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Autore: Roy4ever    03/09/2008    7 recensioni
[...]La causa dei suoi sproloqui mentali stava arrivando in quel momento, con la divisa ben in ordine, blu scuro e i capelli scuri che si muovevano piano qua e là. - Ciao, FullMetal! - lo salutò con il suo solito, piccolo gesto della mano. Lui rispose con lo sbiascicato “Vada via, Colonnello di merda…” quotidiano. Roy gli rivolse uno sguardo imbronciato e si diresse nel suo ufficio. Dedicata alla mia Eri-chanina!!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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E questo è un omaggio per la mia coinquilina

E questo è un omaggio per la mia coinquilina!! >o< La “mitica” (dopo mi darai i soldi, eh?) Eri-chan!!!! Ebbene sì, anch’io ho scritto qualcosa su FMA!! >_<

Spero che sia carina, perché purtroppo FMA mi piace, ma non mi ispira per scrivere FF…

Ps: 1) È ambientata dopo il film

2) What if…? E se Edward fosse tornato ad Amestris?

3) È basata su l’anime, visto che i manga non li ho ancora letti tutti! >_< (tranne gli insulti, quelli ce li ho messi perché mi inspiravano U_U)

4) Roy è tornato Colonnello. ^-^’

 

Only you and me. Alone!!

 

“Perché la vita è così difficile?

Se non ci fossero i sentimenti, se fossimo tutti delle macchine, non saremmo più felici?

Stop. Prima contraddizione. Se non ci fossero i sentimenti, non potremmo essere felici.

Allora se vivessimo tutti isolati, una persona in un luogo, e un’altra in un altro, senza mai incontrarsi…

Stop. Contraddizione. La razza umana non si riprodurrebbe, e scomparirebbe.

Quindi, per vivere senza sentimenti, bisogna morire…”

La causa dei suoi sproloqui mentali stava arrivando in quel momento, con la divisa ben in ordine, blu scuro e i capelli scuri che si muovevano piano qua e là.

- Ciao, FullMetal! - lo salutò con il suo solito, piccolo gesto della mano.

Lui rispose con lo sbiascicato “Vada via, Colonnello di merda…” quotidiano.

Roy gli rivolse uno sguardo imbronciato e si diresse nel suo ufficio.

“Perché ogni volta che lo vedo lo insulto? E poi perché me la prendo sempre e solo con lui? Il mio cuore mi urla parole che non dovrei dirige verso lui, ma verso qualcun’altro… Winry, sì, ma …” passò davanti allo studio del Colonnello e lo vide giocare annoiatamente con le penne sopra la scrivania ricolma di fogli.

Quei sottili tratti del viso, gli occhi stretti, compressi in una morsa di tristezza, le labbra che si muovevano a dare ordini inesistenti, i capelli leggermente spettinati per il vento che filtrava dalla finestra socchiusa dietro di lui…

- Edward, cosa stai facendo? Devi chiedere qualcosa al Colonnello? - chiese Riza vedendolo imbambolato davanti alla porta dell’ufficio.

- Eh? C-cosa Tenente? - chiese risvegliandosi dalla trance in cui era andato.

- Devi parlare con il Colonnello? - chiese nuovamente la donna.

Voleva dire di no, il che era vero, doveva andare a finire il lavoro che gli avevano affibbiato; ma le sue labbra assurdamente si mossero in un “Sì”.

 

- Allora cosa c’è? Vuoi un aumento di paga? - chiese disinteressato Roy, dopo che il Tenente li aveva lasciati soli.

Scosse la testa infastidito. Certo che voleva un aumento di paga, ma non gliel’avrebbe mai dato quel cane!

- Non credo che lei me ne darebbe mai uno. - rispose ancora irritato. Era la sua presenza che lo irritava… sapere che non poteva averlo, lo irritava… sapere che era impossibile…

Si posò una mano sul volto, a nascondere l’imbarazzo di essersi reso conto che stava pensando a cose così… strane, assurde, IMPOSSIBILI, davanti a lui!

Sbatté un pugno sulla scrivania, frustato.

Roy lo guardò pensando che fosse impazzito: - FullMetal, che ti è preso? - chiese sconcertato dal comportamento insolito del minore.

- Sono solo… stanco. Negli ultimi tempi ho dovuto svolgere molto lavoro. - mentì cercando di far risultare la voce limpida.

Non poteva dire che nelle ultime settimane, in cui si era di nuovo riabituato al suo mondo natio, alle persone a lui familiari, alle divise blu dell’esercito, e alla sua presenza affianco, ogni notte, ogni dannata notte, era rimasto sveglio a pensare che negli anni in cui era nell’altro mondo, non se n’era accorto (o aveva fatto finta), ma il Colonnello di brigata Roy Mustang gli era mancato terribilmente, come un pezzo di se stesso.

La sua figura imponente, il suo modo elegante di schioccare le dita ed usare così l’alchimia del Fuoco, gli insulti che si scambiavano di tanto in tanto, il suo aiuto nei momenti del bisogno, la spalla sempre pronta ad accogliere un possibile pianto… erano tutte cose che gli erano mancate terribilmente, ne aveva sofferto così tanto quando se ne era reso conto, piangendo sopra il cuscino del letto, nella casa di Pinako.

