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Autore: _eco    18/07/2014    6 recensioni
[Stydia] [Post 4x04] [Accenni Stalia/Scira]
《 Perché posso dare la colpa alla stanza, se nessuno mi sente quando urlo.》
《 Che cosa... che cosa stai dicendo? 》
Gli occhi di Stiles si riempiono di una patina opaca e salata, che brucia ogni volta che cerca di scacciarla chiudendo le palpebre.
《 È insonorizzata. È più facile incolpare la stanza se-》
Stiles la stringe a se prima ancora che Lydia termini la frase.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intro: Diciamo anche che questa OS non sta nè in cielo nè in terra, ma è il frutto del mio bisogno inarrestabile di un po' di Stydia in queste puntate.
Chi mi conosce sa quanto ci sia rimasta male nel vedere Lydia crollare letteralmente davanti a un estraneo, diventare tutto l'opposto di ciò che era, la ragazza che non aveva nemmeno la sfacciataggine di piangere davanti ai propri amici, figurarsi davanti a un tizio che nemmeno conosce.
Ho ipotizzato che:
A. Mason e Lydia diventino discreti amici, non esattamente confidenti, ma amici. E che lui vada altre volte a trovarla.
B. Sia passata circa una settimana dal crollo colossale di Lydia. *va a piangere* *si asciuga il viso e si ricompone*
C. Lydia, dopo aver aiutato per l'ennesima volta, senza nemmeno far riferimento alla necessità di tener pulita la casa, Scott con Liam durante la luna piena, abbia deciso di restare in casa da sola e il resto lo leggerete.
Non so quanto siano OOC. Forse Lydia è un po' troppo debole, ma penso che alla fin fine ci stia pure. Nella 4x04 era davvero in pezzi. Ho provato a inserire qualche accenno Stalia, mio malgrado. È stato tremendo ahahahah xD
Buona lettura ♥
S.

 
You found me.
Si è soli nel deserto, disse il piccolo principe.
Si è soli anche tra gli uomini, rispose il serpente.

- Il piccolo principe

《 Che cosa vuol dire "non riusciamo a trovarla"? 》esclama Stiles, allargando le braccia e lasciandole cadere distrattamente lungo i fianchi.
《 Che non abbiamo idea di dove sia. L'abbiamo chiamata cinque volte nel giro di due ore. Risponde la segreteria telefonica.》 confessa Scott, il capo chino a fissare un punto imprecisato tra le sue scarpe e l'asfalto.
《 Oggi non era nemmeno a scuola. Abbiamo tre materie in comune, di martedì. Oggi è martedì. E Lydia non era in classe in nessuno dei tre casi. 》gli fa notare Kira.
《 Forse ha marinato la scuola. 》ipotizza Malia, facendo spallucce.
Stiles si volta verso di lei più repentinamente di quanto volesse.
《 Lydia non marina la scuola senza un buon motivo per farlo. 》articola a denti stretti, artigliando con un po' troppa foga le bretelle dello zaino che tiene in spalla.
Malia rotea gli occhi e sbuffa, irritata.
《 Bene, forse la sua buona ragione indossa una divisa e ha dei bellissimi occhi azzurri. 》 insiste lei, mettendo su un sorrisetto malizioso che tradisce il fatto che, pian piano, sta diventando sempre più esperta nel campo della sessualità e del corteggiamento.
《 Vedo che non perdi occasione per fare esperienza. 》 si complimenta con lei Stiles, circondandole le spalle con il braccio e stringendole a sé con un sorriso ammiccante.
《 Uno in divisa hai detto? 》 le sussurra all'orecchio.
Malia emette un grugnito d'assenso e Stiles indossa un sorriso forzato. Proprio non riesce a capire perché il pensiero di Parrish che mette le mani addosso a Lydia lo urti tanto. 《 Non è che ti piacciono di più i suoi occhi azzurri? 》 si affretta ad aggiungere poi.
Malia scuote la testa e sorride.
《 L'ultima volta che l'ho sentita è stata ieri pomeriggio, sul tardi. Le ho mandato un messaggio per chiederle di prestarmi i suoi appunti di matematica. 》 spiega Kira, che inizia a torturarsi le dita in preda alla preoccupazione.
《 Sul serio le hai chiesto gli appunti di matematica? Buona fortuna, allora. 》 sbotta Malia.
