09.
Malessere
La
chiamata di Clara mi preoccupò. Non mi ricordavo
dell’intervista, eppure ci tenevo parecchio.
Squillò
il telefono, nuovamente.
“Bill,
Clara! Sono Anna!”
Aveva
una voce spaventata.
Risposi.
“Pronto?”
“Ciao
Bill”
“Ciao
Anna…che succede?”
“Ho
letto più a fondo informazioni su quanto vi è
successo”
“Quindi?”
“Ho
scoperto una cosa terribile”
“Cioè?”cominciavo
a spaventarmi.
“C’è
la possibilità che il corpo rigetti lo spirito
dell’altro…”
“Non
ti seguo”
“Potrebbe
succedere che il tuo corpo non voglia l’anima di
Clara e viceversa. Rischiate di morire…”
“Wow…la
cosa mi sta spaventando parecchio…Clara è ancora
in albergo. Non è ancora arrivata, ma dovrebbe essere qui a
minuti”
“C’è
un’altra possibilità…”
“Ti
prego, dimmi che non è altrettanto spaventosa”
“Quasi…rischiate
di dimenticarvi chi siete veramente. Tu potresti
dimenticarti di essere Bill Kaulitz…”
“Scheiße!
Vieni qui immediatamente! Mi sa che siamo
nei guai fino al collo!”
Ero
spaventato a morte. Non potevo restare
così…provai a
chiamare il mio cellulare.
“Clara…rispondimi
ti prego…”
Il
telefono squillò all’inverosimile.
Continuai
a chiamare, ma nessuno mi rispose.
Anna
arrivò di corsa.
Le
spiegai che io faticavo a ricordarmi gli impegni che
avrei dovuto avere se fossi stato normale e Clara non mi rispondeva.
“Dobbiamo
andare a prenderla in albergo e darle la
pozione”
“Aspetta…mi
manca l’oggetto di Daniel”
“Quell’idiota?”
“Sì…dobbiamo
passare anche da lui!”
“Ok,
abita qui vicino. Ci metteremo più o meno tre minuti.
Dobbiamo fare in fretta”.
Anche
lei era spaventata.
“C’è
qualcos’altro che mi devi dire, per caso?”
Mi
guardò.
“Sì…di
solito i due sintomi si presentano
contemporaneamente. Uno in un soggetto e uno nell’altro. Se
tu ti stai
dimenticando le cose…”
“Significa
che Clara sta male!”esclamai. Uscimmo di corsa
di casa.
“Senti,
salgo io da Daniel, prima che gli venga in mente
di farsi perdonare alla sua maniera!”mi disse Anna,
lasciandomi nella sua
macchina. Una Volkswagen praticamente nuova, con tanto di lettore cd.
Avevo
bisogno di rilassarmi almeno un po’. Accesi lo
stereo e infilai un cd. Era masterizzato e non c’era nessuna
lista che mi
potesse suggerire quali canzoni ci fossero registrate sopra.
La
musica partì. Riconobbi immediatamente la mia voce.
“Una
fan dei Tokio Hotel…ma allora perché non mi ha
riconosciuto quando mi ha visto la prima volta?”pensai.
Anna
mi raggiunse in quell’istante. Tra le mani aveva una
catenina d’oro.
“Quella?”chiesi.
“L’oggetto
di Daniel. È stato un regalo di Clara per il
suo compleanno, ma mi ha detto di ridargliela”
“Quindi
tra loro due è finita?”
“Suppongo
di sì…”.
Mise
in moto e raggiungemmo l’hotel.
“Senti,
perché ascolti la mia musica, ma non mi hai
riconosciuto?”
“Eh?
La tua musica?”
Era
tardi.
“Te
lo spiego più tardi! Ora dobbiamo portare via Clara da
qui”
“Ok…”
Un
cameriere mi riconobbe.
“Clara!
Come mai da queste parti?”
“Eh?
Devo prendere una cosa…”mentii.
Salimmo
di corsa al quinto piano.
I
miei compagni erano ancora presi con l’intervista.
Saki
e Dave erano con loro.
Davanti
alla mia camera non c’era nessuno. La porta era
aperta.
“Clara!”gridai,
vedendo la ragazza stesa a terra, priva di
sensi.
“Maledizione!
Il processo è già cominciato”disse
Anna,
sentendole il polso.
Era
pallidissima in volto.
“Dobbiamo
portarla fuori di qui…”dissi.
Se
qualcuno ci avesse trovati lì, sicuramente ci avrebbe
arrestati.
“Fammi
da palo alla porta…la porto già dalle scale
antincendio”disse Anna.
Mi
avvicinai alla porta e la socchiusi, per poter
controllare il corridoio.
“Grazie
a Dio sei magro, Bill”disse, trascinando Clara di
fuori.
Con
uno sforzo se la caricò su una spalla.
“Prega
con tutte le tue forze che nessuno ci veda, o siamo
rovinati…”disse, uscendo.
Chiusi
la porta a chiave, lasciando fuori il cartello “Do
not disturb”, poi scesi dalle scale antincendio, lasciando la
finestra aperta.
Fortunatamente
il collega di Clara era rientrato, dopo la
sua pausa sigaretta. Caricammo la ragazza in macchina, poi tornammo di
corsa a
casa.
Anna
mise a bollire dell’acqua, poi riempì la pentola
con
delle erbe odorose.
Io
stesi Clara sul divano e le bagnai la fronte con una
pezzuola umida.
“Dai…resisti.
Tra poco tornerà tutto normale”le sussurrai.
Aprì
gli occhi.
“Mmm…cosa
sta succedendo?”chiese.
“Tra
poco torneremo normali…”
“Come
ho fatto ad arrivare qui?”
“Ti
abbiamo portato io e Anna…sei svenuta”
“Daniel…”
“Ho
già preso tutto…ora ascoltami…devi
restare sveglia,
capito”
“Perché?”
“Perché
tra poco la pozione è pronta e tu non ti puoi
addormentare, ok?”
Annuì.
Anna
arrivò in quel momento.
“Mi
serve l’oggetto di Clara”
La
guardai.
Merda!
Non ci avevamo pensato.
Clara
prese una cosa dalla tasca dei jeans.
Era
un calzino.
Era
di Tom!
Sorrisi,
poi lo porsi all’altra ragazza.
“Cinque
minuti e sarà tutto pronto!”esclamò.
“Ce
la fai ad alzarti?”chiesi a Clara.
Annuì,
quindi l’aiutai a mettersi in piedi e la portai in
cucina.
Non
appena Anna buttò dentro il calzino di mio fratello,
la pozione divenne di un particolare blu elettrico.
La
versò in due bicchieri e lasciò che diventasse
fredda.
Temevo
di assaggiarla. Chissà che gusto avrebbe avuto con
dentro un calzino usato di Tom.