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Autore: smolderhalderlover_98    22/07/2014    1 recensioni
Questa Fan Fiction nasce dal desiderio di vedere finalmente Oliver e Felicity insieme. La mia storia prende molto spunto da ciò che realmente accade nel film, perchè voglio che tutto sia il più realistico possibile; per esempio, pur essendo una fan fiction Olicity, ci saranno anche episodi tra Oliver e Laurel.
Il racconto inizia in medias res, dal momento in cui Oliver mostra a Felicity la sua vera identità.
Nota* Nella mia storia, sino a quel momento Oliver non è mai stato e non ha mai baciato Laurel.
Mi farebbe piacere ricevere consigli, recensioni e critiche, in modo da poter migliorare la storia.
Mi scuso per eventuali errori di ortografia.
E' la mia prima fan ficiton, perciò,
buona lettura, spero vi piaccia.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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20. CONTRATTACCO
Felicity.
Incontro il mio viso nello specchietto della macchina. Ho le guance e arrossate. Gli occhi un po’ lucidi, e turbati. Ma nonostante ciò, le mie labbra sono curve in un sorriso. Non appena lo noto, mi ricompongo. Non dovrei essere felice di quello che è appena successo.
Perché Oliver mi ha in sostanza detto di far finta che non sia successo niente. Oppure? Quello che ha detto può essere interpretato. Sbatto lo specchietto verso l’alto, per evitare di incontrare il mio sorriso, un’altra volta, e ci penso un po’ su.
Puoi anche fingere che io fossi sotto gli effetti della medicina, adesso.
Cosa mi ha detto, cosa voleva dirmi? C’è una parte di me, la parte arrabbiata, la parte che odia Oliver per voler uccidere Slade, la parte che lo odia per essere andato a letto con Isabel, con Sara, che pensa che si sia pentito del bacio un secondo dopo esserci allontanati. Questa parte mi dice che Oliver pensa di volermi, senza volermi davvero. Che Oliver è abituato a piacere a tutte, e che sia infastidito dal fatto che io stia con Barry, proprio per questo motivo.
Mi dice che Barry è un ragazzo d’oro e che sono l’unica donna della sua vita, che mi ama incondizionatamente, e mi vuole, e me lo dimostra sempre e senza condizioni. Barry, che ha voluto concedermi di stare da sola con Oliver pur sapendo quello che c’è in sospeso tra di noi, pur sapendo che sarebbe stato lui a soffrirne.
Ma c’è un'altra parte, un’altra me che la pensa diversamente. Che si ricorda del “Se non mi importa di te, perché il primo pensiero che ho avuto quando ho visto gli incappucciati non è stato per tutte quelle persone in pericolo, ma per te!?” e delle sensazioni che quella frase mi ha provocato. Dell’Oliver che, in punto di morte, ha voluto baciarmi. Di quella persona che mi ha accompagnato dall’altra parte del mondo solo per indizi e sensazioni e che è restato a guardare il soffitto tutta la notte, dopo aver saputo di avere ucciso il mio pseudo-padre.
Riesco a sentire chiaramente le sue mani forti intorno a me nel bel mezzo di un conto alla rovescia, e quelle dolci e delicate appoggiati a un muro del covo. Vedo il suo sguardo dolce e triste.
E all’improvviso, quelle parole, quelle con cui mi ha dato la buonanotte, hanno un altro significato.
Oliver mi ha dato una scelta. E mi ha dato tempo per pensarci. Mi ha detto: so che non potrò mai essere giusto per te quanto Barry, e mi ha detto, baciandomi, ma ho comunque bisogno di te nella mia vita.
Il mio cuore riprende il battito irregolare di poco prima. E’ possibile che Oliver tenga a me a questo punto? E’ possibile che mi voglia veramente, veramente, e che comunque accetterebbe che io stia con Barry.
Con la nascita di questa consapevolezza, ne nasce un’altra. Più forte, più potente, più devastante, che scuote tutto il mio corpo e mi fa tremare. Sono innamorata di Oliver Queen. Non è una semplice cotta, o qualunque cosa mi ripetevo che fosse.
E non c’è più niente ormai che io possa fare, per smettere di provare una cosa del genere, o per evitare di ammetterlo a me stessa.
Con le mani che tremano, riesco a guidare sino a casa mia.
Le luci sono spente: forse Barry è andato già a dormire. Strano.
Sembra tutto tranquillo, ma percepisco una strana vibrazione nell’aria, come un brutto presentimento.
Così, mi avvicino al portone con cautela, e apro di scatto.
Accendo la luce e faccio un passo indietro, sconvolta.
La luce vibra come se stesse per fulminarsi. Tutto intorno nel soggiorno ci sono bruciature, per non contare il disordine. Vasi rotti in mille schegge e terra sparsa sul tappeto. Una crepa nella TV.
Il tavolo, invece, è inquietantemente in ordine. Di più: sembra addobbato come un altare. Affianco, dalla libreria in perfette condizioni si nota una fessura tra la fila dei libri. So già che libro manca. È il mio libro preferito.
Mi avvicino sul tavolo. Ci sono delle rose rosse e un segnalibro. Affianco al segnalibro c’è il libro. Cime Tempestose. Aperto, capovolto all’ingiù, una cosa che odio, perché ho sempre pensato che i libri si rovinino in quella posizione. Il segnalibro che c’è sul tavolo è sempre stato nella stessa posizione da anni. Sempre quella stessa pagina, che probabilmente ricordo a memoria. Così, quando prendo il libro in mano, so per certo a che pagina è aperto.
Ma metà pagina in basso  è strappata. Non abbastanza da nascondere la confessione di Cathy:
 
