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Autore: mrluizparaavida_4    18/07/2014    0 recensioni
"Stop calculating, start living " - questo proposito aveva invaso la sua vita così tante volte, che ormai era stanca di portarne il conto. Quante volte aveva rinunciato vivere, per trattenere sul suo volto quella maschera di cera che le permetteva di non avere problemi con chi la circondava?... Tante, forse troppe.
Un incontro particolare, l'amore di un uomo e l'impossibiltà di calcolarne le mosse. Questa è la mia storia
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camminava sulla spiaggia deserta , lasciando che l’oceano potesse sfiorare i suoi piedi; amava quella sensazione solitaria.
Lei, l’oceano e le sue scarpe in mano.
I libri potevano aspettare quel pomeriggio. Voleva solo e unicamente stare da sola con l’ oceano. Chiedeva troppo?
Era una sensazione fantastica,  sembrava che ogni onda portasse via una percentuale dei suoi pensieri, sino a farli scomparire del tutto dalla sua mente. Al diavolo il fumo … L’oceano era per lei il modo migliore per rilassarsi e a volte per dimenticare.
Dimenticare che adesso era sola , lontano dalla sua vita normale, in un’altra città. Non faceva per lei tutto ciò. Lei, abituata ad avere ritmi e giorni scanditi dalla frenesia della sua vita, lei piena di soddisfazioni , lei entusiasta di ogni cosa che faceva, lei con un milione di spalle su cui contare, si ritrovava da sola a camminare sulla spiaggia bagnata.
Si accovacciò sulla sabbia, quasi in riva , dove l’acqua poteva sfiorarla e si abbandonò alle lacrime.
Forse avrebbe dovuto restare a casa. Forse lui non l’ avrebbe abbandonata.
No, non l’avrebbe mai abbandonata tra le luci di Portobello.