Se ci ripensava adesso, moriva di vergogna per aver pianto per un Colonnello così stupido…

- Non mi hai ancora detto cosa vuoi FullMetal. Delle vacanze? Non ti sei ancora riabituato ai ritmi dell’esercito? - chiese più comprensivo.

- Hmm… Non mi dispiacerebbero, ma no, grazie.

Roy sospirò vistosamente.

- Vuoi rimanere qui a giocare a “indovina indovinello” fino a quando non scoprirò cosa vuoi? - chiese lievemente infastidito.

- No, è che… - che fare? Dirgli tutto e rischiare la faccia, o congedarsi in tutta fretta?

Anche se voleva, le parole che voleva dire gli morivano in gola, come sassi buttati in un pozzo profondo.

Si alzò dalla sedia, forzando le mani sui braccioli e serrandoli nella morsa delle sua dita.

- Mi scusi, le ho rubato tempo prezioso… - mormorò, incamminandosi verso la porta.

Roy che non si aspettava una reazione del genere, si alzò di scatto e lo raggiunse prima che se andasse dall’ufficio.

- Dove credi di andare? - disse prendendolo per un braccio - Proprio perché mi hai rubato del tempo, voglio sapere che ti succede!

La stretta del Colonnello non era troppo forte, ma neanche così leggera come poteva sembrare. E quel contatto fece pensare ancora di più alla mancanza che gli aveva separati i quegli anni.

Senza che riuscisse a controllare il proprio corpo, si buttò fra le braccia di Mustang, che rimase interdetto dalla “dimostrazione di affetto” del piccoletto.

Quando si rese conto delle conseguenze delle sue azioni, si strinse ancora di più al Colonnello imbarazzato, sperando che fosse tutto solo un sogno, uno splendido sogno.

- Che ti prende, Edward? - chiese tranquillo il maggiore.

- Ogni tanto hai bisogno di amore anche tu, eh? - continuò.

Edward, dal petto di Roy scosse la testa: - No! M-ma cosa dice!?

- Anch’io, spesso ne ho bisogno. - sussurrò tristemente l’altro.

La risposta di Ed venne soffocata dalla divisa di Roy: - Ma come, Colonnello, non è felice? È di nuovo uno soldato di alto rango, ha tutti i suoi amici, e poi … poi ci sono anch’io. Sono tornato.

Roy sorrise alla constatazione di Ed.

- Ma se non c’è l’amore, non c’è nemmeno la felicità.

Con il cuore in gola, chiese in un sussurro: - E chi è… che ama?

Roy sogghignò e come risposta lo prese in braccio, nell’imbarazzo totale di Edward, e lo fece sedere sulla scrivania.

Appena posato sul legno freddo, Ed si guardò le gambe, cercando di non incrociare lo sguardo col Colonnello.

- Vediamo, come descrivertelo… Ah, sì! È un tappo. - disse semplicemente e sul suo volto si dipinse un ghigno.

Ed trattenne il respiro mentre cercava di razionalizzare quello che aveva detto Roy. “È un tappo”

- Tappo… - sussurrò ancora pensante.

- Tappo… Tappo?!?!Lei mi ha chiamato “tappo”??!?!! - esclamò con le fiamme negli occhi fissandolo bieco.

Roy adesso sorrideva maliziosamente, con la testa leggermente inclinata.

Nella sua testa, Ed, vide finalmente la luce attraverso la tempesta.

- Cosa…? - riuscì solo a mormorare, prima che le braccia confortanti lo abbracciassero e le labbra sottili del Colonnello ingabbiassero le sue in un bacio. Un morbido bacio.

Roy cominciò a giocare con la lingua del piccolo, come il lupo che insegue la preda e Ed strinse le braccia attorno al collo affusolato del suo Colonnello.

Anche dopo aver ripreso fiato, Ed cercò ancora la bocca del maggiore, già assuefatto dal contorno della sua bocca che combaciava perfettamente con il suo, e del sapore della sua saliva mischiata con la sua…

Non videro, troppo impegnati nel loro“lavoro”, la porta dello studio che si apriva e Havoc che faceva cadere la pila di fogli che aveva in mano, insieme all’inseparabile sigaretta che aveva la bocca.

La scintilla che fa scatenare l’incendio.

Quando si fermarono alla ricerca di nuova aria, Roy ne approfitto per dire: - L’aria non si è.. riscaldata un po’ troppo? Ok, che siamo appassionati, ma… -  si fermò a osservare Edward, che aveva sgranato gli occhi guardando dietro di lui.

Con un grido strozzato, urlò: - INCENDIO!!! -  e, oltrepassando i resti dei fogli brucianti,  si catapultò fuori dalla porta, trascinandosi dietro Mustang per il colletto. Ignorando completamente Havoc,a cui aveva preso fuoco una manica della divisa, ma che era troppo shockato per accorgersene.

“L’idea del vivere isolati però si potrebbe fare…solo noi due. ♥”

 

Allora allora allora?????? Com’è? >_< 

A me sembra carina, forse solo il finale è un po’ inconcludente..

Eriiiiiiiiii[...]iii, e questa è dedicata a te!!!! ♪  Ti voglio bene, scassapalle!!! XP XP XP

_Serena_

 

   
 
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