti.
<< Proprio lui.>>.
<< SIETE INSIEME?>>, urlettò ancora, accompagnata da Bill.
<< Beh… no. Insomma, ci frequentiamo, usciamo anche insieme… e, oh, Agnes! E’ così….>>.
<< Bravo a letto? Oh, quello lo so bene.>>, dopo quella frase la ragazza si beccò quattro cuscinate in faccia.
<< Grazie per avermi ricordata che il MIO uomo è passato prima dalle tue grinfie.>>, Sarah roteò gli occhi ed Hellen inarcò il sopracciglio fissando Tom.
<< Anche il MIO.>>.
<< Ahi.>>, Sofie guardò Bill. << Si mette male.>>.
Tom cercò di abbracciare teneramente Hellen che si muoveva contrariata e Agnes prese parola.
<< Okay, scusate a tutte!>>, sbuffò. << Purtroppo pretendo sempre il meglio dagli uomini…. E a volte non resisto alla carne fresca.>>, disse senza troppi complimenti.
Bill indurì la mascella e sentì il sangue andargli dritto al cervello, così prese il cuscino dalle mani di Sarah interrompendo quella ridicola conversazione. << Sono innamorato.>>.
Tutti si voltarono a fissarlo con gli occhi fuori dalle orbite: Sofia e Tom sorridevano compiaciuti, Sarah si mordeva le labbra sorpresa, Hellen spalancò la bocca. Tutti, consapevoli della situazione, lanciarono uno sguardo ad Agnes che sembrava pietrificata sul posto.
Dentro di lei stava accadendo qualcosa che non era successa mai prima: sentì una strana sensazione nello stomaco, la sua mascella si indurì e deglutì a vuoto. Strinse i pugni ignorando quella stana voglia di afferrare Bill dalla collottola e sbatterlo al muro così forte da fargli male, senza un motivo ben preciso.
Non aveva mai sentito una sensazione così intensa: avrebbe voluto sapere di CHI era innamorato quel ridicolo ragazzino in piena crisi adolescenziale.
Lo guardò a lungo, Bill non staccò per un secondo gli occhi dai suoi.
Agnes tremò fissando intensamente quegli occhi.
Quei due diamanti.
Così intensi.
Così profondi.
Così belli.
Si sentì stranamente arrabbiata e voleva solo scappare in camera a piangere dal nervoso.
Fu un attimo.
Bill distolse lo sguardo da lei, facendola sentire completamente persa.
Per la prima volta si sentì sola.
Fu proprio lì che capì.
“Non posso essere innamorata di te….”, pensò mentre il cuscino passava di mano in mano e a lei non interessava più dei Gossip e dei segreti più profondi di tutti i suoi più cari amici. “Non puoi essere tu il vero amore…”.
Quel pensiero le smorzò lo stomaco. Si alzò con un senso di nausea e corse su per le scale, seguita da Cassie.
Maledettissimo Bill.




Ed eccomi qui! Finalmente sono tornata dopo aver affrontato il periodo più devastante della mia vita. No, scherzo! Gli esami son passati in un soffio ed ora come ora posso dire anche io che "Non erano nulla di che". 
Spero di vedere qualche recensione in più, questa volta... devo ammettere di esser rimasta un po' male quando ho visto di averle ricevute solo dai miei due pilastri _Vesper_ ed auroramyth. Non che i loro non siano importanti, anzi... ma avrei voluto sentire le opinioni di altre persone. Comunque, non importa. sono qui per scrivere e continuerò a scrivere, con o senza recensioni....
Vi auguro una dolcissima estate e la auguro anche a me e... che il divertimento abbia inizio.
Buona lettura e buona vita. <3

Liebe.
   
 
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