Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Anne Elliot    19/07/2014    3 recensioni
Molly arrossì. Sapeva che quella conversazione esulava totalmente dall’ambito culinario e che ciò di cui stavano discutendo, se così si può dire, era il suo “rapporto” con Sherlock. La cosa che più sorprese Molly Hopper, tuttavia, fu che, per quanto conoscesse quella donna da neanche 10 minuti, il fatto che entrasse improvvisamente all’interno del suo mondo, non la disturbasse affatto. Forse era stata la gentilezza con cui stava affrontando la questione, forse era il comportamento che aveva avuto verso di lei nella sala mortuaria, forse era la fierezza con cui aveva affrontato Irene Adler o forse era l’insieme di tutte queste cose, che portò Molly a sorridere ed a rispondere con un semplicissimo «Tenterò…».
Si, potevano essere tutte queste cose insieme oppure era il fatto che, quella donna, era riuscita a conquistare il cuore di un Holmes, se così si può dire.
Vi prego, voglio le vostre critiche!!! ;)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota autore: Signore e signori, penultimo capitolo! ^^ Domani o forse sta sera pubblico l'ultimo. Si entra nella fase più "sdolcinata" della storia e, per questo, probabilmente i personaggi sono un po' meno fedeli. Grazie ancora per le recensioni, mi aiutano moltissimo a placare i miei dubbi ed a correggere i miei errori...come sempre, criticate mi raccomando! ^^

«Posso accompagnarti?»
Molly sobbalzò e si girò di scatto verso l’uomo nell’ombra.
«Dio Santo, Sherlock!...Mi hai spaventata!»
Il consulente investigativo si fece avanti lentamente.
Molly gli lanciò uno sguardo torvo e chiuse a chiave la porta del laboratorio.
«Sto andando a casa…»
«Mi sembra ovvio!»
Lei sbuffò e si incamminò verso l’uscita.
Arrivò alla guardiola.
«Richard!...Le chiavi del laboratorio!...Buona serata!»
L’uomo si alzò faticosamente dalla sedia da cui, in teoria, controllava le telecamere dell’ospedale. La tv verso cui era girata la sedia trasmetteva sci di fondo.
«Grazie Dottoressa Hooper…buona serata anche a lei!...Mr Holmes!...Vi apro il portone…»
Il detective fece un cenno con la testa alla guardia. Sapeva che in realtà quell’uomo lo detestava. Non che la cosa lo stupisse, ovviamente.
Molly si infilò la borsa a tracolla, guardò alla sua sinistra. Lo faceva sempre. Guardava il punto del marciapiede dove John aveva tastato il polso del suo amico morente. Si incamminò.
«Allora?...»
La patologa sbatté le palpebre un paio di volte.
«Come?...»
Sherlock aveva alzato il bavero del cappotto ed infilato le mani nelle tasche.
«Posso accompagnarti?...»
Molly lo osservò. Era serio.
«Cer-certo..»
Si maledisse automaticamente. “Niente balbettii, Molly!”
Stavano camminando uno affianco all’altra nel silenzio più totale.
Si lasciarono il parcheggio delle ambulanze alle spalle, superarono la rotonda ed arrivarono sulla Long Street.
Il semaforo pedonale rosso li fermò.
«Mi dispiace..»
Molly girò il volto verso di lui per qualche secondo, poi lo riportò sul semaforo di fronte a lei.
«Per che cosa?...»
Sherlock sospirò guardandosi in giro.
Verde. Attraversarono e girarono a destra.
«In realtà…non l’ho ancora capito…»
Molly continuò a camminare.
Accelerò un po’ il passo quando attraversarono sulle strisce di Lindsey Street.
«Allora come sai che ti dispiace?...»
Sembrava stesse parlando con sé stessa più che con lui.
«Nicolas è passato a trovarmi…»
Lei sorrise. “Oh, Jane!”
Svoltarono a sinistra su Hayne Street.
«Sono partiti…»
Molly continuò a guardare la strada.
«Lo so».
«Devi smetterla di rubarmi le battute, Molly Hooper!» dichiarò un divertito Sherlock Holmes.
Si guardarono e sorrisero.
Poi tornarono a guardare ognuno di fronte a sé.
Svoltarono a destra su Charterhouse Square, affiancando il parco.
Una folata di vento li fece richiudere su se stessi.
Svoltarono a sinistra e Molly iniziò a cercare le chiavi nella borsa.
Sherlock fissò il palazzo che sapeva essere quello di Molly. Stile anni 20, mattoni gialli, balconi bombati verandati che affacciavano sul parco. La sua vicina era in casa.
Salirono i tre gradini che portavano al portone.
Molly si voltò verso di lui.
Sherlock sorrise a bocca chiusa.
Nessuno dei due sapeva cosa fare.
Non poteva certo chiedergli se voleva salire…eliminando il fatto che aveva lasciato la casa un completo disastro quella mattina, non era comunque il caso…poteva essere mal interpretato, no?!...si sentiva sua madre quando pensava certe cose!
Il portone si aprì improvvisamente.
Un’anziana e piccola signora si bloccò. Osservò Sherlock dal basso verso l’alto, attraverso le lenti dei suoi spessi occhiali tondi.
Sherlock la fissò inespressivo.
Poi la vecchietta si girò verso la patologa.
«Buona sera, Miss Hooper!»
«Buona sera a lei, Mrs Dewar». Sorrise.
«Che giornata meravigliosa!...E’ da rimanerne estasiati!»
Sherlock fissò il cielo carico di nuvole nere e rivolse uno sguardo interrogativo verso Molly, che per tutta risposta cercò di trattenere una risata.
«A presto, Miss Hooper!»
«A presto, Mrs Dewar!»
La donna scese faticosamente i gradini, aprì e chiuse il cancello, salutò di nuovo con la mano e andò verso la strada principale.
Molly sorrise verso Sherlock.
«E’ anziana…».
Sherlock alzò un sopracciglio come a voler dire “è pazza!”.
Risero.
Di nuovo silenzio.
Continuava a rigirarsi le chiavi fra le dita.
Sherlock fece un passo avanti e le diede un bacio sulla guancia.
«Buona notte, Molly!»
Lei lo vide scendere i gradini, aprire il cancello e richiuderlo dietro di se.
Svoltò a destra.
Istintivamente lo seguì, si appoggiò al cancelletto e lo chiamò.
Lui si voltò con aria interrogativa.
«La metro è dall’altra parte…»
Sherlock sorrise.
«Lo so…vado a piedi!»
Si girò e se ne andò.
«Ma…sono almeno tre miglia fino a casa tua…».
La voce era andata calando mentre lo diceva.
Lui non avrebbe mai potuto sentirla…ma non importava.
Quella frase era più per lei che per lui.
Insomma…se Sherlock Holmes intendeva farsi 3 miglia a piedi voleva dire che aveva qualcosa che non andava…aprì il portone di casa…magari era colpa sua, pensò sorridendo.
 
