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Autore: 5yearsofwinter    21/07/2014    5 recensioni
Per l’ennesima volta il biondino vorrebbe scappare, e invece è bloccato lì, la schiena nuda appiccicata al materasso, e Calum disteso sopra di lui, che lo fissa, in attesa di una risposta.
”Pensavo tu non mi ricambiassi. Pensavo che dopo che te l’avessi detto mi avresti preso in giro, mi avresti odiato.”
”Ma io ti amo.”
-
One shot Cake con accenni Mashton.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Confused.




Una normale giornata per i 5sos consisteva nello scrivere musica, registrare in studio, interviste e incontrare qualche fans. Ormai non avevano più tempo da dedicare unicamente a loro stessi. Quei pochi momenti di pausa li trascorrevano fra di loro, chiacchierando e divertendosi come ai vecchi tempi. A volte - spesso – capitava che i 4 si ubriacassero e occasionalmente si lasciavano sfuggire qualche pomiciata e talvolta delle strusciatine innocenti, ma nulla di più. Era solo divertimento. Ormai non era nemmeno più imbarazzante, non avevano alcuna relazione fissa. Al massimo si portavano a casa qualche ragazza, ma erano solo avventure di una notte di cui nessuno avrebbe più parlato.

In poche parole, amavano molto divertirsi anche fra di loro. Tranne per il più piccolo della band, Luke.
Il biondino aveva un segreto, un segreto di cui si vergognava terribilmente, di cui ne era a conoscenza solo Michael.
“Mickey, mi piace Calum” gli aveva detto qualche mese prima, tirando fuori tutto il coraggio che aveva in corpo. Non riusciva più a nascondere questa cotta dentro di se, aveva davvero bisogno di parlarne con qualcuno, o semplicemente potersi sfogare ogni tanto. Ovviamente Michael, non appena saputa la “notizia”, non perse un attimo per cominciare a sclerare, riempiendolo di domande e battutine imbarazzanti. Forse non era esattamente la persona adatta per quel tipo di cose, soprattutto quando Michael era il primo a ubriacarsi portando tutti in situazioni piuttosto imbarazzanti, che avrebbero decisamente evitato se fossero stati sobri.

Ed è esattamente così che succede una noiosa serata di inizio primavera, nel loro appartamento a Londra. Michael ha felicemente insistito nel farli bere, distendendosi a terra e trascinando Ashton con sé. Nell'aria aleggia una leggera puzza di alcool, segno che nessuno in quella stanza è del tutto sobrio, ma nemmeno totalmente ubriaco.

"Caal, dai bacia il nostro piccolo Lulu!" biascica con voce stridula il ragazzo dagli occhi verde mare, guadagnandosi un'occhiata fulminante da parte di Luke. Michael ridacchia sul collo del batterista, per poi stuzzicare con i denti un lembo della sua pelle ruvida. Calum sussurra qualcosa di incomprensibile, puntando il proprio sguardo a terra. Luke invece tenta di nascondere il rossore sulle proprie guance, fallendo inutilmente.

"Dai Lulu, bacialo tu, mh.." replica Michael con voce confusa, prima di essere interrotto dalla lingua di Ashton, che si infila sicura nella sua bocca, certa di poterci trovare un caldo rifugio.
Luke sospira, alla vista dei suoi due più cari amici pomiciare tranquillamente davanti a lui. Sospira perché si immagina come dev'essere baciare Calum. Baciarlo sul serio, stringere il sui viso tra le dita, sussurrandogli 'ti amo' sulla punta della lingua.
Sospira, lanciando un occhiata al suo amico, seduto comodamente dall'altra parte del divanetto. Sta osservando divertito gli altri due, che ormai sono intrecciati fra loro, e sembra che non abbiano nessuna intenzione di staccarsi.
Il moro si volta nella direzione di Luke, sentendosi parecchio osservato. Le guance del biondino vanno a fuoco e lui abbassa lo sguardo, maledicendosi internamente. Perché deve essere così dannatamente timido? Sono poche le volte in cui si sente davvero a suo agio - ad esempio quando si esibisce su un palco, oppure quando.. No, quando si esibisce su un palco e basta. Tutto il resto del tempo si sente un gigantesco pesce fuor d'acqua.
Gli sembra che tutti siano pronti a giudicare ogni sua mossa, ogni sua parola. Per questo sotto lo sguardo divertito di Calum non si sente a suo agio e vorrebbe farsi piccolo piccolo, fino a sparire.
Sta ridendo di me, penserà che sono patetico pensa, quando invece il moro lo trova solo maledettamente più carino del solito.

