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Autore: imiewrites    20/07/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se, scagliando il sortilegio, invece di creare Storybrooke, Regina avesse spedito tutti i personaggi delle fiabe e li avesse inseriti in un mondo dove gli Shadowhunters, cacciatori di demoni, proteggono gli uomini e convivono con vampiri, lupi mannari, stregoni e fate, dando loro falsi ricordi?
[Crossover: Once upon a time x Shadowhunters]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Alone.




-Sandalphon.
La spada angelica scintillò di luce intensa, squarciando improvvisamente il buio della notte. Il suo bagliore bluastro rischiarava l'asfalto e gettava sul volto della Cacciatrice ombre inquietanti, evidenziandone i tratti severi e scurendone gli occhi azzurri, fissi sulla creatura a pochi passi da lei. Ora riusciva a scorgere, in quel tenue chiarore, il suo vero aspetto: quello di un essere orribile, gli occhi stretti come fessure, la bocca deformata da un ghigno che mostrava denti affilati come quelli di uno squalo, lunghi tentacoli viscidi al posto delle braccia. Quello di un demone. Qualunque mondano, si ritrovò a pensare lei, sarebbe rimasto sconvolto e terrorizzato da quella trasformazione. Dopotutto non capita spesso che quello che cinque minuti prima ti sembrava un tipo perfettamente normale si tramuti in una specie di mostro schifoso pronto ad ucciderti. Ma lei non era una mondana. Lei era una Shadowhunter. Era cresciuta tra combattimenti, armi e spade angeliche, aveva alloggiato, studiato e si era allenata in diversi Istituti. Ormai, era abituata a riconoscere un demone, anche quando si presentava sotto forma di un qualche ragazzo affascinante, proprio come in quel caso. 

Appena lo aveva visto entrare in quel locale di Chelsea, infatti, aveva subito percepito qualcosa di anomalo nella sua figura. Qualcosa di strano, nel suo modo di fiutare l'aria. Qualcosa di decisamente non umano. 
Il suo sesto senso non si sbagliava mai. E infatti, non si sbagliò nemmeno quella volta.
Gli si era avvicinata, prima che il demone potesse attirare l'attenzione di qualche mondana ignara del pericolo che correva.
-Ehi.- Aveva approcciato, fingendosi interessata allo sconosciuto. -E' la prima volta che vieni in questo locale? Non ti ho mai visto qui.
Aveva perso il conto di tutte le volte che aveva dovuto recitare quell'assurda parte per smascherare chissà quanti demoni. All'inizio l'aveva trovato divertente, tanto era ridicola la situazione, ma poi la cosa aveva cominciato ad annoiarla terribilmente.
"Magari avessi tanta iniziativa anche con gli umani." Aveva pensato, ironicamente.
Il giovane si era girato verso di lei, con una scintilla di controllata sorpresa nello sguardo, studiandola da capo a piedi. Di certo aveva il cervello troppo annebbiato dalla soddisfazione di aver trovato una preda così facile per accorgersi di essere lui la vera preda. -No, sono venuto qui varie volte, in passato. Eppure non ti ho mai vista, è un vero peccato...- Le aveva detto, senza staccarle gli occhi di disso neanche per un secondo, sorridendo di sbieco. -Come ti chiami, bellezza?
"Beccato." Aveva pensato, compiaciuta.
Ci era cascato in pieno. Non era di certo una grande novità, era risaputo che i demoni non erano particolarmente intelligenti. La Cacciatrice aveva reclinato leggermente la testa, facendo ondeggiare la sua cascata di lunghi capelli biondi.
-Mi chiamo Emma.

