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Autore: ineedamikashug    22/07/2014    1 recensioni
-Provi a bere, signor D – lo invitai
-Io non bevo assolutamente niente e poi non ho tempo per questi trucchetti.
Chirone prese il bicchiere, bevve un sorso e impallidì -Ma come hai..
-Fatto? Non lo so, mi riesce da parecchio.
Il signor D mi guardò e prese il bicchiere. Lo scrutò e bevve un sorso.
-Il mio vino, finalmente!
Un tuono ruppe quel silenzio.
-Andiamo Zeus, era solo un goccino – disse guardando fuori dalla finestra
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Leggere era qualcosa che non mi faceva pensare alle difficoltà della vita.
E mi piaceva, non pensare alla mia vita, intendo.
Non so di preciso da quanto tempo sono qui, in questo orfanotrofio, forse dal mio primo respiro, dal la mia prima parola.
Odiavo tutti e non parlavo con nessuno, solamente con due persone: la nostra insegnante e la mia compagna di stanza.
La mia insegnante si chiamava Lou Toms, ma per tutti era la signorina Toms e poi c'era Becca, la mia compagna di stanza, la mia migliore amica.
Becca e io avevamo la stessa età, sette anni, quando lei venne adottata e per me fu un tuffo al cuore.
Da allora io non condivido la stanza con nessuno e non perchè non arriva gente, figuriamoci, è perchè voglio stare sola. Io allora pensavo che io e lei saremmo uscite insieme da quel posto ma, in realtà, è uscita solo lei e io a questo punto ho deciso di marcire qui dentro.
Alla signorina Toms non si può dare età, ma girano voci che abbia sui trentacinque anni.
E' una donna bellissima, mi stupisco non sia sposata.
Mi assomiglia: entrambe abbiamo i capelli neri, il viso abbronzato e le dita affusolate.
Ma quello che la rende straordinaria sono i suoi occhi viola.
Lei era l'unica che mi faceva visita, ma spesso non era presente.
Veniva all'incirca una volta al mese, quindi quando qualcuno bussò alla mia porta, pensavo fosse lei. In rare occasioni distoglievo lo sguardo da quelle pagine e la visita della signorina Toms era una di quelle.
-Avanti
Non era la signorina Toms, era un uomo, o forse un ragazzo.
-Lei è il sostituto della signorina Toms?
-Più o meno
-Allora quella è la porta, se ne vada, non voglio altre persone – indicai la porta
-Aspetta, ti posso spiegare
-Ha cinque minuti a partire da ora per convincermi ad accettarla nella mia stanza, si sbrighi.
-Tu sei Alyssa vero? - annuii- Alyssa, devi venire con me, mi chiamo Robert.
-Certo, io dovrei fidarmi di una persona che nemmeno conosco.
-Alyssa, tu sei in pericolo, è da giorni che ti osservo
-Aspetti, lei è il ragazzo delle pulizie o sbaglio?
-Si si, sono io. Coraggio, prendi le tue cose e andiamocene prima che lei lo scopra.
-Lei chi?
-La direttrice – disse guardandosi alle spalle – ti prego Alyssa
-Che cos'ha la direttrice che non va? E io non esco con lei, non mi conosce.
-Fai sogni strani la notte vero? Per questo che la direttrice ti ha portata dalla psicologa una settimana fa. Tu hai visto la psicologa trasformarsi in un'arpia e te ne sei andata subito, senza aspettare che la direttrice ti venisse a prendere.
-Quella cosa era reale?
-Purtroppo si, ora ti fidi?
Presi il mio libro, uno zaino pronto (in caso di necessità) e uscii dalla porta.
-Allora Alyssa, adesso ce ne andiamo prima che..
Lo interruppi -Prima che la direttrice si trasformi in un'arpia?
-Esatto, come lo sai?
Indicai la direttrice (o arpia?). Era appollaiata sopra un comò.
-Dei dell'Olimpo! Corri Alyssa!
Corsi giù dalle scale e mi accorsi di quanto fosse cambiato quel posto, da quanto non era scesa a guardare l'atrio. Ma non era il momento per pensare, corsi fuori in giardino e aspettai il ragazzo.
-ROBERT! - gridai.
-ALYSSA, CORRI IN MACCHINA.
Macchina? Quale macchina? C'era un taxi con la portiera aperta, forse li.
Mi sedetti in auto e dopo pochissimo Robert entrò con il fiatone e chiuse la portiera – Campo Mezzosangue.
-Campo cosa? - chiesi – cos'è?
-Un attimo, fammi riposare un secondo – sganciò il bottone e si tolse i pantaloni.
-TU NON HAI LE MUTANDE!
-Strano, di solito si accorgono delle..
-TU HAI DELLE ZAMPE DA CAPRA.
-Ecco, mi riferivo a questo.
