22/07/2014
2 recensioniStella Azzurra, Stella Nera.
Così, all’improvviso, Rei decide di ammirare le bellezze che la natura gli sta servendo su piatti d’argento.
Si ritrova a districare i rami dorati in una foresta vellutata, e ad ammirare paesaggi candidi e immacolati, accarezzandoli con le dita, quasi impercettibilmente, come se avesse paura di sgretolarli sotto il peso del suo palmo.
Poi rimane incantato, guardando un cielo che si poggia sulle sue ginocchia, con lo sguardo inchiodato su un arazzo di stelle.
E’ Nagisa che ha la testa poggiata sulle ginocchia di Rei quasi di prepotenza, con il respiro irregolare di chi è in dormiveglia, spargendo sul nero del tessuto i suoi capelli di foglie dorate e la sua pelle bianca.
Rei si diverte a unire le stelle che spuntano sul suo naso all’improvviso, varcando la sua pelle, esplodendo in una grande Supernova di arancio, diffondendosi sulle spalle, sulle gambe, sulle mani sottili, sulla schiena intera.
Sono galassie, costellazioni di fanciullezza, che si spargono arroganti sulla pelle di Nagisa, incoraggiate dalla luce.
Il ragazzo ha appena finito di unire la costellazione di Cassiopea sul suo naso, quando una voce roca, soffocata dal sonno e dai vestiti, mugugna: «Rei-chaaan, non guardare le mie lentiggini orrende. »
Rei trattiene a stento una risata nervosa, quasi esasperata: come può trascurare una bellezza simile? Quei piccoli Universi di energia sembrano guardarti e trascinarti in uno spazio dove tempo e luogo non esistono.
Tu, tu lì dovresti solo fare i conti con la gioia e chiederti se quelle lentiggini, come tanta bellezza in giro, ti diano solo un senso di felicità apparente.
Ed è incredibile il fatto che davvero pensi a questo, perché effettivamente sono solo lentiggini, e milioni, miliardi di persone hanno le lentiggini, ma quelle di Nagisa sono tutt’altra cosa, e allora o Rei è dannatamente pazzo, o il mondo è così dannatamente crudele da renderlo tale.
Ma in ogni caso arriva alla mera conclusione che Nagisa è una stella azzurra, giovane e luminosa, e lui un’inutile stella nera, troppo pesante per quel maledetto Universo.
E’ infine quando trova la coda dell’Orsa Maggiore su una guancia, che il biondo si volta e apre i suoi grandi occhi, che Dio più espressivi di così non li può creare, e con uno sguardo confuso, come quello dei bambini che vogliono dormire ma non possono, fissa Rei con disarmante innocenza.
Eh già, proprio in quel momento Rei-chan si sente vivo, e sul serio Nagisa, le stelle morte possono tornare in vita o sei solo tu?
Perché altro che stella a neutroni, lui si sente bruciare dentro, una sensazione più intensa di una stupida fusione nucleare, una sensazione che appartiene allo spazio ma che nessun astrofisico sarebbe mai in grado di esporre.
Dio, voleva analizzare le stelle sulla pelle di Nagisa affinché riuscisse a capire se facesse parte anche lui di una piccola costellazione.
Tuttavia sa di non essere nel Drago, e nemmeno in Orione.
Forse loro sono solo due stelle che si vogliono scontrare nonostante viaggino sulla stessa orbita.
Ma se riuscissero a incontrarsi, un giorno, questa è un’altra storia.
-ANGOLO AUTORE-
Grazie anche solo di aver deciso di curiosare in questa Flashfic.
E' la prima che posto, ed è anche la mia prima ReiGisa, quindi non posso fare altro che esserne doppiamente fiera.
Sto iniziando ad ambientarmi su Efp, e sono anche una scrittrice alle prime armi, per questo accetterò con piacere tutti i consigli che sarete pronti a darmi.
Ma, prima di tutto, spero che la mia fic vi abbia rallegrato il cuore, perché Nagisa-con-le-lentiggini è un headcanon ideato al fine di raggiungere questo scopo.
Pace, amore, e tanto fluff.