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Autore: Ari Youngstairs    21/07/2014    14 recensioni
[Malec|Post CoHF]
A quanto pare, tutto sembra concluso: ma la fine di una storia segna l'inizio di un'altra.
Potrebbe cominciare con un cielo ricco di stelle, con un'antica leggenda, oppure con una proposta inattesa quanto desiderata.
O magari, con tutte e tre.
Nel cuore di ognuno di noi c'è un desiderio nascosto, seppellito in fondo alla nostra anima, e non serve sperare in una stella cadente purchè si realizzi.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Attenzione! Spoiler CoHF 
 
 
“Il cuore è una ricchezza che non si vende, ma si regala”
                                            ~Gustave Flaubert






Il fuoco andava lentamente spegnendosi, emanando un tenue bagliore scarlatto.
Le stelle in cielo erano luminose come non mai, o forse, pensò Alec, era perché le stelle ad Edom gli erano mancate davvero molto, tanto da farle sembrare più brillanti una volta ritrovate.
Nella dimensione demoniaca, quella che lui, Clary, Isabelle, Simon e Jace avevano definito “notte”, non era altro che uno spessissimo manto d'oscurità solcato dai demoni più mostruosi: avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque.
Scosse la testa per allontanare quei pensieri, concentrandosi sulle persone che dormivano beatamente sulle sponde del lago Lyn: intravedeva una testolina rossa fiammante far capolino dalle braccia forti di Jace, immerso in un sonno profondo sopra la coperta nuova di zecca. 
Sua sorella si era raggomitolata come una gatta in cerca di calore, con il ciondolo che mandava riflessi dorati alla luce del falò. Le lunghe ciglia scure vibravano e proiettavano piccole ombre sui suoi zigomi: probabilmente sognava.
Il ricordo di lei, moribonda e dissanguata all'interno della caverna lo assalì come una belva feroce, ma s'impose di scacciarlo: Isabelle era lì, sana e salva, al sicuro. 
Simon si era messo un po' in disparte, ma non molto distante dalla ragazza dai capelli e occhi di tenebra. 
Ad Alec non dava più fastidio che lui stesse con sua sorella: Simon era premuroso, era gentile, pieno di coraggio, e amava davvero Isabelle. Anche se, al momento, non ricordava molto di tutto ciò. 
Cercò di stendersi e di prender sonno, ma le emozioni delle ultime ore ardevano ancora dentro di lui, e addormentarsi sembrava un miraggio irraggiungibile. 
Estrasse dalla giacca elegante un vecchio taccuino, sfogliandone la pagine macchiate da inchiostro scuro. Era una grafia sottile e veloce, piena di riccioli e schizzi. 
«Alexander, che ci fai sveglio?» Sbiascicò una voce accanto a lui.
Magnus, ancora intontito dal sonno, si alzò a sedere accanto al moro gettandogli un'occhiata curiosa. «Non hai sonno? Oppure la mia vita è il più grande best-seller che tu abbia mai letto?»
Alec ridacchiò, dandogli uno leggero schiaffo sulla spalla.
«Che sia un best-seller non ci piove.» Gli scoccò un bacio sulla guancia «Sono...sono solo felice di poter finalmente sapere chi è il vero Magnus Bane.» 
Gli occhi verde-oro dello Stregone si scurirono.
«Il vero Magnus Bane...» Mormorò «Potrebbe non piacerti, ti avverto.» 
Alec gli prese la mano, stringendola tra le sue, per poi posarvi un altro bacio leggero. Era un gesto che aveva già compiuto tempo fa, ma sembrava fosse un ricordo di anni e anni prima, invece che di una manciata di mesi. 