"Dai Lu, perché non mi un bacio?" canzona sporgendo le braccia verso Luke, che si appiattisce contro il lato opposto divano, con una smorfia sul viso.
"Non prendermi per il culo anche tu, Cal" borbotta, tormentando una sciagurata pellicina del suo mignolo. Il più grande continua ad osservarlo, mantenendo un'espressione enigmatica dipinta sul volto.
Dopo aver bevuto un ultimo sorso di birra ed aver posato la lattina a terra, Calum si sposta placidamente verso Luke, facendo aderire la propria schiena al divano, divaricando leggermente le gambe.

"Sono serissimo, Luke" dice con voce estremamente calda, provocando dei forti brividi lungo la colonna vertebrale dell'altro ragazzo.
Luke non si sente a suo agio in quella situazione, anzi. Si sente vulnerabile, confuso, impaurito e allo stesso tempo è tentato, incuriosito e innamorato.
Ad un tratto il moro fa scorrere le mani lungo le proprie cosce, per poi invitarlo a salirci sopra, dandoci due leggeri colpi. Il biondo esita, perché sta facendo così? Perché lo sta invitando ad andare sulle sue gambe? Perché si comporta così, anche se sono entrambi quasi completamente sobri? Ogni domanda svanisce non appena calum sussurra "vieni qua, scemo", donandogli uno dei suoi più dolci sorrisi.


Luke non se lo fa ripetere due volte e con un movimento rapido si ritrova a cavalcioni su Calum. Le mani del ragazzo corrono lungo la sua schiena fino ad arrivare al suo sedere, che accarezza con eccessiva delicatezza. Luke infila le mani fra i suoi folti capelli corvini. Li ha sempre adorati quei riccioli nascosti che sembrano essere una chiara richiesta di coccole. Preme il suo naso su una guancia morbida di Calum, stuzzicando la linea della mascella. Lo ha sempre fatto impazzire, così marcata, lo rende molto più virile.
E soprattutto fra le due mascelle c'erano le labbra. Un dipinto di Gaugin è discreto al confronto. Quante volte aveva bramato quella bocca?
Certo, avevano già pomiciato qualche volta, ma erano sempre ubriachi fradici e il giorno dopo il ricordo era svanito, confondendosi fra i mille pensieri post-sbornia. Ma questa volta è diverso, ne Luke ne calum sono sbronzi, hanno solo bevuto un paio di birre.
Il giorno dopo Luke si sarebbe ricordato tutto, finalmente. Era deciso, quella sera si sarebbe impadronito delle splendide e tanto bramate labbra di calum. O magari sarebbe stato il contrario.. Luke non era mai stato un tipo così coraggioso da imporsi, quindi sì, sarebbe stato Calum ad impadronirsi di lui e delle sue labbra. Si sarebbe impadronito di lui non solo emotivamente, ma anche fisicamente.

Mentre era troppo impegnato a seguire il suo flusso di pensieri intricati, Calum lo colse alla sprovvista, prendendogli il viso fra le mani e poggiando con forza le labbra sulle sue. Rimasero in quella posizione per molti, lunghissimi attimi. Occhi serratti e labbra unite, immobili.
È un emozione indescrivibile mai provata. Non aveva mai baciato qualcuno in questo modo. Sente miriadi di emozioni indefinite scorrere fra i loro corpi, brividi caldi collegano i due ragazzi. Calum sporge il viso in avanti, cercando di più. E tutti quegli attimi di immobilità svaniscono, perché ora che si sono posseduti in un modo così minimo non si accontentano più.
Luke apre leggermente le labbra e l'altro non aspetta un secondo a infilare la lingua fra di esse, con sicurezza, mordendogli il labbro inferiore di tanto in tanto. Le mani grandi del più grande stringono il piccolo sedere dell'altro, con possessività, e a Luke piace. Si sente suo, sente di appartenergli un po' di più. Le loro lingue si intrecciano, si scontrano, si accarezzano fra le loro labbra. Si sente così pieno, Luke. Pieno di emozioni, pieno di soddisfazione, pieno d'amore, pieno di Calum, ma allo stesso tempo si sente vuoto, perché non gli basta. Non gli basta più, ormai.
Stringe fra le dita lunghe qualche ciocca dei suoi capelli, e non appena le loro bocche si staccano alla ricerca di un po' d'aria, tira quei ciuffi, facendo mugolare il più grande.

