Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: AnnabethJackson    22/07/2014    16 recensioni
| Percabeth | Romantico | Missing Moments |
*Missing Moments ambientato nel "Marchio di Atena" ma non presenta alcuno spoiler* Non riesce a dormire a causa degli incubi. Annabeth è una ragazza intelligente e coraggiosa, ma è pur sempre umana e la notte incombe su di lei. C'è solo una cosa che la fa sentire al sicuro. E lei lo sa.
______________
Dal testo:
"Avvertì il suo ragazzo posarle un bacio sulla testa, mentre il suo respiro le solleticava il collo scoperto. Tra le braccia di Percy, calde e confortevoli, Annabeth si sentì al sicuro.
Gli incubi non potevano attaccarla."
[Storia partecipante al contest “Di semidei, mitologia e amore” di kuma_cla]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A come amore, P come Percabeth'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: AnnabethJackson (EFP) – Roses98 (Forum)
Titolo: Safe in his arms
Pairing e personaggi: Annabeth Chase – Percy Jackson
Rating: Verde
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale
Avvertimenti: Missing Moments
Note: Ho usato varie fonti per scrivere la storie. Innanzitutto le strofe iniziali sono tratte da “A sky full of stars” dei Coldplay. La frase segnalata dal [1], con qualche dovuta modifica, è tratta da “Per una volta nella vita” di Rainbow Rowell (ne consiglio la lettura). Infine, per quanto riguarda le fonti, per la scena finale, mi sono ispirata all'immagine qui sotto.
È la prima volta che mi cimento in una storia di questo genere, non molto elaborata, quindi non so com'è uscita. Non ne sono nemmeno soddisfatta. La storia è ambientata più o meno durante l'attraversata dell'Atlantico, in uno dei pochi momenti di pace. So perfettamente che Coach Hedge non avrebbe mai permesso che l'incidente della stalla si ripetesse un'altra volta (ovvero che i due dormissero assieme) ma, ehm, mi sono presa un piccolo “diritto d'autore” *cof*. È pur sempre un missing moments quindi, per quel che ne sappiamo, potrebbe essere successo veramente.
Ho immaginato che Annabeth si svegliasse nel cuore della notte, dopo aver sognato la madre che le diceva di seguire il marchio d'Atena per rivendicarla.
Mi sono presa anche la libertà di inventarmi oggetti come la copertina di Nemo e la maglietta regalo di Annabeth.
Ho una paura matta di aver reso un pochettino OOC Annabeth, forse troppo romantica. Ma, insomma, è una ragazza di sedici anni che sta andando a combattere una guerra probabilmente fatale sia per lei che per il suo ragazzo. Un po' di romanticismo ci vuole. Sopratutto quando scrivo sempre e solo storie angst.













 
Safe in his arms
 


 
Cause you’re a sky,
Cause you’re a sky full of stars
‘Cause you light up the path

I wanna die in your arms
‘Cause you get lighter the more it gets dark

[Coldpaly – A sky full of stars]