«Magnus, la tua vita non mi farà cambiare ciò che provo per te. Metterà solo le cose in chiaro, e toglieremo tutte le barriere che ci dividono.» Mentre lo diceva, teneva gli occhi fissi sul ragazzo davanti a lui. «E non cambierò idea tanto facilmente.»
Lo Stregone circondò con le mani il volto del Cacciatore, appoggiando le labbra sulle sue.
«Che discorso romantico.» Rise. «Ma l'idea di qualcuno che sa tutto di me mi terrorizza.» 
Gli occhi azzurri di Alec si accesero di divertimento, e mentre si avvicinava al fidanzato con aria da predatore sorrise in modo malizioso.
«Così ti terrorizzo, eh?»
Magnus si fiondò sulle labbra del Nephilim, baciandolo con trasporto. Ma si staccò subito, per poter godere di quell'adorabile broncio che metteva su ogni volta che lo indispettiva così.
«Solo un pochino.»
Restarono qualche minuto in silenzio, a fissare le lucciole brillanti che solcavano le acque calme del lago, rendendole un manto di diamanti luminosi.
«Quindi questa è la fine.» Disse Alec all'improvviso, più serio che mai. «La fine di questo casino, intendo.» Aggiunse, vedendo l'espressione confusa sul volto di Magnus. 
Lui gli rivolse un sorriso dolce, cominciando a giocherellare con le loro dita intrecciate. Alec notò con piacere che le guance di Magnus non erano più infossate come ad Edom, e probabilmente il buffet della cerimonia tenutasi poche ore prima aveva dato un aiuto consistente.
«Sai Alec, se c'è una cosa che ho imparato in questi ottocento anni, è che i casini ce li portiamo dietro tutta la vita, anche se sembrano finiti.» Baciò ad una ad una le nocche pallide del Nephilim, facendolo arrossire leggermente. «E poi, questo casino non mi è dispiaciuto poi così tanto.» 
Magnus lo ribaciò sulle labbra, un bacio lento e dolce, sciogliendo l'intreccio delle loro mani per stringere Alec a sé, tenendolo per i fianchi.
In un istante, rivide tutti i momenti passati con il Cacciatore nella sua mente come spezzoni di un vecchio film: la festa nel suo appartamento, dove aveva incrociato per la prima volta quegli occhi azzurri come lapislazzuli. 
Il pomeriggio in cui, per via della runa anti-paura di Clary, Alec per poco non aveva spifferato tutto a tutti, come se urlare a tutta la propria famiglia che usciva con uno Stregone del suo stesso sesso fosse la cosa più normale e sciocca al mondo. 
Ritornò nella Sala degli Accordi, dove Alec lo aveva baciato davanti a migliaia di Shadowhunters e Nascosti.
Quando a Parigi, durante il loro viaggio, aveva trascinato a forza il Cacciatore a Disneyland Paris per portarlo su delle altissime montagne russe. Si ricordava che, durante le velocissime e ripide discese, Alec era quello che urlava più forte di tutti. Una volta scesi, il Cacciatore aveva riso come un bambino a Natale e lo aveva implorato di fare un altro giro. 
Risentì quel rammarico amaro di quando lo aveva lasciato nella metropolitana, e il dolce e fortissimo sollievo di averlo rivisto alla Guardia Oscura, di averlo di nuovo lì con sé. 
«Magnus?» Alec lo distolse dai suoi pensieri, gli occhi illuminati dalle stelle avevano assunto una tonalità celestiale. «A che stai pensando?»
 Lo Stregone si alzò e tese la mano al Cacciatore, che l'afferrò prontamente tirandosi su a sua volta.
«Vieni, voglio farti vedere una cosa.» 