《 Okay, possiamo rimandare a dopo questa discussione e concentrarci su Lydia? Tipo adesso. 》le interrompe Stiles, che inizia ad essere nervoso.
Scott annuisce e gli scocca un'occhiata di conforto.
《 Lydia? Cosa succede a Lydia?  》s' introduce una voce fuori campo, che presto il gruppo attribuisce al ragazzino dalla pelle di cioccolato che si è appena avvicinato loro.
《 Nulla che ti riguardi, ragazzino. 》 lo respinge bruscamente Stiles.
Andiamo, Lydia, dove ti sei cacciata?
《 Mason. Mi chiamo Mason. 》lo corregge l'altro, sistemandosi la borsa a tracolla grigia e avvicinandosi a Stiles in tono di sfida.
《 Okay, Mason, torna quando dovremo giocare all'allegro chirurgo. Qui non siamo dentro una sorta di Cluedo. È scomparsa una persona. 》lo liquida Stiles.
Si spreme le meningi nel tentativo di capire dove possa essersi cacciata Lydia. Sempre che, ovunque sia, ci sia andata di sua volontà. Il solo pensiero che qualcuno possa avercela portata di forza gli fa ribollire il sangue nelle neve.
《 Quando l'avete vista l'ultima volta?  》 chiede Mason.
È forse sincera preoccupazione, quella che si dipinge negli occhi d'inchiostro del ragazzino? Stiles si chiede perché dovrebbe essere tanto in tensione per una persona che conosce appena.
《 Kira ieri le ha chiesto-》fa per rispondere Malia.
《 Kira le ha mandato un messaggio, non l'ha vista di presenza. Ieri notte era con me alla casa sul lago. Mi ha dato una mano con Liam. Le ho chiesto se voleva essere accompagnata a casa, ma m ha risposto che aveva altro da fare e che sarebbe tornata da sola. 》racconta Scott.
《 Aveva la macchina?  》 chiede Mason, incalzante.
《 No. 》
《 E come credevi che sarebbe tornata? Volando?  》 lo attacca il ragazzino, sbuffando come se avesse a che fare con un branco - è proprio il caso di dirlo - di deficienti. 《 Immagino che non sappiate nemmeno che Lydia mette a vostra disposizione la casa che potrebbe evitare a lei e a sua madre di finire sul lastrico. 》 aggiunge dopo, soffermandosi a fissare con tono d'accusa Stiles, che viene scosso da un singulto improvviso e irrigidisce il volto in un'espressione sorpresa.
Mason scuote la testa, rassegnato e disgustato al tempo stesso.
Vengono avvolti dalle vesti soffocanti del silenzio. Kira si porta le mani al petto, visibilmente intristita. Scott fissa l'asfalto. Come ha potuto non sentire l'odore della paura, della tristezza, della  desolazione o di qualsiasi cosa stesse divorando Lydia?
Malia assume un'espressione corrucciata, pensa a tutti i graffi che ha inavvertitamente lasciato nello scantinato e non può nascondere che un po' le dispiaccia.
《 Forse Parrish sarebbe andato a prenderla. 》 butta lì Malia, tentando di smorzare la situazione tossica in cui si sono cacciati.
Mason emette un grugnito di disappunto e si trattiene dal rifilare una risposta poco gentile a Malia.
《 Possiamo lasciare da parte questo Parrish? 》 sbotta Stiles, che adesso non tiene più il braccio attorno alle spalle di Malia.
《 Probabilmente è ancora lì. 》 interviene Kira, che fino a quel momento è rimasta in silenzio per non aggiungere benzina sul fuoco.
《 So esattamente dove si trova. 》 replica Mason.
《 Bene, Detective Conan, portaci da lei. 》ribatte Stiles, dandogli una pacca sulla spalla.
Scott capta un tremito insolito nella sua voce solitamente squillante.
Mentre si avviano a passo spedito verso le auto, Scott gli si avvicina e gli mette un braccio attorno alle spalle magre.
《 È colpa nostra. Di tutti, Stiles. 》 cerca di confortarlo,  e Stiles lo apprezza,  davvero, ma per il momento è troppo impegnato a decidere se combattere contro il devastante senso di colpa che gli attanaglia lo stomaco o lasciare che proceda il suo percorso dentro di lui.
Perché, in fondo, forse si sarebbe dovuto rendere conto che le ginocchia di Lydia tremavano troppo, davvero troppo spesso. Che stava per crollare.
