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Autore: Chayu Juliette    22/07/2014    4 recensioni
Un'ode senza pretese in nome dei nei di Baekhyun.
''Non ti dirò che sei tutto, Baekhyun: il tutto non esiste. Ma ti dirò che sei abbastanza''
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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one step closer

Spot the dot





Spot the dot o, più semplicemente, un  panegirico senza pretese (ma scritto col cuore) in nome dei nei di Baekhyun. Tanti auguri Meme! (in mostruoso ritardo)
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1.

L'inverno è greve in riva al mare. Il cielo plumbeo e convesso; una grande cupola che sembra contenere ogni angoscia, evaporata a poco a poco, consumata dalla frenesia della vita. Il legno scricchiola, il lampadario cigola e le finestre, percosse dalle raffiche, non riescono a contenere gli spifferi.

In una casa troppo piccola e troppo poco riscaldata, Baekhyun incassa la testa nel collo, ma evita di lamentarsi per i leggeri spostamenti d'aria.

Si rimodella l'orlo della coperta sulle spalle e riavvia i capelli neri con la mano. Ogni cosa è silenziosa e lo spazio sembra vuoto, come una bottiglia da cui è stata succhiata via tutta l'aria. Con uno sforzo di immaginazione, Baekhyun potrebbe riuscire a sentirsi solo al mondo. O quasi. Ogni volta è come fare un tuffo nel vuoto e poi tornare a galla per merito di mani callose e polsi forti, che lo hanno afferrato stretto e proprio non vogliono lasciarlo andare. Che cosa ci troveranno in lui, poi, Baekhyun ancora non lo sa. Ma sa che il brivido che gli inonda i nervi quando sente che qualcuno tiene a salvarlo dal vuoto, è inimitabile.

Chanyeol lo guarda da lontano e va da lui quando lo vede rabbrividire. Si siede a terra, dietro Baekhyun, limitando in maniera serrata i suoi spazi personali, con le gambe. Quelle sue gambe lunghe, troppo lunghe, che lo facevano inciampare sui ciottoli...Che lo fanno ancora inciampare sui ciottoli, e che si aggrovigliano nelle lenzuola, la domenica mattina.

-Freddo- si giustifica, quando Baekhyun gli rivolge uno sguardo interrogativo.

-Sistema i paraspifferi.-

-Già fatto.-

-Il riscaldamento è...?-

-sì-

Passano pochi minuti prima che il bianco cereo del cielo si coaguli in un nero di stelle altrettanto sbiadite. Nessun cielo, ormai, riesce a sfuggire all'inquinamento luminoso.

-A volte mi chiedo se non sia troppo freddo.- Mormora Baekhyun, digitando sul PC un rigo di parole per poi cancellarlo immediatamente, insoddisfatto. Da qualche tempo, il sito dove pubblica e vende (più correttamente cerca di vendere, spacciandolo per un mestiere) stampe e pattern da lui realizzate, sta perdendo visualizzazioni.

-Troppo freddo per cosa?-

-Per viverci.-

Per un po' si sente solo il tamburellare delle dita di Baekhyun sulla tastiera del portatile. Ha le sopracciglia corrugate in un cipiglio torvo, i suoi occhi seguono veloci i caratteri sullo schermo, frenetici e ripetitivi; spesso Chanyeol pensa che guardi quelle lettere come se sperasse di trovarvi risposta a qualcosa.

Ma poi lo vede socchiudere le palpebre, premersi le dita sulle tempie e massaggiarle. Chanyeol sospira, gli passa le braccia sopra le spalle ricurve, salva i documenti e poi chiude il computer.

-È freddo solo cinque mesi l'anno, circa.- Replica con voce gentile, invitando Baekhyun ad appoggiare la schiena contro il proprio petto. -Una stima accettabile. E poi siamo giovani e siamo liberi. La libertà non ha mai avuto tutti i comfort.-

La voce di Chanyeol è limpida come l'estate, a lui non importa del freddo, non per sé almeno. Per Chanyeol, le mani tremanti di Baekhyun non sono superflue, e nemmeno le sue guance pallide e le occhiaie violacee. A Chanyeol importa. Importa, e molto, più di quanto dovrebbe. Se non altro, questa è anche un'indiscutibile prova che Chanyeol ama Baekhyun, e lo ama disperatamente. Eppure, da qualche tempo, Chanyeol crede di aver intuito che non è il freddo che fa male a Baekhyun, né gli spifferi, né l'aria salmastra del mare.

Da qualche tempo, Baekhyun ha freddo dentro e Chanyeol non sa come aiutarlo.

-Certo...non possiamo vivere così fino a quando saremo vecchi, però.- 

Baekhyun alza gli occhi al cielo e sorride; poi si fa piccolo piccolo nell'abbraccio di Chanyeol che, per coerenza, si fa stretto stretto.

-Quando avremo abbastanza soldi ci compreremo una casa più grande e meno vecchia. Adesso io sto bene. Qui con te, al freddo. Il freddo unisce le persone. Non ci hai mai pensato? Le persone guardano sempre a ciò che non hanno, ma se provassero a fare il contrario scoprirebbero di essere sorprendentemente ricche.-

Chanyeol annuisce tra sé, convinto di ciò che ha appena detto, poi gli prende le mani e se le porta alla bocca. Baekhyun uggiola quando gli morde con delicatezza la  punta del pollice. Ha un neo sul pollice della mano sinistra, sembra una lenticchia. In generale, Baekhyun non ha molti nei, ma quelli che ha si trovano in luoghi particolari del suo corpo.