Il mostro si avventò su di lei, provando ad afferrarla con i suoi lunghi tentacoli. La Cacciatrice schivò l'attacco, ma non fu abbastanza rapida. Uno dei tentacoli le si era infatti aggrappato al polso sinistro, stringendolo forte e provocandole una fitta lancinante lungo tutto il braccio. Emma allora agì d'istinto, e per liberarsi dalla presa del demone, con un ampio movimento del braccio destro, che impugnava saldamente Sandalphon, recise quell'arto viscido. Il demone si ritrasse con un grido acuto e fastidioso come lo stridio del gesso sulla lavagna, contorcendosi dal dolore.
"E' il momento di farla finita." Pensò lei.
Strinse la presa sull'elsa della spada angelica e si scagliò contro quell'orrore, trafiggendolo finalmentecon la lama. La creatura lanciò un ultimo urlo, così forte da farle quasi male alle orecchie, prima di accasciarsi al suolo come un fagotto svuotato e di ripiegarsi su se stesso come un foglio di carta senza vita, per poi sparire dalla faccia della terra.
Emma si appoggiò al muro, cercando di riprendere fiato. Quando lo sguardo le cadde sul polso, si rese conto che nel punto in cui il tentacolo gelatinoso l'aveva toccata, la pelle era coperta da ustioni superficiali.
-Maledetto demone.- bofonchiò tra sè e sè, mentre infilava una mano nella tasca del vestito, alla ricerca dello stilo. Non appena le sue dita incontrarono la sua fredda superficie metallica e lo tirarono fuori, si affrettò a tracciare sulla ferita un iratze. Il marchio nero sfrigoló sulla bruciatura, lasciando subito spazio a quella familiare sensazione di sollievo immediato. Emma appiattì la schiena contro il muro, respirando profondamente. Anche quella sera era fatta. Subito dopo aver ripreso fiato, si allontanó dalla parete. Non voleva indugiare troppo in quel luogo, desiderava solo tornarsene all'Istituto il più in fretta possibile per riposarsi un po' dopo quella noiosa caccia. Dopotutto, almeno quel giorno sentiva di avere tutto il diritto di permetterselo: era il suo compleanno. Non che lei fosse una grande amante dei festeggiamenti, aveva trascorso il suoi ventisette compleanni precedenti come giorni perfettamente normali. Niente feste, niente palloncini, niente addobbi colorati, niente regali. Niente amici, niente canzoncine di "tanti auguri a te". Niente genitori che ti scattano foto mentre soffi sulla torta e spegni le candeline. Be', dopotutto era questo il destino di chi veniva trovato davanti alla porta di un Istituto, con solo una copertina con il proprio nome ricamato sopra, o no? Intanto le strade buie e affollate di Chelsea, illuminate solo da lampioni o insegne dei locali notturni, scorrevano sotto i piedi della donna, i rumori attutiti del traffico e delle voci dei passanti come sottofondo dei suoi pensieri. Si strinse nel cappotto nero, si era accorta solo in quel momento di quanto facesse freddo. Ma nonostante ció, i larghi marciapiedi erano ancora gremiti di persone, chi si affrettava a tornare a casa, chi usciva per fare una passeggiata con gli amici, chi si recava nei bar e nei locali sui tacchi alti, ignorando la tarda ora, e chi semplicemente faceva un giro per schiarirsi le idee. Dopo neanche un quarto d'ora di camminata, cominció a intravedere la sagoma squadrata dell'Istituto in lontananza. L'istituto di Chelsea era una costruzione abbastanza recente, lo si poteva capire benissimo dal suo aspetto semplice e moderno. Al contrario degli Istituti più antichi, ospitati da maestose cattedrali, basiliche e chiese appartenenti allo stile gotico o barocco, questo non era altro che una chiesa bassa dalla pianta rettangolare, con la facciata dipinta di bianco, che faceva contrasto con la grande porta di legno scuro. Avvicinandosi sempre di più all'edificio, Emma notò che le finestre di alcune delle numerose camere destinate agli Shadowhunters che chiedevano ospitalitá, erano illuminate. Quando era giunta all'Istituto, nessun'altro alloggiava lì, nemmeno momentaneamente, ad eccezione della famiglia che lo gestiva. Se erano arrivati altri Cacciatori, lei non li aveva di certo incontrati poichè passava la maggior parte del tempo in cittá a caccia di demoni. Superati i tre gradini di marmo grigio che portavano all'edificio, spalancó la porta, intrufolandosi dentro. Oltrepassó le numerose file di banchi, e imboccó un lungo corridoio laterale, sul quale affacciavano le porte delle camere degli ospiti. Entró in fretta nella sua stanza, togliendosi il cappotto e gettandolo su una sedia. Si diresse verso il letto, e si lasció cadere pigramente su di esso, sfilandosi gli stivali. Sospirò, rimandendo un paio di minuti immobile a fissare il soffitto. Certo, la caccia ai demoni era decisamente un lavoro impegnativo, ma non era per quello che si sentiva tanto stanca. Diede un rapido sguardo alle pareti della stanza, rigorosamente bianche, ai pochi vestiti che possedeva ammucchiati in un angolo. Quella camera era decisamente vuota. Anonima. Anche le stanze che aveva occupato negli altri Istituti erano state così. Non lasciava mai niente di suo in quei luoghi, come se dovesse avere sempre tutto pronto per partire e andarsene via. E, in sostanza, era quello che faceva tutte le volte. Arrivava in una nuova cittá, si stabiliva lì, con la consapevolezza che se ne sarebbe andata qualche mese dopo. Ma, in fondo, chi aveva il diritto di giudicarla per questo? Non aveva senso restare in un luogo se non hai niente o nessuno che ti lega ad esso. Si chiese, tornando a fissare il soffitto, come sarebbe stato se i suoi genitori fossero stati lì con lei. Sarebbero stati insieme a festeggiare il suo compleanno? 
"Smettila." Disse a se stessa, interrompendo volutamente quei pensieri. L'avevano abbandonata ed era inutile stare a rimurginarci su. Sbuffó, irritata. 
"Buon ventottesimo compleanno." Si disse.
Proprio in quell'istante, qualcuno bussó alla sua porta. Eh? Emma si giró di scatto, sinceramente perplessa. Forse era uno dei gestori dell'Istituto? Ma no, cosa avrebbe dovuto volere da lei? Si alzó dal letto per andare a controllare e si diresse verso la porta, aprendola piano.
E ció che si ritrovó davanti fu... un ragazzino. 
Sì, era proprio un ragazzino.
Ma cosa ci faceva un ragazzino, davanti alla porta di camera sua?
-Tu sei Emma Swan?- Le chiese. Lei lo osservó da capo a piedi. Doveva avere circa dieci o undici anni. Aveva i capelli castani ben pettinati e la guardava con uno sguardo vispo e curioso, stringendo tra le braccia un libro dall'aria pesante.
-Sì, sono io.- Rispose Emma, ancora più perplessa.
-Mi chiamo Henry. Sono tuo figlio.



 

Angolo autrice: Salve a tutti! Se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio per aver letto o dato un'occhiata al primo capitolo della mia fanfiction! Devo confessare che è la mia prima fanfiction in assoluto, quindi vi invito a darmi pareri, opinioni o consigli, se vi va. Mi sarebbero di grande aiuto! A presto c:

   
 
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