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Autore: BrokebackGotUsGood    18/07/2014    2 recensioni
I litigi sono all'ordine del giorno in una coppia, a volte causati dai motivi più futili di questo mondo.
E per farsi perdonare, a volte, si è disposti a commettere qualche piccola follia, anche la più inaspettata...senza preoccuparsi troppo della propria reputazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A love that will never grow old'
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-Chiavi...portafogli...cellulare...- elencai, assicurandomi di aver preso tutto il necessario e guardandomi anche intorno per sicurezza. -Ok, c'è tutto, possiamo andare- annunciai infine, sistemandomi velocemente il colletto della camicia mentre mi dirigevo verso la porta d'ingresso. 
Sentii Heath sbuffare lievemente dietro di me, cosa che mi fece voltare verso di lui con aria interrogativa: sembrava turbato e non del tutto a suo agio, come quando si ritrovava involontariamente al centro dell'attenzione, infatti cominciò a spostare il peso da un piede all'altro come faceva quando era nervoso. 
-Va tutto bene?- gli chiesi, accarezzandogli lievemente il braccio.
Puntò lo sguardo altrove e fece un'espressione poco convinta, che poi si tramutò in una quasi supplicante quando infilò timidamente le mani nelle tasche dei pantaloni; sbuffò un'altra volta e poi, dopo parecchi secondi di esitazione e titubanza, si decise a guardarmi e a dire quale fosse il problema. -Dobbiamo proprio andarci a questa cena...? Non possiamo starcene a casa per conto nostro e dire agli altri che abbiamo avuto dei contrattempi?- chiese con una ben percettibile nota di scocciatura nella voce e questa volta mi ritrovai io a sbuffare, correlandoci un'alzata di occhi al cielo ma con fare divertito.
-Heath, ci risiamo con questa storia? Te l'ho detto, Nat, Tobey, Jared e gli altri ci tengono, non possiamo disdire tutto di punto in bianco- risposi con calma, passandogli una mano tra i capelli.
Non lo convinsi per niente. -Sì che possiamo! Dai Jay, vedrai che capiranno!- insistette e secondo me, di lì a poco, sarebbe stato capace di mettersi a pregarmi in ginocchio.
-Si può sapere qual è il problema? E' solo una normale serata tra amici, non la premiazione degli Oscar!- dissi mettendomi le mani sui fianchi; il mio tono di voce era ancora pacato, ma non sapevo per quanto ancora lo sarebbe stato se Heath avesse avuto intenzione di continuare a lungo, considerato anche il fatto che si stava già facendo tardi.
-Sì, lo so, ma il casino più o meno è lo stesso- gli lanciai uno sguardo scettico -...E' che sono quasi tutti amici tuoi e con i quali io ci ho parlato a malapena!-
-E allora? Guarda che non ti farebbe certo male socializzare un po'-
-Oh andiamo, non sono mai stato portato per la socializzazione, e questo tu lo sai bene...-
-Beh, questa è l'occasione per migliorare, no?-.
Mio Dio, neanche stessimo andando a farci impiccare! Dovevamo solo andare ad una cena organizzata da miei amici e colleghi, che tra l'altro  non avevano avuto nulla in contrario quando avevo detto che avrei portato anche il mio compagno!
D'accordo, Heath era sempre stato molto riservato e odiava stare in luoghi affollati e rumorosi, un po' come Ennis, e potevo anche capire che si sarebbe sentito ulteriormente in imbarazzo sapendo di essere circondato da persone che non conosceva molto bene, ma non poteva continuare a non avere alcun contatto con la gente solo perché si riteneva incapace di socializzare! 
Da un lato mi faceva piacere che io fossi l'unico con cui riuscisse ad aprirsi e ad essere se stesso, ma diamine, doveva pur avercela una vita sociale al di fuori di me, no?!
Sospirai, passandomi una mano sulla fronte. -Heath, ascoltami...ci sono io, ok?-.
