Un gelato.
Solo un gelato e poi qualcosa di molto più caldo.
Donatello aveva abbandonato il suo piccolo timido guscio e si era letteralmente lasciato andare nella rosea camera di April. Gemeva, sudava ma palpava ogni grazioso centimetro roseo della sua bella ninfa dai capelli carota, ondulati sulle nude spalle. Privata dei vestiti, della nera lingerie abbandonata sul pavimento.
In tutta la grazia e purezza come Madre Natura l'aveva concepita.
La dea di anni diciotto che era ginocchioni su Donatello, assaporando una notte di fuoco proibita e voluta.
"April..." gemeva Donnie, guardando il suo seno prosperoso e le labbra carnose "Sei bellissima... un fiore..."
Lei si chinò per baciarle le labbra, facendo scorrere le sue esili dita lattee nella parte inferiore dei piastroni, toccando e sfiorando l'organo proibito non più vergine. Si era lasciata andare dopo quasi tre anni di timidezza e incertezza. 
Donatello le accarezzava abilmente la schiena, arricciando le dita ai suoi boccoli carota setosi e lucidi nella luce lunare di New York.
"Donnie..." sussurrò lei, sistemandosi sul petto del maschio con una coperta tirata addossa.
"Amore... mio... quanto ho desiderato questo...".
April gli baciò la punta del naso, giocherellando con le dita nella creazione fantasma di cerchietti sul pettorale destro. Poi, lentamente, il suo sorriso dolce scese un po'.
"Donnie, non abbiamo usato il preservativo...".
Il genio la guardò per un istante, di nuovo seduta sul piastrone inferiore, come a cavallo, accarezzandole i fianchi e risalire lungo il seno morbido e caldo. Vero... nella foga, la scatola comprata era rimasta integra... intatta...
E adesso?
"Non mi dispiacerebbe, amore mio..." continuò lei, arrossendo dolcemente "Siamo adulti, adesso".
Diciannove e diciotto anni. Sì, adulti in tutto e per tutto.
"Ma..." rispose Don, mettendosi seduto "Davvero lo vorresti con me...?" continuò, guardandole il sorriso rimastole "Un bambino nostro... con me... sai che non potrebbe essere normale".
April lo zittì con un bacio, avvolgendogli le braccia intorno al collo per usare il suo seno come un cuscino.
"Nemmeno io sono normale, ricordi? Una mezza aliena e tu un mutante. Siamo fatti l'uno per l'altro".
Donatello si rilassò e la coricò dolcemente, varcando finalmente la sua segreta "Area 51"...