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Autore: SynySterina    22/07/2014    0 recensioni
Ed è così che ci si sente in una sfera di cristallo: lontani dalla realtà. In quella lucente sfera Ishtar ci è nata e cresciuta, forse troppo, tanto che adesso batte i pugni contro le sue pareti con tutta la sua forza sperando di distruggerla e finalmente avvicinarsi al mondo. Paradossalmente chiunque vorrebbe essere al suo posto ammirando il suo finto sorriso: figlia unica e futura erede di una delle famiglie più ricche della California; eppure in quella villa da sogno si sente soffocare, schiacciata dalle aspettative della sua famiglia e dal peso di una vita che non sente di appartenere. Una giornata da passare sui libri del college nella Huntington Beach Public Library, un incontro/scontro ed ecco una crepa nella sua sfera e la luce che finalmente illumina il buio di una vita. Che sia arrivato finalmente il momento di vivere?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THAT PART OF ME



 


" Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante. "
Paolo Giordano





 
Ed ecco, qualche momento prima entravamo nella biblioteca da completi estranei e adesso ne usciamo, insieme, mano nella mano.
Non so esattamente cosa sta succedendo ma tra la sensazione di camminare sulle nuvole e l'udito ovattato una cosa è certa: mi sento leggera, è come se avessi preso la sua mano e abbandonato tutto il resto. 
I miei occhi sono fissi sulle nostre dita intrecciate mentre percorriamo il viale esterno dell'edificio, quando una volta arrivati in prossimità degli altri operai una voce ci ferma di colpo.
< Hey Gates! > urla un uomo con il martello pneumatico < Molla la tua ragazza e vieni a darmi una mano!>.
Il mio volto s'infiamma a quelle parole e a Brian non sfugge nulla.
< Fai bene a non truccarti le guance... Sono così naturalmente rosse! > sorride e mi tira sù il mento con l'indice, costringendomi a guardarlo negli occhi < Vado a sistemare le cose dai ragazzi e torno, ci metto un attimo, promesso. > strizza l'occhio e molla la mia mano e il mio viso.
Annuisco come una bambina dopo una bella strigliata dai suoi genitori e osservo l'uomo allontanarsi da me a passi svelti.
< Rimani lì e non scappare! > grida voltandosi verso di me e indicandomi, ormai abbastanza lontano da non riuscire a decifrare la sua espressione.
Questa scena mi strappa un sorriso, così come guardare Brian che scherza con i suoi colleghi e tenta di spiegargli come utilizzare al meglio uno di quei tanti arnesi infernali che non fanno altro che spaccarmi i timpani. 
Ci metto poco a tapparmi le orecchie e nonostante i nuvoli di polvere che si alzano e i rumori assordanti non perdo di vista un attimo Brian che dopo aver parlato all'orecchio di un uomo in giacca e cravatta, sparisce dietro la porta di un container poco più lontano.
Batto il piede a terra mentre i minuti passano e Brian non sembra uscire di lì < Che mi abbia preso in giro? > subito questo pensiero riempie la mia testa, come al solito il mio lato negativo prevale e si prende gioco di quel po' di speranza che tengo stretta. Mi mordicchio le unghie smaltate di rosso, tentando di scalfire non solo il colore ma anche un po' d'ansia, senza riuscirci ovviamente.
Strizzo gli occhi quando finalmente una figura esce da quella porta, riesco ad analizzarla al meglio solo quando è ormai a pochi passi da me.
Capelli neri corvini tenuti dietro dal gel, quei lineamenti perfetti non più coperti dalla polvere, maglietta bianca con collo a V dal quale si intravede un altro tatuaggio e il petto pronunciato frutto sicuramente di duri allenamenti in palestra, giacca nera di pelle, pantaloni neri a sigaretta e anfibi.
Brian ha abbandonato la sua uniforme per lasciare me a bocca aperta. 