"Oh cazzo.." sussurra sulle sue labbra, e poco dopo l'altro gli morde il labbro inferiore, giocando con l'anellino di ferro. Calum lo guarda dritto negli occhi, e in quel momento tutto perde forma. Sotto il suo sguardo si sente protetto, e completamente fuori dal mondo. Anzi, si sente proiettato in un universo differente, in un mondo in cui esiste solo Calum.
Calum, Calum, Calum. Luke non riesce a smettere di pensare a lui e a tutto quello che gli riguarda. E ancora a causa dei suoi pensieri intricati non si accorge che l'altro gli sta dicendo qualcosa.

"Luke.. Muoviti, per favore.." sussurra sulle sue labbra.
Inizialmente non capisce. Muoviti? Dove deve andare?
"Luke.." E stringe, stringe le dita sui suoi fianchi, ossessivamente. Ed è allora che Luke capisce, senza fare a meno di arrossire. Ma glielo ha chiesto Calum, e allora si muove.
Inizialmente sembra quasi fermo, ma a poco a poco entrambi si rendono davvero conto di quello che sta succedendo.
Luke, con un coraggio che non sapeva di avere muove il proprio bacino, facendolo scontrare con quello di Calum. I respiri che si fondono, bocca contro bocca e labbra socchiuse.
Non appena l'intimità di Luke collide con quella del maggiore, entrambi mugolano rumorosamente tanto che vengono uditi dai loro due amici. Luke si lascia sfuggire un risolino. Lui, timido diciassettenne, si sta amabilmente strusciando su uno dei suoi migliori amici. Amico di cui è perdutamente innamorato.

"Che c'è da ridere?" dice l'altro scherzosamente, stringendo possessivamente le dita sui suoi fianchi. "Oh, beh.. Nulla. Solo questa situazione è parecchio strana." sussurra sulle sue labbra, senza smettere di sorridere. Calum scuote la testa, senza nemmeno provare a capire cosa frulla nella testa del suo amico. Riavvicina il viso al suo, non appena sente l’accenno di erezione del più piccolo premere contro la patta dei suoi jeans.

”Ehy voi due, prendetevi una stanza,” ridacchia Ashton, che intanto sta accarezzando i capelli crespi di Michael.
Luke non può fare a meno di arrossire, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.

Ma che sta facendo? Si sta davvero strusciando sul cazzo del suo migliore amico? No. Non deve andare così, questa assomiglia più ad una puntata di Jersey Shore che alla notte romantica su cui aveva sognato molte – troppe, volte.
”S-scusa..” sussurra accostando le labbra gonfie a un orecchio di Calum.
Scusa. Non riesce a mettere da parte il proprio amore incondizionato nei suoi confronti, è’ troppo forte, e lui troppo debole.

Con lentezza, si sposta tornando dall’altro lato del divano. Trema appena, abbracciando uno dei tanti cuscini.
Non osa girare lo sguardo verso l’amico, teme che sia arrabbiato con lui, oppure offeso. In che situazione del cazzo si è infilato?
Morde nervosamente il bordo del povero cuscino, fissando lo sguardo dritto davanti a sé.
Non si muoverà di lì finché tutti non se ne saranno andati.