 
~ ф ~


Magnus aveva portato Alec in un boschetto sulle sponde del lago, facendolo inoltrare tra la vegetazione fitta e le fronde degli alberi. 
Il Nephilim aveva provato ad estorcere qualche informazione dallo Stregone su dove stessero andando, ma si era rassegnato dopo l'ennesimo "appena arriveremo vedrai".
Magnus scostò un grosso ramo che gli si parava di fronte, e, con un gesto fulmineo, appoggiò entrambe le mani sugli occhi di Alec per impedirgli di guardare.
«Ma che cavolo...»
«Shh. Non sbirciare.» Gli sussurrò all'orecchio facendolo arrossire, e, allo stesso tempo, rendendolo ancora più curioso.
Alec continuò a camminare alla cieca guidato dallo Stregone, che gli impediva di andare a sbattere da qualche parte o di inciampare sui ciottoli, finché non si fermarono bruscamente.
«Okay, puoi guardare ora» Annunciò al Cacciatore, che avrebbe voluto esultare con un "finalmente!". Ma non lo fece, poiché tutto l'entusiasmo e la curiosità si smorzarono nell'istante in cui aprì gli occhi: Magnus lo aveva portato in una delle zone rade del bosco, una delle toppe di erba verde nel manto nero della vegetazione. A punteggiare il prato, boccioli di fiori purpurei che i mondani avrebbero trovato spaventosamente grandi. 
«I Fiori di Mezzanotte.» Disse Alec, con una punta di delusione. «Ma si saranno già schiusi un paio d'ore fa.»
Magnus sorrise come lo Stregatto di Alice.
«Ma non ti ho portato di certo qui per farti vedere degli stupidi fiori. Vedi...» Cominciò a raccontare, mentre le sue dita affusolate cominciavano ad emanare scintille azzurre. «...intorno a ciò che ti farò vedere, c'è una storia conosciuta da moltissimi Stregoni. Tutto accadde molti anni prima degli Accordi. Ci fu un'incursione di Shadowhunters durante un consiglio degli Stregoni, tutti accusati di negromanzia dal Conclave. Fu un lago di sangue.» Magnus continuava ad ammettere scintille che andavano a posarsi sull'erba color smeraldo, mentre Alec continuava ad ascoltare con attenzione il racconto, sentendo uno strano nodo allo stomaco. «Morirono soltanto una manciata di Shadowhunters, mentre di una cinquantina di Figli di Lilith si salvò solo una Strega, che riuscì a fuggire. Un Nephilim venne incaricato di cercarla, ma una volta trovata non la uccise.» Sulle labbra di Magnus aleggiò l'ombra di un sorriso. 
«Non la uccise per pietà?» Domandò Alec, mentre notava i fili d'erba accendersi al contatto con la magia del compagno.
«Non proprio.» Rispose quest'ultimo. «Non la uccise perché se ne era innamorato. E la cosa divenne reciproca quasi all'istante.»
Gli occhi del Cacciatore si spalancarono dalla sorpresa.
«Purtroppo, le relazioni tra Shadowhunters e Nascosti non sono ben viste neppure al giorno d'oggi, figurarsi prima degli Accordi. Perciò, i due continuarono a sentirsi di nascosto attraverso un sistema inventato dalla Strega: lei aveva creato delle farfalle magiche capaci di mandare messaggi persino ad Idris. Uno sfortunato giorno, però, i genitori del ragazzo lo beccarono a sussurrare parole dolci a uno degli insetti, e fu grazie a quello che rintracciarono la Strega e la uccisero.» Gli occhi felini di Magnus si velarono di tristezza. «Il Nephilim però decise di tenere nascoste tutte le farfalle della Strega ad Idris, in un bosco sulle sponde del lago Lyn, dove solo un Figlio di Lilith poteva risvegliarle e sentire i loro messaggi.»
Alec rimase qualche secondo in silenzio, prima di avvicinarsi al fidanzato e stringerlo possessivamente a sé.
«Io non lascerei mai che ti toccassero. Mai.» Mormorò contro il suo petto, dove sentiva il suo cuore battere a ritmo regolare ed eterno. 
Magnus gli accarezzò i capelli corvini con dolcezza, intrecciandoli alle proprie dita.
«Io non lascerei che ti toccassero in qualsiasi senso.» 
Alec alzò la testa, guardandolo interrogativo finché lui non gli strizzò l'occhio maliziosamente. «Insomma, solo io posso toccarti in determinati modi.» Ridacchiò. «Comunque, fossi in te darei un'occhiata al prato.»
Rosso come un peperone, fece ciò che lo Stregone gli aveva detto e non riuscì a trattenere un sospiro di meraviglia: un gruppo di farfalle, grandi come falchi da caccia, le ali candide e luminose come le stelle del cielo, svolazzava nel prato risvegliato dalla magia di Magnus. 
Alec rimase letteralmente senza fiato: senza dubbio, era la cosa più bella a cui avesse mai assistito.
Una di loro volò verso i due, posandosi sulla punta del naso del Cacciatore, che fu costretto a socchiudere gli occhi per la luce da essa emanata. 
«Per l'Angelo...» Farfugliò, con il cuore che batteva forte nel petto.
Udì un sussurrio indistinto farsi strada nella propria testa, facendosi via via più nitido, come una vecchia registrazione. Erano frasi smorzate, sconnesse, sussurrate da una voce maschile alternata ad un'altra femminile.

Non ci hanno ancora scoperto...sei al sicuro...prometto che ci rivedremo...vorrei soltanto poterti riabbracciare...ti amo...

Gli occhi di Alec si erano inconsapevolmente riempiti di lacrime, quando la farfalla lo abbandonò tornando a svolazzare per il prato insieme alle altre.
«Mi dispiace per...per quello Shadowhunter e per quella Strega.» Ricacciò indietro il pianto sbattendo più volte le palpebre. «Mi ricordano noi...è una storia triste.»
Magnus gli prese entrambe le mani portandosele dietro al collo, per potergli baciare ogni singolo centimetro del viso.
«La nostra non è una storia triste
*, Alexander.» Gli disse con dolcezza. «E non lo sarà. C'è una cosa che volevo chiederti da un po'...vedi...» Le parole gli morirono in bocca. Era la prima volta che Alec non lo vedeva sicuro di sé e con la frase sempre pronta. «Voglio sposarti, Alexander Gideon Lightwood. Perciò, adesso ti chiedo: mi faresti l'onore di esser mio marito?»