Guardarlo senza quell'involucro continua a stupirmi sempre di più, è come se trovassi di volta in volta un pezzo del puzzle che mi serve. L'immagine piano piano sta uscendo. E dire che mi piace quello che vedo è riduttivo.
< Senza parole. > esclama con fare compiaciuto allargando le braccia e guardandomi come se avesse centrato in pieno i miei pensieri. 
< Vero, ma solo in parte. Tutto questo tempo per farti bello?!? > di parole ne ho fin troppe e fingere di essere infastidita dal suo "ritardo" incrociando le braccia al petto è l'unica cosa che mi viene in mente per evitare di gridargli in faccia quanto sia bello ai miei occhi.
< Dal tuo sguardo si direbbe che ne è valsa la pena... > ribatte avvicinandosi a me e cingendomi i fianchi con un braccio per poi aggiungere < Ma non ci perdiamo in chiacchiere Principessa, portami dal tuo cavallo. Abbiamo un po' di strada da fare
Tremo quando la sua mano sfiora il mio fianco ma la parte risoluta di me afferra quella di Brian e l'allontana per poi stringerla e tirare l'uomo < Seguimi > il tutto accompagnato da un gran sorriso.
Corro per qualche metro e trascino Brian che sembra divertito, mi piace il vento tra i capelli e sentirmi infantile ogni tanto. Tante sono le volte in cui penso di essere cresciuta troppo in fretta, di essere passata da zero a cento bruciando tanti di quei momenti che oggi ho deciso di riprendermi e viverli in compagnia di questo sconosciuto.
Arriviamo davanti l'auto con un po' di fiatone e con la mano libera la indico < Ecco il mio cavallo... Veramente sono più di uno. > nel mio tono c'è tanta soddisfazione, infondo è pur sempre il mio gioiellino tutta velocità e potenza.
Brian però non si sofferma sulle mie parole e prendendomi di sorpresa mi incastra contro la macchina con il suo corpo < E ora a me le chiavi > la sua voce non tradisce nessuna particolare emozione, sembra tutto d'un tratto essersi trasformato in un altro.
Questo suo gesto e gli occhi improvvisamente spenti mi spaventano e non poco, il mio tremore adesso è dovuto solo alla paura.
Nel constatare la mia reazione l'uomo non decide di lasciarmi, anzi, afferma i mie polsi portandoli entrambi sopra la testa. Il mio sguardo viaggia da un parte all'altra in cerca di aiuto, vorrei poter gridare ma nonostante la mia bocca sia aperta non ne esce alcun suono e la sua stretta si fa sempre più forte.
< Da brava, dammi le chiavi... > mi sussurra all'orecchio per poi posarvici le labbra fredde.
In che guaio mi sono cacciata? Cosa mi è saltato in mente? E perché non riesco a fare nulla? Dovrei solo assecondarlo? 
Scuoto la testa così forte per scansarlo che lo colpisco in pieno viso, sul naso precisamente. Sento la sua presa mollare e lo vedo allontanarsi di poco da me con una mano sul naso. 
Delle gocce di sangue colorano l'asfalto.
La vista di quel rosso mi inorridisce e allo stesso tempo scatena in me un senso di preoccupazione. Mi avvicino a Brian che poco fa sembrava volesse farmi del male e che adesso è così indifeso, seduto a terra con il viso tra le mani e la maglia non più così bianca.
Piange.
Mi ritrovo in un turbine di eventi e di emozioni, sballottata da una parte e dall'altra ed emotivamente dolorante. Ma non ho più paura come prima. I ruoli si sono invertiti in attimo.
Mi siedo a terra accanto a lui e gli prendo le mani nonostante cerchi di coprirsi, non oppone resistenza per molto e questa nuova immagine di lui che ho davanti mi strazia il cuore.
Quegli occhi neri e così vivi ora sono rossi e affogati dalle lacrime, colmi di sofferenza, sensi di colpa e di un segreto.
Prendo dallo zainetto delle salviette umidificate e pulisco alla meglio quel viso e quelle mani che portano le conseguenze del mio gesto. E del suo. Non una parola per ora, ma solo sguardi che si rincorrono e sospiri, i miei, sovrastati dai suoi singhiozzi.
I suoi pugni si stringono, sembrano pronti a colpire qualcosa ma rimangono immobili a terra come il suo sguardo. 


 