-Tu mi devi delle spiegazioni.
-Sono un satiro, sai che significa? Beh, è evidente -annuii- ci stiamo dirigendo al Campo Mezzosangue, un posto per ragazzi come te.
-Orfani?
-Figli di divinità
Rimasi a bocca aperta: io, figlia di un dio o di una dea.
-So che hai sognato qualcosa a riguardo
Non riuscii a parlare.
-Siamo arrivati?
-Si, scendi, ti porto alla Casa Grande.
Scesi dal taxi ed entrai in quel campo. C'erano ragazzi di tutte le età che si allenavano, combattevano e via dicendo.
-Io non appartengo a questo posto – dissi osservando.
Poco dopo arrivammo alla Casa Grande, un luogo enorme, non c'è che dire.
Dalla faccia di Robert, dietro quella porta c'è una stanza importante, con persone importanti.
Quando aprì la porta pensavo fosse uno scherzo: non era sicuramente un luogo austero.
Nella stanza c'erano solo due persone: un uomo seduto alla sedia della scrivania di spalle e un altro su una sedia a rotelle che mi guardava sorridendo.
Riconobbi quel posto e forse, se i miei sogni non si sbagliavano, riconobbi anche quei due uomini.
L'uomo sulla sedia a rotelle si avvicinò.
-Robert, complimenti, è la tua prima semidea giusto?
-Si Chirone – disse con la voce tremante.
-Lei è Chirone? - dissi stupita – QUEL Chirone?
-Già.
-Ma lei non dovrebbe essere un..
-Centauro? - disse interrompendomi – sono un centauro si.
-Mi scusi signor Chirone, ma quell'uomo non potrebbe accogliermi come si deve?
L'uomo continuava a farsi gli affari suoi, dandomi le spalle.
-Il signor D non è molto bravo a trattare con i nuovi arrivati
-Chirone, ti sento – disse il signor D – non sono sordo.
-Signor D, potrebbe girarsi per favore?
-Assolutamente no, signorina.
Mi avvicinai a lui e, toccandogli la spalla, lo costrinsi a girarsi.
-Signorina! Metta le mani app..- si interruppe – Arianna?
-Mi chiamo Alyssa, piacere.
-Signor D, tutto bene? - disse Chirone
-Certo che va tutto bene, su Chirone fa il tuo dovere, falle vedere il filmato.
-Non mi serve quel filmato, ho visto tutto nei miei sogni.
Il signor D sorseggiò un po' di Coca Cola dal suo bicchiere e io non potei fare a meno di sorridere.
-Cosa ridi ragazzina?
-Mi sembra strano che il dio del vino sorseggi Coca Cola
-Dietetica – gnugnì.
-Posso un bicchiere d'acqua?- chiesi – vorrei farle vedere una cosa
-Non so, vuoi anche dei pasticcini? - disse Dioniso.
Chirone mi porse un bicchiere d'acqua e io lo schioccai con il pollice e il medio.
-Provi a bere, signor D – lo invitai
-Io non bevo assolutamente niente e poi non ho tempo per questi trucchetti.
Chirone prese il bicchiere, bevve un sorso e impallidì -Ma come hai..
-Fatto? Non lo so, mi riesce da parecchio.
Il signor D mi guardò e prese il bicchiere. Lo scrutò e bevve un sorso.
-Il mio vino, finalmente!
Un tuono ruppe quel silenzio.
-Andiamo Zeus, era solo un goccino – disse guardando fuori dalla finestra – Ronald, chiamami una figlia di Ecate.
-Mi chiamo Robert, signore.
-Fa lo stesso, ora vattene – disse facendo un movimento con la mano
Robert eseguì l'ordine.
-Senta signor D, Dioniso, come le pare – attirai la sua attenzione – quella non è una magia è..
-Cos'è, sentiamo – disse spazientito
-Non so cos'è..
-Allora TACI.
Entrò una ragazza carina, con i capelli lunghi e poco truccata.
-Signor D, Alyssa...
-Entra ragazza, coraggio – disse il signor D
-Ehm, signor D..Robert mi ha raccontato l'accaduto e quella non è una nostra solita magia.
-Magari vostra madre ha dato un dono in più a questa ragazza, no?
-Può essere, ma nessuno di noi è in grado di cambiare gusto alle bevande.
-Bah, questi inutili semidei. Andatevene entrambe.
Mi stavano saltando i nervi. Non mi importava chi fosse, dio o mortale, dovevo usare un po' della mia 'magia'. Mi concentrai sul suo bicchiere e pensai all'acqua. Niente più Coca Cola dietetica.
Dioniso avvertiva qualcosa nell'aria, qualcosa che conosceva. Ma, forse, voleva darmi la soddisfazione di aver ingannato il dio del vino.

 
  
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