MEMORIE PERDUTE
EPILOGO BY SHUN DI ANDROMEDA
ORIGINALE BY PERSEOEANDROMEDA (STARDUST
WAY.ORG)
A poco a poco, Ikki vide il viso dell’adorato fratellino
illuminarsi di gioia e gli occhi verdi rilucere di preziose e pure lacrime,
lacrime liberatorie, lacrime di chi, finalmente, s’era liberato di un incubo
terribile.
Di chi, finalmente,
poteva tornare a vivere.
Il ragazzino chiuse dolcemente gli occhi e si lasciò avvolgere dal
caldo abbraccio del Sonno, che lo condusse tra le protettive braccia di Morfeo,
sussurrando solo “grazie”, un grazie sincero, rivolto con un non so che di gioia
e riconoscenza. Non appena il maggiore prese coscienza di ciò che avveniva, con
un moto di commozione, lo prese delicatamente in braccio e lo adagiò sul letto,
scrutandone ansiosamente il volto: per la prima volta, dopo tanto tempo, lo vide
rischiarato da un tenero sorriso, così simile a quelli che avevano sempre reso
speciale ai loro occhi Shun, e una parvenza dell’antica grazia, che tanto
avevano temuto di perdere, forse per sempre. Tutto ciò infondeva grande gioia e
sollievo nel cuore di Ikki; con attenzione, il ragazzo più grande, trattenendo a
stento le lacrime, gli carezzò la fronte diafana e socchiuse leggermente la
finestra, permettendo alla tiepida aria pomeridiana di penetrare e avvolgere la
minuta figuretta distesa, immersa nell’oceano dei sogni: “Grazie a te,
Shun-kun…” sussurrò con affetto infinito, chiudendosi la porta alle
spalle.
Era ormai tardo pomeriggio.
Il sole stava tramontando lontano sul
mare.
Il Santo della Fenice prese a passeggiare lungo il corridoio
occupato dalle camere da letto e s’affacciò a una delle numerose finestre
rimasta aperta e da cui proveniva un invitante brezzolina, fissando così in modo
indelebile nella propria mente lo stupefacente paesaggio che gli si parava dinanzi agli occhi, le
meraviglie della natura in primavera.
Con un leggero sorriso dipinto sulle labbra, il giovane dalla pelle
bronzea chiuse gli occhi per qualche istante, beandosi della dolce frescura, poi
si ritirò, rientrando nella cameretta dove il fratello riposava
tranquillo.
In silenzio, ripetendo il gesto che da parecchi mesi compiva ogni
mattina, avvicinò la sedia al letto, aspettando fiducioso e pieno di speranza
come mai non lo era stato, il risveglio del fratellino che amava di più: “Spero
di aver fatto la scelta giusta, otooto-kun, per te e per tutti
noi..”.
Ma il luminoso sorriso che rischiarava di nuova luce e di nuova
vita il viso del ragazzino non lasciava posto a dubbio alcuno, stava per
accadere ciò che per mesi ormai avevano temuto di non poter più
avere.
Stavano per recuperare quel ragazzino a cui volevano infinitamente
bene.
Passarono le ore.
Calò la sera.
Udendo il respiro del dormiente farsi più leggero, la Fenice,
rimasta immobile fino a quel momento, si sporse maggiormente sul letto,
scorgendo le palpebre del minore fremere, e poi, lentamente, sollevarsi,
rivelandogli una lucentezza che da troppi mesi era celata, ora velata
leggermente di sonno; il brunetto le sbatté più volte, accompagnando con uno
sbadiglio l’intera azione. Ikki lo fissò, parlandogli dolcemente: “Ben
svegliato, fratellino…” gli carezzò i riccioli color rame, “Come stai?”
continuò.
Shun gli puntò addosso i suoi occhioni e gli sorrise: “Mi sento
meglio…” ammise con semplicità lui, cercando di mettersi seduto e di alzarsi in
piedi; le parole del fratello infiammarono il cuore della Fenice, che lo cinse
in un soffocante abbraccio liberatorio.
Quando si staccarono, senza dire nulla, uscirono dalla stanza,
diretti in salotto, sicuri di trovarci anche gli altri; Ikki, durante tutto il
tragitto, non staccò neppure per un momento lo sguardo dal giovane Santo di
Andromeda, finalmente sorridente e sereno come un tempo, era davvero
felice.
Scese di corsa le scale, i due praticamente finirono addosso l’uno
sull’altro con un tonfo sordo, ridendo come pazzi; le loro risate argentine
riecheggiarono nell’atrio dell’enorme villa.
Udirono un violento scalpiccio di piedi e, dal fondo del corridoio
che portava al salone, sbucarono Hyoga, Shiryu e Seiya, che li raggiunsero di
corsa: “Vi siete fatti male?” domandò Seiya, aiutando Shun a tirarsi su mentre
Ikki veniva aiutato da Shiryu, “Per nulla, siamo solo ruzzolati giù dalle scale,
nulla di grave.” rise Andromeda, scrollandosi dai vestiti la polvere; “Vedo che
stai meglio.” constatò Hyoga, visibilmente
felice.
Il maggiore tra i Santi di Athena gli si avvicinò e gli legò
qualcosa all’esile collo, che brillava alla luce delle lampade, la stella
d’argento aveva ripreso il suo posto.
“Si, ora sto bene, grazie ragazzi…” fece un leggero inchino lui; in
risposta, una serie di braccia affettuose lo strinsero forte, senza che lui si
potesse liberare.
E poi, perché avrebbe dovuto?
Perché avrebbe dovuto sciogliere quel legame così tanto a lungo
cercato e desiderato?
No, andava bene così.
Ora la vita era tornata a sorridergli
nuovamente.
Ricordo di un tempo passato, solo la stella d’argento, ricordo di
un affetto e un amore infinito.
Ricordo di mamma.
Questo piccolo
componimento è nato come regalo.
Nato come regalo per una
persona che, nonostante l’abisso di età e capacità che ci separa, perchè lei è
molto più grande e capace di me, è sempre stata una buona amica, e
soprattutto è stata protagonista di una appassionante caccia al tesoro in tutto
il web.
Sto parlando di HEATHER,
perseoeandromeda, e naturalmente di tutto
STARDUSTWAY.ORG.
Questo epilogo è nato dopo la lettura di MEMORIE PERDUTE, e dalla mia “insoddisfazione” per i finali aperti (non ci posso fare nulla, devo per forza chiuderli^^)
E quindi, ho creato
questo mini epilogo, che è piaciuto molto all’interessata, e che ora, previo suo
consenso, posto pure su EFP.
BUONA LETTURA, E RICORDATE, LA STORIA ORIGINALE NON È MIA, MA È UNICAMENTE DI HEATHER, E PERTANTO, VI INVITO A FARE I COMPLIMENTI A LEI PER LA SUA CAPACITÀ DI INCANTARE!!!
SHUN
(CHARLIE)