Quando qualcosa gli sfiora il braccio, si ricorda improvvisamente di respirare e con il fiato accelerato si volta, trovandosi Calum a pochi centimetri del suo viso che lo osserva. Ha gli occhi neri puntati nei suoi, e Luke giura che non si sente affatto bene.
Primo perché quel paio di iridi profonde come le tenebre lo rendono particolarmente instabile, secondo non ha idea di come comportarsi. Deve voltarsi? Deve reggere il suo sguardo? O deve semplicemente scappare nello stato più sperduto del mondo, cambiando nome, faccia e tutto il resto?
Opta per l’ultima possibilità.
Purtroppo, prima che possa mettere in atto la sua fuga, Calum lo ha già preso per un braccio, e con un gesto deciso lo fa stendere.
Luke si ritrova con la testa posata sulle gambe dell’amico –terribilmente vicino all’area proibita, e le gambe che penzolano dal bracciolo del divano.
Calum abbassa gli occhi verso di lui, e di nuovo lui vorrebbe scappare, scomparire, tramutarsi in un microbo cosicché nessuno lo noti più.
E invece, tutto quello che riesce a fare, è passare l’intera notte sulle gambe del suo Calum, che gli accarezza dolcemente i capelli.
Luke si addormenta, fra quelle attenzioni cariche d’amore, che aveva aspettato per troppo tempo.





Continua ad accordare la propria chitarra, finirà per consumare completamente le corde se non la smette.
Mancano ancora un paio d’ore allo show, e lui non riesce a smettere di pensare a ciò che è successo qualche sera prima.
Quei baci, quei tocchi, quegli sguardi. Le cose che aspettava da mesi, se non anni, erano accadute, nel modo sbagliato purtroppo. Non voleva essere una strusciata volgare per Calum. Non voleva essere una delle sue tante scopate.
Voleva essere la ragione del suo sorriso, voleva che Calum gli donasse tutto il suo cuore, voleva poterlo accarezzare, dicendogli “Ti amo” attraverso delle semplici azioni. Voleva poter baciare quelle splendide nuvole che aveva al posto delle labbra quando voleva.
Voleva tante cose, Luke, ma non si può avere sempre tutto dalla vita.
Ma che altro può fare lui? Cosa può fare se non disperarsi? In fondo ha solo 17 anni, e il suo amore lo sta distruggendo.
Ha solo 17 anni, perché cavolo deve provare dei sentimenti così forti per qualcuno? Vorrebbe davvero poter essere una di quelle persone che non soffrono mai, che se ne fregano di ciò che provano gli altri. Una di quelle persone che nel petto hanno un grande ammasso di sassolini, e invece no. Lui ha un sfottuto ammasso di cuoricini.


”Ehy amico, tutto a posto?” una voce lo distrae dalle sue riflessioni, e Luke sbuffa alzando lo sguardo.
”No, non è a posto un cazzo, e-“ deglutisce, non appena si rende conto di aver di fronte un Calum parecchio confuso.
”Luke? Che succede?”
Sempre lui. Sempre lui si ficca nelle situazioni più imbarazzanti. Possibile che nella sua vita tutto vada nella direzione sbagliata?
Non può, per una volta, fare le cose nel modo giusto?
No, ovviamente.
”I-io.. Nulla. Nulla di importante” sussurra con un tono di voce leggermente rabbioso. Dopo aver lasciato cadere la propria chitarra a terra corre via, cercando di soffocare i singhiozzi che si stanno facendo strada all’interno della sua gola.




Fanculo. Fanculo, fanculo, fanculo. Luke si sta esibendo con gli altri, e tutto quello che riesce a pensare è fanculo.
Fissa lo sguardo verso le proprie fans, in prima fila. Vorrebbe davvero tanto essere al loro posto: felici perché stanno ascoltando in live la loro band preferita, innamorate di 4 ragazze che non se le fileranno mai. E invece no, sta suonando una cazzo di canzone d’amore, con il suo primo e fortissimo a un metro da lui.
Sente di non farcela più, tutta quella tensione accumulata, tutto quel dannato Calum Hood, che sia maledetto, è sempre più bello.
Non regge, il sentimento dentro il suo petto si sta espandendo, ormai coinvolge anche le braccia, la pancia, le gambe, quell’amore è arrivato ovunque e lo sta consumando.