A Chanyeol piace questa sua caratteristica. Anche quando litigano, anche quando Baekhyun non è con lui a condividere il freddo, ma dall'altra parte della stanza, a soffrirlo, gli dà forza pensare che quei puntini sul suo corpo saranno sempre lì, a costituire lo scheletro della loro relazione.

A volte Chanyeol sogna di unire con la matita tutti quei nei, e il disegno che ne risulta lo rassicura, anche se, quando poi si sveglia, non ricorda mai quale sia. Nel profondo è convinto sia una sorta di mappa per leggere Baekhyun: certo, utile per evitare le varie complicazioni della vita di coppia, ma se Baekhyun non fosse l'intricato baratro di enigmi che è, Chanyeol non lo amerebbe alla stessa maniera.

È buio quando Baekhyun scivola sul parquet scheggiato e Chanyeol lo segue, assecondando i movimenti del suo corpo. Il rumore delle onde è dolce in lontananza, Chanyeol non sa dire se sia un suono che invita a dormire o, piuttosto, un suono che si improvvisi sottofondo di qualcosa di più.

Baekhyun gli tocca la guancia con le dita, e la stropiccia, ridendo alle smorfie che Chanyeol fa. Poi inizia a giocare con le spalline della sua canottiera e, nel momento in cui il suo dito indice si attorciglia intorno ad una di esse, Chanyeol sta già sudando.



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È il primo che vede, forse perché il più grande ed anche il più insolito. Non stanno ancora insieme , non sanno nemmeno di essere innamorati. Ma cos'è l'amore, dopotutto. Sguardi latenti, baci dietro le porte. Dita che si sfiorano incerte nel porgere una matita e dita che anelano il contatto nel restituirla.


Furono compagni d'anima, molto prima e molto più a lungo che compagni di classe.

Senza saperlo, nella discrezione della rispettiva seggiolina e dello stentato metro quadro di banco opaco.

Chanyeol masticava gomma, rosa, dall'odore forte e dolce. Fondamentalmente era questo il suo tratto distintivo. Chanyeol masticava gomme. Il suo sottobanco era foderato di cicche, grigiastre e indurite dal tempo, ma non era stato lui ad attaccarcele. Nessuno gli credeva, ovviamente, eppure Baekhyun lo vedeva alzarsi e sputare la gomma nel cestino alla fine di ogni terza ora, quando ormai era impossibile ricavarne un palloncino decente.

Baekhyun disegnava sul banco, sognava ad occhi aperti. Era uno intelligente a modo suo, ma non si curava di dimostrarlo. Nessuno credeva nemmeno a lui. Non che avesse dato prova di stupidità di alcun genere. Baekhyun otteneva risultati nella media, come nella media era tutto ciò che lo riguardava. Ma nel vederlo balbettare sui mozziconi delle parole che la sua dislessia si mangiava per sputargli indietro solo qualche sillaba sbeccata, definirlo intelligente non era qualcosa che sorgeva spontaneo.

La prima volta che si parlarono non la ricorda nessuno dei due, ma, senza dubbio, fu a causa di Baekhyun, che domandò a Chanyeol una matita in prestito. Una simile certezza non è un espediente per creare un paradosso. Il fatto è che la scena si ripeté parecchie volte, e per mesi fu la loro unica valvola di comunicazione. Baekhyun apriva l'astuccio, si rendeva conto di aver perso la matita, così si sporgeva di lato e ne domandava una a Chanyeol che, puntualmente, gli cedeva la più lunga ed appuntita.

Purtroppo Baekhyun aveva il vizio di portarsi cose alla bocca, che fossero matite, penne o le proprie mani, e la maggior parte delle volte finiva con rosicchiarne la cima senza accorgersene in tempo. Terminata la giornata, vergognandosi di restituire una matita mangiucchiata, fingeva di dimenticarsene e se la portava a casa.

Chanyeol non se ne lamentò mai.
Chanyeol continuava a masticare gomme (Baekhyun masticava matite) e, ogni volta che andava al cestino per gettarne una consumata, si portava il temperino per fare la punta a una matita, nonostante Chanyeol utilizzasse esclusivamente la penna per scrivere.

Così Baekhyun accumulava matite rosicchiate, in un cassetto cigolante sotto la sua scrivania. Ma per Baekhyun erano solo tanti pezzi di Chanyeol. E così, a poco a poco, smise di comprare matite e iniziò a disegnare con i pezzi di Chanyeol. Logica conseguenza, in tutti i suoi disegni, c'era un po' di Chanyeol. All'inizio erano un paio di occhi asimmetrici sul volto di un personaggio anonimo. Col tempo, gli occhi divennero occhi e labbra, poi occhi, labbra, e grandi orecchie. Chanyeol cresceva sui fogli di Baekhyun, finché Baekhyun si rese conto che questa sua ossessione era diventata radicale e preoccupante. Così, un giorno, raccolse e legò insieme tutte le matite di Chanyeol, ormai mozziconi, e gliele restituì.