 
 
《 Vengo con te. 》sentenzia Stiles, seguendo Mason dentro l'enorme casa della nonna di Lydia, dopo aver preso una copia delle chiavi da Scott.
Malia, poco dietro, incrocia le braccia al petto e sbuffa, infastidita.
《 Gelosona. 》 la rimbecca Stiles, sicuro che il suo affinato udito da coyote abbia captato la sua voce.
Malia sbuffa, di nuovo, ma stavolta non è un cenno di fastidio. 
《 Noi cerchiamo qui fuori. 》 li avverte Scott, prendendo Kira sotto braccio e dirigendosi verso il fitto boschetto oltre il lago.
Malia li segue strisciando i piedi annoiata.
 
Mason sale le scale con calma. 
《 Perché sei così tranquillo? 》 domanda Stiles alle sue spalle, sospettoso.
Mason stringe le dita attorno al corrimano e si volta verso il ragazzo che ansima nervosamente dietro di lui.
《 Ce l'hai portata tu qui dentro? O forse vuoi solo distrarci mentre qualche tuo complice la...la...insomma, hai capito. È meglio che non sia così, Detective Conan. Perché, se è così,  chiamerò Scott e gli dirò di staccarti la testa dal collo. E non sarà piacevole. No. 》
Stiles parla come se al posto della lingua avesse una trottola. Repentinamente, continuamente, senza nemmeno prendere fiato.
《 Dovete proprio credere che sia in punto di morte per preoccuparvi per lei. Siete patetici. 》 articola Mason a denti stretti, continuando a salire.
Questo ammutolisce completamente la parlantina irrequieta di Stiles. Potrebbe rispondergli per le rime, a dire il vero, ma Stiles proprio non ci riesce, perché qualcosa nello sguardo sincero e animatamente accorato di Mason gli suggerisce che ciò che ha detto non è che la pura, pungente verità.
L'hanno lasciata sola. L'ha lasciata sola. Non una parola di conforto, non un abbraccio o una stretta di mano o un cenno d'interessamento al suo stato d'animo. Non si è nemmeno accorto che quel moccioso le si è avvicinato quel tanto che basta perché lei si aprisse con lui, in qualche modo. È davvero bastata una settimana perché Lydia si confidasse con questo surrogato di piccolo investigatore? Dov'è finita Lydia?
Mason cammina per la casa con sicurezza, come se ne conoscesse ogni angolo, o quasi. Deve essere venuto altre volte qui, dopo la festa. Forse era con Lydia. Sicuramente. Forse l'ha abbracciata,  le ha detto va tutto bene. Forse ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare lui - e non come fidanzato o roba del genere, ma come amico.
Sicuramente.
Si ferma di botto davanti a una porta bianca. Il flusso di pensieri che sta divorando il cervello di Stiles si blocca improvvisamente.
《 È qui. 》
《 Qui dentro? 》 gli fa eco Stiles, sfiorando la porta.
Mason annuisce e fa per abbassare la maniglia, ma si ferma e guarda Stiles.
《 Penso che debba andare tu. 》
《 Per farmi tirare un tacco in fronte? 》 cerca di ironizzare l'altro.
Il punto è che non crede di essere forte abbastanza per guardarla in faccia. Guardarla per davvero. Vedere il vuoto nei suoi occhi e le labbra che probabilmente tremeranno. Non è pronto scusarsi, perché non c'è modo di farlo senza sembrare ridicolo e inappropriato.
《 Per essere uomo, amico. 》ribatte Mason.
《 Sei sicuro che sia qui? 》 domanda Stiles, impugnando la maniglia fredda.
Cosa c'è?
Sono fredde.
Quasi sente un mazzo di chiavi tintinnare e percepisce il contatto casuale con la mano delicata di Lydia.
Sembra essere passato un secolo.
《 Vuoi scommettere? 》 lo provoca Mason.
Stiles inspira profondamente e non si cura nemmeno di rispondere. Abbassa la maniglia, e, nel momento in cui apre la porta, sente un impercettibile singhiozzo proveniente dall'interno.
Si chiude la porta alle spalle, e quando questa impatta contro il cornicione di legno, Lydia solleva il capo.
