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Autore: Thiare    17/07/2014    0 recensioni
Jack è un ragazzo tutto capelli e lentiggini quando le consegna il mazzo di fiori campagnoli dal bancone più alto di lui. Lui la chiama "la bella signora in nero", perché ogni volta che compra i fiori indossa un vestito scuro e attillato; la destinazione, d'altronde, non cambia mai.
[Post-Reichenbach Falls]
Genere: | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Useless Tears.






"SUICIDE OF FAKE GENIUS"


Una mano dalle unghie laccate di rosso accarezza la pagina di giornale; sulla prima facciata, l'eroe incappucciato sorride beato - come un tempo.



Moriarty l'ha distrutto.
...
E io l'ho aiutato a farlo.




Richard, il maggiordomo, non si accorge immediatamente della donna in lacrime quando entra nella stanza, lo fa solo quando, ritirando il giornale dalla stretta della padrona, nota che la prima pagina è miseramente bagnata. Ma non dice niente, Richard, si limita solo ad abbassare lo sguardo, stringere le nocche e fare un impacciato segno della croce, per poi sparire dietro la porta del salone.
La donna rimane lì a piangere in silenzio.



Era bella, stufa dei suoi errori, nelle iridi celesti l'orgoglio di chi è stanco di perdere.
Era fragile, bagnata dalle sue lacrime, un suo sospiro racchiudeva il mondo.


 
** **



Per ore è rimasta a riflettere, il trucco è ormai colato tutto, il tempo ti è amico solo quando sei felice.
Si alza dalla sedia sciogliendo le gambe accavallate e impetuosamente agguanta il telefono gettato sulla poltrona del salone.




"Pronto?"
"E' davvero morto?"
"Chi parla, scusi?"
"Sherlock Holmes è davvero morto?"

John Watson si strofina la fronte con una mano; insieme al sudore vengono via anche le lacrime. "Si."
La donna dall'altra parte ha un fremito, la chiamata termina lì.


 


** **





La figura slanciata della donna fa qua e là per le stanze della grande casa, i suoi pensieri viaggiano come uno spirito vagabondo mentre le sue dita strisciano sul corrimano di legno delle scale.



Si vedeva nei suoi occhi, lo spettro di una vita passata, forse piena di dolore e sofferenza.




Un uomo alle sue spalle sospira stringendole le braccia.
"Che hai, tesoro?" addolcisce gli occhi, increspa un sorriso.
"Sono solo un po' stanca." lei intristisce gli occhi, arriccia le labbra.
"Triste forse?"
"Triste. E' per via di quello che si legge sui giornali." scendendo le scale, la donna accarezza la polvere del corrimano.
"E' successo qualcosa?" l'uomo le parla distante, il completo stropicciato, le braccia lungo i fianchi.
"Conoscevo una persona, è morta qualche settimana fa."
"La conosco?" aggrotta le sopracciglia preoccupato.
"Era un mio caro amico."
"Chi?"



 
Ma lei era già fuggita, i capelli castani al vento, il cuore in fiamme.




Ha sempre saputo di non possedere tutto il suo sorriso, né tutta la sua gioia e bellezza; ha sempre saputo che ad avere una parte del cuore di sua moglie è sempre stato l'uomo che lei ha sempre considerato come il migliore dei suoi avversari. 

Saperlo lo corrode, e non può fare niente per cambiarlo.



 

** **




Jack è un ragazzo tutto capelli e lentiggini quando le consegna il mazzo di fiori campagnoli dal bancone più alto di lui. Lui la chiama "la bella signora in nero", perché ogni volta che compra i fiori indossa un vestito scuro e attillato; la destinazione, d'altronde, non cambia mai.