Chanyeol gli rivolse uno sguardo confuso, gracchiò un 'grazie' roco, incerto sul che cosa dovesse farsene di un mucchio di vecchie matite usate. Ma invece che dar voce ai propri dubbi, prima che Baekhyun riuscisse a svignarsela, gli domandò di poter vedere le sue mani.

Baekhyun esitò. Le mani erano gli strumenti che lo avevano portato a ritrarre compulsivamente un ragazzo che neppure conosceva. Erano mani da artista, sottili e piccine e dalle unghie rosicchiate. Ma quando alla fine permise a Chanyeol di prenderle tra le sue ed accarezzarne i palmi, il sorriso sereno dell'altro lo tranquillizzò.

-Non mangiarti le unghie. Fa un po' schifo e poi ti diventano i denti storti. Ah...È carino questo neo che hai qui sul pollice, sai? Sembra una lenticchia.-

E quasi per paura che a Chanyeol, all'improvviso, saltasse in mente di mangiarsi la sua lenticchia, Baekhyun scostò le sue mani con un movimento secco e corse via.

Baekhyun non dimenticò mai i  calli sulle dita di Chanyeol. Erano giovani ma ruvidi, ruvidi come la sabbia, come una spiaggia, ampia e bianca, bagnata dal mare. Baekhyun aveva sempre pensato ai calli come qualcosa di terribile ed antiestetico, qualcosa che la sua passione per il disegno gli aveva imposto di temere.

Eppure fu grazie a quei calli che Baekhyun decise che da grande avrebbe davvero davvero amato, vivere in riva al mare.






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2.

Siamo ad aprile ed
oggi il mare è calmo, piatto, fin troppo piatto.

Chanyeol torna a casa tardi e Baekhyun si è addormentato per terra, strizzato dentro ad una coperta rattoppata, col capo reclinato sui cuscini del divano sdrucito. La posizione -piuttosto scomoda a vedersi- fa in modo che la mandibola penzoli, e tutto ciò, insieme al codino di capelli raccolti sulla fronte, conferisce a Baekhyun un aspetto a cavallo tra il comico e il tenero.

Chanyeol gli raddrizza il capo e raccoglie dal pavimento i vasetti di yogurt vuoti e le briciole dei biscotti. Poi si accende una sigaretta. Baekhyun dorme profondamente, e ormai non è più un segreto quanto disperatamente soffra di insonnia. Il motivo non è chiaro a nessuno dei due, ma a sforzarsi di trovare rimedio è soprattutto Chanyeol. Non che Baekhyun sia mai stato una persona interiormente tranquilla. Ha sempre avuto questi scarti di comportamento, più o meno positivi. A volte si preoccupa persino dei sassi, a volte non gli importa di nulla e passa il pomeriggio a dormire.

Con un profondo sospiro gli crolla accanto, non troppo vicino, per evitare che Baekhyun inali il fumo. A lui non piace che Chanyeol fumi, come a Chanyeol non piace che Baekhyun fumi, eppure lo fanno entrambi.

Colto da una nausea improvvisa, Chanyeol cala la sigaretta fumata per metà sul posacenere, poi rivolge lo sguardo a Baekhyun, il mento mollemente appoggiato sui palmi. Russa appena, ma non è un rumore volgare o fastidioso. È semplicemente in tono con l'ambiente, come il canto delle cicale. Mimetico, ecco. Quasi non te ne accorgi, ma quando poi realizzi che effettivamente c'è, realizzi anche quanto ti mancherebbe se non ci fosse.

Chanyeol sorride nell'oscurità, e accarezza con le dita il viso di Baekhyun, dedicando particolare attenzione al piccolo neo sulla tempia destra.

Questo non è  stato il primo e nemmeno l'ultimo, ma Chanyeol se lo ricorda bene.

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Kim Jongdae era uno di quegli amici secolari che, ad un certo punto della vita, diventa impossibile scollarsi di dosso . Anche quando terminano i compiti da copiare, anche quando si rompe il  joystick della playstation e a nessuno interessa più ripararlo. Non che di norma sopraggiunga, dal nulla, il desiderio di liberarsi di un amico: quando non si hanno più cose in comune ci si perde in maniera graduale, senza passaggi bruschi o motivazioni effettive. Uno cambia cellulare e perde i numeri, l'altro frequenta l'Università in un'altra città.

Con Kim Jongdae non era successo. Chanyeol aveva impiegato anni a classificarlo come la cosa più simile ad un migliore amico che Baekhyun avesse, questo perché aveva sempre creduto che, all'interno del loro rapporto, vi fosse qualcosa di strano, come un'incrinatura che devia il naturale corso di un'amicizia.

Snapback assortiti e strategie di coppia durante i tornei di calcio della scuola erano la bella facciata di un'amicizia in cui Byun Baekhyun restava sempre un gradino indietro. A volte due e, quando Jongdae si svegliava con la luna storta, anche tre.

Dieci, avrebbe detto Park Chanyeol quel giorno. Era di ritorno dalla segreteria coi  moduli per la richiesta della borsa di studio e, effettivamente, per lui quella era stata una giornata piuttosto positiva. Un'altra persona sarebbe stata influenzata dalla pioggia torrenziale, ma non Chanyeol. Sebbene non potesse dire che la pioggia gli piacesse, aveva l'insolita capacità di tranquillizzarlo.