Calava un'altra notte sull'Argo II, quel momento così scontato che molti ne ignorano l'esistenza: quando la sera, con il suo buio tenue, lascia spazio alle tenebre più oscure, che avvolgono tutto quanto.
Era una notte di nebbia fitta, una notte di luna piena, e il viaggio alla volta dell'ignoto continuava. Forse, verso la fine.
Un silenzio opprimente occupava il corridoio principale del triremi, con solo il ticchettio regolare dell'orologio in sala da pranzo a fare da intermittente. Pareva una nave fantasma, tant'era tranquilla.
Tic. Tac. Tic. Tac.
Se non fosse stato per quell'omertà, difficilmente un orecchio mortale avrebbe udito il debole cigolio, come di una porta schiusa flemmaticamente.
L'orologio, imperturbabile, continuava a scandire i secondi.
Un passo. Tic.
Un altro. Tac.
Dormiva sul lato destro, un braccio nudo che spuntava dalle lenzuola smeraldo e l'altro piegato al corpo, con la mano vicino al viso.
Da sotto il cuscino, a righe bianche e verdi, si intravedeva il suo portafortuna: una copertina raffigurante Nemo, che, indubbiamente, aveva visto tempi migliori.
Annabeth lo guardò attentamente, senza fretta, prendendosi tutto il tempo necessario per assorbire ciascun dettaglio, ogni piccolo particolare che aveva il potere di calmarla. Consolarla.
Familiarità.
Ciglia scure, labbra sottili, naso dritto. Percy.
Capelli scompigliati, odore del mare, verde ovunque. Percy.
Rivolo di bava. Percy.
«Quando dormi sbavi.»
Non avrebbe mai immaginato di sorridere con amore vedendolo dormire. Come non avrebbe mai immaginato di poter deludere sua madre in quel modo. Tutti le dicevano che la colpa non era sua se gli dei soffrivano di personalità bipolare. Ma nessuno aveva guardato in faccia Atena quel giorno; nessuno aveva visto la rabbia, il rimorso, nei suoi occhi immortali.
Annabeth .
E ci pensavano i sogni, notte dopo notte senza esclusioni, a ricordarle che non poteva fallire.
La finestrella dell'oblò era aperta, perciò, quando una lieve brezza marina le solleticò gli arti scoperti, le venne la pelle d'oca.
Rabbrividì.
Posò lo sguardo sul pavimento di legno. Ai piedi del letto c'era un indumento. Per com'era caduto era stato evidentemente sfilato di fretta. Sembrava star lì per caso. Il resto della cabina era ordinato come lo può essere la stanza di un adolescente maschio.
Raccolse la maglietta, inclinandola in modo che, al riflesso della luna, potesse leggerne la scritta.
Testa d'Alghe.
In quel pezzo di stoffa, Annabeth riconosceva il suo regalo di Natale di qualche anno prima. Se n'era quasi dimenticata, ma il fatto che lui la conservasse ancora fece scattare qualcosa dentro di lei. Un calore inebriante partì dal grembo per irradiarsi in tutto il corpo. C'era movimento nel suo stomaco.
Dopo tutto quel tempo, riusciva ancora a sentire le farfalle svolazzare impazzite.
Affondò il naso nel tessuto grigio, morbido al tatto, inspirando il suo odore. Se fosse esistita una fragranza al profumo di Percy, Annabeth l'avrebbe indubbiamente respirata, quasi maniacalmente, senza alcun pudore.
Era così inebriante.
Con un lieve fruscio, indossò la maglietta sopra quella del suo pigiama, felice che l'orlo inferiore le coprisse buona parte delle cosce. Poi sollevò un angolo delle lenzuola verdi, scoprendo il torace nudo del suo ragazzo. Sorrise e le farfalle impazzirono.
Forse per la pressione sul materasso quando appoggiò il ginocchio, o forse a causa di quella brezza nell'aria, Percy aprì lentamente gli occhi. E allargò le braccia, facendole spazio.
Corpo contro corpo.
Avvertì il suo ragazzo posarle un bacio sulla testa, mentre il suo respiro le solleticava il collo scoperto. Tra le braccia di Percy, calde e confortevoli, Annabeth si sentì al sicuro.
Gli incubi non potevano attaccarla.
Ripensò a quello che le aveva detto Atena, alla profezia – o meglio, alle profezie – e alla missione in generale. E, per un singolo momento, la paura prese il sopravvento.
«Ti amo.» le sussurrò Percy nell'orecchio.
E poi, la paura svanì, rapida com'era arrivata.
Percy era vivo, lei era sveglia e quello era permesso. Percy era suo. Poteva averlo, tenerlo, stringerlo, accarezzarlo. Baciarlo. Non per sempre, magari – per sempre no di certo –, e non in senso figurato. Ma in senso letterale sì. Per adesso. [1]
Per adesso era tutto quello di cui aveva bisogno. E se lo faceva bastare.
Intrecciò le dite alle sue e chiuse gli occhi.
Gli attimi, una volta persi, non si ritrovano. Sono persi per sempre. Ma quello, quel momento, sarebbe rimasto nei suoi ricordi. Fino alla fine.





 
[...] “As long as we’re together,” she said.
  
Leggi le 16 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AnnabethJackson