Fanculo, fanculo, fanculo. Quella fine esclamazione continua a ronzargli nella mente. Fanculo, Calum Hood, che così bello nei suoi mille difetti sta dormendo nella cuccetta accanto alla sua.
Ormai si rigira fra le lenzuola da quasi mezzora, senza riuscire a dormire. Può sentire il respiro pesante di Michael provenire dal basso, e di tanto in tanto Ashton emette qualche verso confuso. Calum invece, è muto come un pesce. Potrebbe quasi pensare che sia morto.
Sbuffa, sta decisamente delirando. Pensieri contrastanti gli annebbiano la mente da ore, se non giorni. Lui odia Calum, lo odia perché gli fa provare tutte quelle stupide emozioni, quando lui vorrebbe solo essere lasciato in pace.
Non può semplicemente dis-innamorarsi di lui?
Non è possibile che non riesca a dormire la notte a causa di una stupida cotta da diciassettenne. Questa storia deve finire.

Si alza di scatto, scendendo dalla cuccetta con un balzo e ovviamente va a sbattere contro qualcosa.
”Merda” esclama a bassa voce, cercando a tentoni di capire cos’ha davanti.
”Luke, ma che cazzo..” sussurra una voce fin troppo familiare, leggermente divertita. Il biondino si tira subito indietro, schiacciandosi contro la propria cuccetta. Diamine, pensava stesse dormendo.

”Perché sei sveglio?” domanda di getto, ticchettando nervosamente un dito sul muro.
”Stavo per chiedertelo io, dato che non fai altro che pensare a voce alta da mezzora.”
Okay. Il tono della sua voce è fin troppo serio.
Merda. Questo è uno di quei momenti in cui Luke vorrebbe potersi trasformare in gelatina e scivolare via, lontano lontano.
Stupido Luke. Stupido, stupido, stupido. Continua a ripeterlo nella propria testa –stavolta per davvero, schiaffeggiandosi mentalmente.
Troppo occupato ad automaledirsi, non si accorge che l’altro gli si è pericolosamente avvicinato.
”Perché non me lo hai mai detto?”
Luke alza il viso sentendogli sussurrare quelle parole, e non crede di essere davvero sopravvissuto a tanto: ha le labbra socchiuse, abbastanza da far intravedere la linea imperfetta dei denti, ha gli occhi fissi nei suoi, e non li ha mai visti così belli, sotto la fioca luce della luna che entra timida dalla piccola finestra del bus. Le pupille sono dilatate, e sembrano vive.

”Io.. Non volevo rischiare di fare un casino.” Sussurra a pochi centimetri di distanza dal suo viso. Hanno entrambi le bocche socchiuse e terribilmente vicine, Luke vorrebbe così tanto baciarlo, ma preferisce fermarsi in tempo, mordendosi con forza le labbra, giocando con il proprio piercing.
”Merda, Luke. Non avresti fatto nessun casino, e ti prego, smettila di morderti il labbro.”
”Perché?” sussurra incerto, ma l’unica risposta che riceve è una forte pressione sul viso e, oh! Calum lo sta baciando.

Restano immobili per qualche secondo, e Luke crede davvero di essere arrivato nel paradiso. Non c’è nient’altro che non sia Calum. Calum e le sue labbra sulle proprie. Calum e i suoi capelli mori che gli ricadono teneramente sulla fronte. Calum e i suoi occhi, due pozzi di infinita bellezza. Calum e le sue mani, che sfiorano delicate i suoi fianchi. Calum e le sue guance, che Luke accarezza con tutto l’amore che ha in corpo.

Con che coraggio si fa strada nella sua bocca, proprio non lo sa. Sa solo che gli sembra tutto così giusto.
Dopo tutti quei mesi a disperarsi, a sognare, a fantasticare, a soffrire, non può desiderare di più. O si?

”Io sono tuo.” E glielo dice, mentre si baciano. Finalmente può sentirsi completamente suo senza doverlo nascondere.
Sentire il corpo muscoloso dell’amico schiacciato sul proprio è davvero una delle sensazioni più piacevoli che abbia mai provato.