BRIAN'S POV



Le risate, i sorrisi, il suo profumo, la sua voce calda, quel corpo così giovane e sinuoso, la spensieratezza e poi...
Il black out.
Volevo smetterla con quelle pillole, le avevo fissate a lungo nello spogliatoio e lasciate lì. Per un giorno volevo dimenticarmi di quello che succede nella mia testa, di quella parte di me che esce fuori senza il mio permesso e distrugge tutto quello che ho intorno, delle sedute dalla psicoterapeuta, della mia ex moglie, della mia ex vita...
Eppure stamattina non appena il primo sole aveva sfiorato il mio viso avevo addosso la voglia e la forza di ricominciare tutto, come se la depressione e la rabbia fossero scomparse. 
E poi quell'incontro, altra luce
Sembrava davvero per me essere arrivato il momento di riprendere in mano la mia vita e di vivere qualcosa di nuovo, qualcosa di migliore.
Ma è proprio in questi momenti di pura e semplice felicità che LUI bussa alla mia porta, come se fosse geloso di quello che mi sta succedendo, come se non meritassi altro che sofferenza e solitudine. 
Ed eccolo che in un attimo esce fuori di me violentemente e la stringe, troppo forte. La spaventa. E spaventa anche a me, ancora una volta.
Tutto succede sempre così velocemente da lasciarmi stordito ed incredibilmente vuoto, ma non stavolta.
Vedo lo sguardo impaurito di Ishtar che mi supplica di lasciarla andare, sento il suo tremare, il fiato corto, il suo colpo in pieno in viso, il sangue che mi scorre dal naso, le lacrime calde dagli occhi e la testa che gira vorticosamente.
Nonostante abbia appena visto la parte peggiore di me Ishtar è ancora qui che mi ripulisce amorevolmente, la lascio fare mentre cerco un modo per spiegarle cosa diavolo sia appena successo.
Vorrei non guardarla di nuovo negli occhi per vederla soffrire, ma sento che glielo devo, deve sapere subito quello che sono.
< Si chiama disturbo bipolare. > non mi è mai piaciuto girarci intorno alle cose e queste poche parole pesano nel silenzio.
Non le stacco gli occhi di dosso un attimo e mi sorprendo quando vedo le sue mani prendere le mie e stringerle. Sul suo viso compare una smorfia, un po' buffa ma rassicurante.
< Quello che hai visto prima non sono io... Cioè sono io, ma non ero in me. Qualcosa scatta nella mia testa, all'improvviso, e non sono più padrone di me stesso. E quando mi ritrovo a raccogliere i pezzi di quello che ho distrutto senza volerlo è anche peggio. > tutto d'un fiato, anche se la voce mi trema. 
In questo momento vorrei entrare nella testa di Ishtar e sapere cosa sta pensando di me perché non dice una parola, annuisce e il suo sguardo non riesce a sorreggere il mio. 
L'unica cosa che ci tiene uniti adesso sono le nostre mani. 
< Non avrei mai dovuto trascinarti in tutto questo, ma non è troppo tardi. > vorrei non dover continuare questa frase, ma non devo pensare a me adesso < Torna in biblioteca o a casa e dimenticati del nostro incontro, dimenticati di me. Non sarà difficile, sono un nessuno. >
La ragazza lascia le mie mani, si alza e comincia a frugare nello zaino e perplesso seguo le sue mosse. Forse sta davvero andando via, così lascio che il mio sguardo catturi ogni suo dettaglio per non dimenticarlo: la lunga chioma castana, le labbra carnose e rosse, gli occhi scuri e profondi contornati da lunghe e folte ciglia, quel corpo piccolo ma formoso.  
Rimango seduto e la guardo ancora un po' cercando di non lasciar trasparire nulla, ma il paio di chiavi a me ormai familiare mi dondola davanti agli occhi.
< Su Brian, alzati, non dovevi portarmi da qualche parte? Ti ricordo che devo studiare e si è fatto già abbastanza tardi. > il tono squillante di Ishtar mi risveglia dalla mia malinconia e anche se l'incredulità ha preso il sopravvento tra le tante emozioni mi alzo davanti a lei e afferro quello chiavi. 
Mi guarda e si scioglie in un sorriso mentre si avvicina alla portieria dell'auto. Rimango fermo ancora due secondi a pensare a quando poco tempo fa le ho offerto la mia mano chiedendole di seguirmi. 
E nonostante quello che è successo... Ha scelto di fidarsi di nuovo di me.













 

NOTE DELL'AUTRICE

Salve lettori, se ci siete! 
Sono una novellina per quanto riguarda le ff e avrei proprio bisogno di una mano... Vorrei che esprimeste il vostro parere riguardo la storia, lo stile, la lunghezza dei capitoli, insomma tutto! Fatelo come meglio credete (contattatemi in privato, lasciate una recensione, ecc...) ma fatelo xD Ho bisogno di crescere e confrontarmi sotto questo punto di vista e vorrei avere altri critici oltre me stessa :) Dal contatore ho visto che in tanti avete letto il prologo e il primo capitolo e di questo ne sono più che contenta, grazie! Detto questo aspetto i vostri consigli e spero di postare il nuovo capitolo il prima possibile, è già tutto nella mia testa! 
Alla prossima!
Ester



 
   
 
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