Quando Richard si ferma davanti al cimitero, non aspetta neanche che la portiera posteriore si richiuda che subito avverte la signora di quanto sia dispiaciuto per l'accaduto.
La donna passeggia a tacchi alti tra le aiuole del cimitero, le foglie scricchiolano sotto i suoi passi, e i fantasmi immaginari dei corpi sepolti gemono doloranti ad ogni calpestamento. E' autunno. pensa Stagione perfetta per morire. Stira un sospiro rammaricato e, a mani incrociate in grembo, raggiunge la lapide nel fondo. 

Di Sherlock Holmes tutto ciò che è rimasto è una scritta dorata su di una lastra scura; la donna apre un sorriso amaro "Sherlock Holmes è sempre stato l'unico fiotto di luce in questo mondo scuro... che metafora, egocentrico bastardo." Ecco, questi colori lo rappresentano anche nell'oltretomba.

Lei è una di quei pochi che crede ancora ne "Piacere Sherlock Holmes, consulente investigativo.", non ci sarà mai un giornalista che regga, una sola prova che sia tale, un solo articolo così ben scritto, niente che spegnerà quella fiamma che, per lui, in lei, ancora arde.

Accarezza impacciata la lapide mordendosi l'interno della guancia, in dieci giorni che è venuta a fargli visita non ha trovato ancora le parole da dire. 
"Non sono venuta al funerale." ammette d'un colpo accasciandosi al suolo. "Sai, volevo risparmiarmi la nausea di vedere tante persone senza morale piangere un uomo che neanche conoscevano e sicuramente disprezzavano. Scommetto che anche il prete si sarà confessato alla fine della cerimonia." sospira prendendo a giocare con i petali dei fiori, lo sguardo basso di chi, infantilmente, nasconde qualcosa. "Questo mondo sapeva di merda già da prima che te ne andassi. Anzi non ti biasimo proprio."

Irene Norton c'è scritto sul suo fazzolettino da borsetta ricamato; Irene Norton esiste solo da qualche mese. Potrebbe dire in giro che a volte si firma ancora con Adler, ma non le crederebbe nessuno, Irene Adler è morta in un attentato terroristico molto tempo fa.
E' proprio questo che pensa Sherlock, qualche albero più lontano da lei "questa è l'era delle stranezze.. due persone essenzialmente morte che si incontrano sulla terra..."

Irene alza lo sguardo stanco e incontra la vegetazione folta, niente strano e buon miracolo, niente occhi limpidi da incatenare ai suoi, niente cappello buffo e cappotto lungo, solo centinaia e centinaia di altre lapidi.
Arriccia una smorfia di dolore e si asciuga gli occhi, rammaricata. Forse è vero, pensa lui è davvero andato via.. Ma la forza che lei sa che lui ha smentisce subito quel pensiero.

Sherlock Holmes è la forza fatta persona; Sherlock Holmes non potrà mai morire.

Irene alza gli occhi e si volta, si mette in piedi, raggiungendo Richard dall'altro capo della strada. Sherlock la osserva da lontano incespicare nei propri passi, abbassa lo sguardo, si volta e si allontana da tutto ciò che un tempo è stato suo.


Sulla tomba di Sherlock Holmes rimane solo un mazzo di fiori campagnoli.





 
 



















Lei è in soggiorno quando il telefono squilla del suono di un messaggio.
"Un giorno potrei anche accettare quell'invito a cena."
Irene arriccia un angolo delle labbra come solo lui riesce a farle fare.
"Sei miseramente in ritardo, sono impegnata ora, io."
"Magari nella prossima vita..."
 












She can kill with a smile, she can wound with her eyes.
She can ruin your faith with her casual lies.
And she only reveals what she wants you to see. 
She hides like a child but 

she's always a woman to me.


















N.D.A.

E' la prima storia che scrivo in questo fandom, spero sia andata bene.

[*] Norton è il cognome che Irene acquisisce nell'avventura Scandalo in Boemia dopo essersi sposata.

Grazie a chi è arrivato fin qui.
Just words, fantasies and fortune
Erika
   
 
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