“Le mie grandi pene in questo mondo sono state le
pene di Heathcliff, e io le ho conosciute e le ho sentite tutte una a una dal
principio; la sola ragione di vivere per me è lui. Se tutto il resto perisse, e
lui rimanesse, io continuerei a esistere; e, se tutto il resto rimanesse e lui
fosse annientato, l'universo diventerebbe per me in un'immensa cosa
estranea.”


Queste parole in questo momento, mi fanno sentire come se tutto il mondo guardasse cosa ho fatto, come se tutti avessero visto che e come Oliver mi ha baciata.
Una parte di me ha paura di dove è finita l’altra parte della pagina. L’altra ha paura per Barry. Barry.
“BARRY?”
urlo con tutta l’aria nei miei polmoni.
Sento dei rumori di sopra.
Dei respiri affannati nel bagno. Corro facendo un caos del diavolo, ma non m’importa. Apro la porta con la paura di vedere cosa mi aspetta.
“Sono qui” Barry mi chiama, con un sussurro così flebile.
Mi butto in ginocchio verso di lui. “Stai bene?” chiedo senza pensarci. Domanda stupida. Me lo fa notare con un sorrisino storto che mi fa respirare di nuovo.  C’è così tanto sangue in giro… Ma il ragazzo di fronte a me sembra avere un colorito decente, per uno che ha perso tutto quel sangue. Si mette seduto, appoggiandosi al tavolino.
“Sto già guarendo” mi spiega, prendendo un bel respiro.
“Slade…?”
“E’ stato qui”, mi interrompe.
“Che cosa è successo?” chiedo con una specie di suono stridulo che non sembra nemmeno la mia voce.
“Non lo so. Abbiamo preso bei colpi entrambi. Ma avrebbe potuto uccidermi, invece mi ha lasciato svenuto. Immagino che volesse farci sapere che è ancora vivo e vegeto”.
“Oh mio dio…” sussurro accarezzandogli la guancia ferita. Lui fa un movimento impercettibile come per scostarsi, ma alla fine non lo fa. Tira fuori qualcosa dalla tasca.
“Quando mi sono svegliato avevo questo tra le mani” mi spiega.
Metà pagina arrotolata.
Me la porge con un sorriso, che non ha niente di un vero e proprio sorriso. Non gli ho mai visto uno sguardo così triste in faccia.
Deglutisco.
“Ehi, tranquilla, penso che stia solo cercando di incasinarti la vita” dice, accennando una risata.
“L’hai letta?” chiedo piano, cercando di non guardarlo.
Il mio amore per Linton è simile al fogliame del bosco; il tempo lo muterà, ne sono sicura, come l'inverno muta gli alberi; il mio amore per Heathcliff somiglia alle eterne rocce che stanno sottoterra: una sorgente di gioia poco visibile, ma
necessaria. Nelly, io sono Heathcliff!” recita, in tutta risposta.
Mi sento come smascherata, come se la metafora “Heathcliff uguale Oliver e Linton uguale Barry” fosse scontata.
“Barry, questo non c’entra niente con…”
“Noi?” mi interrompe.
“Esatto” annuisco. “Noi”
“E allora perché hai pensato subito a questo?”
Aggrotto le sopracciglia, scuotendo velocemente la testa.
“Senti, non dobbiamo parlarne per fo…”
“No, hai ragione” annuisco.
Mi alzo e prendo il telefono. “Dobbiamo prendere questo figlio di puttana.”  