Così, nel momento in cui si trovò di fronte alla scena, questa diede del filo da torcere alla sua pace interiore.

Non che fosse qualcosa di scioccante. Baekhyun e Jongdae erano seduti sui termosifoni dell'androne, fumavano. Chanyeol, dal suo angolo di corridoio in penombra, riusciva a scorgere la sagoma curva di Baekhyun e parte della spalla di Jongdae. Dalla consistenza del vociare, dedusse la presenza di altre persone, probabilmente note solo di faccia, dal momento che dopo le scuole elementari erano stati smistati in sezioni diverse.

Baekhyun indossava una felpa rossa, smessa e con le maniche arrotolate sui gomiti. Gli occhi di Chanyeol indugiarono appena sugli avambracci paffuti e poi guizzarono al viso, la fronte in particolare; umida di sudore, corrugata.

Poche parole furono sufficienti a ricavare l'argomento della discussione. In realtà non ve ne era uno in particolare. Erano in punizione, e la suddetta doveva essere scontata tramite una diligente ripulitura dei bagni degli studenti.
Per quello che Chanyeol era riuscito a sentire, il gruppo si stava coalizzando per scaricare su Baekhyun il compito di sturare i water.

-
...il fatto è che fa schifo a tutti ma se li lasciamo così questa scocciatura diventa un circolo vizioso.-

Qualcuno aveva battuto le mani.

-Diciamo che li abbiamo puliti; c'è sempre qualche disadattato che ha la cacarella da ansia di prima mattina.-

-Ricordami perché non lo fanno fare a loro?-

-Perché uno che ha la cacarella da test non può essere altro che un secchione.-

Vi fu giusto il tempo per un isterico diffondersi di risate, prima che Baekhyun proponesse di tirare a sorte, cosa che rimpolpò la risata generale.

Chanyeol mosse qualche passo avanti. Riusciva a vedere parte del busto di Jongdae, e la sua faccia. Non aveva una faccia arrogante o antipatica. Chanyeol stesso ricordava Jongdae come una persona divertente e molto brillante. Per questo non riuscì reprimere il brivido delle 'cose che cambiano', perché le cose cambiano, quasi sempre, e se non cambiano...Bé allora passano.

A quel punto Chanyeol aveva quasi raggiunto l'angolo. La voce di Baekhyun gli arrivava monocorde e soffice.  La voce di uno che non vuole farsi notare.

Jongdae gli aveva spinto un manico di scopa ed uno straccio tra le braccia, Baekhyun aveva alzato gli occhi al cielo.

-Sul serio, credo sia meglio tirare a sorte...-

-Non tiriamo proprio niente, Baek. Al massimo tiri l'acqua quando hai fatto, okay?-

-Sei uno stronzo.-

-Oi, se continui a ripeterlo va a finire che ci credo.-

Allora, inaspettatamente, Baekhyun era scoppiato e le sue urla erano state seguite da un gran trambusto. Qualcuno aveva rovesciato dell'acqua. Contro ogni logica, Chanyeol aveva fatto un passo indietro. Poi un altro e un altro ancora. Si era stretto i suoi documenti al  petto e, silenzioso del silenzio dei vigliacchi, si era allontanato.

La rapida sortita, ad ogni modo, non ebbe influenza nel fingere che nulla fosse accaduto. Sarebbe cambiato qualcosa se Chanyeol avesse proseguito avanti invece che indietro?

L'ultima immagine che Chanyeol aveva, di quel pomeriggio piovoso, era di un Baekhyun assolutamente furioso, costretto al muro da Kim Jongdae e umiliato, mentre questi gli mimava addosso l'atto sessuale, tra movimenti di bacino esagerati e risate sguaiate.

Poco più tardi Chanyeol rimase stupito nel vedere Baekhyun, estremamente calmo, camminargli affianco. Cappuccio calato sulla frangia, e mani morbidamente riposte nelle tasche della felpa.
Forse, si disse, la pioggia fa a Baekhyun il medesimo effetto che fa a me.


Poi il naso di Baekhyun prese a sanguinare a fiotti, e la pioggia combinò un disastro, diluendo le gocce e spargendo sangue ovunque.

Fu la prima volta che si parlarono dopo la cosa delle matite.

-Ei ei. Guarda che sanguini-

-Non è niente lascia, è che sono nervoso. Mi capita spesso.-

-Ma sei sicuro? Non la smette più.-

Chanyeol gli aveva offerto un fazzoletto, Baekhyun, riluttante, se l'era portato alla faccia. Nonostante il cappuccio e la frangia umida e appiattita, a Chanyeol non era sfuggito il piccolo neo sulla tempia e, proprio accanto al neo, il segno grigiastro di una bruciatura da sigaretta.









3.

In basso, a destra, rotazione, a sinistra.

Chanyeol ha bevuto un po', sente le palpitazioni far pressione sulle tempie e sui polsi.

Rotazione contraria, in alto, a sinistra.

Fuori piove, piove sempre dannazione. Perché non la finisce?

-Tempo di merda.-

-Eh?-

Il cubo di rubik gli scivola via delle dita e Chanyeol ne è felice. Gli algoritmi non sono mai stati cosa sua, forse di Baekhyun, ma solo perché Baekhyun è una persona paziente. Fino ad un certo punto.