È in piedi, di spalle, e fissa un punto indefinito della parete bianco latte di fronte a lei. Tiene le mani strette a pugno. È a piedi scalzi, i tacchi abbandonati in un angolo della stanza. Senza quei trampoli, sembra ancora più minuscola e fragile. Lo sembra anche e soprattutto per via dei tremiti che scuotono la sua schiena minuta. Lo terrorizza, in qualche modo, vedere Lydia Martin in questo stato, quasi fosse completamente nuda davanti a lui, quasi dovesse rovinare per terra al minimo spostamento d’aria.
Stiles si passa una mano sulla fronte.
《 Beccata. 》 si lascia sfuggire.
Avrebbe voluto dire qualcosa di divertente, e questo lo sembrava, finché lo pensava e basta. Ma una volta che l'ha detto, non gli pare più molto appropriato.
Lydia si stropiccia gli occhi rossi e tira su col naso. Quando si volta,  Stiles desidera soltanto di poter sprofondare e sparire.
Profonde occhiaie solcano il viso di Lydia, paonazzo per il pianto, accartocciato in un'espressione di stanchezza e spossamento. I capelli le ricadono disordinatamente intorno al viso.
Per Stiles resta comunque bellissima. Anche se trema, anche se sembra l'ombra di se stessa, anche se pare che non le importi nulla della sua chioma biondo fragola tutta scombinata.
Il fatto è che Lydia lo guarda, ma non lo vede davvero. È come se fosse prigioniera di una gabbia invisibile, pareti di vetro sottile che la isolano da tutto. Non passa nemmeno una manciata di secondi che si gira di nuovo verso il muro.
《 Lo dicono di continuo. Di continuo. 》 dice con voce rotta, parlando più con sé stessa che con Stiles.
È un bene, forse, che non abbia ancora realizzato che lui è lì, perché un tacco in faccia potrebbe comunque lanciarglielo.
《 Cosa? Cosa dicono, Lydia? 》le chiede lui, avvicinandosi con cautela e tendendo entrambe le braccia verso di lei.
《 Non capisco. L'ho già messa la password. La so, la conosco. E loro continuano, continuano a dirlo.》
Sembra in uno strano stato di trance, come se una serpe velenosa le fosse entrata dentro e l'avesse svuotata di ogni cosa. Era sola? Era sola mentre la serpe la intossicava e la uccideva? Per un attimo, Stiles spera che non lo fosse, anche a costo di immaginare quel Mason o quel Parrish con lei. Perché pensare che fosse completamente abbandonata a se stessa è davvero troppo per lui, e il fatto stesso che sia codardo al punto di non riuscire ad accettare la realtà dei fatti lo opprime e lo fa sentire ancora più viscido.
《 Cosa dicono? 》 insiste Stiles, modulando la voce nel tono più tranquillo e carezzevole possibile.
La risposta la conosce già, ma forse potrebbe aiutarla se lasciasse che sia lei a spiegarglielo.
《 Dicono... dicono... Allison. A...lli...son.
Lydia soffia quel nome in un sibilo sinistro. Stiles scommette che sia la perfetta imitazione delle voci sinistre e macabre che solo Lydia riesce a sentire.
《 Non la smettono. Perché non smettono?  》
Lydia non parla, piuttosto emette suoni, tra un singhiozzo e l'altro, suoni che Stiles fatica ad assemblare e decifrare.
Si prende di coraggio e le sfiora la schiena con le dita. Lydia sussulta e trattiene il fiato.
《 Perché stai chiusa qui? Perché continui a stare in questa stanza se queste voci ti stanno facendo impazzire? 》le domanda, muovendo un paio di passi per mettersi al suo fianco.
Davvero è così vulnerabile da non riuscire neppure a colpirlo per vendicarsi?
Le cinge le spalle con delicatezza, lasciando il braccio sospeso per un po', indeciso sul da farsi.
Quando sfiora la maglietta di Lydia, lei serra le palpebre e stringe le labbra. Smette di respirare, perché se lo fa esplode.
E, quando schiude la bocca, un gemito di dolore e frustrazione le sfugge senza che possa controllarlo.
Stiles sente le ginocchia tremare. Scott gli ha raccontato che, in quanto licantropo, riesce ad assorbire il dolore degli altri. E Stiles è solo un essere umano, ma la sofferenza di Lydia gli pervade il corpo e lo scuote violentemente.
《 Perché posso dare la colpa alla stanza, se nessuno mi sente quando urlo.》
《 Che cosa... che cosa stai dicendo? 》
Gli occhi di Stiles si riempiono di una patina opaca e salata, che brucia ogni volta che cerca di scacciarla chiudendo le palpebre.
