Don't look at me that way.

Aveva quegli occhi languidi, così liquidi, così vivi.
Mi si avvicinò lentamente, quasi insicuro, quasi spaventato.
Spaventato da tutto quello che stava provando in quel momento. 
Tremai: anche io lo ero.
Spaventata da lui, da me stessa, da noi.
Mise le sue mani sulla mia vita e mi avvicinò a sé. Poi deglutì, e mi guardò.
-No... non farlo, Klaus.
-Non fare che cosa, amore?- chiese continuando a guardarmi con quel sorrisetto impertinente ma così dannatamente dolce e sexy.
-Non... Non guardarmi in quel modo.
Mi accarezzò il viso e mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.
-E non puoi fare neanche quest..- cominciai a protestare, ma non feci in tempo a finire che lui spinse delicatamente le sue labbra contro le mie. Dopo pochi secondi si staccò.
-Questo posso farlo?
Di nuovo quello sguardo.
-Può darsi.
E lo attirai a me, e ci baciammo, ed io non avevo mai provato niente di simile, non c'era cosa più bella della sua lingua che chiedeva il permesso di invadere la mia bocca, delle sue mani sui miei fianchi, sulla mia schiena, fra i miei capelli, del suo fiato sul mio collo. Perché mai avrei pensato che Klaus fosse in grado di provare qualcosa di così puro.
-Ti amo, Caroline.
-Ti amo anche io, credo..- ed era vero -Voglio che tu mi guardi in quel modo ogni giorno della mia vita, della nostra vita, per l'eternità.
-Lo farò.- E quei baci rimasero impressi.