 
~§~


Al Cacciatore per poco non cedettero le ginocchia, ed il cuore perse un battito. 
«C-Come hai detto scusa?» Chiese incredulo, pensando di avere le traveggole.
«Mi hai sentito. Hai detto che vuoi passare ogni singolo giorno che ti rimane insieme a me, giusto? Anche io lo voglio, più di qualsiasi altra cosa.» Okay, adesso Alec era convinto di aver le traveggole. Magnus non gli stava facendo una proposta di matrimonio, era impossibile. «Verrai a vivere da me, e riprenderemo quel viaggio che abbiamo lasciato in sospeso per trasformarlo in una vera luna di miele.»
«Per l'Angelo, Magnus.» Disse, con la voce strozzata dall'emozione. Stava soffocando. «Io...non posso accettare una proposta simile. Non che non voglia sposarti, davvero, è solo che tu sei immortale e sposarmi ti...peserebbe. È un grandissimo impegno restare con una sola persona finché è in vita. Capisci che intendo?»
 Lo Stregone scosse la testa, sconsolato, senza lasciar spegnere il sorriso sulle sue labbra.
«Stupido Nephilim. Pensi sempre troppo. È proprio stare con te che mi fa capire che ottocento anni di attesa non sono andati buttati. Anche se avessi i capelli bianchi e il volto pieno di rughe, continuerò sempre a vedere quel giovane, sexy, e incasinatissimo Nephilim che ha fatto irruzione nel mio appartamento, portando via con sé il mio cuore arrugginito da tempo. Sei stato tu a farlo rifunzionare a dovere.» La testa del Cacciatore si abbandonò alla sua spalla, inspirando quell'odore di sandalo e magia, di Magnus. Non sapeva che rispondere, o forse sì. «Ma, capisco che tu possa volere un po' di tempo per pensarci, infondo non mi aspetto immediatamente una risposta, perciò se-»
«Sì» Disse Alec interrompendolo bruscamente. «Per l'Angelo,  l'unica cosa che voglio in questo fottutissimo mondo è sposarti. Quindi sì, ovvio ti sposo.»
Detto questo, si scambiarono un bacio straripante di gioia, mentre Magnus sollevava il Cacciatore per i fianchi facendolo volteggiare in aria come una trottola. 
Le farfalle intanto, si erano librate in alto lasciando una scia luminosa, come a voler render ancora più speciale quel momento che di magico aveva tutto e niente. Sembravano stelle cadenti.
«Magnus, per l'Angelo» Farfugliò il Nephilim quando rimise i piedi a terra, reggendosi la testa come se avesse dovuto staccarsi da un momento all'altro. «Penso di star per svenire.»
Lo Stregone, prendendolo alla sprovvista, gli passò un braccio sotto le ginocchia e l'altro sulla schiena, per poi sollevarlo come se fosse una sposa.
«Così va meglio dolcezza?» Gli chiese sorridente, gli occhi illuminati di felicità.
«Sì, grazie, ma se Jace e Isabelle mi vedessero così potrebbero prendermi in giro per tutta la vita. Jace sarebbe capace di confezionarmi un abito da sposa e farmelo portare a forza.» Sorrise di rimando, anche se l'idea lo terrorizzava nel profondo.
«Mmm, questa sì che è un'idea.» Disse una voce maschile alle loro spalle.
Quando Magnus si voltò, entrambi i ragazzi videro Isabelle con le mani giunte al petto mezza commossa, Simon che sorrideva alla scena, Clary che si teneva una mano sulla bocca per non ridere e Jace, appoggiato ad un albero e un sorriso malvagio stampato in volto.
«Per Lilith, che ci fate tutti svegli?» Chiese facendo quasi cadere Alec per la sorpresa.
«Beh» Rispose Jace rimirandosi le unghie «Siamo stati svegliati da uno sciame di farfalle enormi e luminose, e dicevano qualcosa come “Per l'Angelo,  l'unica cosa che voglio in questo fottutissimo mondo è sposarti. Quindi sì, ovvio che ti sposo”. Non ci vuole un genio per riconoscere le disastrose dichiarazioni romantiche di Alec.»
Isabelle corse dai due, costringendo Magnus a lasciare il fratello maggiore per poterlo stritolare tra le braccia. 