Oliver.
Che diavolo ho fatto? Chiudo gli occhi e mi passo la mano sulla fronte. In qualche modo, sotto gli effetti della medicina che mi appesantiscono, riesco ancora a sentire il cuore nelle vene del collo che pulsano violentemente, e la gola terribilmente secca. Mi appoggio sul lettino dove sarei dovuto restare e cerco di riordinare i pensieri.
“Gli effetti della medicina, eh?”
Istintivamente afferro il bisturi al mio fianco, prima di rendermi conto che è soltanto Sara. Mi giro, ma non ho tanta voglia di guardarla in faccia. Quante volte ancora dovrò tradire le sorelle Lance in ogni modo possibile? Questa volta però, non mi sento in colpa. Mi sento stranamente bene. Mi costringo a pensare che sia l’antidolorifico. Quando passerà l’effetto sentirò le mie emozioni amplificate, e allora forse mi sentirò in colpa.
“Hai visto…”
“Che hai baciato Felicity?”
Deglutisco. Studio l’espressione imperturbabile sul viso da bambina di Sara. Inutile, perché ha imparato a mascherare le emozioni quanto e meglio di me.
Annuisco, guardandola dritta in faccia.  “Non mi vuoi dire niente?”
“No, è una cosa che ho visto arrivare” dice.
Il mio corpo sta assorbendo l’impatto con una sensazione nuova. Non so come spiegarla, o chiamarla. Serenità, forse. Qualcosa del genere. Mi riempie pienamente i polmoni. L’ultima volta che ho provato qualcosa di lontanamente simile, un mercantile ha iniziato a sparare cannonate verso me e Slade. Così, qualunque sensazione sia e in qualunque quantità mi faccia sentire felice di essere vivo, mi impongo di non provarla.
“Lo rifaresti?” mi chiede, poi.
Lo rifarei? Sì. Senza dubbio. Ma vorrei davvero provare di nuovo l’angoscia di un giorno fa? L’angoscia di saperla nelle mani del mio nemico, soltanto perché sa che provo qualcosa per lei?
“Non succederà più”
“Perché, Oliver?!” mi chiede, alzando la voce. “Perché vuoi negarti una cosa del genere?”
Perché mi dice così? Cioè, in teoria Sara ed io dovremmo stare insieme.
“Senti, non avrei mai dovuto farlo, okay? Hai visto tu stessa quanto la metto in pericolo ogni giorno. Ci manca soltanto che…”
“Che cosa, Oliver? Che stiate insieme? Non riesci nemmeno a dirlo ad alta voce perché pensi di non meritarlo, sono tutte stronzate!”
“Perché mi stai parlando in questo modo?”
“Perché ti conosco, Oliver. So cosa stai facendo con me. Volevi convincerti di amare me, perché io so difendermi, sono in grado di salvarmi da sola, e per te sarebbe più semplice perché non dovresti addossarti le colpe di tutto quello che mi succede. E mi va bene, perché l’ho fatto pure io. E’ questo che siamo noi, il nostro porto sicuro, perché veniamo dallo stesso mondo, dalla stessa oscurità. Ci amiamo, ma non nel modo che fingiamo. Non è me che vuoi. E ti posso capire, perché ci sono passata anche io, e so cosa vuol dire accettare di essere felice, per una volta. Accettalo Oliver…”
“Non posso. Non lo farò” la interrompo, guardando in basso. “Non sono più la persona egoista di un tempo.”
“Essere egoista adesso sarebbe la cosa più giusta che tu possa fare!” suggerisce, piano.
VA BENE. Vuoi che sia egoista? Okay. Sai tutto quello che riesco a pensare, da egoista?”
Sara, intimorita, aggrotta le sopracciglia. “Cos…”
HO PAURA! Del dolore che potrebbe causarmi lei ferita, lei che mi lascia, lei che muore! Lo sai cosa diavolo ho sognato negli ultimi giorni? LEI CHE MI UCCIDE PER SALVARE SUO PADRE!” sbotto. Negli occhi di Sara c’è un misto di pietà e compassione che non voglio guardare.
Lo squillo del cellulare spezza la tensione e la rabbia.
Sullo schermo appare la foto di Felicity e il mio stomaco fa una capriola.
“Dimmi”
Chiama Dig e Sara e venite a casa mia. Slade è stato qui” mi riferisce stoicamente.
Riesco a vedere la mia paura riflessa negli occhi di Sara, adesso.
Sono paralizzato, praticamente.
Sara mi afferra la mano. “Muoviamoci.”