Lui fece un sorrisino amaramente sarcastico, scuotendo leggermente la testa. -Vuoi farmi credere che non mi abbandonerai in un angolo del ristorante per intrattenere la combriccola? Tanto va a finire sempre così, vieni circondato da una marea di persone che stanno tutta la sera a pendere dalle tue labbra appena dici ''a'', mentre a me non resta da fare altro se non guardarti-.
Ok, ora tutta la calma, la comprensione e la pazienza che avevo cercato di mantenere erano andate a farsi fottere, sostituite da incredulità e qualcosa che se non era esasperazione si avvicinava molto.
Non riuscii più ad usare toni tanto gentili. -Sei tu che non vuoi fare altro se non guardarmi! L'alternativa ci sarebbe eccome, ma ti ostini a non volerla mettere in pratica!-
-Anche se la mettessi in pratica finirebbe sempre allo stesso modo-
-Come fai a dirlo?! Non puoi partire prevenuto verso qualsiasi cosa! Non è difficile, sai? Basta guardare una persona negli occhi, pronunciare una frase di senso compiuto et voilà, conversazione iniziata!-
-Certo, tu la fai semplice!-
-Cristo, allora non so più cosa dirti! Se vuoi restare a casa fa' pure, ma sinceramente pensavo che questo piccolo sforzo per me lo avresti fatto-.
Pronunciai l'ultima parte con tono amareggiato e deluso, cosa che lo fece zittire e gli fece assumere un'aria triste e dispiaciuta; abbassò lo sguardo sulle lucide piastrelle di marmo e deglutì, mentre io cercai di riportare il respiro alla normalità, dato che con lo scatto nervoso era leggermente accelerato.
Passò qualche secondo di silenzio, un silenzio che più carico di tensione non poteva essere, poi, quando il mio sguardo si posò sull'orologio appeso alla parete dietro di lui, vidi che eravamo terribilmente in ritardo.
-Dai, andiamo, è tardi...- dissi con tono decisamente basso, come se la mia voce si stesse riposando dalla sfuriata di poco prima; lo vidi annuire con la coda dell'occhio e mi seguì a testa bassa fino alla macchina.











Non riuscivo e non volevo credere ai miei occhi.
Ero lì a fissarlo da cinque minuti buoni con le braccia incrociate al petto, uno sguardo assassino che avrebbe incenerito chiunque sul posto e la bocca spalancata dall'incredulità, e se non fosse stato per il fatto che lo amavo con tutto me stesso, non mi sarei creato molti problemi ad andare lì e strangolarlo con le mie stesse mani.
Dio, era incredibile!
Heath stava parlando e scherzando tranquillamente con un gruppo formato da Nat, Jennifer, Austin e Chris, che lo avevano accerchiato senza più mollarlo per un secondo; sembrava che li conoscesse da una vita, talmente tanto era l'entusiasmo che metteva in ogni frase che usciva dalla sua bocca, e se c'era una cosa di cui ero certo, quella era che una volta fuori dal ristorante glie ne avrei tirate contro di tutti i colori.
Poi era lui quello del ''non riesco a socializzare'', eh?
Mh, come no.
-Jake?-.
Sobbalzai quando sentii una voce femminile alle mie spalle, tranquillizzandomi subito dopo vedendo che era Anne; le feci un sorrisino tanto per farle credere di essere tranquillo, ma sapevo che mi si era avvicinata proprio perché aveva capito che qualcosa non andava.
''Ho solo istinti omicidi nei confronti del mio ragazzo, ma va tutto bene''.
-Ciao Anne-
-Come mai tutto solo? Non è da te-
-Beh, sai com'è, ora l'attenzione è puntata tutta su Heath- dissi con sarcasmo, -e la cosa non sembra dispiacergli per niente- aggiunsi poi  a bassa voce.
Lei inarcò un sopracciglio e mi guardò interrogativa, poi si sedette su una sedia del tavolo accanto a noi e accavallò le gambe in attesa di una spiegazione, sorseggiando intanto un bicchiere di spumante.