«Per l'Angelo, il mio fratellone si sposa! Posso organizzarvi io la cerimonia, non è vero?» Chiese euforica, mentre tutto il resto del gruppo si avvicinava ai due per riempirli di complimenti, auguri e domande come “Posso disegnarvi io gli abiti?” Oppure “Non è che la mia band potrebbe suonare alla cerimonia?” O addirittura “Io ti faccio da testimone, perché tu mi vuoi come testimone di nozze, vero?” E molte altre ancora, che andavano dalla data della cerimonia al tipo di fiori per gli addobbi.
Ad Alec stava scoppiando la testa, ed il cuore batteva decisamente troppo forte. Nel perfetto istante in cui Jace gli diede una forte pacca sulla schiena urlandogli: «E BRAVO IL MIO PARABATAI, SONO ORGOGLIOSO DI TE!» Non resse più la tensione.
Cadde a terra come la tessera di un domino, sotto gli sguardi preoccupati di tutti i presenti. 
«Oddio.» Esclamò Clary, portandosi una mano alla bocca. Aveva i capelli rossi ancora scompigliati dal sonno. «Credo che l'emozione gli abbia giocato un brutto scherzo.»
Il Parabatai si offrì per coricarselo in spalla, ma Magnus lo precedette prendendolo premurosamente in braccio.
Isabelle aspettò che Jace, Clary e Simon facessero ritorno al falò, per poter rimanere da sola con lo Stregone e Alec, anche se quest'ultimo era in stato di incoscienza.
«Grazie per...averlo reso così felice.» Disse, ammiccando al fratello. «Lo hai salvato da sé stesso.»
«É stato un salvataggio reciproco.» Osservò il volto rilassato del ragazzo, con i suoi lineamenti duri da adulto e allo stesso tempo i tratti delicati di un bambino. «Ma è normale che svenga così?»
Isabelle fece un gesto vago con la mano, come per dire “nulla di preoccupante”.
«Non è mai stato il massimo a gestire le emozioni, e forse, tra la tua proposta e tra la nostra valanga di roba pre-matrimoniale, non è riuscito proprio a farcela. Tra dieci minuti starà abbastanza bene da poter strangolare Jace.» 
Entrambi si concessero una breve risata, sollevando gli occhi al cielo: era una di quelle notti speciali in cui sembra di poter scorgere l'intero firmamento.
«Sei stato tu a creare quelle farfalle enormi?» Chiese la mora dopo un po', senza staccare lo sguardo da quell'infinità che faceva da tetto al mondo. 
«No, ma è una storia piuttosto lunga.» 
Con la velocità di un fulmine, una scia di luce tagliò in due il cielo, scomparendo com'era venuta.
«Una stella cadente!» Esclamò la Cacciatrice con meraviglia. A New York, potevi ritenerti fortunato a vederne una in tutta la vita. «Simon mi ha detto che quando ne vedi una devi esprimere un desiderio.» Un tono di tristezza le incrinò la voce quando pronunciò il nome “Simon”. «Stai per sposarti, perciò lo lascio a te il desiderio.»
Magnus scosse la testa, e guardando Alec tra le sue braccia disse: «Quel desiderio serve molto più a te, Isabelle. Io ho già tutto quello che desidero.»



*Battuta tratta da Noi siamo infinito, di Stephen Chbosky


Note
Ho scritto questa OS di getto subito dopo aver terminato CoHF, ma ho aspettato molto a pubblicarla, perché non mi soddisfava mai. 
La Clare ha confermato il matrimonio dei Malec, e anche che adotteranno due bambini <3
Ci tenevo a dire che l'intera leggenda raccontata da Magnus è di mia invenzione, perciò, non divertitevi a copiare, a meno che non mi chiedate il permesso con i dovuti credits.
Ordunque: pensate che questa cosuccia qua sopra sia accettabile? Se foste così gentili da dirmi che ne pensate, ve ne sarei davvero grata. 
Un grazie a tutti coloro che leggeranno e/o recensiranno. Un grazie di cuore anche a chi mi segue e che mi sostiene.
 

Un bacio a MalecSizzyClastian, a Life before his eyes, ad _angiu_, a Simonne Lightwood e a MyLove is on MyBookshelf. Grazie di tutto.


Ho scritto un sequel di questa OS: Fireworks
Fatemi sapere che ne pensate, grazie di tutto!
   
 
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