《 È insonorizzata. È più facile incolpare la stanza se-》
Stiles la stringe a se prima ancora che Lydia termini la frase. Forse perché vuole evitarle la mortificazione e la tristezza di continuare a parlare in quel modo, forse perché vuole proteggere se stesso e perché sa che non riuscirebbe a sopportare ancora una volta la vera motivazione per cui Lydia sembra una bambolina di cristallo scheggiata.
Grida. Lydia, grida.
Quante volte ha urlato nel silenzio assordante di quella stanza? Quante volte ha urlato e nessuno l'ha sentita, fuori da quella prigione insonorizzata?
Che cosa stava facendo lui, nel frattempo?
《 Mi dispiace. 》 sussurra, non riuscendo a frenare le lacrime.
Lydia singhiozza contro il suo petto.
《 Dov'eri? 》 pigola con voce roca, battendo le mani chiuse a pugno contro il suo petto.
《 Mi dispiace. 》ripete lui, come un automa.
《 Avevo bisogno di te. Avevo bisogno del mio amico. 》pigola lei, nascondendo il viso nella sua maglietta stropicciata,  come se ciò che ha appena detto fosse la più imbarazzante confessione mai fatta.
Presuppone che Lydia Martin sia debole, che sia piccola e fragile e sola e pateticamente bisognosa anche solo di un abbraccio.
《 Scusami. 》
Stiles le bacia i capelli e mentre lo fa si sente incredibilmente fuori posto, ma sente il bisogno incontrollabile di stringerla ancora e non lasciarla scivolare più.
《 Mi sei mancato. 》mormora a fatica.
Ed è allora, nel momento in cui Lydia cessa di colpirlo con i suoi piccoli pugni e si abbandona completamente fra le sue braccia, che Stiles inizia a piangere in silenzio senza nemmeno provare a controllarsi. Le accarezza i capelli e prova a non bagnarli di lacrime, perché a Lydia piacciono, le piacciono tantissimo, sono la sua ossessione da sempre. E non importa se per adesso sembra non curarsi del loro aspetto,  perché quando si sarà ripresa lo additerà sicuramente e lo accuserà di averglieli rovinati tutti.
Stiles non aspetta altro.
《 Anche tu. 》replica lui, cullandola fra le braccia come se fosse il cimelio più raro e fragile del mondo.
Le lacrime sono ormai soltanto scie umide e appiccicose sul suo viso, quando un alone rossastro sul pavimento attira la sua attenzione.
《 Lydia? Lydia? Che ti sei fatta?  Sei ferita? 》
Stiles la scosta da sè con delicatezza, controllandole i polsi, le braccia, il collo e le gambe. Nessun taglio.
Lydia segue la direzione del suo sguardo sino alla macchia rossastra suo tappeto candido.
《 È così evidente? 》mugola, stropicciandosi le nocche sugli occhi. 《 Non voleva andare via. Ho provato con sale e soda, ma qualche traccia è rimasta. 》
《 Traccia di...? 》insiste Stiles, scrutandola sospettoso e preoccupato.
《 Di vino. 》completa Lydia, come se fosse assolutamente ovvio.
《 Oh Dio, grazie. 》 esala,  fissando il soffitto e sospirando di sollievo.
《 È un disastro, se l'hai notato anche tu da questa distanza. 》
Lydia scuote la testa in preda alla frustrazione.
《 Nessuno comprerà una casa con i tappeti sporchi. 》
《 È solo un tappeto. Solo uno in una casa a due piani con un miliardo di tappeti sparsi ovunque. 》 le fa notare Stiles. 《 E poi, a chi non piace una casa con un tappeto macchiato da quello che sembra sangue? Il fascino dell' "Oh, ma sapete che si dice che qui abbiano ucciso qualcuno". Vuoi mettere? 》 aggiunge poi, sorridendo.
Lydia solleva gli angoli della bocca di rimando. E solo ora si accorge che le voci, quei pungenti sibili,  si sono volatilizzati.
《 Sei un idiota. 》
Lo colpisce al petto, stavolta per gioco.
《 Non farlo mai più, va bene? Non ti azzardare a sparire così un'altra volta. 》
《 Solo se prometti di non farlo anche tu. 》
Stiles sfiora i capelli di Lydia con le labbra.
《 Promesso. 》

 
 
  
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