«Posso accompagnarti?»
Molly sobbalzò anche la sera successiva.
«Si…ma smettila di spaventarmi…anche se ti diverte!»
Sorrisero.
Gabbiotto. La tv trasmetteva una partita di biliardo. Chiavi. «Mr Holmes!». Cenno. Portone. Sguardo al marciapiede. Rotonda.
Molly rallentò per far diventare rosso il semaforo.
Verde…rosso!
«Mi dispiace…per aver accusato Jane?...»
Molly sorrise. Ci stava lavorando allora…
Verde. Attraversarono, lui alla sinistra di lei.
Un tuono.
Iniziò a piovere a vento.
Si guardarono continuando a camminare lentamente. Tutti intorno a loro cominciarono a correre, ad aprire ombrelli o tirar su cappucci…
Molly vide la mano sinistra di lui allungarsi verso dei tabloid impilati davanti ad un mini market. Prese un giornale, lo passò dietro la schiena, lo prese con l’altra mano e lo mise sopra la sua testa.
Lei lo redarguì con lo sguardo.
«L’ho pagato, Molly…»
Si girò verso la pila di giornali ormai superata. Delle monete.
Riportò lo sguardo su di lui e scoppiarono a ridere.
Prese il giornale, sfiorando la mano di lui che glielo stava lasciando.
Attraversamento di Lindsey Street. Svolta a sinistra. Charterhouse Square. Di nuovo sinistra. Cancello, scale, portone.
Si ripararono sotto il porticato.
Molly sorrise e gli porse il giornale.
«No, grazie…l’ho già risolto sta mattina!»
Molly rise.
«Magari devi ancora risolvere le parole crociata!»
Rise di nuovo come una bambina mentre lui la guardava teneramente.
Poi si ricompose e gli porse nuovamente il giornale.
«…intendevo…per la pioggia…»
Lui scosse la testa.
«Prendi un taxi…»
Sherlock alzò il bavero del cappotto e lo chiuse meglio.
«No…vado a piedi…»
Il portone si aprì.
«Buona sera, Miss Hooper!»
«Buona sera a lei, Mrs Dewar».
La vecchietta si girò verso il detective. Lui sorrise cordialmente.
La donna aprì l’ombrello.
«Che giornata meravigliosa!... E’ da rimanerne estasiati!»
Sherlock strabuzzò gli occhi.
«Ma?..»
Molly lo fece ammutolire con uno sguardo.
«A presto, Miss Hooper!»
«A presto, Mrs Dewar!»
Gradini, cancello, saluto.
Appena sparita un dubbioso Sherlock si girò verso Molly.
«Ma?...»
Lei sorrise.
«Rispetto, Sherlock!»
Si fissarono e non riuscirono a trattenere una risata liberatoria. Poi Molly si ricompose.
«Ok, basta…non si fa!» disse ancora ridendo.
Silenzio e sorrisi.
Le si avvicinò, le diede un bacio sulla guancia, «Buona notte, Molly».
Gradini, cancelletto, svolta a destra.
Lei sospirò, cercò le chiavi ed entrò.
I muscoli delle guance le facevano male a forza di sorridere.
 
Molly si incamminò verso casa da sola.
Gabbiotto, golf, marciapiede, rotonda, semaforo rosso…un messaggio.
 
“Mi dispiace aver accusato Jane di essere una persona crudele?…
S.H.”

 
Sorrise.
Attraversamento, svolta, svolta, cancello, gradini, «Che giornata meravigliosa!», saluto con la mano, chiavi…un messaggio.
 
“Buona Notte, Molly.
P.s: Edimburgo, l’ereditiera uccisa.
P.p.s Orizzontale 33. La risposta è Khaybar.
S.H.”

 
Le guance, che dolore!

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Anne Elliot