Capii la muta richiesta di esporle il mio problema, mi sedetti a mia volta e la guardai piuttosto irritato. -Mi ha rotto le palle tutto il tempo dicendo che non voleva venire perché si sentiva a disagio in mezzo ai miei amici, non era bravo a intrattenere una conversazione e bla bla bla...Ora guardalo!- esclamai allungando un braccio nella direzione dell'interessato, -L'animatore della serata!-.
Anne rise sommessamente, guardando un attimo verso di lui. -Beh, in effetti non sembra affatto a disagio-
-Capisci perché sono furioso?!-
-Beh, magari non si aspettava che sarebbe finita in questo modo-
-Ma è proprio questo che mi fa incazzare! Pensa sempre di sapere come andranno le cose e poi magari si rivelano tutto il contrario!-.
Buttai fuori aria con fare esasperato, puntellando un gomito sul tavolo e appoggiando la fronte sulla mano; potrebbe sembrare un controsenso, ma avrei quasi preferito che gli altri non lo avessero veramente degnato di uno sguardo, almeno avrebbe avuto ragioni di lamentarsi e io non sarei stato così arrabbiato.
Quando alzai nuovamente lo sguardo su di lui, pochi secondi dopo incrociai il suo, che si fece confuso quando vide che lo stavo guardando malissimo; alzò le spalle e aprì le braccia di lato chiedendomi con il labiale che cosa avesse fatto e io, trattenendomi dal raggiungerlo davvero per suonargliele, scossi la testa e mi alzai dal tavolino, dirigendomi verso quello che sarebbe stato il mio posto durante la cena, che sarebbe iniziata a momenti.
Non lo sentii venirmi dietro di corsa e mi sorpresi quando mi sentii tirare per un braccio, voltandomi di scatto.
-Jake, cos'hai?- mi chiese preoccupato, guardandomi allo stesso modo, e dovetti fare uno sforzo enorme per resistere a quei dolcissimi occhi scuri che avevano sempre il potere di farmi diventare docile come un cagnolino.
Quella volta non volevo cedere.
-Niente, lascia stare...-
-Eddai, ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-Hai anche il coraggio di chiedermelo?! ''Dai, stiamo a casa, non sono mai stato portato per la socializzazione''!- cercai di imitarlo con la voce.  -Stronzate!-.
Lui infossò leggermente la testa nelle spalle, intimorito. -Jay...mi dispiace, n-non pensavo che...-
-Tu non pensi mai, vero?!-
-I-io...-.
Rinunciò a ribattere ancora, abbassando la testa con fare da cucciolo abbandonato.
''Resistiresistiresistiresisti''.
Mi liberai dalla sua presa e restai con lo sguardo su di lui ancora per qualche secondo, per poi abbassarlo a mia volta e sospirare, lievemente e vagamente più calmo di prima; non sapevo perché stessi continuando a tenergli il muso per una cosa che, in fondo, non era poi di importanza universale, ma forse stavo inconsciamente cercando di dargli una lezione.
Purtroppo però avevo una resistenza assai scarsa e stavo già pentendomi del fatto che stessi continuando a trattarlo così duramente; forse avrei semplicemente dovuto circondargli affettuosamente le spalle con un braccio e sussurrargli un dolce ''Visto? Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene'', ma qualcosa dentro di me mi diceva che, a volte, bisognava anche saper essere duri per far si che le persone si accorgessero dei propri errori, per quanto banali essi fossero.
-Dai, andiamo a sederci, che tra un po' ordiniamo...- dissi già voltato di spalle, sentendolo poi venirmi dietro silenziosamente.
Avevamo unito più tavoli fino a formarne uno abbastanza grande da contenerci tutti e venticinque (naturalmente avevamo prenotato l'intera sala in modo da non lasciare campo libero a fan scatenati) ed eravamo poco distanti da un piccolo palco su cui probabilmente si collocavano i musicisti nelle serate di gala; era infatti un ristorante piuttosto lussuoso, dai lampadari quasi più grandi e sfarzosi di quelli del Titanic, quadri di ogni celebre artista immaginabile (ovviamente non originali) e tavoli in mogano apparecchiati con estrema cura.
A me e Heath avevano riservato due posti vicini, ma lui, che ora probabilmente aveva paura di rivolgermi la parola, mi rivolse soltanto occhiate fugaci per tutta la durata della cena.