-Togliti le mutande.- Si lagna allora.

-Chanyeol, sto caricando le nuove stampe.-

-Lo sai che se usi il portatile mentre c'è il temporale rischi di rimanere fulminato? È meno rischioso fare sesso.-

Baekhyun sbuffa, Chanyeol gli infila le mani nei calzoncini, guadagnandosi un'occhiata acida e un agitarsi di gomiti. Come se Chanyeol avesse mai dato prova di debolezza quando è deciso a fare una cosa.
Le proteste di Baekhyun persistono fino a quando Chanyeol riesce nel lanciare le sue mutande all'altro lato della stanza, ed allora è come se non fossero mai esistite.

A Chanyeol piace prendersela comoda. Al suo sangue freddo Baekhyun non sa mai come reagire. A volte crede di vedervi insoddisfazione e si preoccupa, altre si stizzisce e basta. Una volta gli è persino venuto sangue dal naso perché Chanyeol aveva tirato troppo la corda, e a Baekhyun era venuta una crisi isterica, aggravata dal fatto che Chanyeol era 'stato al gioco' credendo si trattasse di uno scherzo.

Aveva dormito sul divano per una settimana.

Chanyeol fa con calma quando si tratta di sesso. Si occupa dei preliminari con tranquillità e solo una volta raggiunta la penetrazione attacca ad un ritmo quasi insostenibile. Lui la chiama escursione sessuale perché è uno a cui piace razionalizzare. Baekhyun uggiola e basta, ed è già tanto se riesce a non cadere dal letto per il troppo contorcersi.

Naturale, perché Chanyeol dà sempre molta importanza alla versatilità. Più semplicemente, detesta l'idea di utilizzare il proprio partner come 'serratura'. Così, parallelamente al procurare piacere a se stesso (e Dio, che piacere!), riempie Baekhyun di attenzioni, arricciandosi attorno al suo corpo, più piccolo e soffice, uncinando la carne come se fosse di priorità fondamentale. E ancora, leccandone e mordendone la pelle senza vergogna o pudore, ma solo passione schietta e diretta.

Baekhyun, a volte, sarebbe pronto a giurare che Chanyeol giostri ogni gesto, dal più dolce al più sensuale, secondo un ordine non casuale.

Ci pensa spesso quando si guarda allo specchio. Specialmente dopo aver fatto l'amore, quando esce dal bagno ancora nudo e Chanyeol, troppo pigro per alzarsi, lo guarda cercare i vestiti, con un sorriso sornione dipinto in faccia.

Baekhyun raccatta  un paio di boxer spiegazzati e una t-shirt avuta in omaggio ad un Gay pride a cui avevano partecipato qualche mese prima. Con qualche ancheggiamento di troppo sfila davanti a Chanyeol ed apre l'anta dell'armadio a cui è affisso lo specchio.

Con un sorriso incrocia lo sguardo di Chanyeol, che lo guarda attentamente, questa volta senza alcuna malizia. Lo guarda perché Baekhyun è bello.

-
Perché lo fai?- Gli domanda quindi.

-Faccio cosa?-

Baekhyun traccia con le dita la scia di segni rossi sul petto e sui fianchi, e ne indica l'anomalo coagularsi in determinati punti del corpo.

-Succhi più forte intorno ai nei e alle voglie.-

-Così sembrano dei fiori.-

Baekhyun ride, si rigira davanti allo specchio. I vestiti dimenticati tra le lenzuola.

-No, così sembra che mi hanno pestato.-

Chanyeol sbuffa prima di raggiungerlo. Gli circonda il torso con le braccia e annoda le dita sulla sua pancia.

-Guarda.-  

E Baekhyun guarda. Attraverso lo specchio sembra tutto un altro mondo. C'è una stanza piccola, il pavimento rivestito da assi di legno macchiate e consumate. Un letto, effettivamente non abbastanza dignitoso da poter essere definito tale: si tratta di una rozza intelaiatura di assi, con sopra un piumone di colore chiaro ma indefinito. Cuscini sparsi, vestiti che penzolano dalle sporgenze più svariate. Qualche libro iniziato e abbandonato. Niente materasso.

Poi ci sono due ragazzi, e qui viene la parte curiosa, pensa Baekhyun. Due ragazzi spaventosamente simili a loro. Uno più piccolo, di costituzione pingue e formosa in maniera anomala, ma non spiacevole. Ogni cosa in lui è lieve e discreta, ordinaria persino. Dalle dita snelle al naso, piccino e all'insù. E ancora, gli occhi piccoli e obliqui, l'incarnato omogeneo e latteo.

Eppure questo trionfo di ordinarietà, nel complesso, lo fa brillare da dentro, di una bellezza timida, che non si vede, che ti colpisce alle spalle, che ti fa innamorare quando tu non guardi.

Si potrebbe definire crudele, ma ragazzo numero due non la pensa così, mentre gli bacia le spalle. Lui aveva iniziato a guardarlo da tempo, a lui piacevano le cose ordinarie, e quando quella bellezza sottile come un filo lo aveva colpito, lui era pronto.