”Merda Luke, perché non me l’hai detto prima? Sul serio” sono distesi nella cuccetta del più piccolo. Giocano fra le coperte, come due bimbi che hanno appena scoperto un nuovo gioco. Si riempiono di baci da quasi un’ora e con quella frase l’atmosfera è tornata terribilmente seria.
Per l’ennesima volta il biondino vorrebbe scappare, e invece è bloccato lì, la schiena nuda appiccicata al materasso, e Calum disteso sopra di lui, che lo fissa, in attesa di una risposta.

”Pensavo tu non mi ricambiassi. Pensavo che dopo che te l’avessi detto mi avresti preso in giro, mi avresti odiato.”
”Ma io ti amo.”

Non ci sono parole per descrivere cosa avvenne in quel momento dentro il biondino. E’ incredulo, non è possibile che il ragazzo di cui è follemente innamorato ricambi a pieno i suoi sentimenti.
Non riesce a fare altro che non sia stringersi a lui e baciarlo, e piange il piccolo Luke. Delle lacrime brucianti gli rigano le guance, non sa se per la felicità, o perché ha un disperato bisogno di avere Calum tutto per sé.
Stringe le dita lunghe sulla pelle del collo dell’altro, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. Non sa come riesce a spiegare il motivo delle sue lacrime, sa solo che quella breve frase cambia tutto. Quelle tre parole sussurrate fra i singhiozzi, come giustificazione dei suoi pianti sono forse le uniche parole che non si pentirà mai di aver detto.
”Facciamo l’amore, Calum.”


Non lo sa. Lui davvero non ha la più pallida idea di come faccia ad essere ancora vivo, con Calum fottuto Hood, nudo, sopra di sé, che tiene fermamente una sua coscia, mentre con l’altra prepara il suo stretto e striminzito buchetto.
Non sente nemmeno dolore, ormai non conosce più quella sensazione da quando ha scoperto che lo ama. Lo ama, e tutto appare bello. Calum lo ama, e potrebbe davvero pensare che tutte le guerre siano cessate, che tutto il dolore sia svanito, che tutte le lacrime vengano versate solo per la felicità.
Perfino quando entra in lui con una spinta profonda e si sente squarciare in due, Luke è felice. Con la fronte corrugata, e qualche gocciolina di sudore a rigargli i lati del viso. I loro gemiti si fondono, come una melodia di quelle che ti entrano nelle ossa e nel cervello. Quelle melodie che non scordi facilmente. E così è anche il loro amore, proprio come quella melodia. Li ha completamente sconvolti, spezzandoli a metà, per poi riunirli più forti di prima. Le ossa rotte e il respiro mozzato, prima per il dolore, poi per il piacere.
Durante il culmine, all’apice del piacere, Luke lo dice. Con una mano fra i capelli del suo primo amore, e le gambe attorcigliate al suo bacino. Con la voce roca e le labbra gonfie. Con gli occhi lucidi e felici.

”Ti amo, Calum.”



La notte più bella della sua vita è appena terminata, dando il via ad una nuova noiosissima mattinata.
Luke apre gli occhi fra le braccia nude del ragazzo, che sta ancora dormendo. Una visione degna di infarto, quelle folte ciglia incastrate fra loro, il respiro pesante e il viso accasciato sul cuscino sgualcito.
Non può fare altro che sorridere al ricordo di tutto ciò che è accaduto poche ore prima.

Sorride. Lascia qualche bacio sulle sue clavicole sporgenti e sorride. Sorride perché ora ha provato sulla sua pelle cosa sia la felicità.
E Calum Hood ne è la perfetta rappresentazione.









Buonasera! O buonanotte, dato che sono le due di notte.
Ho scritto questa piccola one shot nell’ultima settimana, dato che non ho voglia di studiare per gli esami (sigh).
Premetto già che a me non piace, come tutte le altre cose che scrivo.
Mi scuso per tutti gli errori, ma essendo le due il mio cervello non connette bene!
Ho cercato di non farla troppo banale e se vi annoiate mi scuso già.
Sono davvero troppo stanca per scrivere delle note sensate, quiiindi se avete un parere, un consiglio, o un semplice commento mi farebbe piacere se mi lasciaste una recensione.

-5yearsofwinter (@FOOLMIKEY)
  
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