Capitolo I

Un mondo il cui sovrano è l' oscurità più profonda. Un mondo in cui luce e tenebre sono in costante lotta tra di loro. I fratelli Winchester si trovavano ancora nella loro casetta disfatta piena di ricordi.

“Per quanto ancora dovremo lottare? “ Chiese Dean Winchester al minore dei due con un aria tutt'altro che spavalda, la solita che lo accompagnava ovunque e in qualsiasi situazione.

“ Non so Dean, so solo che non posso reggere a questo ritmo, non posso durare ancora a lungo con uno psicopatico nella testa che continua a cantare Oh mia cara Carolina tutto il giorno!?” asserì Sam con lo sguardo di Dean che in quel momento sembrava tramutarlo in un clown e quel sorrisetto bastardo sulle labbra rosee coperte da una barbetta appena pronunciata.

“ Oh mia cara Carolina? Che gusti di Merda. Almeno poteva dedicarsi alla musica leggera” Rise l'altro, in quello stesso istante qualcuno appariva alle spalle dei due fratelli,una figura scura che li guardava senza che i due se ne rendessero conto.

Il silenzio segnò in quella stanza buia per qualche minuto, poi la losca figura si avvicino ai Winchester e cominciò a parlare.

“ Salve Dean, Salve Sammy! “ queste le parole che fecero sobbalzare i due e soprattutto il maggiore.

“Castiel Maledetto bastardo!? Sei impazzito?” Gemette Dean portandosi una mano al petto per il troppo spavento.

“Una porta no ? Sai ne hanno inventate di belle, e sai la novità ? Puoi anche imparare ad usarle.” Disse in fine Sam guardando con sguardo infastidito massaggiandosi subito dopo le tempie doloranti.

“ ooh, scusami Sammy non sapevo fossi in fase premestruale!” a quel punto cosa ci poteva essere di più ovvio che una fragorosa risata da parte di Dean? Nulla. Ed in effetti il maggiore rise per la battuta se pur squallida dell'angelo. Lo sguardo di Castiel tuttavia sembrò mutare l'istante dopo lasciando ai fratelli un sapore amaro sulle labbra.

“ Che succede Castiel?” chiese Dean sensibile a quel mutamento improvviso;

“ Ragazzi abbiamo un problema, ma non da scuola elementare...Abbiamo scoperto che un arcangelo di nome Anael , in seguito alla caduta del caro amico di Sammy, si è reincarnato. Dovete dargli la caccia e distruggerla!” disse l' omino restando nell'angolo dalla quale era comparso un attimo prima.

“ Aspettate un momento!” disse Sam che teneva ancora le mani sulla testa.

“Ha...ha smesso?! Lucifero, ha smesso di cantare quell'assurda canzone!” continuò poi , ma non ebbe il tempo di gioire per quel silenzio che il suddetto Lucifero comparve avvolto da una nebbia scura come la notte.

“ Castiel... se è vero quello che hai detto, devi dirmi subito dov'è ?! E devi farlo, ORA! “ disse con quel tono basso e grave che caratterizzava il signore delle tenebre.

“A cuccia Larvetta informe, non ci sto capendo più nulla. Punto primo chi è Anael ? Forse la tua ex ragazza? Immagino sia così visto le deliziose canzoncine che hai in repertorio. “ A quelle parole Lucifero digrignò i denti come per attaccarlo, ma poi intervenne Castiel a placare gli animi.

“Beh in un certo senso è così, ma spegni il bollitore eh Lucy? “ disse l' uomo pattando l' altro che guardava con sguardo truce l' altro.

“ Portami da lei Castiel o giuro che creerò un girone per l' inferno in cui verrai preso a calci in culo per l' eternità.” dette queste parole il piccolo angelo portò i nostri ragazzi fuori città presso una casa dismessa che aveva tutta l' aria di essere stata abbandonata da secoli,più si avvicinavano e più i ragazzi potevano scorgere dei basso rilievi che ricordavano quella di una chiesa in stile gotico.

“Oh andiamo, tra tutti i posti possibili proprio una chiesa doveva scegliere!? Certo che di fantasia ne avete da vendere.” Disse Dean avvilito alla vista dell'ennesima chiesa, ma avvilito non tanto perché fosse una chiesa, ma perché era anche questa in stile gotico.

“Andiamo Dean, liberiamoci di questo affare prima che impazzisca.” disse il minore con fare esausto aprendo la porta della chiesa a due mani senza neanche bussare (che scostumato!).

Non appena i ragazzi furono entrati non poterono fare almeno di calpestare dei fogli che giacevano sul pavimento.

Lucifero ne prese uno e potè notare che ritraevano le immagini di quel mondo dalla quale era fuggito.

Il signore dell' oscurità stava ancora rimirando quei disegni quando si udì lo zampettio di un cane che gli andava incontro con la lingua penzoloni.

Non era ancora vicino quando Lucifero si accuccio per tendere la mano verso di lui ed accarezzarlo. In quegli attimi i ragazzi poterono notare la tenerezza che sembrava aver abbandonato quell' angelo caduto.

Non passò molto tempo che una figura longilinea raggiungesse il cane che stava ancora accanto a Lucifero.

“ Lucy, dove sei finita. Vieni qui cucciola! “ Disse la fanciulla, perché di questo si trattava, che stava uscendo dall' oscurità in cerca del proprio animale. Al suono di quella voce Lucifero parve destarsi da un sogno e subito tornò dritto sulle proprie spalle.

“ Oh... Salve , Chi siete? Vi siete persi?” Chiese la donna con un sorriso dolce sulle labbra tinte di rosso.

“Noi stiamo cercando Anael!” disse Sam “ la conosci ?” proseguì poi.

“Si, sono io... voi chi siete ? E come avete fatto a trovarmi ? “ disse la ragazza accennando un velo di preoccupazione sul viso.

“ Noi siamo i fratelli Winchester e lui è il nano Castiel ed il bel tenebroso con problemi di autostima è Lucifero per gli amici Lucy.” A quella battuta il maggiore dei Winchester azzardò una risatina bastarda.

Lo sguardo di Anael stava per incontrare lo sguardo di Lucifero quando i suoi occhi si chiusero e si udì il rumore sordo di una padella.

Inutile dire che il corpo della ragazza cadde a terra svenuto e tutti compreso Lucifero non furono molto felici di notare che l'artefice di quel suono era quel simpaticone di Gabriele con in mano una padella.

“ Finalmente ti ho stesa! “ Disse lui sistemandosi la molla dei boxer azzurri che tenevano una canottiera di colore bianco sporcata da una macchia d' olio.

I quattro a quella scena rimasero allibiti. Inutile dire che Lucifero era più furibondo che allibito, e non passò qualche minuto che le sue ossute mani stringeva incessantemente il collo grassoccio del fratello.