E io feci lo stesso.











Che palle, quella sera doveva andarmi tutto storto.
Finalmente mi ero deciso a parlare civilmente con Heath e lui cosa faceva? Spariva nel nulla, naturalmente!
Facevo così paura quando mi arrabbiavo?
Era un quarto d'ora che mi guardavo intorno come un idiota per cercare di individuarlo in mezzo alla calca, senza ottenere risultati: non riuscivo a vederlo in nessun angolo della sala e di certo non poteva essersi dissolto nel nulla, perciò dopo un po' cominciai a preoccuparmi che si fosse sentito male e che avesse quindi cercato un bagno per poi chiudervisi dentro.
Era l'unica spiegazione plausibile che mi venisse in mente, anche se mi pareva alquanto strano, dal momento che era stato benissimo per tutto il giorno e in ciò che aveva ordinato per cena non c'era nulla che il suo stomaco non potesse digerire.
Decisi di andare a controllare di persona.
Mi avvicinai a Austin, che era l'unico a non essere immerso in un'appassionante conversazione, per chiedergli innanzitutto se avesse visto il testone di cui mi ero innamorato.
Vide che stavo venendo nella sua direzione e mi fece un cenno con il mento, per poi sorridere quando gli fui di fronte. -Hey, Jay, cerchi compagnia?-
-Ciao...ehm, no, a dire la verità cercavo Heath...l'hai visto, per caso?-.
Si guardò intorno con la fronte aggrottata, probabilmente stranito dal fatto che una persona potesse sparire di vista nella sala di un ristorante.
-No, amico. E' successo qualcosa?-
-E' proprio quello che sto cercando di scoprire- risposi alzando le sopracciglia con fare ovvio. -Dove sono i bagni?-
-I bagni?-
-Sì, i bagni-
-Uhm...in fondo al corridoio a sinistra, credo-
-D'accordo, grazie mille-.
Non feci in tempo a sentire il suo ''prego'' né a vedere la sua espressione confusa, poiché mi ero già incamminato a passo veloce in direzione del corridoio, ma ciò che sentii dietro di me prima che potessi percorrere metà sala mi fece paralizzare sul posto, oltre a bloccarmi il battito cardiaco.
-You're just too good to be true...-.
Oh. Merda.
Tutti zittirono di botto, voltandosi verso colui che aveva iniziato a intonare le note di una canzone sul palco riservato ai musicisti, mentre io non riuscii a girarmi immediatamente e per parecchi istanti rimasi immobile, limitandomi a spalancare gli occhi.
-Can't take my eyes off of you...You'd be like heaven to touch...I wanna hold you so much...-.
A quel punto mi voltai lentamente, come ordina un poliziotto ad un criminale, per poi paralizzarmi di nuovo sul posto quando vidi Heath con un microfono in mano che mi guardava sorridente dall'altra parte della sala.
''Non ci posso credere. Qualche entità oscura e maligna deve essersi impossessata di lui. Il vero Heath non avrebbe il coraggio di fare una cosa del genere''.
Dio. Dio Dio. Dio.
-At long last love has arrived...And I thank God I'm alive...You're just too good to be true...Can't take my eyes off of you-.
E tutto morì insieme a me quando partì anche la musica e tutti fecero un sorrisone a trentadue denti, increduli e allo stesso tempo inteneriti da ciò che quel pazzo stava facendo per me.
Cazzo, avrei potuto immaginare di tutto, ma non che si mettesse a cantarmi ''Can't take my eyes off of you'' come aveva fatto a Julia Stiles in 10 things I hate about you!! Era...era assurdo e...
...e terribilmente adorabile.
Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per farsi perdonare.
Scese dal palco e cominciò a muoversi lentamente verso di me sotto gli occhi incuriositi dei presenti (compresi i camerieri, che dovevano ancora capire cosa stesse succedendo), facendo nascere inevitabilmente un sorrisino imbarazzato ma addolcito sulle mie labbra, che divenne più ampio quando prese a cantare il ritornello.