Ragazzo numero due è più alto e ha le spalle ampie, i bicipiti definiti ma non massicci e, al contrario di ragazzo numero uno, non può contare come proprio l'equilibrio della fisionomia. La sua faccia è asimmetrica, come lo sono gli occhi e il sorriso. Ha le gambe un po' storte, le orecchie a sventola, ma a ragazzo numero uno manca il fiato ogni mattina, quando si sveglia e realizza che dorme nel suo stesso letto.

-Guarda.-

 Baekhyun sorride e scrolla la testa. -Sto guardando.-

-E cosa vedi?-

-Due ragazzi.-

-E che fanno?-

Chanyeol piega il collo e morde la mandibola di Baekhyun, reggendogli il viso con entrambe le mani. Baekhyun scuote il capo, vorrebbe che Chanyeol la smettesse di fare domande.

-Non fanno niente. Sono felici e basta.-


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Chanyeol si era innamorato di Baekhyun all'ultimo anno di scuole superiori.

Per una serie di circostanze che, principalmente, includevano gli arti lunghi e le mani grandi, e una discreta pressione da parte di sua mamma perché si decidesse a praticare uno sport, Chanyeol si era presentato alle selezioni per la squadra di calcio dell'istituto. La statura compensava la prontezza di riflessi non esattamente eccelsa, e Chanyeol era diventato portiere.

Era il suo anno da Senior e, sebbene non fosse mai stato una persona competitiva, Chanyeol, come del resto l'intera squadra, nutriva forti speranze di portare a casa il trofeo del torneo organizzato per tutte le scuole del distretto, cosa che non accadeva da diversi anni.

Chanyeol non si era stupito nel vedere Byun Baekhyun nella squadra, dal momento che ne conosceva per sentito dire il ruolo da terzino. Piuttosto rimase di sasso nel  sentirlo denominare
capitano. Una serie di domande veloci era stata sufficiente per appurare il raggiungimento del titolo e la nuova posizione di cannoniere.

Al di là delle apparenze Baekhyun si faceva onore nel suo ruolo e la squadra non sembrava turbata dal fatto di avere un capitano che, volendo, poteva essere scambiato per un quattordicenne.

Chanyeol stesso se l'era dovuta vedere con Baekhyun ai primi allenamenti, e non ne era uscito esattamente  illeso. Comunque sia, quelle giornate Chanyeol le aveva archiviate colme dei sorrisi di Baekhyun, che avevano reso superflui i graffi sulle ginocchia.

Di sorrisi, Baekhyun era esperto. Un sorridente professionista. Anche durante le partite, anche durante le partite difficili, le partite complicate, le partite perse.

L'ultima partita dell'anno non rientrava in una delle sopracitate categorie. Per qualche motivo la squadra in finale si era rivelata mediocre, o forse era stato merito del  rinnovamento della squadra della scuola, ad ogni modo si era immediatamente stabilito un vantaggio rassicurante di tre a zero.

Dopo un secondo tempo leggermente più combattuto del primo, durante il quale Chanyeol giurò di aver visto fin troppa prepotenza nei confronti del capitano, che ben piantato non lo era mai stato, la partita si era conclusa con un dignitoso quattro a uno.

C'erano stati applausi, risate, solenni strette di mano e persino la coreografia di un improvvisato gruppo di cheerleader. Sebbene non fosse stato un incontro carico di tensione, Chanyeol faticava a smettere di sorridere.

Sulla porta degli spogliatoi 
Baekhyun gli aveva dato una sgraziata gomitata nelle costole e Chanyeol aveva tossicchiato.

-Bella partita eh.- 

-Sì, bella. Sei stato veramente fantastico. Sei meraviglioso.-

Si erano baciati nelle docce, una volta vuote e silenziose, nascosti nel vapore. Baekhyun gli dimostrò di non aver frainteso quel s
ei meraviglioso
, Chanyeol gli dimostrò di non averlo pronunciato con intenti di ambiguità.

-Sei meraviglioso davvero.- Ribadì, mentre l'acqua gelata gli colava lungo le spalle e tra i capelli. Poi l'aveva baciato ancora, con forza, spingendolo contro il muro, e l'acqua avrebbe potuto essere alle temperature più basse e non avrebbe fatto differenza. Non era per quello che Chanyeol tremava.

Baekhyun era grondante e tra di loro non era scivolata una sola goccia di bagnoschiuma. Quando Chanyeol uscì dalle docce, però, si sentiva estremamente fresco e pulito. Impresso in mente aveva ogni singolo poro della pelle di Baekhyun, più un neo sul labbro superiore, piccolissimo, quasi invisibile.

Erano tornati a casa insieme, con le dita intrecciate, e nel cuore l'aspettativa che un principio si lascia dietro.








4.

C'è qualcosa nelle persone, qualcosa che non si vede. La chiamano anima, in realtà è qualcosa di molto più umile, di inadatto al desiderio di autopotenziamento proprio di tutto ciò che è vivo.

Per Baekhyun è il colletto stropicciato della camicia di Chanyeol, o la forma nodosa delle sue dita mentre stringono il manico di ceramica lucida di due tazze dall'aria pesante e fumanti di un liquido che Baekhyun non riesce a vedere.

