17 gennaio 2003 Caro fratello o sorella, sai oramai è da quasi sei anni che saresti dovuto nascere; chissà se avresti ripreso i capelli ricci dalla mamma, o quelli lisci da papà. Chissà se adesso avresti avuto tanti amici che avresti portato a casa, e chissà se tu fossi entrato in camera mia senza bussare ed io ti avrei detto: "Hai rotto le palle, vai via!" E chissà se poi avrei pensato: "che rottura di palle avere dei fratelli..". Sai, io mi faccio tutte queste domande perché avrei voluto che tu fossi qui, perché tu saresti stato un pezzo fondamentale del mio puzzle. Tu mi avresti completata, e senza te io mi sento incompleta. Lo so sarebbe la solita frase da dire al ragazzo che ti piace, ma stavolta non dev'essere per forza così. Te lo dico perché una persona in più nella famiglia, non dico che avrebbe fatto comodo, ma avrebbe aiutato a sorreggere una struttura, quella della nostra famiglia. Tu ci avresti completati, tutti quanti. All'inizio tu non avresti nemmeno dovuto far parte della famiglia eppure sei arrivato, pensavamo saresti stato un impiccio, eppure quando te ne sei andato, abbiamo pianto tutti. Sappi che comunque ti sto scrivendo non perché tu debba sapere i cazzi miei, ma perché tu sappia quello che combino anche se non sei qui, e va a finire anche che se tu fossi stato qui, mi avresti fatto qualche ricatto per non dire le cazzate che combino a mamma e papà. Sappi che nelle prossime lettere che invierò, ma che purtroppo non potrai leggere, ti parlerò della mia vita, perché avrei voluto che tu ne facessi parte.