Ricordava fin troppo bene ciò che era successo la sera precedente tra le bancarelle ancora illuminate; camminavano mano nella mano fra i colorati stand della famosissima strada londinese, buttando ogni tanto un occhio qua e là alle cose strane e nel contempo particolari sugli espositori. I suoi occhi color nocciola sprofondarono nell’oceano celeste degli occhi di lui e per un istante penso di volere che quella serata durasse per sempre, che lui non tornasse a casa per ritornare da lei poi chissà quando. Gli accarezzò le spalle che tante volte l’avevano cinta forti e decise, richiamando l’attenzione di lui, che la guardò profondamente.
E fu lì. Fu in quel momento che capì che qualcosa sarebbe andato storto.
<< Vieni >> le disse lui con fare triste e rassegnato. La preoccupazione prese presto il posto della felicità sul volto di lei, visibilmente scossa da quell’ improvvisa metamorfosi che stava sconvolgendo la loro serata. Arrivarono nei pressi di una piazzetta graziosa, circondata da casa vittoriane adornate con i fiori più vari e colorati;  lui la invitò a sedersi su una panchina e lei lo fece in silenzio mettendosi accanto. Non distolse lo sguardo neanche per un istante, mentre lui sembrava guardare lontano, un orizzonte inesistente, girato dall’altra parte.
<< Se lo ami, rendilo felice >> il moro esordì , accennando ad un riso soffocato e scuotendo la testa << Una delle cazzate di Prevert >>
<<  Sarà anche sdolcinato, ma è così romantico >> lei si arricciò una ciocca, per poi metterla dietro l’orecchio << e poi sembra proprio che tu lo abbia seguito alla lettera >> si avvicinò a lui per baciarlo, ma il moro si scostò.
<< E se il suo cuore non è tuo, donagli la libertà, che sia di un altro, questo è il prezzo dell’amore >> concluse e improvvisamente si girò: aveva gli occhi lucidi, seri, quasi spaventati . A questo punto anche la ragazza sembrò allontanarsi, mentre i suoi occhi grandi lo fissavano spauriti in cerca di una spiegazione.
Sospirò per trovare la forza e tutto d’un fiato lo disse << La nostra relazione è ad un punto morto >>
Il silenzio calò fra i due, entrambi immobili sulla panca. Fu come se un coltello l’avesse squarciata in due. Fu come se avesse ricevuto un forte pugno nello stomaco. La sua gola divenne velocemente secca.
<< Come  sarebbe a dire ad un punto morto ?! >> disse con quel poco fiato che le restava, alzandosi in piedi.
<< Siediti Lex >> la mora rimase immobile << Per favore >>
<< Cosa vuol dire punto morto ?! >> ribadì lei impassibile
<< Cosa vuol dire, cosa vuol dire … >> a questo punto anche lui si alzò << Vuol dire che non può più andare avanti ! Cavolo, Lex non ci arrivi !? >> fece due passi avanti e indietro per poi rigirarsi di scatto << Ci vediamo sì e no una volta al mese! Per quanto mi riguarda una relazione non si costruisce con parole al vento e smancerie del weekend! Si costruisce stando insieme, vivendosi ogni giorno >>
<< In una relazione esistono anche i compromessi, caro mio!  Quei compromessi che fanno sì che due persone non buttino al vento quattro anni della loro vita passati insieme!  >> quasi singhiozzò.
<< Io non voglio vivere di rinunce Lex! Mi capisci? >> prese le spalle di lei fra le mani << Io non sono quel tipo di uomo! >>
<< Io credevo che lo fossi invece! >> gridò lei divincolandosi dalla presa stretta di lui << E’ evidente che ho commesso un errore. Un grave errore. >>
<< Io proprio non ti capisco!  Pur di avere tutto sotto controllo, saresti disposta ad avere affianco a te un ipocrita, un falso, ad incontrarvi ogni mese, farti una scopat..>>
Rimbombò. Uno schiaffo così forte Lex non l’aveva mai dato in vita sua, e il rimorso per averlo fatto fu tale che scoppiò in un pianto a dirotto.
<< Ecco, adesso piangi. E sai perché lo fai? Perché sei una maniaca del controllo. Se qualcuno dei tuoi calcoli viene scombussolato da un imprevisto, crolli. Tu sei una persona debole Lex, un bersaglio facile. Fai credere al mondo di essere forte, ma lo sei solo secondo i tuoi piani. Non secondo quelli degli altri. E sai che ti dico? Basta, per me questi calcoli finiscono qui >> disse alzando le mani
<< Ed hai aspettato questo weekend per dirmelo?! >> urlò lei in lacrime << Facendo come se niente fosse, per poi lasciarmi il giorno prima di partire, dopo due interi giorni passati a fare finta di niente?! Tu sei un ipocrita! Tu! >>
<< E sai perché l’ho fatto?! Perché sapevo che sarebbe andata a finire così! Perché io per una fottutissima volta dei calcoli me ne sono fregato! >> rispose , mettendosi le mani nei capelli.
<< In che senso, come sar… >>
<< Ho fatto l’amore Lex >> disse con uno sguardo liberatorio.
Lex lo guardò incredula e sorpresa come se le avesse appena svelato un tabù << Oh si, l’ho fatto! Con un'altra donna, una splendida donna! E sai che ti dico? Mi sento l’uomo più libero del mondo >>
Lex si guardò intorno stordita, con la vista quasi annebbiata. Poteva scorgere le case ormai illuminate, alle finestre delle quali, se avesse prestato più attenzione, avrebbe potuto scorgere affacciati gli indiscreti, ma disturbati abitanti, che svegliati dalle urla, stavano assistendo gratuitamente a quella che sembrava ormai assomigliare sempre di più ad una vera e propria telenovela spagnola.  Lex provò a darsi un contegno, ma non si accorse di non riuscirci . Le lacrime scorrevano a fiotti da quegli occhi grandi ormai venati di rosso.
<< Sparisci,  vigliacco >> disse con la voce rotta
<< No, Lex. Sono io che vado via.  E fatteli da sola i tuoi fottuti conticini del cazzo>>
Detto questo, mani in tasca , si avviò per la strada principale, finchè la sua ombra non sparì dietro l’angolo. E con essa sembrò sparire anche il più grande calcolo che la mora avesse mai fatto.

 
Ciao lettori e lettrici di EFP! Questa è la mia prima fic e spero di non essere stata proprio un fiasco! ç__ç However, spero che il primo capitolo, vi abbia, non so, incuriosito, sperando che leggerete la continua. Scontato dirvi che , nel bene o nel male, mi farebbe tanto piacere se voi recensiste. E' chiedere troppo ? *sifapiccolapiccola* Un bacio, al prossimo chapter LexUS
   
 
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