Continuò a tenere lo sguardo fisso sul mio, e forse fu quella la cosa che mi stava facendo sciogliere lentamente.
-I love you baby, and if it's quite all right, I need you baby to warm my lonely night. I love you baby, trust in me when I say...-.
Dio, anch'io lo amavo, e stavo facendo appello a tutte le mie forze per non saltargli addosso davanti a venticinque persone.
Era pure intonato! Cosa avrei potuto volere di più dalla vita?
''Al diavolo le venticinque persone, ora non mi separo più dalle sue labbra''.
Già mi ero trattenuto per tutta la durata della performance (che alla fine era stata di poco più di un minuto, ma per me equivaleva a un'eternità), ora che ce l'avevo a pochi centimentri di distanza da me e che aveva appena finito di cantare l'ultima frase, ''Let me love you'', non ce l'avrei più fatta.
Mentre mi persi nei suoi ipnotici occhi, sorridemmo entrambi e io feci anche una risata sommessa, poi, mentre la musica finale continuava a riempire la sala, non ci pensai due volte a mettergli una mano dietro la nuca e portarmelo contro, gesto che fu immediatamente seguito da applausi, fischi ed esclamazioni euforiche.
Lui rispose subito al bacio con convinzione, facendomi capire che non aveva aspettato altro dall'inizio della serata, per poi prendermi il viso tra le mani in modo da tenermi fermo e accarezzarmi dolcemente le guance con i pollici; non seppi precisare per quanto andammo avanti, sapevo solo che volevo portarlo fuori da lì, andare a casa, sbatterlo sul letto e fargli di tutto.
Mi faceva anche un immenso pacere che non glie ne fregasse niente del fatto che fossimo in pubblico, quando invece era sempre stato molto cauto con i gesti in circostanze esterne: ora sembrava che tutto ciò che ci circondava fosse sparito, scomparso nel nulla, lasciandoci completamente soli nella sala di quel ristorante e, meglio ancora, nell'intero universo.
Già, un suo bacio mi faceva sempre questo effetto, ed ecco il motivo per cui non avrei potuto farne a meno per nessuna ragione al mondo.
Quando ci staccammo per bisogno d'ossigeno, rimanemmo con le fronti appoggiate l'una all'altra, i fiati leggermente accelerati e l'espressone leggermente incredula da parte di entrambi, io per ciò che aveva fatto poco prima e lui per aver trovato il coraggio di farlo, suppongo.
-Mi perdoni...?- chiese sussurrando, passandomi lentamente una mano tra i capelli.
Io annuii contro la sua fronte, talmente emozionato da essere incapace di compiere qualsiasi altro movimento. -Certo che ti perdono-.
Sorrise di nuovo, stavolta di sollievo, mi diede un altro bacio veloce e poi mi strinse forte a sé, noncurante del fatto che avevamo ancora facce commosse e intenerite all'inverosimile puntate addosso.
E io che mi ero pure pentito di essermi arrabbiato troppo!
Se da allora in poi si sarebbe sempre comportato in modo così dolce ogni volta che avremmo litigato, allora avremmo dovuto farlo più spesso.
''Dio, ma ti senti?!''.




















Ehm. Ehm. Ehm.
Salve people XP 
So di avere Addicted in sospeso, ma volevo comunque togliermi di mezzo questa one shot.
Come avrete ben capito, mi sono ispirata alla scena di ''10 things I hate about you'' in cui Heath nei panni di Patcrick Verona canta ''Can't take my eyes off of you'' a Kat (interpretata da Julia Stiles).
Non so, immaginare Heath che la canta a Jake per farsi perdonare mi ispirava dolcezza infinita *w*
Per quanto riguarda gli amici e i colleghi di Jake che ho nominato, sono: Natalie Portman, Tobey Maguire, Jared Leto, Jennifer Aninston, Chris non Bale ma un altro di cui non so il cognome XD, Austin Nichols e Anne Hathaway.
Niente, come sempre spero di non aver fatto qualcosa di così orribile >.<
Baci, 
Melissa







   
 
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