-Ciao.- Lo saluta. Sorride un sorriso quotidiano, bellissimo. Baekhyun ne sente la mancanza nel momento in cui lo vede, e ne vuole di più. Da quanto tempo non succedeva? Da quanto non tornava a casa presto solo per il piacere di vedere Chanyeol sveglio? Da quanto Chanyeol non gli diceva Ciao sorridendo, invece di accoglierlo con un leggero russare, vagamente attutito dai cuscini del divano, troppo piccolo per consentirgli di dormire in una posizione comoda o, quantomeno, dignitosa?

Baekhyun si sentiva piccato ogni volta che a Chanyeol capitava di addormentarsi sul divano. Lo irritava perché era lui quello a tornare tardi dal lavoro. In realtà sapeva che Chanyeol sperava semplicemente di salutarlo, e solo ora il suo cuore trova l'umiltà di arrendersi al rimorso.

Così Baekhyun molla la borsa e si lancia tra le sue braccia come se lo avesse trovato dopo averlo cercato per anni, incurante delle tazze che Chanyeol regge.

-Baekhyun!- Lo ammonisce il più alto, contorcendosi per non versare il liquido per terra. -Attento!- Ma la sua voce sa di risate e di casa.

-Ti amo, lo sai?- Gli urla, quasi. -Ricordati che ti amo perché il tempo cancella le cose. Anche se ti sembra di saperlo ogni giorno della tua vita, in realtà ogni giorno lo sai un po' di meno, quindi ogni giorno ricordati che ti amo e ricordalo anche a me perché sono troppo stupido e troppo orgoglioso per farlo da solo.-

Chanyeol non è affatto stupito; divertito piuttosto, quasi bonario. Appoggia le due tazze sul piccolo tavolino da caffè e poi abbraccia Baekhyun stretto, come non faceva da tempo. Uno di quegli abbracci che fanno sentire Baekhyun piccolo come una stella.




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La loro relazione giunse
a proposito di sesso prima di quanto avrebbe dovuto. Chanyeol riflette spesso su questo. Se fossero state due persone appena differenti, sarebbe potuta andare diversamente. È che a diciotto anni si cerca di essere diversi solo perché si sa di essere tutti uguali, e quasi sempre il senno non è abbastanza da fare in modo che il tentativo prevalga sulla certezza, perché le certezze sono i punti fermi della vita, anche se spiacevoli o amare.

Baekhyun si era preso una sbornia di quelle tristi, le circostanze Chanyeol non le ricorda nemmeno più. Forse una vittoria sudata ad una partita, forse una cena di classe.

Il muco che Baekhyun gli aveva disseminato sulla camicia, quello sì, se lo è sempre ricordato.
Aveva passato la sera a singhiozzare e, a intervalli privi di logica, a cantare a squarciagola 'drunk in love' di Beyoncè, risolvendosi col guadagnarsi  una serie di occhiate imbarazzate, sempre puntualmente spartite con Chanyeol, che recitavano chiaro e tondo 'ti prego, portalo via, è imbarazzante.'

Se Chanyeol avesse sofferto di epistassi da nervosismo, a quell'ora sarebbe morto dissanguato. Invece riuscì a resistere quel tanto che bastò a pagare di tasca propria una camera doppia (grazie a dio il ristorante era anche albergo) e trascinarvi dentro Baekhyun.

Non fu gentile nel gettarlo sul letto, e a Baekhyun, nonostante tutto, non sfuggì.

-Ma che hai?- Biascicò, sforzandosi, con risultati deludenti, di tenersi in equilibrio sui gomiti.

Chanyeol lo aveva guardato per un po', seduto sulla scrivania impolverata.

-Non ho niente, fatti una dormita.-

-No dimmi che cosa...hai.-

La scena si era ripetuta con monotonia ad alcune riprese.

Ma cos'hai, sei arrabbiato,dimmi cosa c'è dimmelo hai le sopracciglia ob...obloq...oqlibu...storte.

Fu allora che Chanyeol gliene disse quattro. Quattro di cosa? E chi se lo ricorda. Quella parte evapora sempre in ricordi che spesso si confondono con le fantasie, specie quando Chanyeol ha voglia di farsi una sega.

Quelle quattro che gli disse, Baekhyun non le ascoltò. Invece, gli sembrò una buona idea mettersi comodo sul letto e aprire le gambe con nonchalance, nei limiti permessi dai jeans.

-Scopiamo?- Gli aveva detto.

Chanyeol si era ritrovato nudo sul letto a baciargli il petto con molta più facilità di quanta si fosse mai ritenuto capace.

-Hai un neo tra le clavicole lo sai?- Aveva ansimato, senza fiato. Baekhyun era scoppiato a ridere.

 -Ne ho anche uno sulla chiappa destra. Vuoi vedere?-







5.

I litigi nascono dal nulla e nulla restano. È semplicemente la tensione della vita che lotta per uscire, oppure muori dentro.

Baekhyun a volte urla. Questa volta lo fa più forte. Perché, si domanda. Non trova una spiegazione. I motivi sono disseminati in giro; un po' qua un po' là.

Un po' sulle preoccupazioni di Chanyeol un po' per il proprio menefreghismo. Un po' su Chanyeol che lo ama troppo un po' su Baekhyun che sente di non essere capace di amarlo allo stesso modo. Un po' su Baekhyun che vorrebbe farlo. Un po' su Baekhyun che ci prova in tutti i modi e non capisce che non esistono gradi nell'amore.