 
Quando arrivo, Dig è già lì e la sta abbracciando. Affianco a loro, Barry è ferito. Sembra in qualche modo sollevato che io sia arrivato insieme a Sara. Immagino che non ci sia stato tempo perché Felicity potesse parlare con lui e darle qualche idea di come sia andata la nostra chiaccherata. Mi guardo intorno, preoccupato. Le bruciature devono essere opera di Barry. Il resto del casino, di Slade. Non sono stato qua tante volte, soprattutto non con tutta questa gente.
Con il cuore in gola, corro verso Felicity, preoccupato. Dig si allontana e va a parlare con Sara e mi permette di vedere che sta bene. Il sollievo mi permette di respirare. E di fare un movimento strano che sarebbe potuto essere un abbraccio, ma poi mi tiro indietro.
“Dimmi cosa è successo” le ordino, il più freddamente possibile. Barry mi lancia uno sguardo infuocato, qualcosa del tipo calmati adesso.
Poi mi lascia perdere, senza dire una parola, tornando a tamponarsi la ferita nel fianco.
Felicity sembra ferita dal mio comportamento. Indietreggia di qualche passo, e Dig e Sara si uniscono a noi tre formando un cerchio.
“Slade è stato qui” dice Felicity con una voce così ferma che quasi non gli appartiene.
“Perché?” interviene Dig.
“Probabilmente per farci sapere che è vivo e vegeto” risponde Barry, abbattuto.
“Perché non aspettare Felicity? L’ha rapita per un motivo, credo, perché non prenderla di nuovo?” chiede Sara, nervosa.  
Giusto. Perché?
Felicity inizia a spiegare cosa Slade le ha detto di voler fare, incrociando per un momento il mio sguardo.
“Voleva portarmi via da…”
“Ma ora non ne ha più i mezzi” la interrompo.
“Non hai detto che era dei servizi segreti australiani?” esordisce Dig, scuotendo la testa.
“Secondo me sta soltanto giocando con noi” sospira poi Sara.
“È una persona malata. Dobbiamo mettere fine a questa cosa” dico, guardando uno per uno tutti i membri della mia squadra.
“Lo troviamo, e lo uccidiamo” afferma Sara.
No.”
Felicity sembra quasi un automa. Nessuno le ha mai visto quella determinazione in faccia, credo.
“Barry ha detto che Slade è arrivato con una macchina. Nel vicinato ci sono delle telecamere. Posso accedervi e tracciare quella macchina. Posso trovare Slade, è braccato, e probabilmente privo di uomini addestrati a dovere, e Barry può creare la cura” ci spiega, sempre con la stessa voce. Per un momento, lei è il leader di questo gruppo.
“Fra due giorni andiamo da lui e lo curiamo. E poi lo riportiamo a Lian Yu. Può anche morire di fame là. Ma non saremo noi ad ucciderlo. NOI NON SIAMO ASSASSINI.
Sara solleva un sopracciglio e mi manda un sorriso sghembo. Sembra… fiera. Anche io lo sono.
“Questo è il piano?” chiede Sara, guardando gli altri. So cosa intende. Questa deve essere una decisione unanime.
“Questo è il piano” annuisce Barry.
“Questo è il piano” concorda Dig, con uno sguardo compiaciuto in faccia.
Deglutisco. “Ci sto” dico, guardando finalmente dritto verso Felicity.
Lei cerca di nascondere la soddisfazione dal suo viso.
“Basta giochi. E’ il momento di contrattaccare”. Vedo gli sguardi carichi dei miei compagni, e so per certo che Slade dovrà temere il nostro contrattacco.


Ciao a tutte! Scusate per la lunga assenza causa-vacanze!
Comunque! Stiamo per giungere a una fine in questa lunga storia, anche se ho già una mezza idea di scriverne un’ altra correlata a questa, per fare, insomma, una serie.
Cosa ne pensate? Riusciranno a curare Slade? E sopravvivranno tutti i membri del team?
Secondo voi, i ragazzi hanno già scoperto tutti i segreti di Slade?
Fatemi sapere che ne pensate:)
Al prossimo capitolo, che arriverà prima!


 
 
 
   
 
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