Chanyeol, che lo vede cieco e furioso, esce di casa. Allora Baekhyun cerca di lavarsi via di dosso quella cosa, qualunque cosa sia, che lo rende una persona così sbiadita, così grigia, grigia come il cielo ora, un cielo colmo, che sta per scoppiare.

Baekhyun si spoglia, ignorando la pelle d'oca, e s'infila nella vasca. Poi apre l'acqua al massimo, ma ben presto si rende conto che quest'acqua non è abbastanza fredda, non è abbastanza vera, è sbiadita come lui. Allora la lascia scorrere ed esce. Ancora grondante attraversa la casa, spalanca la porta e si precipita in spiaggia.

Il mare non è mai stato tanto spaventoso, eppure Baekhyun sente che il suo cuore si sta gonfiando, quando vi si butta dentro a capofitto. I flutti gli travolgono gli arti, gli mozzano il respiro.

È gelida.

Baekhyun sta annegando da un po', quando arriva Chanyeol. Baekhyun è stupido. Lui non voleva suicidarsi. No, è troppo vigliacco per suicidarsi. Voleva solo fare un bagno, e forse, quella parte che di lui è rimasta infantile e capricciosa, voleva attenzioni e preoccupazione. Voleva che Chanyeol gli andasse incontro terrificato, voleva che lo afferrasse con forza e che lo trascinasse fuori, che lo facesse sentire vivo.

Allora Baekhyun capisce che non è sbiadito. È solo spezzato a metà. Qualsiasi cosa è imperfetta se spezzata e, guarda caso, la sua metà gli è sempre stata accanto. Baekhyun era sempre lì a preoccuparsi per gli spifferi, per la casa piccola, per la casa fredda, mentre Chanyeol si preoccupava per Baekhyun che tremava. Per Chanyeol c'era solo Baekhyun. Baekhyun non lo aveva mai fatto per lui, per questo gli era sempre sembrato di avere qualcosa in meno. Ma Baekhyun era semplicemente fatto così e questo, in alcun modo, significava che amasse Chanyeol di meno. Chanyeol lo sapeva, Baekhyun no.

A Baekhyun viene da ridere quando Chanyeol lo trascina fuori dall'acqua, ma il ceffone che gli riserva lo fa smettere immediatamente. Quando lo guarda, i suoi occhi sono rossi e le guance macchiate.

-MA CHE CAZZO CREDEVI DI FARE!-

Baekhyun boccheggia. Non lo ha mai sentito urlare così. 

-Non lo so...-

E sul serio, non ne ha la più pallida idea. Forse voleva solo fare un bagno. Ma ha l'impressione che se lo dicesse, Chanyeol gli tirerebbe un altro schiaffo. E probabilmente avrebbe ragione a farlo.

Chanyeol ansima, incespica sulla propria saliva, agita le mani in aria, ma quando parla la sua voce è vuota, spompata.

-Baekhyun perché tieni così poco a te stesso. Io cerco di salvarti ogni giorno della mia vita, ma non ce la posso fare se tu non collabori.-

-Volevo solo fare un bagno.-

-Un bagno...-

La presa è bella salda quando Baekhyun la sente sulle proprie spalle. Chanyeol lo strattona, lo scrolla, come per scacciare dal suo corpo quella parte di lui che è accidiosa, che crede di non essere abbastanza e di conseguenza vive come se non fosse abbastanza, come se le propria esistenza non facesse la differenza.

-Potevi morire, così, in un secondo, senza motivo.-

Chanyeol lo scuote più forte.

-Te ne rendi conto? Perché volevi fare un bagno. La tristezza, la sfortuna, sono altre cose Baekhyun. Nella vita si cerca il tutto ma si ha solo l'abbastanza, e sai perché Baekhyun? È con l'abbastanza che si è felici, che si ha uno scopo. Non ti dirò che sei tutto, Baekhyun: il tutto non esiste. Ma ti dirò che sei abbastanza, perché la mattina, quando mi sveglio in una casa piccola e con gli spifferi e fredda e vedo te, che dormi al mio fianco... io non ho bisogno di altro. E sono felice.-




6.

L'inverno è greve in riva al mare. Il cielo è piatto. Una distesa di nulla che sale verso l'alto e chissà dove arriva, e cosa vede da lassù.

Sono seduti in seconda classe, infagottati nelle giacche a vento. La costa si sta lentamente allontanando e Baekhyun  sente che ne avrà nostalgia, ma non così tanta. La nostalgia che suscita un sorriso mentre guardi vecchie foto. Nostalgia sana.

Il treno fischia, una voce elettronica annuncia l'avvicinarsi alla prima città nota. Baekhyun sorride tra sé e Chanyeol gli bacia una tempia e poi gli traccia con la punta dell'unghia il profilo del lobo.

-Hai un neo dentro l'orecchio, lo sapevi?-

-Sul serio?-

-Già.- mormora il più alto, prima di schioccarvi un bacio.


La libertà non ha mai avuto tutti i comfort, pensa Baekhyun, mentre Chanyeol gli passa le dita tra i capelli. Ma la libertà stessa è il comfort più grande di tutti, giusto? Ed è abbastanza per essere felici.




   
 
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